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Autore: HonoSamurai    21/02/2005    13 recensioni
Kazuya si girò verso il figlio, si inginocchiò davanti a lui affrontando il suo sguardo freddo e pieno d'odio, poi fece una cosa che non aveva mai fatto in vita sua: -Perdonami Jin, se puoi, perdonami per averti rubato la tua infanzia, per averti rubato tua madre…perdonami per averti rubato al tua vita- Il moro continuò a fissarlo con rabbia e disprezzo, avrebbe potuto ucciderlo facilmente in quel momento, avrebbe avuto la sua vendetta, invece no, lo sguardo di Jin si addolcì e la bocca si piego in dolce, leggero sorriso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Salvataggio



Heiachi uscì ridendo dal dojo, chiuse la porta, la stanza rimase illuminata solo dalla tenue luce delle fiaccole e delle candele.

Kazuya riprovò liberarsi, invano, le forze lo stavano abbandonando e i polsi, ormai violacei, gli dolevano; si girò verso il figlio svenuto notando il polsi sanguinanti, anche lui aveva tentato di spezzare le catene,

La porta si aprì improvvisamente facendo entrare due soldati della Mishima Zaibatsu, l’uomo li guardò freddamente e domandò:

-Cosa volete?Heichi vi a mandato a darci il colpo di grazia?Non ha voluto scomodarsi?-

I due soldati lo guardarono senza dire niente, poi quello più basso salì sulle spalle del compagno e saltò raggiungendo le catene che legavano Kazuya, si appese con i piedi a un anello posto sul soffitto ed estrasse un coltello e assestando due colpi precisi tagliò le prime due catene che imprigionavano il braccio destro di Jin e del padre, poi ripete l’operazione dall’altro lato tagliando però una catena alla volta per permettere al compagno a terra di aiutare i due prigionieri a scendere.

Quando furono tutti e due a terra e Jin si risvegliò mantenendo sempre il silenzio il soldato più basso prese il polsi di Kazuya e cominciò a fasciarli, l’uomo capendo di non poter opporsi lasciò fare allo sconosciuto, Jin intanto ripresosi dallo svenimento guardò meravigliato i due soldati chiedendo:

-Voi chi siete?-

Poi rivolgendosi al padre quasi gridano disse:

-E tu cosa ci fai qui?!-

L’uomo gli sorrise con la solita aria di sfida rispondendogli:

-Siamo stati catturati da Hieachi, non solo cosa voleva fare, comunque questi due, di cui vorrei tanto sapere anch’io l’identità, ci hanno liberato-

Il soldato più alto si presento:

-Io sono Leon e lui è..-

Il soldato più basso lo interruppe:

- Io sono Phoenix, capo della spedizione di salvataggio, siamo agenti SpeCoc-

-Sono i vostri veri nomi?-

Chiese Kazuya, Leon alzò le spalle:

-Chissà!-

Intanto Phoenix stava procedendo a curare anche Jin che, malgrado avesse cercato di ribellarsi aveva ceduto alle cure dell’agente, dopo aver ultimato la medicazione Phoenix disse:

- Dobbiamo andare, Heiachi potrebbe arrivare a momenti-

- Non possiamo uscire dall’entrata, ci sono due telecamere-

Osservò Leon, il capo si sedette a terra:

-Mmm, vediamo….-

- C’è un lucernaio, ma l’uscita è bloccata da una grata-

Comunicò il soldato più alto indicandolo, Phoenix si alzò in piedi con un balzo:

-Quanto acido hai?-

-Una boccetta, perché?-

Il capo indicò l’alto:

-L’uccellino ha voglia di uscire dalla gabbia-

-Ma quando la grata cadrà farà un rumore infernale, avremmo tutti i “Tekken Force” alle costole-

- Stai tranquillo, ricordati che un uccellino a le ali-

Ribatté tranquillamente Phoenix, il compagno sembrò stupito:

-Cosa?!In due sulle ali!Ma…ma..-

-Sergente!ricorda la missione!?Kazuya e Jin sani e salvi fuori da qui, equipaggiamento in funzione della missione e tempo illimitato, ci riusciremo!-

Lo rimproverò il capo che poi si rivolse a Jin e Kazuya:

- Voi due seguiteci-

Vedendo che non accennavano a muoversi usò un tono più imperativo:

-Se non mi seguite con le buone passerò alle maniere forti, cioè quelle che io prediligo!-

Salì per la seconda volta sulle spalle del compagno per cospargere la grata di acido, saltò giù dalle spalle del compagno appena in tempo per prendere al volo la grata che stava per toccare terra;poi saltò fino al lucernaio ed uscì, Leon aiuto a salire i due “protetteti”, infine salì anche lui rimettendo a posto la grata:

-Tutto tace, Heiachi avrà una bella sorpresa domani-

Phoenix annuì mentre montava i due parapendii, il sergente chiese:

-Hai prese i modelli fantasma, vero?-

-Certo!Per chi mi hai preso?-

-Poi parli te con il boss per il punto di atterraggio?-

-Certo…ah Hw…Leon tu prendi Kazuya e io Jin-

Jin sentendosi messo in discussione tento di dire qualcosa, ma non ci riuscì, perché si ritrovò in pochi secondi accanto al parapendio e con Phoenix alle sue spalle che, si capiva, non ammetteva discussioni:

-Sdraiati-

Ordinò il soldato indicando una tela appesa sotto le due ali, il moro ubbidì capendo che quello era l’unico modo per fuggire, Phoenix gli passò un braccio intorno alla vita, con la mano libera prese la sbarra davanti a loro per direzionare il parapendio, poi si diede una spinta con i piedi e, dopo qualche secondo di caduta libera, si ritrovarono fra le nuvole; pochi secondi dopo li raggiunse Leon che fece subito il segno della vittoria sorridendo trionfante:

-Missione compiuta!-

-Non ancora Leon, dobbiamo portarli alla base-

Ribatte Phoenix accendendo la radio attaccata alla sbarra, una voce proruppe:

-Comandate Phonix, ci sei?-

-Sissignore!Siamo in volo-

- Molto bene! La missione?-

-I punti Juliet e Kato sono stati soddisfatti, procediamo per Beta-

- Cambio di programma, scaricate il carico a Charles, poi voi procedete da soli per Beta-

-Certo signore, verrà fatto-

Concluse Phoenix chiudendo la trasmissione e virando verso la città, Jin cominciò a osservarlo a vicino: era molto minuto, sembrava un ragazzino, il volto era coperto da un casco nero e non riusciva a capire il colore della pelle poiché era completamente coperto da una tuta nera, persino alle mani indossava dei guanti; la stretta alla sua vita era salda e forte, trasmetteva una sensazione di calma:

- Lei è un comandante, allora…-

Osservò il moro rompendo il silenzio:

- S, da un anno-

Rispose telegrafico Phoenix, Kazuya chiese:

- Ci potete dire la vostra identità?-

- No, mi dispiace, ma il nostro lavoro ci impone la massima segretezza-

Leon sembrava scocciato da quella domanda, indicò le luci della città:

- Tra poco saremo al capolinea-

Jin, quasi involontariamente si strinse ancora di più al contro il corpo del comandante, gli piaceva il calore che emanava e il suo odore di polvere da sparo misto a quello dei fiori di ciliegio era buonissimo, forza e dolcezza riuniti in una sola persona in un coktail irresistibile_

- Hai freddo?-

Gli domandò Phoenix accarezzandogli lievemente il fianco, Jin fu felice di quel gesto dolce nella sua semplicità, sorrise dentro di se sapendo di provare una sensazione di intimità con quel “ragazzino”:

-No, sto bene-

Dentro di se la frase continuò:

“Accanto a te”.

Leon guardò il suo passeggero: aveva lo sguardo vuoto, quasi triste mentre guardava Jin stretto al comandante:

- Si sente bene Signor Kazuya?-

-Eh?….si, certo-

Rispose frettoloso l’uomo, il sergente sospirò:

- Riconosco bene le persone tristi e tu mi sembri triste, secondo me soffri per qualcosa..-

-Forse hai ragione..-

Ammise Kazuya stringendo la sbarra del parapendio, era difficile dire certe cose, ma era sicuro che quel ragazzo l’avrebbe capito, e forse, lo avrebbe anche aiutato:

- Il fatto è che mio figlio mi odia, non mi sopporta…vorrei stargli accanto, ma il diavolo che vive dentro di me mi impedisce di stargli accanto…..mi sento perso…dopo la morte di Jun io….io mi sono smarrito…e colpa mia…è tutta colpa mia se è morta, lo uccisa io!Non sarei mai dovuto esistere..sarei dovuto morire nel vulcano…-

Leon sorrise dietro al casco, passò un braccio intorno alle spalle di Kazuya:

- Non devi fare cosi, se vuoi riconquistare tuo figlio devi per prima cosa chiedere il suo perdono, poi devi fargli capire che non è solo che te lo vuoi aiutare e che soffri anche te per la morte di Jun!-

-Vorrei farlo, ma…-

-Hai paura di essere rifiutato-

Lo interruppe Leon quasi cantilenando, poi continuò:

- Se non ti farai mai avanti non potrai mai fare pace, il mio capo, Phoenix, pagherebbe per avere questa opportunità!-

-Perché?-

- Beh, anche lui si è trovato in questa situazione soltanto che il padre, invece di scusarsi, ha continuato per la sua strada tentando persino di uccidere il figlio..-

- E come?-

Domandò Kazuya mostrando il suo interesse al soldato:

- Ha fatto finta di voler chiedere il perdono di Phoenix, poi la colpito alle spalle con un bastone, la legato a un palo e gli ha dato fuoco..-

-Ha tentato di bruciarlo vivo?!-

- Si….Phoenix però si è svegliato ed è riuscito a salvarsi, venne da me, dopo essersi rimesso e gli fu affidata la missione di uccidere un gruppo di serial-killer, fra quelli c’era suo padre, lo uccise senza risentimento, un colpo, e la ucciso…in una cosa è stato più generoso del padre…non la fatto soffrire..-

-è per questo che è cosi scontroso?-

- Si, dice che per lui l’importante è solo dimostrare di essere il più forte, il resto può anche sparire-

Kazuya pensò che anche lui era cosi e che era ora di cambiare:

- Io..io mi sento in colpa per ciò che ho fatto passare a mio figlio, come posso guardarlo negli occhi, come posso affrontarlo!-

- Phoenix, un giorno, mi disse che finche si continua guadare il passato e so continua a vittimizzarsi per i propri errori non si combinerà mai nulla, anzi si faranno solo danni, perché essendo troppo impegnati a guardare ai propri sbagli non si guarda al futuro che ti viene incontro-

L’uomo annui al soldato:

- Grazie Leon, grazie del consiglio-

- Prego, sempre pronto a dare dei consigli!-

Esclamò mentre scendeva di quota, Phoenix fece lo stesso sfruttando una corrente d’aria; i due parapendii planarono in prossimità di un prato dove, legate a un palo, c’erano due moto nere:

- Capolinea-

Osservò il comandante aiutando Jin ad alzarsi, Leon fece lo stesso con Kazuya che domandò:

- Siete sicuri di non poterci rivelare le vostre identità? Sappiamo mantenere un segreto-

- No, mi dispiace…malgrado io voglia farlo, non posso…-

Rispose mentre caricava il parapendii smontati sulle moto, poi salì sulla moto e prima di partire disse:

- Addio Jin, addio Kazuya….vi auguro una buona vita-

Poi partì velocemente seguita da Leoni che mentre si rimpiccioliva fece con la mano un cenno di saluto ai due, quando gli agenti furono spariti all’orizzonte Kazuya si girò verso il figlio, si inginocchiò davanti a lui affrontando il suo sguardo freddo e pieno d'odio, poi fece una cosa che non aveva mai fatto in vita sua:

-Perdonami Jin, se puoi, perdonami per averti rubato la tua infanzia, per averti rubato tua madre…perdonami per averti rubato al tua vita-

Il moro continuò a fissarlo con rabbia e disprezzo, avrebbe potuto ucciderlo facilmente in quel momento, avrebbe avuto la sua vendetta, invece no, lo sguardo di Jin si addolcì e la bocca si piego in dolce, leggero sorriso.

   
 
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