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Autore: sophiakaulitz    10/01/2009    2 recensioni
Sono qui, seduta sul divano di casa mia, ti guardo, come sempre ti sei addormentato, così rimasta sola mi metto a fare zapping con il telecomando nella speranza di trovare qualcosa di interessante da guardare in televisione. Non ci metto molto ad annoiarmi e così, persa nei miei pensieri, mi guardo intorno finchè la mia attenzione non ricade sulla grande vetrata che dà sul cortile adiacente alla casa...Sta piovendo, un'acquazzione tremendo, l'acqua piovana cade dal cielo fortissima, si sente chiaramente il tintinnio delle goccie d'acqua che cadono sulla casa e sui vetri. Di tanto in tanto si vede in lontananza qualche fulmine, seguito da un tuono. A quella vista sorrido,un sorriso amaro, non ho mai amato il brutto tempo, tanto meno la pioggia, eppure quel giorno mi è amica, grazie ad essa mi torna in mente quel giorno...il giorno che ti ho incontrato...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono qui, seduta sul divano di casa mia, ti guardo, come sempre ti sei addormentato, così rimasta sola mi metto a fare zapping con il telecomando nella speranza di trovare qualcosa di interessante da guardare in televisione.
Non ci metto molto ad annoiarmi e così, persa nei miei pensieri, mi guardo intorno finchè la mia attenzione non ricade sulla grande vetrata che dà sul cortile adiacente alla casa...Sta piovendo, un'acquazzione tremendo, l'acqua piovana cade dal cielo fortissima, si sente chiaramente il tintinnio delle goccie d'acqua che cadono sulla casa e sui vetri. Di tanto in tanto si vede in lontananza qualche fulmine, seguito da un tuono.
A quella vista sorrido,un sorriso amaro, non ho mai amato il brutto tempo, tanto meno la pioggia, eppure quel giorno mi è amica, grazie ad essa mi torna in mente quel giorno...il giorno che ti ho incontrato...

FLASH BACK...

Il professore di matematica, il signor David Benzer, entrò nell'aula puntualissimo come sempre, immediatamente i ragazzi della classe 3° D si alzarono in piedi e in coro intonarono un:
-Buon giorno professore-
-Seduti- Rispose poggiando la sua ventiquattrore sulla cattedra da dove estrasse un libro di algebra, un quaderno e un piccolo astuccio in ecopelle nera.
-Bene, oggi inizia ufficialmente il vostro terzo anno e da voi mi aspetto maggiore maturità e disciplina. Prima di iniziare, nel caso non lo sapeste, da oggi avrete un nuovo compagno di classe.-
Tra i ragazzi si alzò un brusio di curiosità.
Poco dopo bussarono alla porta...
-Avanti- Sentenziò autoritario il signor Benzer -Ah, bene bene, entra pure-
Fece ingresso nell'aula una ragazza dai lunghi capelli neri, legati in una coda di cavallo e due grandi e profondi occhi scuri.
La giacca di Jeans che indossava era bagnata fradicia, sotto aveva una felpa blu notte, un paio di Jeans sfumati e delle Nike ai piedi.
Timidamente si avvicinò alla cattedra.
-Ti va di presentarti ai tuoi nuovi compagni di classe?- Le domandò
Senza rispondere si girò verso i ragazzi e dopo un bel respiro cominciò a parlare:
-Buon giorno, mi chiamo Sophia e ho 13 anni-
-Da dove vieni Sophia?-
-Da Berlino- Rispose piano, si girava e rigirava il cordoncino del suo ombrello tra le dita.
Era molto nervosa, le faceva sempre uno strano effetto stare al centro dell'attenzione e aveva il timore che quei ragazzi non l'avrebbero accettata, loro si conoscevano ormai da 3 anni e lei che era nuova temeva di essere esclusa ed emerginata, senza neanche un amico. A prima vista sembravano tutti un po' alla mano e simpatici ma si sa che i ragazzi a quell'età sanno essere crudeli a volte.
-Vuoi dirci altro?-
Fece cenno di no con la testa, desiderava solo che il professore la smettesse di fare domande così che poteva andarsi a sedere e tirare un sospiro di sollievo.
-Bene allora vatti pure a sedere, ti è stato assegnato un banco là in fondo-
Raggiunse il suo banco in un batter d'occhio, si tolse cartella e giacca quasi con la stessa velocità. I compagni non smisero di fissarla un secondo, finchè la spiegazione del prof non li richiamò all'attenzione.
Solo dopo aver finito di sistemare le sue cose gettò un occhio alla sua destra.
Il suo vicino di banco era un ragazzo che stava appoggianto al muro così tanto che quasi sembrava si volesse fondere con esso, teneva le mani tra le gambe e avevo lo sguardo fisso sulla lavagna.
Era tutto vestito di nero, felpa con cappuccio nera, pantaloni neri e anche i capelli lo erano, corti sparati con l'ausilio del gel.
Aveva un viso dolcissimo, quasi quanto quello di un bambino. Era molto magro e a occhio e croce doveva essere anche alto.
Dal diario estrasse un blocchetto di postit colorati, dopo un po' gliene passò uno arancione.
'' Ciao, come ti chiami?''
 Il ragazzino la fissò un po', quasi incerto e poi ricambiò il messaggio.
''Bill''
''Bill? Che bel nome! Io sono Sophia''
''Piacere''
''Posso chiederti una cosa? I ragazzi qui sono simpatici?''
''Dipende cosa intendi per simpatia''

Suonò la campanella e i ragazzi finalmente poterono alzarsi dalle sedie per stiracchiarsi e chiaccherare un po' prima dell'inizio della seconda ora, quando non ci si vede da 3 mesi ce ne sono di cose da raccontarsi!
3 Ragazzi si avvicinarono a loro e Sophia pensò si trattasse degli amici di Bill.
-Ehi, ciao, io sono Klaus- Si presentò un ragazzone  più largo che lungo.-E loro sono Lukas e Philipp- Continuò indicando prima un ragazzino smingherlino biondo, Lukas, Philipp invece aveva ricci capelli rossi e lentiggini.
Quasi sicuramente erano i suoi cagnolini.
-E io sono Sophia-
-Sai, sappiamo che sei nuova quindi per stavolta chiuderemo un occhio ma qui c'è una regola-
-Una regola?- Guardò Bill con la coda dell'occhio e notò che si era piegato ancora di più su se stesso e teneva lo sguardo basso
-Già, una regola-
-Sì, ho capito ma, quale sarebbe questa regola?- Gli chiese guardandolo con un'espressione interrogativa
-Non si parla e non si frequenta la bambina, è severamente vietato anche solo salutarla-
-La bambina?- In tutto quel discorso non ci aveva capito un acca!
-Sì, la bambina, la checca- Rispose pavoneggiandosi indicando Bill con un cenno della testa.
-Bill?!-  Esclamò sbarrando gli occhi
Klaus poggiò le mani cicciotelle sul suo banco e le si avvicinò con la faccia, che da vicino era inevitabile paragonarla a quella di un maiale
-In questa scuola lo puoi chiamare bambina, finocchietto, femminnuccia, frocetto, scegli tu ma non con il suo nome-
-E perchè scusa?-
-Perchè è gay, e come tutti i gay va trattato di conseguenza, senti bella, so bene che il prof ti ha messa vicino a lui e quindi sei costretta a stargli vicino ma se non vuoi finire male ti conviene evitarlo come la peste, se fossi in te eviterei anche di guardarlo, non vorrei mai che ti contagiasse con la sua omosessualità-
Sophia rimase allibita. -Stai scherzando vero?-
-Mai stato più serio, è feccia e come tale va trattato-
-Bhè Klaus, ti ringrazio molto dell'avvertimento ma sai, credo di essere ancora in grado di scegliere a chi essere amica e a chi no-
Punto nel vivo incrociò le braccia al petto e divenne rosso dalla rabbia -Io ti ho avvertita! Se preferisci essere amica della bambina fai pure, vivi in pace i tuoi giorni da emarginata sociale!-
-Buona giornata anche a te, vi conviene sedervi, il prof è arrivato-
Mentre ricopiava in silenzio gli appunti sul quaderno cercava di trovare una qualsiasi scusa per poter parlare con lui.
Gli passò un altro bigliettino, questa volta rosa, con su scritto ''La ricreazione è alla prossima ora vero?''
''Sì''
''Ti andrebbe di farmi visitare la scuola? Non l'ho mai vista''
-Davvero?!- Le chiese lui avvicinandosi un po'
-Certo- Disse sorridendo
-Ok- Rispose ricambiando il sorriso...

-E questo è il cortile- Concluse Bill indicando un grande giardino da dietro un' uscita d'emergenza
-E' veramente molto grande-
-Sì, quando c'è il sole ci si sta bene-
-Approposito ma in questo posto piove sempre?- Gli domandò fissando la pioggia che cadeva incessantemente da tutta la mattina
-No, non tanto, da quant'è che abiti qui?-
-Io sono arrivata ieri pomeriggio, i miei si sono occupati del trasloco mentre io ero al campo estivo-
-E come mai siete passati da una città come Berlino a questo schifo di posto?-
Fece spallucce -Mio padre è l'avvocato di una grande ditta che ha uno stabile anche qui e a quanto pare c'è più bisogno di lui a Magdeburg che non a Berlino-
-Capisco, ma dimmi una cosa, eri sincera prima? Quando dicevi di voler essere mia amica?-
Lo guardò sorpreso -Certo che ero sincera. Nella mia vecchia scuola ho già avuto a che fare con tipi come quel ciccione di Klaus e ho imparato a tenergli testa. Mi sei simpatico e non mi interessa di cosa pensano gli altri, io voglio essere tua amica, sempre se tu lo voglia ovviamente-
-Certo che ti voglio come amica! Mi sono sorpreso sai? In questo schifo di posto sono pochi a parlarmi, anzi a dire il vero pochissimi, si possono contare sulle dita di una mano.-
-Ma è sempre stato così?-
-Sì, sempre-
-Ma perchè? Perchè ti trattano così male e ti danno dei nomignoli quanto offensivi?-
Sospirò -Cosa vuoi mai, sono diverso e questo non lo sopportano, anche i professori mi trattano alla pari di una merda, anzi forse una merda avrebbe più dignità. Mi vesto di nero, mi tingo i capelli, indosso teschi e borchie e a volte mi trucco, tutto questo a loro non va bene e così preferiscono girarsi dall'altra parte e far finta che io non esista.-
-Stai scherzando vero? Sono così bigotti da pensare questo di te solo perchè ti vesti in modo diverso?!-
-Già- Rispose mettendosi le mani in tasca
-Le merde qui sono loro! Cioè, ma voglio dire, ti additano come gay solo perchè ti metti lo smalto o...- Poi lo guardò come per capire se lo fosse davvero o era soltanto una presa in giro, Bill se ne accorse
-No no, non sono gay, a me piacciono tanto le ragazze!- La precedette sfoggiando un dolce sorriso che la contagiò
-Credo che questo sia l'inizio di una bella amicizia-
-Lo penso anche io- Disse Bill prima di stringerle la mano
Suonò la campanella e purtroppo bisognava tornare in classe.
-Il tuo piercing è bellissimo sai?- Gli disse mentre camminavano per i corridoi
-Grazie, l'ho fatto da poco-
-Ti invidio sai? E' un anno ormai che sto tartassando i miei per farmene fare uno, ma sono inremovibili!-
-E dove lo vorresti fare?-
-Sulla lingua, mi piace un casino!-
-Sì è bello sulla lingua-
-Magari potresti portarmi dove l'hai fatto tu, quando avrò il permesso ovviam...-
Sophia stava per entrare in classe quando Klaus le fece lo sgambetto, nel cadere picchiò la testa contro un banco, procurandosi un taglio sulla tempia.
-Sophia!- Esclamò Bill aiutandola a rialzarsi -Oddio ma sta sanguinando-
Fortunatamente non era profondo e bastò che se lo tamponò un po' con la manica per togliere il sangue.
Intanto il bulletto della 3° D se la rideva alla grande -Ecco cosa succede a quelli che si schierano dalla parte della bambina, buon primo giorno di scuola!!-
-E questo era niente- Incalzò Philipp sghignazzando
Bill stava per rispondere con le rime a quel ciccione ma non fece in tempo ad aprir bocca
-Vaffanculo!- Sophia si avventò su Klaus tirandogli un pugno in faccia.
-Ridi adesso brutto stronzo!- Gli urlò contro, intorno a loro regnava il silenzio, erano tutti con gli occhi fissi su loro due.
La guardò in cagnesco massaggiandosi la mascella -Questa me la pagherai-
-Perchè aspettare? Regoliamo i conti adesso o forse hai paura?-
-Che succede qui?- Chiese la professoressa di Tedesco entrando in classe
-Niente- Disse Bill tornando a sedere, portando con se Sophia...

Finalmente quel disastroso primo giorno di scuola finì e tutti erano pronti a tornare a casa a riposarsi.
-Uff, finalmente è finita!- Sbuffò Sophia quando uscì dalla scuola al fianco di Bill
-Ehi Bill!!- Esclamò un ragazzo andandogli addosso. Portava dei rasta biondi che gli arrivavano sotto il mento, una felpa esageratamente grande rossa e dei jeans anchessi enormi.
-Ciao Tom-
Si accorse subito della presenza della ragazza e si apprestò a salutarla
-Ehi ciao, Bill ma non me la presenti la tua amica?-
-Ah già, Tom lei è Sophia, Sophia lui è mio fratello Tom-
-Piacere, ma...siete gemelli per caso? Siete indentici-
Bill rise -Sì siamo gemelli-
-Ma io sono quello figo!- Precisò Tom
-Ehi ma, ho sentito che quello stronzo che è in classe con te si è beccato un pugno in faccia, sai chi è stato? Vorrei regalargli dei cioccolatini-
-Ehm, veramente sono stata io-
-TU?- Esclamò sorpreso
-Sì, io- Rispose arrossendo un po'
-Complimenti!- Disse stringendole la mano
-Grazie-
-Ah ma, approposito, come cavolo hai fatto?- Le domandò Bill
-Sai com'è, pratico karate da quando avevo 7 anni e mi sono fatta prendere un po' la mano-
-Mi piacciono le donne combattive- Ammiccò Tom
-7 anni? Mamma mia! E dire che quando sei entrata sembravi tutta timidina-
-Ma lo sono, è solo che quando mi arrabbio lo faccio sul serio. Di natura sono pacifista e mi piace stare in pace e tranquilla.-
-Ecco allora perchè hai detto che sapevi come tener testa a personaggi del genere.- Sorrise Bill
-Non lasciarti incantare dal suo bel faccino Sophia, non sembra ma anche lui è uno che le da-
-Sul serio?-
-Sì, il ragazzino qui tira dei  calci micidiali e te lo dice uno che li prende da quando è nato-
-Di tanto in tanto capita che io e Tom facciamo a botte e così mi tengo in allenamento- Sorrise angelico Bill
Sophia scoppiò a ridere di gusto -Oh ragazzi siete fantastici! Adesso però vi devo salutare, io abito qua-
-Qui?- Domandò Bill
-Sì, in fondo alla via, sulla destra c'è una villetta azzurra, quella è casa mia-
-Bhè allora perchè non facciamo la strada insieme? Ti veniamo a prendere noi domani mattina-
-Bella idea sì, per una volta Tom ha usato il cervello!-
-Ok per me va benissimo! Ci vediamo domani allora-
-CIAO!-

CONTINUA...
Salve a tutti ragazzi, questa storia è nata una sera in cui non riuscivo a prendere sonno, è completamente diversa dalle altre 2...
RECENSITE!

                                                                                                                   Sophia Kaulitz

  
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