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Autore: Tatialex    12/06/2015    0 recensioni
Cosa succede se per 22 anni si è fatto quello che volevano gli altri e non quello che veramente si desiderava? Nella vita, a volte, la strada più facile è quella di accontentarsi, non opporre resistenza ai desideri altrui. Ma questa è una vita a metà.
Poi un giorno tocchi il fondo, esplodi come un petardo a Capodanno, e ben presto capirai che non potrai mai più essere la stessa. Qualcuno ti ha lanciato un SOS prima di svanire del tutto, come succede con un ricordo che sta sbiadendo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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“Succede che non vi sopporto più, mi avete rovinato l'esistenza! Se aveste passato i vostri 30 anni di matrimonio a mettercela tutta piuttosto che a litigare ogni santo giorno per delle cazzate, forse oggi io e quel povero cristo di mio fratello saremmo persone mentalmente sane e con una vita sociale!” urlai con tutta la rabbia che avevo in corpo. Gesù Santissimo. In 22 anni di vita non mi ero mai permessa di rivolgermi così ai miei genitori. Ma cosa mi era preso? Avrei dovuto sentirmi malissimo ed invece per la prima volta in tanti, troppi, anni avevo avuto il coraggio di dire esattamente quello che pensavo, fregandomene delle conseguenze. Siria e William, nonché quella stronza di mia madre e quel babbeo di mio padre mi guardavano interdetti. Con la forza datami dal quel momento di gloria continuai “ E' inutile che mi guardate con quella faccia ferita, vi odio, non sapete quanto ne ho abbastanza delle vostre liti, delle vostre sfuriate, non riuscite a trattenervi mai, persino davanti alle altre persone,persino davanti a Sam Dio mio. Quando vi sente urlare si chiude in bagno, no dico vi sembra normale? Avrei voluto avere due genitori che si tenevano per mano e si commuovevano insieme il giorno della mia laurea non due pazzi che litigavano perchè papà non ha chiesto lo sconto al ristorante. Avrei voluto due genitori che mi capissero invece che due pronti sempre a dare a me la colpa di tutto ciò che andava storto riversando su di me la loro frustrazione. Lo sapete che la notte non riesco a dormire e oramai al pronto soccorso mi lasciano la corsia riservata siccome sono diventata anche ipocondriaca? Non voglio più dipendere da voi, mai più. Me ne vado di casa”

Avete visto che bel regalo mi avevano fatto oltre gli occhioni verdi? Facciamo un passo indietro, ma rimanete fermi sulla faccia da pesce lesso dei miei genitoricosì potrete capire meglio la situazione. Casa Ricciardi e tutta la famiglia Visconti è nota per le sceneggiate napoletane, si avete presente quelle proprio veraci dove tutti urlano e si atteggiando quasi come se stessero recitando un melodramma? Ecco, perfetto. Sono cresciuta con gente che a causa dell'apparecchio che doveva mettere il loro il figlio è andata fino a Lourdes ad accendere il cero, ho reso l'idea? Le tipiche persone che vedono il bicchiere mezzo vuoto... anzi che dico? Le persone vedono un bicchiere che straripa di vino, vuoto. I miei genitori litigano perchè uno vuole le tende aperte in soggiorno e all'altro piacciono chiuse, mio padre è un medico che ama la scienza e i film dell'orrore, mentre mia mamma è una pittrice figlia dei fiori pazza per le commedie. Non fate quella faccia anche io mi chiedo fino a che punto sia vera sta cazzata che gli opposti si attraggano. Fatto sta che l'unica sana mentalmente, insieme a Filippo mio fratello sono io. Nonostante lui sia più piccolo di me di ben 6 anni (al tempo non avevamo un soggiorno con le tende) è molto più intelligente e scaltro di me. Quando vede che le cose si mettono male, manda a quel paese tutti e si chiude in stanza con quella musica che ascoltano i giovani d'oggi a terzo volume, e nessuno si azzarda ad avvicinarsi. La sottoscritta invece ha un punto debole, quando vede qualcuno piangere o stare male non ce la fa a non aiutarlo. E così tutte le volte che c'era un problema mia madre e mio padre lo scaricavano su di me. Non erano e non sono capaci di comunicare, di parlarsi e di amarsi. Probabilmente non si amano più, anzi magari non si sono mai nemmeno amati. Tutto questo condito con quanto sia stronzo mio padre quando parlo con mammina e viceversa quanto sia rompipalle mia madre quando parlo con il capo famiglia. Questa situazione ha fatto sì che la mia energia vitale finisse sotto i tacchi e che a 22 anni passavo le giornate sul letto a leggere romanzi rosa per evadere dalla realtà. Ah giusto e i sabato sera in ospedale per le mie fisse da psicopatica, dove il povero Sam mi faceva compagnia.

Torniamo a noi. Quel momento di audacia dove sto dicendo ai miei tutto quello che penso, sapete come ci sono riuscita? Quando uno tocca il fondo non può fare altro che risalire. Stamattina ho visto arrivare una fantastica vespa bianca sotto casa mia nuova di zecca con un fiocco gigantesco sopra. Non ci potevo credere, finalmente potevo muovermi in libertà. Certo non era una macchina, cosa che anelavo da ben 4 anni che avevo la patente e che mai mi è arrivata, ma nella vita ci si deve accontentare, no? Beh immaginate la mia faccia quando vidi che sul bigliettino della vespa c'era scritto “ PER FILIPPO RICCIARDI”. Santa Maria madre del Signore dammi la pazienza perchè se mi dai la forza qui succede un macello. Erano anni che condivevo la macchina con mamma perchè con il lavoro di mio padre in ospedale non c'era mai da fare affidamento sulla sua, o almeno questa è la bugia colossale per non farmi mettere le mani sulla sua Audi. Anni che spero che mi comprino un automobile, anche una vecchia e mezza rotta ma che faccia sì che io mi possa spostare in libertà. E invece la teoria dei miei era stata : “Quando ti laureerai te la compreremo” . Ragazzi siamo a Settembre, mi sono laureata lo scorso Marzo e di macchina nemmeno l'ombra.

Alle 12.30 tutti eravamo seduti intorno al tavolo. “ Perchè a lui la vespa si a 16 anni e a me la macchina no a 22?” Mia madre sbiancò e mio padre mi rispose con estrema diplomazia “ Perchè adesso che sei laureata vai a lavorare e te la compri da sola.” Mi andò il tortellino di traverso, mi alzai e guardai mia madre furibonda.
“ Tu lo sapevi?” le chiesi tossendo come una disperata.
“ Non che non lo sapevo” rispose voltandosi verso mio padre. “William mi pare che eravamo d'accordo a non comprare la vespa a Filippo, non dico ma sei impazzito? Non devi fare le cose senza consultarmi! Vuoi che tuo figlio si ritrovi il cervello spappolato sull'asfalto? Non sa nemmeno attraversare le strisce pedonali e tu gli regali una vespa?” La discussione tra loro si animò, mio fratello se ne andò in camera sua con il piatto di tortellini e un litro di latte, io invece rimasi li come un ebete a guardarli mentre si scannavano. Finchè mia mamma si girò e mi puntò il dito contro “ Non sono d'accordo per la vespa di tuo fratello, ma è inutile che ci guardi così, tuo padre ha ragione, vai a lavorare, sudati i soldi e poi comprati la macchina. Vedrai che sarà più soddisfacente e ti sentirai meglio.” In quel momento la bile mi salì alla testa, la volevo uccidere, anzi volevo prendere le loro teste e farle scontrare sulla pista da bowling contro i birilli. Indemoniata buttai per aria le sedia e tornai in camera mia. Perchè non vado mai bene come sono? Ci deve essere un motivo per il quale ce l'hanno sempre e solo con me!

Non ebbi nemmeno il tempo di sbattere la porta che me la ritrovai davanti urlando come la buonanima della Whitney Huston sull'acuto di I Will always love you. “ Non ti permettere mai più di sbattere cosi le cose ed andartene, signorina!” Non feci in tempo ad aprire bocca per mandarla a quel paese che sopraggiunse mio padre. “ Cosa succede qui?” La mia risposta già la conoscete.

   
 
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