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Autore: acvxht    11/06/2015    1 recensioni
Are you mine? Are you mine tomorrow, or just mine tonight?- ripetei la strofa fino alla fine, lasciai andare anche l'ultimo accordo, voltai la testa verso Calum che cantava in parte a me, i nostri sguardi si incrociarono, non so perchè, non so come, allo stesso tempo girammo la tracolla, in modo che non ci fossero strumenti fra di noi, mi attirò a se premendo le labbra sulle mie. Vi assicuro che era come respirare di nuovo, una boccata d'aria fresca, me ne fregai del fatto che più di cinquanta persone aveva gli occhi fissi su di noi, era quello che volevo e niente e nessuno avrebbe rovinato quel momento.
-Are you mine?- mi sussurrò vicino alle mie labbra.
-I wanna be yours- sussurrai a mia volte rincastrando le labbra sulle sue.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IT'S TIME TO LEAVE THIS OLD BLACK AND WHITE TOWN

Piccola intrusione dell'autrice:
ci tengo a dire un paio di cose prima di lasciarvi al capitolo. In primis,
ci sarà un sequel, finalmente mi sono decisa e poi avevo già in mente
diverse cosine ;) non so quando sarà online o tanto meno quado finirò
questa FF, magari volevo postarlo esattamente un anno dopo il primo 
capitolo di questa, sarebbe carino, ma non so, ditemi cosa ne pensate.
In secondis volevo dirvi che ho iniziato una nuova Fanfiction, totalmente
diversa da questa. Credo che la posterò a breve su Wattpad e poi magari
arriverà anche qua.... Vedremo, intanto vi lascio i miei social qua sotto! 
UN BACIO ENORME E BUON CAPITOLO!
 


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JUST 2 CHAPTERS ULTIL THE END!!

Narratore esterno

Dire che era una mattinata grigia era dire poco, forse era vero, il tempo spesso rifletteva l’umore delle persone. Alex attendeva, seduta con la schiena dritta sul letto sfatto, che Calum uscisse dalla doccia. Se ne stava lì, immobile, fissava il vuoto davanti a se, pensando a come sarebbe riuscita a sopportare tutto quello che l’attendeva. Voglio farvi alcuni paragoni, avete presente quando magari avete un’amica a distanza e dopo essere andata a trovarla ve ne dovete andare? O quando andate al concerto dei vostri idoli e poi finisce tutto, quando le luci si spengono, quando loro se ne vanno lasciandovi da sole in mezzo ad altre 13.000 persone, quando ve ne state lì a fissare il palco vuoto, il viaggio in macchina per il ritorno, i giorni successivi, i video sul telefono.

Questo era quello che provava, amplificato per trenta, cinquanta, cento volte. Era come sentirsi spaccata in due, crepata, come quando vi cade il telefono, e da una piccola crepa ne nascono altre centinaia intorno ad esso, parte tutto da un punto e poi si diffonde ramificandosi. Era così: partiva tutto dal centro del suo cuore, nel quale Calum ci aveva fatto il nido e pareva non volersene più andare, come le rondini, una volta che trovano il loro posto, la loro casa, non se ne vanno più. E così era per Cal, che, in silenzio, piangeva, piangeva come un bambino tutte quelle lacrime che non voleva che Alex vedesse, che ora si mischiavano all’acqua tiepida. Non poteva evitare di immaginarla lì, seduta sulla mega poltrona del salotto, tutta sola, con una tazza di thè caldo in mano a leggere, cercando di impegnare la mente, cercando di non pensarci, a quanto i chilometri potessero essere peggio di una pistola. Ma sarebbe stato tutto fottutamente inutile… E questo lo sapevano entrambi, Calum avrebbe continuato ad immaginarsela negli occhi di altre milioni di fans, ma non sarebbe stato mai uguale, nessuna avrebbe avuto gli stessi occhi di Alex, forse Michael, ma neanche, i suoi erano più tendenti all’azzurro. In tutte le ragazze con i capelli fucsia presenti ai concerti avrebbe rivisto lei, se la sarebbe immaginata in mezzo al pubblico, come una fan urlante che piangeva il suo nome e con uno stupido cartello con su scritto: “Marry me”.
Scosse la testa, asciugandosi il viso con l’asciugamano. Si guardò allo specchio, sembrava fatto, tanto aveva gli occhi gonfi e arrossati, tirò su col naso, cercando di respingere un’altra ondata di lacrime.

Intanto lei si era alzata dal letto, sentendo il campanello suonare, si sistemò velocemente i capelli prima di aprire la porta e rivelare le figure di Ashton ed Abby.
-Avanti, Calum si sta vestendo…- sospirò, ricambiando il caloroso abbraccio di Abby che ne vederla così giù le si era buttata addosso. I suoi occhi dicevano tutto, non era più così allegra e spensierata come la sera prima. I capelli erano disordinati e non era per niente truccata e indossava dei jeans leggermente più larghi del solito, una t-shirt e le sue Converse bianche.


Nessuno si scambiò una parola per tutto il tragitto, Ashton guidava lentamente per le trafficate strade di Sydney, Abby seduta al posto del passeggero fissava il paesaggio cupo fuori dal finestrino. Alex e Calum si stringevano semplicemente le mani, non volevano lasciarsi andare, ma, se da un lato lui avrebbe patito le pene dell’inferno stando lontano da lei, era anche estremamente esaltato e felice per la nuova vita che lo aspettava. Si vedeva già su quel palco enorme, difronte a migliaia di fans, che li acclamavano, incitandoli a dare il massimo. Ma per lui non erano le fans ad spingerlo a dare di più, gli bastava anche solo pensare alla sua ragazza, a colei di cui era innamorato.


ALEX’S POV

Ogni metro verso l’aeroporto era sempre più massacrante. Non volevo lasciarlo andare, ma non potevo intralciare la sua vita. Lo avrei dovuto lasciar andare in tutti i modi possibili. Non volevo essere un ostacolo per la sua carriera, ma lo amavo e per quanto provassi a rassicurarmi sul fatto che sarebbe sicuramente stata l’esperienza più bella della sua vita, non nego che sicuramente avrei passato il successivo mese in lacrime, rinchiusa in casa stesa sul letto, in totale abbandono.
Avevo paura, tanta, ma credo l’avesse anche Abby, dopotutto eravamo sulla stessa barca, io e lei.

Scesi dalla macchina con lentezza straziante, dovevo muovermi contro la mia volontà, sentii la mano di Cal abbandonare la mia per spostarla sul mio fianco sinistro e stringermi possessivamente. Lo ricordavo estremamente bene, l’aeroporto, a causa di tutti gli incubi che perseguitavano le mie notti in quei giorni. Era una struttura veramente enorme, con pannelli in vetro che rendevano l’ambiente meno cupo e triste.
Ricordo la prima volta che ci misi piede, ero felice, estremamente eccitata all’idea di iniziare una nuova vita, come l’avrei sempre voluta. Forse Calum non faceva esattamente parte dei piani, ma ora come ora non cambierei ciò che è successo per nulla al mondo. Entrammo, vicino alla sicurezza c’erano dei tizi, che si sbracciavano verso di noi, probabilmente era la loro futura Crew. Cercai di sorridere quando vidi Michael e Luke accanto a loro, sembravano sereni. Ci avvicinammo a passi incerti verso i tre uomini.
-Io sono John, piacere…- alzai la mano come cenno di saluto, disse che dovevano solo passare i controlli e poi sarebbero partiti. Mancava meno di mezz’ora e il peso sul mio stomaco si faceva sempre più pesante ogni secondo che passava. Ormai avevo fin la nausea.

CALUM’S POV

Guardai la ragazza seduta al mio fianco, non appena annunciarono il nostro volo, la sentì irrigidirsi di colpo e stringere la mia mano. Mi guardò, era in panico e aveva le lacrime agli occhi. Mi alzai, portando su anche lei. L’avvicinai al mio corpo, appoggiando la fronte contro la sua, le alzai il mento con le dita, costringendola a guardarmi.

-Ascoltami…-

-Cal…- gemette in preda alle lacrime.

-Ssh… Alex, ehi, mi devi ascoltare-

-Calum, non voglio, io…io n-non ce l-la f-faccio…- parlava a singhiozzi cercando di dare un senso logico alla frase.

-Amore, stai tranquilla, non posso dirti che passerà, perché non sarà così. M-ma ci sentiremo per telefono, su Skype. Non lo so, ma ce la faremo. Non ti lascerò, non ora che ho trovato casa mia Alex… Tu non puoi neanche immaginare quanto mi mancherai, quanto mi mancherà stringerti fra le braccia la sera, oppure svegliarmi con te al mio fianco. Fare il bagno con te, giocare alla Play o semplicemente guardare la TV spaparanzati sul divano. Non capisci quanto mi mancherà fare l’amore con te…-

-Calum ti amo più della mia stessa vita…-

-Anche io ti amo, Alex, anche io…- finalmente potei appoggiare le labbra sulle sue, che tremavano a causa del pianto, le sue lacrime si confondevano con le mie, bagnandomi ulteriormente le guance arrossate. Sfiorai un’ultima volta le sue labbra, poi mi allontanai quando Luke mi richiamò.

-Buon viaggio…- sussurrò.

-Amore, non sai quanto vorrei che potessi venire con me…-

-Ti amo-

-Ti amo…- le baciai il naso, guardandola un’ultima volta. Era così bella… e mi piangeva il cuore a lasciarla lì.

-Cal…-

-Si arrivo…- mi voltai definitivamente, raggiungendo i ragazzi, fino a che non sentì qualcosa afferrarmi il polso, era la mia bellissima Alex.

-Aspetta, come mi hai chiamata?- l’avevo forse chiamata “amore”, non me ne ero nemmeno reso conto, ma sembrava felice.

-Io per te darei la vita, ricordatelo…- mi sussurrò, quando notò la leggera punta di preoccupazione che avevo in viso. La strinsi a me quasi a romperle le costole, ma lei stringeva in altrettanto modo. Non ci fu più bisogno di parole, l’abbracciai e basta, accarezzandole i capelli lasciando che piangesse sulla mia maglietta.

Salii su quello stramaledetto aereo, non mi voltai, lottai contro me stesso per non farlo, ma se l'avessi guardata probabilmente non sarei più partito. Ero distrutto, ma al tempo stesso cercavo di vedere il lato positivo, saremo diventati famosi, la mia vita sarebbe cambiata. Ma forse era proprio di questo di cui avevo paura?


MICHAEL'S POV

Abbracciai Calum, forse stava anche peggio di me, non l'avevo mai visto piangere, o almeno non così: grosse lacrime gli rigavano il viso, singhiozzava contro la mia spalla. Non volevo sapere come stesse mia sorella, costretta a lasciar andare suo fratello e il suo ragazzo, in una volta. Ma era forte, le sarebbe passato, solo questione di tempo. Si sarebbe risollevata, più forte di prima. Speravo vivamente ci riuscisse, io non ero così, mi sarei lasciato abbattere, non l'avrei retto. Ma lei, nonostante abbia il mio stesso sangue è completamente diversa da me.

Clifford sei sicuro di conoscerla così bene come pensi?

Si, ne ero sicuro.

Le avevo parlato poco prima che chiamassero il nostro volo, era lei quella da rassicurare, ma in realtà era successo il contrario.


Flashback

-Mikey, ti ripeto ciò che ti ho detto ieri sera, non farlo. Non azzardarti! Così rischieresti di fare del male anche a me. Pensa a questo, se per caso dovessi farlo, immaginati con un coltello in mano, immagina di pugnalarmi tante volte. Pensa a questo Michael...-

-Te lo giuro Alex, o almeno ti prometto che se lo dovessi mai rifare, sarai la prima a saperlo, fanculo il fuso orario...-

-Abbracciami e basta...- l'abbracciai, era così forte e fragile allo stesso tempo. E' difficile a spiegare, ma è così.


NARRATORE ESTERNO

Abby accompagnò Alex a casa di Calum. E si, se ve lo steste chiedendo è masochista, parecchio. Ma aveva voglia di stare da sola, buttarsi sul letto, chiudere gli occhi e riaprirli solo quando Calum sarebbe tornato.

Abby non era messa poi tanto meglio, si sentiva lo stomaco attorcigliato e reprimeva i conati di vomito, era troppo anche per lei. Guidò cautamente verso casa, cercando di non pensare ai ricordi, che purtroppo, o per fortuna, dipende dai punti di vista... erano ovunque, in ogni luogo della città, in ogni stanza di quella casa, dappertutto. Semplicemente quando aprii la porta, chiuse gli occhi e inspirò il forte odore di vaniglia. Quasi senza guardare, raggiunse il divano e ci si sedette sopra, schiena perfettamente dritta, intorno a lei solo il silenzio, opprimente e snervante, se era così che avrebbe dovuto passare i prossimi tre mesi si sarebbe volentieri trasferita al piano di sotto insieme a Liz.
Abby pianse, si abbandonò alle lacrime che ormai scorrevano inesorabili sul volto pallido, confondendole la vista. E fu così che si addormentò, con la vista annebbiata, il volto appoggiato sul cuscino e tutti i vestiti addosso.

Intanto Alex, non perse tempo, si spogliò dei vestiti che aveva indossato quel mattino e prese una camicia che Cal le aveva lasciato, vi infilò le braccia, nelle maniche enormi, non la allacciò semplicemente se la strinse la petto inspirando quell'odore, il suo profumo. Usava Alien di Chanel, lei lo sapeva bene, con tutte le volte che, quando era agitata o in ansia per qualcosa, se lo metteva lei, e le donava quel senso di tranquillità che solo Calum sapeva darle.
Si sdraiò sul letto ancora sfatto, che riportava i segni della notte precedente... si appoggiò sul fianco, in modo da avere il viso dalla parte del cuscino di Calum, anche quello sapeva di lui.
Si addormentò immaginando di averlo a fianco, di poterlo toccare, accarezzare, baciare. Ma non c'era, ma per lei era rassicurante pensarlo.

SONO STRA CONSAPEVOLE CHE IL CAPITOLO
SIA CORTO, MA UNA PARTE DEL GENERE NON
MI ANDAVA DI PROLUNGARLA ULTERIORMENTE
PERCIO'... NON E' MOLTO, MA CI TENEVO AD AG-
GIORNARE.
NOTIZIA LAST MINUTE (ODDIO, LO SAPPIAMO DA
SETTEMBRE, MA OKAY) DOMANI SARA' IL MIO
ULTIMO GIORNO DI SCUOLA! YEAHHH! *salta per tutta
la casa tipo deficente* CIO' VUOL DIRE CHE.... RULLO DI
TAMBURI.... AVRO' PIU' TEMPO PER SCRIVERE, YASS,
MA CIO' IMPLICA ANCHE, CHE LA FF FINIRA' PIUT-
TOSTO PRESO... MA CI SARA' UN SEQUEL!!!
DETTO QUESTO, SE DOVESTRE AVERE DUBBI O
CONSIGLI NON ESITATE A SCRIVERMI SU TWITTER!
UN BACIO ENORME....
VITTORIA :)

   
 
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