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Autore: kymyit    09/01/2009    6 recensioni
Qualcosa è in moto a Digiworld fin dai tempi della sua nascita e nonostante i tantissimi anni trascorsi, non si è mai risolto. Lucemon è tornato e i Demon Lords complottano per abbatterlo.
A due gemelli l'onere di custodire i suoi poteri: Yamato e Ylenia Ishida.
I due saranno loro malgrado l'occhio del ciclone, fra digimon che li vogliono morti o vivi tutti per il loro tornaconto. Se poi aggiungiamo nuovi prescelti problematici e vecchi prescelti i cui digimon sono nientemeno che i cari Dark Masters, le cose si complicano assai.
Chi la spunterà nel caos della battaglia? Lucemon? Daemon? I digiprescelti? O forse sarà solo un massacro totale?
Saga Attuale: Wrath's Showdown.
Dopo aver avuto a che fare coi redivivi Dark Masters, i digiprescelti devono affrontare il Demone dell'Ira per ostacolare il suo progetto di assorbire i poteri di Lucemon sfruttando il piccolo Risei.
Witchelny, la città magica, viene assediata. Riusciranno i prescelti a vincere salvando non solo il bambino, ma anche Ken Ichijouji e i fratelli Saiba? Perché il demone ha più di un asso nella manica.
[ATTENZIONE: Sto aggiustando la storia dai primi capitoli, cercando di non fare troppi cambiamenti drastici.
Modificato CAPITOLO 1]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Yamato Ishida/Matt
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Light and Darkness' Quest'
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d Culumon: Kalumon
Bakumon:
Tapirmon
(per gli altri digimon e personaggi, non ci dovrebbero essere problemi, spero)






Capitolo 3: Brave little soldiers

I'm a brave little soldier
I must do what I can
I'm a brave little soldier
And I must take a stand
I'm a brave little soldier
(Brave little soldier, Dolly Parton)





Anno 2006 sul continente di Server.




I preparativi erano
stati quasi ultimati, mancavano solo due prescelti all'appello, ma non potevano più aspettare.
Gennai uscì dalla sua stanza da letto dopo una notte quasi insonne, soffermandosi appena a guardare con nostalgia una vecchia foto che da sempre stava sul comò a rammentargli i bei vecchi tempi in cui Digiworld era comunque un casino, ma il tutto era comunque giustificabile. Era un mondo giovane, allora. Credevano in un futuro roseo, ma erano stati davvero ingenui.
-Ma si risolverà tutto anche stavolta, amico mio.- disse rivolto al digimon ritratto nella foto accanto a lui.
Come si erano ridotti...
Si costrinse a lasciare i ricordi nei cassetti della memoria e attraversò il corridoio per entrare nel soggiorno. Dopo colazione sarebbe partito per il mondo degli umani riaprendo ufficialmente le frontiere.
Digiworld e la Terra sarebbero stati di nuovo connessi.
Sapeva, però, che nel momento preciso in cui questo sarebbe avvenuto, l'intero universo sarebbe stato in pericolo. Avrebbe aperto le porte al caos per distruggere il caos. Una guerra che non dava certezze, eccetto una: in prima linea ci sarebbero stati ancora una volta i Bambini Prescelti e i loro digimon.
-Ah, siete già svegli, voi due?- domandò, per nulla sorpreso, nel trovare due dei posti a tavola già occupati. E il tavolo già a uno sfacelo di briciole. Avrebbe dovuto esserci abituato.
Avrebbe.
La verità era che un tempo la sua casa era molto più tranquilla e vuota e non si sarebbe mai abituato troppo ad avere dei coinquilini. Specie così chiassosi.
Seduto al lato sinistro del tavolo stava un maestoso digimon samurai dall'elmo arancione e le sembianze più mostruose che umane armato di una grande spada. Accanto a lui, un figura più piccola, ma non meno vistosa.
-Ce ne hai messo di tempo a prepararti. Sembri una ragazzina il primo giorno di scuola.-
-Mi dispiace avervi fatto aspettare.- rispose sorridendo Gennai. -Vi spiace ripulire dopo aver fatto colazione?-
-Sei sicuro di quello che stai per fare, vecchio?-
-Naaa. Vecchio?- Gennai alzò gli occhi al cielo -Non vedi quanto sono giovanile?-
-Sarai anche giovanile, ma ultimamente tutti gli anni che hai si stanno facendo sentire.- ribatté l'altro.
Il digimon continuò a sorseggiare del tè godendosi il battibecco mattutino che a quanto pare doveva essere diventato un'abitudine da un po' di tempo a quella parte.
Il saggio prese posto di fronte a loro e cercò di recuperare il necessario per la colazione in mezzo alla giungla che era diventato quel tavolo.
-Da domani comincerà la vostra missione, Hiroyuki.- disse, infine, versandosi del tè con aria seria.
Il tipo vistoso numero due era un ragazzo umano, di media altezza, dai corti capelli ramati e gli occhi neri e pungenti. Le lentiggini conferivano al suo viso un'aria pestifera, che lui certo non smentiva.
-Era ora!- esclamò, infatti, battendo i pugni -Non vedevo l'ora di rendergli il favore a quei bastardi! Sei d'accordo con me, Musyamon?-
Il digimon assentì.
-Lieto che tu abbia tutto questo entusiasmo, ma per favore, cerca di comportarti bene con gli altri digiprescelti.-
-Sì, sì, d'accordo. Forse.- sbuffò quello. -A proposito, li hai già avvisati?-
-Ho detto loro di tenersi sempre pronti. Domani verranno a Digiworld, così potrai conoscerli.-
Hiroyuki annuì.
-Ci saranno anche gli Ishida?-
-Tutti.-
-Non sarebbe più sicuro nascondere quello là da qualche parte?-
Gennai sospirò.
-Tu accetteresti di startene al sicuro mentre i tuoi amici combattono?-
-Certo che no.-
-Ecco, appunto. Chiedergli anche questo sarebbe troppo.- commentò infine il saggio.
Hiroyuki annuì e si alzò e rimase a guardare i pesci del lago nuotare davanti alla finestra.
-Prima di andare ad allenarti, comunque, ripulisci questo porcile.- lo redarguì Gennai. Inutile, il ragazzo non l'aveva ascoltato, tanto per cambiare.
Musyamon lo fissò con aria colpevole.
-Faccio io.- disse.
-Ti ringrazio. State attenti mentre sono via.-
Ciò detto, Gennai lasciò quell'angolo di pace della sua modesta dimora per dirigersi sulla Terra.
Nel riaprire il varco fra i mondi, gli parve di aprire le porte dell'inferno.



°



Sulla Terra, intanto, Izawa Mamoru, diciassette anni, stava sdraiato sul suo letto a fissare il poster appeso alla porta. C'erano raffigurati i personaggi di quel telefilm poliziesco che tanto gli piaceva e non perché amava la suspense che un difficile caso di omicidio o rapimento offrivano. Amava vedere i protagonisti affannarsi per il bene degli altri. Osservare come smontavano gli alibi di persone senza scrupoli e come cercavano in tutti i modi di salvare gli innocenti.
Gli innocenti....
La sua mente tornò indietro a quel giorno...
Al suo amichetto rapito, stuprato e ucciso.
Al suo assassino, che stava in carcere in attesa della pena di morte e rideva.
Non si era pentito.
Pensò a tutti gli sforzi fatti da suo padre per trovarlo e salvarlo.
All'amarezza provata per non essere riuscito ad arrivare in tempo, non essere riuscito a risparmiare al bambino quel dolore.
Mamoru non dava la colpa a suo padre, ce l'aveva messa tutta. Tornava a casa tardi, a volte neanche tornava per diversi giorni. Era sempre distante, la sua famiglia aveva rischiato di disgregarsi e, nonostante tutti gli sforzi della polizia, quel bambino non ce l'aveva fatta. Il suo rapitore l'aveva ucciso subito, nemmeno ventiquattr'ore dopo il sequestro.
Digrignò i denti.
L'asilo non era più stato piacevole senza il suo amichetto del cuore.
Aveva provato ad andare avanti.
Era piccolo, capiva e non capiva le cose. Ma aveva capito benissimo che il suo amichetto, che Tsutomu, non sarebbe più tornato.
Mai più.
Perché glielo avevano portato via.
E poi quel giorno....
Aveva circa undici anni.

Si era recato alla centrale di polizia per portare il pranzo al padre, che preso dal suo lavoro, l'aveva dimenticato. Come al solito. Il genitore non era in ufficio e doveva essere veramente con l'acqua alla gola, perché aveva abbandonato sulla scrivania una cartella. La cartella contenente i dati sul caso di Tsutomu.
Ipnotizzato l'aprì e scoprì la verità.
Nessuno gli aveva raccontato i particolari, ma era tutto lì, su carta, su pellicola. Foto del luogo del delitto, foto del corpo di Tsutomu, il verbale dei vari interrogatori all'assassino...
Quel mostro non si era mai pentito.
Aveva raccontato ai poliziotti come aveva ucciso il piccolo Tsutomu, ridendo, come se stesse raccontando una storia comica.
Fu come ricevere un pugno in pieno stomaco.
La rabbia lo prese e corse via trattenendo i conati di vomito.
"Perché?" pensò "Perché al mondo esistono mostri simili?"

Dal allora promise a se stesso e a Tsutomu che sarebbe diventato un poliziotto migliore di suo padre, che avrebbe salvato più vite possibili. Grazie a quella promessa, a quel sogno, era riuscito ad andare avanti.
E poi un tizio vestito da Jedi gli aveva presentato il suo digimon, dicendogli che lui era uno dei digiprescelti che avrebbero dovuto salvare i due mondi. Perfetto, meglio iniziare subito la sua carriera da supereroe, no?
-Elecmon.- chiamò saltando in piedi.
Un digimon dal manto rosso e viola si stiracchiò svogliato e saltò giù dal letto.
-Andiamo.-
-Sì!- il digimon seguì il ragazzo e insieme lasciarono l'appartamento per dirigersi al Daiba Kouen, l'ampio parco dove li aspettavano Gennai e gli altri digiprescelti.



Jun Motomiya, vent'anni, uscì di casa seguita da un esserino bianco saltellante.
L'esserino in questione si chiamava Culumon e le zampettava intorno come il pulcino con mamma chioccia.
Jun lo adorava. Quell'esserino la faceva sentire speciale. Ancora ricordava quel giorno di tre anni prima quando Gennai le aveva consegnato il digiuovo. Le aveva detto che Digiworld avrebbe avuto anche bisogno di lei e le aveva donato un amico insostituibile. Un amico che le aveva portato fortuna. Il giorno di San Valentino, nel 2003, aveva conosciuto l'amore della sua vita: Jou Kido, un ragazzo serio e affidabile.
Quel giorno, decisa a lasciar perdere Yamato, si era recata con le due sorelle di Miyako Inoue ad un triplo appuntamento a casa dei Kido.
Era al settimo cielo!
Finalmente avrebbe fatto conoscenza con Shun Kido, così maturo e responsabile e affascinate... e invece...
Dopo un primo momento di imbarazzo, aveva scoperto di andare d'accordo, non col maggiore dei Kido, ma col minore.
Sapeva che era un digiprescelto e così, quando avevano cominciato a vedersi loro due da soli, Jun si era fatta raccontare tutte le avventure passate a Digiworld. Di come Jou avesse conosciuto Gomamon, come Ikkakumon aveva fatto la Super Digievoluzione, di come aveva sconfitto MetalEtemon...
Jun ne era rimasta affascinata.
Quando era stata rapita da Vamdemon, aveva provato tanta paura e, in fondo al cuore, desiderava che il suo principe azzurro venisse a salvarla. Fantasie da ragazzina o no, quel principe azzurro era arrivato davvero.
Jou Kido, insieme a tutti i suoi amici, aveva combattuto contro il mostro cattivo per salvare migliaia di persone, tra cui lei, la sua principessa che nemmeno conosceva. Era un ragazzo ipocondriaco e metteva sempre le mani avanti, preparandosi sempre al peggio, ma, nonostante la paura dell'ignoto, quel bambino era tornato a Digiworld per combattere dei mostri fortissimi di cui non sapeva nulla.
Per questo lo ammirava.
Al suo fianco aveva finalmente trovato la felicità che tanto aveva cercato e non l'avrebbe certo lasciato andare a combattere senza di lei.
La sua grande forza di volontà made in Motomiya le diede la possibilità di farlo. Sapeva che non era una missione facile, ma lei era testarda come e quanto suo fratello. Insieme a tutti gli altri l'avrebbe portata a termine.



Ylenia Ishida, aveva diciassette anni circa, ma in realtà ne aveva trascorsi solo tre in quel mondo. Tre anni in cui aveva dovuto crescere paurosamente per abituarsi ad un mondo che non conosceva se non per sensazioni.
Si sentiva estranea. Persino il suo nome era diverso da quello dei suoi coetanei. Giustificabile, aveva parenti in Francia. Pareva che sua madre le avesse dato il nome di una cara amica francese, se fosse stata maschio si sarebbe chiamata Takeru. Se fosse nata solo un minuto prima sarebbe stata lei a chiamarsi Yamato. Ma se lei fosse stata maschio, poi Takeru come si sarebbe chiamato? C'erano così tanti ma e se nella sua breve vita da farle venire il capogiro. Di solito li ignorava ostentando la sua aria spensierata e infantile.
-Beachan, sbrigati!- esclamò, su di giri. -Ragazzi!!-
Chiamò con insistenza i fratelli fin quando non uscirono dalla loro stanza, armati coi loro digivice.
-Forza, lumache!- li incitò.
-Sì, sì... - fece Yamato, nervosamente. Era emozionato, ma il nervosismo prevaleva.
-A tenere sempre quell'aria corrucciata, fratellone, finirai per rovinarti quel bel faccino!-
-Non dargli suggerimenti per liberarsi dalle sue fan.- la ammonì Takeru -Vuoi rovinare la sua agenzia?-
-Diciamo che perderesti la tua parte di coccole da fratello della star e ti secca, fratellino.- rispose il maggiore, rubandogli il cappello. Ylenia ridacchiò al siparietto dei due in guerra per l'accessorio. Che avessero intuito che si sentiva un po' nervosa? Facevano sempre gli idioti quando volevano tirarla su e negli ultimi tempi si erano impegnati davvero molto per distrarla dai suoi pensieri. Insomma, non era una ragazza normale, non sapeva molto del mondo, perché, per qualche strano motivo, aveva convissuto per quattordici anni nel corpo del fratello. Questo la faceva soffrire veramente tanto, ma i suoi le avevano detto che se non fosse stata sigillata nel corpo di Yamato, sarebbe morta. Grazie a questo si era salvata.
Altri se, altri ma, altre spiegazioni da ricevere. A Digiworld, n'era certa, avrebbe avuto le risposte che desiderava.
Temeva però che non le sarebbero piaciute.
Con un salto da cestista, Takeru rubò il cappello a Yamato e usò sua sorella come scudo contro il fratello maggiore.
-Salvami, neesan!-
-Oh, certo, nasconditi dietro le sue gonnelle, troppo comodo così.- borbottò fintamente irritato il maggiore.
-Arrivo!- disse una vocina e un'orsetta dal manto bruno fece capolino dalla stanza della ragazza, trafelata. Aveva occhi grandi e vispi, un cappellino viola sulla testa e lunghi artigli.
Non era certo un animale domestico.


*Digimon Analyzer*


Bearmon

Livello: Intermedio
Tipo:
Bestia
Tipologia:
AntiVirus
Attacchi:
Koguma Seikendzuki:
Carica d'energia il pugno prima di colpire con tutta la forza.
Bear Claw:
Un forte attacco sferrato con gli artigli.




-Bearmon, aiutami a fare uscire di casa questi deficienti.- rise la diciassettenne.
La digimon obbedì, unendosi al gioco. Era una creatura allegra, tenera e comprensiva, sempre pronta a tirare su il morale della sua amica nei momenti bui, che non erano poi pochi. Ylenia era come appena nata, conosceva così poco del mondo e si comportava come una bambina imprudente. Le cose che conosceva, le conosceva perché le aveva condivise col fratello, ma erano poche le cose che aveva potuto scoprire da sola.
Una di queste era Taichi.
Stavano insieme da circa due anni, ma le difficoltà erano sempre dietro l'angolo. Nonostante nel corpo fosse una ragazza matura, non lo era anche mentalmente, non abbastanza.
E si sentiva diversa.
Non più speciale.
Per lei essere speciale voleva dire distinguersi positivamente. Essere diversi era una cosa più triste, perché significava distinguersi in maniera negativa.
Taichi, Bearmon e gli altri la aiutavano davvero molto a non sentirsi così, doveva loro tanto.
-Sbrighiamoci, dopo ho un impegno.- esclamò Yamato, lasciando il gioco e precedendo i fratelli.
Si assomigliavano molto lui e Ylenia, sia nell'aspetto che nei gusti.
Entrambi amavano la musica, ma mentre lui preferiva suonare e cantare, lei adorava il ballare. Aveva il ritmo nel sangue. Anche se vestivano e si comportavano in maniera opposta, compivano gesti simili, indossavano senza rendersene conto accessori simili. Quel giorno, per esempio, Yamato indossava scarpe e t-shirt nere e jeans neri in gessato che gli fasciavano le gambe mettendo in risalto i polpacci. Sul braccio sinistro spiccava un polsino nero, portava due anelli nella mano destra e un plettro bianco al collo. All'orecchio aveva un piccolo orecchino argentato a forma di stella. I capelli sfilacciati e ribelli gli arrivavano appena alle spalle.
Ylenia, invece, indossava un dolcevita rosa e una gonna di jeans che le arrivava alle ginocchia. Calze bianche le fasciavano le gambe, mettendo in risalto le sue forme femminili.
Alle orecchie due stelle argentate e al polso destro un polsino bianco. Niente anelli. In compenso, i capelli sbarazzini, che ricordavano quelli del fratello all'età di undici anni, presentavano due ciuffi lunghi fin sotto il mento raccolti in due treccine ai lati del viso con degli elastici argentati.
-Pronti?- domandò Gabumon.
-Pronti!- esclamò Patamon prendendo possesso della sua postazione preferita, alias la testa del suo compagno di battaglie.
-Dove andate?- domandò una vocina bloccando i sei sulla porta d'ingresso.
Una bambina di sì e no sei anni corse verso di loro e si strinse alla gamba di Yamato. Aveva i capelli biondi raccolti in due codine sbarazzine ai lati della testa e un vestitino rosso con un elefante rosa sul davanti, Ballerine nere lucide e calze bianche, il tutto "abbinato" con una borsetta a tracolla a forma di elefantino. Peluche e borsetta, due in uno, un accessorio indispensabile per lei.
-Usciamo a fare una commissione Mikachan. Tu fai da brava e non fare adirare la mamma.- le disse lui, carezzandole la testolina.
La bambina sorrise e fece cenno di sì.
-Stai andando a comprarmi un digimon, oniichan?-
-Ehm... Non proprio. I digimon non si comprano. Ma vedrai che un giorno non lontano lo incontrerai anche tu.-
-Ma quando?-
-Presto, continua a fare la brava bambina.- intervenne Takeru.
-Bene, andiamo, è già tardi.- fece Yamato.
-Torniamo presto.- aggiunse Ylenia.
I tre ragazzi salutarono la sorellina e la madre che li aveva raggiunti, poi uscirono di casa.


Natsuko sospirò.
Era chiaro che c'era qualcosa in atto.
E questa volta coinvolgeva direttamente i suoi due figli maggiori. Il passato stava tornando a galla, tutti i nodi stavano per venire al pettine.
Ricordò ancora con stupore il giorno della loro nascita. Lei e Hiroaki non avevano capito allora le spiegazioni di Gennai, né potevano comprenderlo ora senza uno straccio di spiegazione, ma avevano sempre convissuto con la speranza e la certezza di riabbracciare la loro figlia.
Figlia di cui solo loro parevano ricordarsi.
Quando Gennai fece quel che fece, solo loro e la madre di Natsuko ricordavano ciò che era successo, per tutti gli altri, la giovane signora Ishida aveva avuto un bel maschietto di nome Yamato.
-Mammina, perché io non ho un digimon?- 
-Mikachan, presto lo incontrerai.- rispose prendendo in braccio l'ultimogenita.
Ironico come eventi tanto terribili avessero portato la loro famiglia a riunirsi. Era stato un ritrovarsi alla fine di un tunnel. La gioia dei loro figli era stata grande, sia dei ragazzi, che delle ragazze, anche se per loro in modo diverso.
Mika, dal canto suo, era contenta che mamma e papà andassero a vivere insieme. Trovava strano che, a differenza di quelli delle sue amichette, i suoi genitori stessero in due case separate, pur volendosi molto bene.
Ogni cosa sembrava essersi rimessa a posto per quella famiglia.
Ogni cosa era nuovamente in pericolo.
Poteva Natsuko stare tranquilla?

No.


I tredici digiprescelti e i loro digimon arrivarono al parco più o meno puntuali.
Gennai li aspettava vestito come un normale essere umano, canottiera e pantaloni neri, onde evitare di dare troppo nell'occhio. Accanto a lui c'era un ragazzo coi folti capelli neri che gli arrivavano alle spalle e una ragazza dai disordinati capelli rossicci.
Il ragazzo indossava una polo a righe orizzontali di varie sfumature, dal rosa al viola, col colletto bianco, jeans grigio chiaro e scarpe viola e nere.

La ragazza, invece, indossava una t-shirt bianca con lo scollo a V che le lasciava scoperto l’ombelico. Pantaloncini viola pastello sopra il ginocchio e scarponcini dello stesso colore, decorati da strisce bianche sul davanti.
Accanto a loro stavano due digimon.
Il primo aveva il manto rosso con striature viola che ricordavano molto delle saette, occhi azzurri e zampette tozze.
Era Elecmon.


*Digimon Analyzer*

Elecmon

Tipo: Mammifero.

Tipologia: Dati
Livello: Intermedio
Attacchi: Sparkling Thunder: Spara potenti scariche elettriche dalla sua coda.
Tai Atari:
Colpisce il nemico lanciandosi su di lui e schiacciandolo.
Nine Tails:
Schiaffeggia il nemico con la coda.
Thunder Knife:
Scaglia contro il nemico numerose di lame d'elettricità.



Il secondo invece ricordava vagamente un coniglietto bianco con le orecchie frastagliate viola. Sulla fronte dei triangoli: uno rosso rovesciato e tre piccoli triangoli neri intorno. Gli occhietti verdi erano vispi e irrequieti. Sempre in movimento, prestavano attenzione ad ogni piccola cosa.


*Digimon Analyzer*

Culumon

Tipo: Animale Sacro.

Tipologia: AntiVirus
Livello: Intermedio
Attacchi:
Culumon no Inori:
Ristora le energie degli alleati attraverso la preghiera.

È un digimon misterioso, i cui attacchi e le potenzialità sono quasi del tutto sconosciuti.


-Eccoci!- esclamò Daisuke
-Ciao, ragazzi!- li salutò Gennai
-Sono loro i digiprescelti che ci affiancheranno?- chiese Mimi.
Gennai annuì.
-Jun la conoscete tutti.- cominciò -Lui invece è Mamoru Izawa e ha diciassette anni. La sua Digipietra è quella della Giustizia, mentre Jun detiene quella della Volontà.-
Daisuke era più o meno sconvolto.
-TU!- indicò la sorella -Era questo il tuo appuntamento segreto?!-
-Sorpresa, fratellino.- ghignò lei e si concesse una risatina malvagia che gettò il fratello nella completa disperazione.
In missione con sua sorella! Con quella rompi di sua sorella! Ma che aveva fatto di male?!
-Izawakun, è un piacere averti con noi!- esclamò Taichi stringendo la mano del ragazzo della Giustizia. Fu una sorpresa ritrovare uno dei suoi compagni di classe. Beh, almeno
erano sulla stessa lunghezza d'onda e Izawa era un tipo apposto.
-Chiamami Mamoru, Taichi.- rispose quello facendogli l'occhiolino.
-Potevi dirmi che eri stato scelto per la missione.-
-Sai com'è, anch'io amo le sorprese.- gli rispose.
-Scusate l'interruzione... - fece Iori , educatamente -Vi conoscevate già?-
-È un mio compagno di classe.- ammise Taichi. -Sapevo che era un digiprescelto, ma... -
-Beh, in questi anni non c'è stato bisogno di mobilitare i vari digiprescelti, perciò alla fine ero uno dei tanti.- rispose il moro. -Ed è solo da poco che ho saputo di essere stato scelto per questa specifica missione. Credo che lo Jedi ci stesse studiando per scoprire chi fosse il più adatto fra noi nuovi.-
-Anch'io l'ho saputo da poco.- ammise Jun.
-Io pure.- fece Ylenia. -Anche se per me il discorso è un po' complicato... -
Già, lei c'era già dentro fino al collo.
-Ma lo Jedi me l'ha confermato qualche settimana fa.-
-Ma perché mi chiamate tutti Jedi?- domandò esasperato Gennai.
-Codino.- commentò Taichi.
-Vestiti.- fece Mamoru.
-Spada.- disse Yamato.
-Obi Wan Kenobi.- fece Daisuke.
-Maestro Yoda.- commentò Takeru suscitando l'ilarità generale della vecchia guardia al ricordo del vecchio e rugoso Gennai. Il digiprescelto del Coraggio, con le lacrime agli occhi dal ridere, strinse la mano anche a Jun.
-Felice di avervi entrambi in squadra! Vero, Yamato?- si girò con un ghigno diabolico dipinto sul viso verso il suo migliore amico, che, intanto, si era prontamente nascosto dietro Jou.
Nonostante Jun avesse rinunciato a lui come preda d'amore, era pur sempre una delle sue fan più accanite e il suo carattere forte e impetuoso lo terrorizzava.
-Ehm... sì.- disse nascosto dietro le spalle del digiprescelto dell'Affidabilità suscitando una seconda ondata d'ilarità.
-Takeru, Patamon, sono felice di rivedervi!- esclamò Elecmon, alzando la zampa verso i due.
-Ma non mi dire... - cominciò Takeru -Sei quell'Elecmon?-
-Esatto!- esclamò il digimon rosso.
-Scusa... - fece Jou -E la Città della Rinascita? Se tu sei qui, chi la sta sorvegliando?-
-Non ci crederete mai, ma se ne stanno occupando Leomon e Ogremon.-
A sentire quelle parole si sollevo un coro di 'Ma daiiiii!' da parte dei digiprescelti della prima guardia.
-Giuro!- disse Elecmon poggiando la zampa sul cuore.
-Sono sotto shock!- esclamò Taichi fingendo lo svenimento sopra Ken e Koushirou.
-Beh, non è poi così strano! Ogremon in fondo è un tenerone.- esclamò Mimi, al che si sollevò un coro di 'Molto in fondo'.
Tutti erano consci del fatto che Ogremon stava dalla loro, ma era estremamente difficile pensarlo nei panni di baby sitter a tempo pieno.
Con Leomon poi...

Gennai li guardò tutti, dal primo all'ultimo. Erano cambiati tantissimo, sia d'aspetto che interiormente.
Erano più maturi e consapevoli del loro ruolo.
Su suo consiglio, tanto per dirne una, ogni tanto i ragazzi si riunivano per allenare se stessi e i loro digimon e impedire così che loro, con tutti i comfort e la routine di quel mondo, s'indebolissero troppo. Ovviamente si recavano in posti desertici lontani miglia e miglia dalla civiltà. Il tutto era reso possibile da Imperialdramon. Mimi non n'era particolarmente entusiasta, ma sapeva che presto avrebbero dovuto combattere ancora e perciò acconsentì che anche Palmon si allenasse. Non che gli altri si divertissero a vedere i loro amici suonarsele di santa ragione, ma era necessario che fossero pronti a tutto.

Taichi Yagami, diciassette anni.
I capelli spigolosi erano tirati all'indietro lasciando la fronte scoperta ed erano fermati dalla solita fascia azzurra sulla quale spiccava un altro paio di goggles molto simili ai vecchi, ma decorati ai lati con delle stelle. Erano un prezioso regalo da parte di Ylenia, perciò erano il suo più caro tesoro.
Dietro la nuca innumerevoli ciuffi ribelli minacciavano di pungere chiunque provasse a sfiorarli.
Indossava jeans e una lunga giacca smanicata nera coi bordi azzurri e sulla schiena l'impronta di una zampa di dinosauro,
dello stesso colore dei bordi. Le scarpe erano nere coi lacci azzurri.
Era evidente che Taichi adorasse quel colore.
Agumon si era irrobustito parecchio dall'ultima volta che l'aveva visto ed era anche molto più saggio e meno impulsivo di come poteva essere anni prima.

Sora Takenouchi, diciassette anni.
Sulla testa un copricapo giallo di quelli che l'avevano sempre caratterizzata. Le curve dei seni messe in risalto da una deliziosa t-shirt a righe rosa e arancio. Indossava poi jeans chiari e scarpe da tennis color pesca, comode, ma eleganti allo stesso tempo.
Pyomon era sempre allegra e petulante, ma a differenza del passato, anche lei era diventata molto più forte e soprattutto non sentiva più il bisogno di mostrare il suo affetto per Sora in maniera eccessiva come quando la assillava ripetendo in continuazione il suo nome come un pappagallo.

Koushirou Izumi, sedici anni.
I capelli erano cresciuti giusto un poco rispetto al taglio che sfoggiava a tredici anni. La moda continuava a interessargli meno di niente. Se non vestiva male era solo grazie a sua madre che, ogni tanto, lo trascinava fuori dalla sua stanza/tana e lo portava a comprare degli abiti. E ovviamente era lei a consigliare il figlio che per quanto gli interessavano i vestiti, sarebbe potuto uscire in mutande anche d'inverno. Quel giorno indossava una t-shirt verde. Pantaloni corti con parecchie tasche color sabbia e scarpe verdi e viola. Sulle spalle portava l’inseparabile pc, che a detta dei suoi amici, ormai era un’appendice del suo corpo.
Tentomon indossava un capellino verde che sfoggiava cercando di far ingelosire gli altri digimon.
Il suo esoscheletro rosso era più lucente che mai e gli occhi verdi più vispi del solito.
Come al solito sputava sentenze e faceva affermazioni da grande saggio, ma se un tempo non si sapeva spiegare il perché di certe nozioni, ora aveva un campo di conoscenze molto più vasto.

Mimi Tachikawa, sedici anni.
Era finalmente tornata in Giappone e questa volta per restarci.
Il suo look ovviamente aveva 'risentito' degli anni passati in America. Infatti, sembrava una fotomodella uscita da qualche rivista.
I capelli sembravano zucchero filato alla fragola: ricci e morbidi, color rosa confetto con qualche stellina applicata qua e la e un delizioso berretto azzurro che le conferiva un'aria più sbarazzina.
Portava una maglietta a maniche lunghe svasate che lasciava scoperte le spalle. La maglietta era bianca con delle strisce colorate nelle maniche e nel bordo inferiore e stelline sparse qua e là.
Scarpe rosa e jeans che riportavano la bandiera americana.
Palmon era di un verde acceso che sembrava potesse illuminarsi al buio. La cosa poteva sembrare da ridere, ma quello era segno che la digimon era più forte e soprattutto conduceva una vita sana. Lei e Mimi passavano interi pomeriggi esposte al sole nella terrazza dell’appartamento.
Ma ovviamente, questo non voleva dire che oziassero: Palmon aveva bisogno del sole per la fotosintesi e di tanta acqua per poter crescere sana e forte.

Jou Kido, diciotto anni.
I capelli blu erano cresciuti ancora, appena oltre le spalle e il ragazzo aveva modernizzato il taglio sfilacciandoli un poco. Quel giorno li teneva legati in una coda bassa.
Gli occhi neri penetranti non erano più nascosti dagli occhiali dato che il Kido si era finalmente deciso a passare alle lenti a contatto. Anche la sua carnagione era migliorata notevolmente, non aveva più la pelle bianca da topi di biblioteca. Indossava una polo bianca con colletto e maniche azzurri. Pantaloni e scarpe grigi. Al polso un orologio metallico.
Gomamon era sempre allegro e sboccato e non faceva che stuzzicare Tailmon che era da sempre il suo bersaglio preferito. Nonostante tutto la considerava una novellina. In senso buono, ovviamente.
Erano pur sempre amici, ma quante volte aveva avuto da ridire sui modi pessimisti della gattina? Troppe volte per poterle ricordare tutte.

Daisuke Motomiya, quattordici anni.
Il leader del secondo gruppo era sempre uguale.
Allegro, leggermente presuntuoso e ottimista. Il suo peggior difetto, l'impulsività, si era per fortuna affievolito col passare del tempo e il Motomiya dimostrava sempre più di avere tutte le carte in regola per essere un vero leader.
I capelli erano sempre a porcospino con gli occhialini in bella mostra a mo' di trofeo.
La canottiera nera con delle fiamme rosse armonizzava con la pelle abbronzata e metteva in risalto la muscolatura proporzionata. Portava poi pantaloncini marroni con tantissime tasche e scarpe rosse.
Veemon stava a cavalcioni sulle spalle del partner.
Era cresciuto e si era irrobustito e la sua ingenuità era diminuita, ma sempre presente e in agguato per il povero Daisuke che si trovava a dover spiegare al suo partner ancora tante cose.


Takeru Ishida, quattordici anni.
Capellino bianco da pescatore. Sempre lo stesso da anni.
Maglietta verde a stampa militare e pantaloncini bianchi che arrivavano appena sotto il ginocchio, dove erano chiusi da elastici.
Scarpe verdi.
Anche lui era cambiato tantissimo.
Non solo nell’aspetto (era diventato ancora più alto e i capelli biondi erano in perenne disordine) ma anche dentro.
Il matrimonio dei genitori aveva curato il suo animo ferito,così come per Yamato, e sul suo viso non si notava più quel malinconico velo di tristezza che l’aveva accompagnato per anni.
Era più allegro, più sociale e meno propenso alle liti e ai contrasti con l’eterno rivale, ma ciò non escludeva una naturale inclinazione alla pestiferaggine.
Patamon aveva fatto il nido sulla testa del biondo ormai da anni e lì stava anche quel giorno. Si era irrobustito molto e, a quanto pareva, aveva anche imparato a volare più velocemente.

Miyako Inoue, quindici anni.
Era cambiata moltissimo.
Il caratteraccio e i modi mascolini c’erano sempre, altrimenti non sarebbe stata più Miyako, ma la ragazza aveva acquisito una notevole femminilità che erano tanti i ragazzi a correrle dietro, nonostante lei li rifiutasse tutti.
I capelli lunghi erano lasciati sciolti lungo la schiena, con due treccine ai lati della testa tirate all’indietro e fissate con un elastico.
Indossava un morbido vestitino bianco corto che terminava in una gonna grigia a righe nere e bianche e la cravatta dello stesso colore. Non sopportando di mettere le gambe in bella mostra, Miyako indossava sotto il vestitino dei pantaloncini indaco con ai lati il motivo di una tastiera e, infine, scarpe bianche.
La prima cosa che però si notava in lei erano gli occhiali.
Non più la montatura tonda e enorme, ma rosa e quadrata. Sembrava quasi la segretaria di un personaggio importante (nel suo caso l’astro nascente del calcio Ken Ichijouji)
Hawkmon era cresciuto notevolmente.
Le ali rosse erano molto più robuste e il becco più duro forte. A vederlo dava la sensazione di essersi rinforzato parecchio, anche grazie ai numerosi allenamenti extra ai quali la sua partner lo sottoponeva. E il povero falchetto aveva il suo bel da fare per arginare il carattere esuberante della ragazza. Fortuna per lui che ci avesse fatto il callo.
Ormai stava con Miyako da parecchio tempo, ma non si sarebbe mai abituato abbastanza.

Iori Hida, dodici anni.
Se Miyako era cambiata, Iori era irriconoscibile.
Era alto il doppio e i capelli erano più lunghi e scompigliati e gli ricadevano sugli occhi verdi quasi nascondendoli. Indossava una maglietta color sabbia, pantaloni grigi e scarpe da ginnastica verde oliva.
Il carattere meno ostinato e più maturo, capace di scegliere cosa era giusto e cosa no.
La fissa che gli restava, purtroppo, era quella di voler essere un ragazzo modello. Non lo faceva apposta per apparire. Lui era un ragazzo educato, il figlio che tutti le madri desiderano di possedere, ma il commettere anche solo il minimo errore lo portava a rimproverare continuamente se stesso.
Armadimon si era anche lui irrobustito notevolmente, tanto da poter portare in groppa due digiprescelti senza faticare tanto. Il suo carattere invece era lo stesso: ottimista, premuroso, sociale, attento a quello che gli succedeva intorno.

Hikari Yagami, quattordici anni.
La giovane Yagami si era fatta veramente bellissima. I capelli avevano ancora il caratteristico taglio, scalati dietro e lunghi davanti, e lei adorava ornarli con fermaciuffi e mollettine.
Aveva la riga a zigzag e due grandi fermagli rosa le raccoglievano i capelli da entrambi i lati della testa.
Indossava una maglietta bianca a maniche corte rosa e il cappuccio dello stesso colore che le ricadeva sulla schiena. Sul cappuccio stavano attaccate delle alucce, sempre rosa pastello.
Pantaloncini gialli e guanti bianchi senza dita.
Ai piedi scarponcini rosa con una croce bianca disegnata sul fronte.
Tailmon era notevolmente cresciuta e si era rinforzata parecchio. Il pelo era candido come la neve. Gli occhi vispi come non mai. Era gentile, più ottimista rispetto al passato, ma proprio a causa di ciò che aveva vissuto, non riusciva proprio ad esserlo 24 ore su 24, come invece lo era Agumon.
La povera gattina era intenta a tenere lontano Gomamon che non esitava a stuzzicarla e infastidirla.


Ken Ichijouji, quattordici anni.
I capelli azzurri gli arrivavano al mento, come al solito, ma era diventato molto più alto. Le gambe erano più robuste grazie agli allenamenti di calcio che non aveva smesso di seguire e il suo viso era più sereno.
Indossava una t-shirt bianca con quadretti bianchi e neri nella parte bassa che sfumavano verso l'alto. Pantaloni neri e scarpe bianche. Al polso sinistro un orologio digitale.
Wormmon era accovacciato fra le braccia del suo prescelto, felice e spensierato. Sorrideva molto, il piccolo bruco, ed era gentile e cordiale con tutti, ma non esitava a tirare fuori le unghie per proteggere il suo amico Ken.
E come tutti gli altri, era diventato molto più forte.


“Sì, sì, sono proprio cresciuti.” Pensò Gennai.
I suoi occhi si fermarono su Yamato e Ylenia.
I gemelli rappresentavano per Digiworld e la Terra sia la speranza che la distruzione. Non dovevano cadere nelle mani sbagliate. Dovevano essere indirizzati lungo la retta via. Gli dispiaceva che fossero loro i portatori di quel potere così grande. Yamato era un ottimo digiprescelto e fino a pochi anni prima, non sapeva neanche di essere speciale. Aveva sempre combattuto per Digiworld credendo nel profondo legame tra umani e digimon senza mai pensare di poter essere un'arma a doppio taglio e di poter essere sfruttato da entrambe le parti. A Gennai non andava questo, ma, ovviamente, per il bene dei mondi doveva tacere e sperare che le cose procedessero per il verso giusto.
Cosa di cui dubitava fortemente.
E poi c’era Ylenia.
Fin dalla sua nascita, Digiworld era nel caos e nessuno era mai riuscito a portarvi ordine, pace e armonia duraturi, nemmeno i digiprescelti. Per quanti sforzi compissero per eliminare un nemico, un altro ancora più forte era sempre in agguato.
Ma soprattutto erano quei Sette che andavano sconfitti.

Senza di loro i digimon avrebbero potuto raggiungere la pace tanto anelata, perché quei Sette, rappresentavano i vizi che deturpano tutti mondi e nella fattispecie i cuori di tutte le creature, portandoli alla rovina.
“Chissà se anche nei loro cuori alberga un po’ di luce… ” si chiedeva tante volte Gennai, pensando a Lucemon e a quella che era la sua storia. O meglio a quella versione dei fatti che si tramandava da millenni.

-Ehm… Ma ci sono solo loro?- chiese Daisuke leggermente stupito. Si aspettava un intero squadrone di nuovi prescelti con chissà quali nuovi arnesi per la digievoluzione.
-Tranquillo, Daisuke. Ci sono altri prescelti. C’è Ylenia, per esempio.-
-Ma lei già lo sapevamo.- ribatté lui.
Gennai ridacchiò.
-Ci sono altri due prescelti che vi aspettano a Digiworld.- disse ancora -E altri due qui sulla Terra. Uno non sono riuscito a trovarlo, l’altro… beh… - non sapeva come dirlo -Voglio dire, l’altra… - guardò i fratelli Ishida.
Yamato, Takeru e Ylenia ebbero un sospetto.
-Non sarà Mika?- chiese Yamato.
Gennai annuì.
-Non se ne parla!- esclamò il biondo più grande. -Se fosse una semplice prescelta, non avrei nulla da ridire. Ma qui si tratta di spedire una bambina di sei anni a farsi ammazzare!!-
-Yamato… - riprese Gennai -Digiworld ha bisogno anche di lei, come aveva bisogno di Takeru. Neanche a me piace l’idea di andare a portare il Digivice ad una bambina e dirle: 'Vai e combatti.' Ma… -
-Ma COSA? Ha.solo.sei.anni!!- Yamato era furioso. Gli capitava spesso. Quegli anni di snervante attesa, avevano cominciato a farsi sentire.
Il non sapere lo stava portando all’esasperazione.
Sapeva di essere un elemento fondamentale per l’equilibrio tra i mondi, ma non sapeva perché di preciso.
Lui chi era?
Perché avevano cercato di ucciderlo?
Perché l’avevano separato da Ylenia?
E perché ora si erano ritrovati?
Era una coincidenza?
Queste e altre domande si affollavano nella mente del digiprescelto dell’Amicizia e il non riuscire a trovare delle risposte adeguate, minava il suo equilibrio.

-Non posso incontrare Mikachan?- da dietro le gambe di Gennai, comparve un esserino timido e impaurito.


*Digimon Analyzer*


Bakumon

Tipo: Animale Sacro
Tipologia: AntiVirus
Livello: Intermedio
Attacchi: Deleting virus: Rilascia una nuvola di nebbia tossica.
Nightmare Syndrome: Sputa contro il nemico una nube d'incubi non digeriti.



-Tu sei… la sua digimon?- chiese Takeru.
Bakumon per tutta risposta si nascose nuovamente dietro Gennai.
Era un piccolo tapiro dalla pelle cerulea ricoperta da un manto di peli marroni, gli occhi celesti e piccole zanne bianche. Il resto del muso era coperto da un elmo metallico con decorazioni dorate.
Spiccava in particolare il simbolo della Crest del Sogno.
Le sue zampe posteriori erano fatte di fumo grigio e sulla zampa sinistra anteriore scintillava un anello sacro.
-Non avere paura.- disse Ylenia andando a riprenderla da dietro le gambe del saggio. La prese in braccio.
-Noi siamo felici che starai con Mika, è che siamo preoccupati per lei, perché è molto piccola. Vero, fratellone?- guardò Yamato che chinò il capo, leggermente imbarazzato.
-Uhn… - mugugnò il biondo annuendo. Poi guardò Gennai -Immagino sia inutile protestare.-
-Già.- rispose quello. -Mi spiace, non dipende da me. Ora però sedetevi. Vi devo parlare in breve della vostra nuova missione.-
I prescelti obbedirono e si sedettero in cerchio sull’erba.

Gennai cominciò a spiegare le cose, sempre riferendosi a ciò che sapeva. Purtroppo certi dettagli erano sconosciuti anche a lui, ma rivelò ai gemelli il motivo di tanto interesse per loro.
-Lucemon era uno dei digimon più forti mai esistiti. Aveva combattuto tante volte per portare la pace su Digiworld, ma un giorno, entrò a contatto con l’oscurità. Imparò a controllare la Luce e le Tenebre, e si mise in testa di distruggere Digiworld. I primi digiprescelti riuscirono a fermarlo… ma a caro prezzo…- chinò il capo.
-Co… cosa gli è successo?- chiese Miyako spaventata.
Gennai la tranquillizzò.
-Loro sono vivi… ma i loro digimon…- non ci voleva pensare. Odiava ricordare com’era diventato il suo migliore amico. Però loro dovevano sapere. -Uh?-
-Che c’è?- chiese Mamoru
-Nulla.- rispose pensieroso. Si sentiva osservato.
Lui lo stava osservando.
Non aveva scelta. Probabilmente si sarebbe messo subito in azione appena ne avrebbe avuto occasione. Doveva stare in guardia e non perdere di vista Yamato e Ylenia.
Con lui sarebbero stati al sicuro.
-Comunque… dopo che Lucemon è stato sconfitto, è stato confinato nella Dark Area, l'inferno di Digiworld, e privato dei suoi poteri. Che sono stati trasferiti in voi.-
Istintivamente, sia Yamato che Ylenia, si guardarono le mani, come a percepirne chissà quale forza pronta a venire fuori.
-Tu Yamato hai ricevuto il potere delle Tenebre, mentre tu, Ylenia, quello della Luce.-
Come disse “Luce” Hikari si voltò di scatto verso l’uomo che le sedeva accanto.
Gennai se ne accorse.
-Non parlo della Luce come la tua capacità di infondere coraggio e speranza nel cuore degli altri, Hikari, ma di una Luce più… fisica.-
-Vuoi dire che Yamarin e Ylechan hanno dei super poteri e sono in grado di lanciare raggi e cose simili?- intervenne Mamoru.
-Sì. Diciamo di si… Più o meno… - rispose Gennai.
-Yamarin???- chiese Yamato, seccato del soprannome affibbiatogli.
-Perché non ti piace? Io lo trovo carino.- rispose il moro.
-Anche io.- risposero in coro Ylenia, Daisuke e Jun ridacchiando.
Il prescelto dell’Amicizia si rassegnò al suo destino.
Quei quattro erano ormai coalizzati e d’ora in poi, lui sarebbe stato Yamarin, volente o nolente.
-Lucemon si è liberato e vuole recuperare i suoi poteri e, state certi, farà di tutto per riaverli.-
Tutti ammutolirono.
I gemelli, ovvero i diretti interessati, rimasero pensierosi per qualche secondo.
-Comunque… Vi darò i dettagli a Digiworld, domani.-
-Perché non qui?- chiese Iori -Credevo fossimo qui per questo.-
-Se dovessimo pianificare mosse e contromosse qui, verremmo senz’altro scoperti. Senza contare che non siete tutti presenti. In un luogo sicuro potremo parlare con calma. La vostra missione principale però è questa: fermare Lucemon e salvare Digiworld e la Terra.-
Tutti annuirono.
Era chiaro che Gennai non avrebbe detto loro nient’altro per il momento.
-Bene… Se abbiamo finito, io dovrei andare…- disse Yamato alzandosi.
-Dove?- chiese Daisuke
-Oggi io e i TAW abbiamo un appuntamento con una fan speciale.-
Jun si alzò e gli si strusciò addosso.
Jou sospirò.
-Parli di me,Yamarin?-
-Ehm… no…- disse staccandola delicatamente -Jou senpai, credo che tu abbia perso qualcosa.-
"Una complicazione, accidenti." Pensò Gennai.


°


Piemon sogghignò seduto sul suo scranno nell'Errant Castle, il Castello Errante dei Dark Masters, il loro quartier generale.
Le frontiere erano state riaperte e poteva osservarli.
Preoccupati, infuriati, ma decisi ad andare fino in fondo.
Erano cresciuti, i bambini prescelti….
E lì fra loro vi erano la salvezza la rovina.
Se l’avesse saputo prima, avrebbero puntato a quel bambino da subito e invece…
Se Gennai non fosse intervenuto insieme a Metalgarurumon, la loro speranza sarebbe stata distrutta, doveva dargliene atto. Yamato Ishida sarebbe morto, vero, ma sarebbe morta anche Ylenia Ishida: la chiave della loro libertà.
La loro Luce.
-Bene bene. Si dia inizio al piano.- si concentrò e la sua mente chiamò un nome "Kokueimon!"
La risposta non tardò a farsi sentire nella sua testa
"Eccomi."






Fine Capitolo 3







Note:
Dunque, per prima cosa: perdonatemi se il capitolo è palloso, ma dovevo descrivere com'erano cambiati i personaggi. I nuovi digiprescelti non ci sono tutti. Manca qualcuno che verrà svelato più avanti, così come i primi digiprescelti e tutti i vari segretucci. ^^
Mmmm...
Ah, sì. L'Errant Castle è tipo il castello errante di Howl, ma vedrete.
Iori somiglia molto a Light Yagami, in effetti. Uhuhu Ma non vi spaventate, non è come lui.
Mamoru Izawa, in un'altra fic dicevo che aveva la Digipietra dell'Intuito. Per motivi di nuovo carattere (XD) gli ho messo quella della Giustizia, anche se l'intuito lo accompagnerà sempre.
Ok, passiamo alle recensioni.


beccacina: grazie per i complimenti ^^
crhystal: Devo ricordarmi di postare le immy di Kokueimon per il prossimo cap XD baci!!!
Eden89: GRAZIE!!!



Grazie a tutti!!!




   
 
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