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Autore: l_jackson    12/06/2015    0 recensioni
(dalla storia)...Il complimento le arrivò al cuore come una scossa elettrica, e nella sua mente già si pregustava la bellezza di un bacio dato al tramonto, con il vento che muoveva i setosi capelli di Percy e gli ultimi luminosi raggi giornalieri che illuminavano i loro volti...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy/Annabeth, Silena Beauregard, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[Questo racconto è ambientato nel fascio di tempo compreso tra “La battaglia nel Labirinto” e “Lo scontro finale”]
Prima che Percy le parlasse, per Annabeth era stata una giornata piuttosto noiosa. 
La mattina si era dedicata alla pulizia delle stalle, nel pomeriggio si era divorata un nuovo libro sull'architettura, ed in serata si era trovata a sbadigliare quasi indecentemente davanti al falò. Nonostante l'incombente minaccia di Crono, l'atmosfera al campo era molto tranquilla e pacata, quasi noiosa. Infatti, le vacanze estive non erano ancora iniziate, e gran parte dei ragazzi si trovava ancora sui banchi di scuola. L'unico avvenimento che aveva un po' smosso quella ripetitiva routine era stato l'arrivo di Percy che, come sempre, aveva portato una brezza frizzante al Campo, allegro e spensierato com'era. Naturalmente, comprese nel pacchetto c'erano un paio di arpie che lo avevano inseguito per tutto il tragitto da Manhattan e che Annabeth aveva ovviamente sconfitto, ma questi erano dettagli. All'arrivo di Percy, la bionda lo aveva quasi ignorato, guardandolo con aria di superiorità. In realtà, dentro al suo stomaco avevano ballato miliardi di farfalle, il suo battito cardiaco era aumentato alla stelle ed era infinitamente felice, ma non poteva mica darlo a vedere. Quell'estate, per un attimo, si era illusa di aver chiarito bene la situazione con Percy, con il bacio sul Sant'Elena. Ma, dopo le esperienze con Calypso e Rachel, Annabeth si era convinta che la botta in testa, che aveva preso il figlio di Poseidone in seguito all'esplosione, fosse stata ben più forte dell'immaginato. 
Ora i due semidei era in una strana situazione, una via di mezzo tra amicizia e qualcosa di più. Annabeth aveva letto decine e decine di libri, ma in nessuno c'era scritto come comportarsi in questi casi. E poi... Luke. Se si metteva a pensare anche a lui, la testa prendeva a girarle in modo vertiginoso. 
Mentre rifletteva sulla sua disastrosa situazione amorosa, sentì dei passi alle sue spalle. 
-A cosa stiamo pensando, Socrate?- fecero due voci, purtroppo assai conosciute, alla sue spalle.
-Vedete di sparire, Stoll.- replicò Annabeth, senza neanche girarsi a guardare i gemelli, che la studiavano con due ghigni ben poco amichevoli.
-Suvvia, non tratterai così male due ragazzi ben intenzionati come noi...- continuarono i due, sedendosi accanto a lei.
-Cosa volete? Dritti al sodo-li fulminò la bionda.
-Beh...
-...stanno girando delle voci...
-...su...
-...Percy...- conclusero all'unisono.
Il modo in cui si completavano le frasi a vicenda era molto inquietante, ed Annabeth non vedeva l'ora di liberarsi di quei due mascalzoni.
-Sentiamo-disse annoiata, aspettandosi le solite battutine degli Stoll. Invece, i due avevano assunto un'espressione molto seria.
-Per tutto il giorno non ha fatto che ripetere "Voglio quella", "Sarei realizzato con lei", "Penso solo a lei"...-cominciò Connor.
-... non sappiamo a cosa si riferisse, ovviamente, ma pensiamo...-aggiunse Travis.
-...si tratti di te, cara Annie-bisbigliarono insieme.
Mentre si dirigeva alla cabina riservata ai figli di Atena, Annabeth non faceva che pensare a quello che le avevano riferito poco prima i fratelli Stoll. Stava cercando, naturalmente, l'imbroglio che si celava dietro le parole dei due fratelli, ma non le veniva in mente nulla. Per una volta, le erano sembrati seri. Era veramente lei l'elemento al centro dei "pensieri" (Annabeth dubitava fosse in grado di formularli) di Percy? Beh, se fosse stato così...
Una mano, che si era poggiata sulla sua spalla, la riscosse dai pensieri.
Parli del diavolo.... Dietro di lei, infatti, c'era proprio Percy. Si girò, e si ritrovò faccia a faccia il figlio di Poseidone, in tutta la sua bellezza. I capelli corvini al buio sembrano molto più scuri, gli occhi verde mare luccicavano, e delle briciole blu, dovute alla sua originale cena, erano ancora sulle sue labbra, e gli donavano un'aria tenera e carina. Indossava la solita maglietta del campo e i blu jeans, che evidenziavano il suo corpo muscoloso. Subito Annabeth sentì le farfalle nello stomaco e l'aumento dei battiti cardiaci, ma li fece cessare, assumendo una posa tranquilla e pacata.
-Annabeth...-bisbigliò Percy.
-Si?- rispose la bionda, cercando con tutte le sue forze di non arrossire.
-Per... una cosa molto importante...potresti venire domani al tramonto all'albero di Talia?
Un rossore ricoprì le guance del ragazzo, mentre si tormentava, nervoso, le mani.
-Va bene- rispose Annabeth, sorpresa, arrossendo a sua volta e distruggendo tutti i suoi precedenti schemi.
-Perfetto, allora-concluse Percy, allontanandosi sorridendo. 
Un pensiero stranissimo e allo stesso tempo nuovo e meraviglioso si insinuò nella mente di Annabeth. Che i fratelli Stoll avessero ragione?
-Dai, dai, prova questo!- trillò Selena Beuregard, mentre lanciava ad Annabeth l'ennesimo vestito da provare. La ragazza pensò, per la centesima volta, quanto fosse stato stupido parlarne con la figlia di Afrodite. Infatti, ella l'aveva subito trascinata nella sua cabina, sottoponendola a uno stressante pomeriggio di rinnovamento del look. Guardò come avevano ridotto la cabina: abiti di ogni tipo per terra, trucchi sparsi per il letto, phone e piastre in precario equilibrio sui comodini... I fratelli di Selena, di solito così ordinati e precisi, non ne sarebbero stati felici.
-Silena, basta- disse Annabeth- è quasi il tramonto... Mi metto la solita maglia con i pantaloncini.
-NOOOOO!!- urlò Silena, facendo prendere un colpo alla figlia di Atena-Per il tuo primo
appuntamento, sarai perfetta! Parola di Afrodite! 
Così la prese per mano, truccandola, vestendola e facendole la messa in piega a velocità della luce. 
-Mah, chi ti dice che è un appuntamento?-chiese la bionda, mentre la mora le metteva il mascara- Forse mi deve dire informazioni su Luk... Crono.-
-Nono! Sento che per te si preannuncerà una serata romantica... al tramonto... tu e Percy mano nella mano...- sospirò, con aria sognante- Da figlia di Afrodite, fidati del mio istinto amoroso!- esclamò, facendole l'occhiolino. 
Annabeth scorse, da lontano, il pino di Talia. Che Percy fosse già lì? Il tramonto era imminente. Camminava con grande attenzione, per paura di rovinare le costose scarpe di Silena. Niente da dire, la figlia di Afrodite l'aveva conciata proprio bene! Indossava un abitino leggero e svolazzante, dal corpetto bianco e la gonna azzurra, coordinato a delle ballerine cobalto molto eleganti. Le aveva truccato gli occhi con ombretto azzurro e mascara a farfalla, facendole sembrare gli occhi grigi ancora più ipnotici. I capelli, poi: lisciati con la piastra e raccolti in uno chignon alto, erano talmente dorati da sembrare piccoli raggi di sole. Normalmente, non sarebbe mai andata in giro così, ma se Percy e lei... Scosse la testa, per impedire alla farfalle nello stomaco di fare la loro sgradita, ma abituale, comparsa. 
Con le guance che le andavano a fuoco, fece gli ultimi passi verso il pino. Lì vi era Percy, i capelli mossi dal vento, e un sorriso smagliante dipinto sul viso. Accanto a lui, appoggiata all'albero, vi era una... pala? Perché mai Percy avrebbe dovuto portare al loro "appuntamento" una pala?!? Annabeth cominciò a realizzare...
-Ehi, Annie!- esclamò il ragazzo, sorridendole- come siamo carine! 
Il complimento le arrivò al cuore come una scossa elettrica, e nella sua mente già si pregustava la bellezza di un bacio dato al tramonto, con il vento che muoveva i setosi capelli di Percy e gli ultimi luminosi raggi giornalieri che illuminavano i loro volti...
-Comunque, bando ai convenevoli! Sono qui per fare una cosa di estrema importanza!-un leggero rossore coprì le guance del moro.
Nel petto di Annabeth, il cuore stava ballando il tip tap.
-Beh...- sussurrò il figlio di Poseidone, in tono confidenziale- ho sentito dire che, proprio qui, Chirone abbia sepolto un album di foto compromettenti sui membri del Campo... Naturalmente, mi serve il tuo aiuto per scavare e trovarlo! Ti immagini in quale oggetto di eterna importanza prenderemmo possesso?
Improvvisamente, nel petto della figlia di Atena, il cuore smise di danzare, per lasciare posto ad una landa desolata, fredda e senza speranze.
-Cosa?!- esclamò la ragazza, sbarrando gli occhi.
-Lo so, super fantastico, vero?! E so che potrebbe esserci una foto di Clarisse vestita da coniglietta... e di Chirone ubriaco... e di Travis e Katie che...
-TU! STUPIDO TESTA D'ALGHE!- urlò Annabeth.
Percy abbandonò la sua espressione entusiasta e allegra, per sostituirla con una di puro terrore.
-Aspetta... Non dirmi che ci sono anche tue foto in quell'album...
Ma prima che potesse finire la frase, fu colpito da un calcio dritto sulla pancia, che lo fece cadere per terra, senza fiato. Ebbe il tempo di alzare la testa, per vedere la bionda che filava via, indispettita. Ma cosa aveva combinato, quella volta?!
Mentre correva via, Annabeth investì molti semidei, un satiro e due pegasi, che avevano avuto la sfortuna di trovarsi sulla strada. Era troppo arrabbiata, però, per soffermarsi su quei malcapitati. 
“Al Tartaro l'istinto di Afrodite!” pensò.
(Angolo Autrice)
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