Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh
Ricorda la storia  |      
Autore: EgyptAmal    12/06/2015    1 recensioni
One shot ambientata nel mondo dell'Antico Egitto di Yu-Gi-Oh!
Spero vi piaccia e vi prego, siate clementi.. è la mia prima fanfic ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atemu, Kisara, Nuovo personaggio, Seth, Touzoku-ou Bakura
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Odio il caldo, lo disprezzo. Non riesco a sopportarlo minimamente!

Anche se vivo in Egitto una volta ogni tanto potrebbe nevicare! E invece no. Vabbè.

Continuo a fissare il soffitto: un soffitto elegante, immenso. Non sono mai stata fanatica di tutto ciò che è eccentrico e lussuoso.. ma che ci posso fare? Mica colpa mia se mio fratello Atem è anche il Faraone.

Mi giro di lato dando le spalle alla porta mentre il leggero lenzuolo di lino mi avvolge il corpo dalla vita in giù.

Tento di riaddormentarmi quando la porta si apre e qualcuno balza sul mio letto.

<< Buongiorno Amal! Forza alzati! Il sole splende e ci attende una bellissima giornata! >>

<< Kisara, ti prego. Mi pare di averti già detto mille volte di non balzarmi sul letto la mattina.. poi oggi ho anche mal di testa. >>

Lei è Kisara, la ragazza di mio cugino Seth. Non riesco a sopportarla. E' troppo... allegra e vivace.

Si siede sul letto mentre i suoi lunghi capelli bianchi mi sfiorano i fianchi.

Inizia a scrollarmi la spalla per svegliarmi. La guardo di sottecchi da sopra la spalla.

<< Ti cercano sia il Faraone che Seth. Mi hanno mandato a chiamarti. >>

La mia risposta fu semplice e coincisa: un breve mugugno e un gesto della mano che le suggeriva di andarsene.

Si alzò dal letto lentamente. Non vidi la sua espressione e neanche mi interessava molto.

La lascio andare via e mi siedo sul letto, fissandomi le ginocchia mentre i miei capelli spettinati prendono direzioni diverse facendomi assomigliare ad un leone. Ma che ne so io di leoni? Non ne ho mai visto uno, se non la pelliccia di mio cugino: il grande sacerdote Seth.

Le lenzuola sono umide, come la mia fronte. Maledetto caldo!

Giro la testa in direzione della finestra: il paesaggio è sempre quello. Chilometri e chilometri di bollente sabbia con qualche piccolo villaggio a macchia di leopardo. Ecco che mi ritorna in mente un'altra pelliccia di Seth. Non capisco che ci trovi di tanto bello nell'indossare animali morti.

Vicino alla finestra c'è una sedia con appoggiati sopra gli indumenti per il “lavoro”.

Sorveglio i lavori della costruzione della nuova piramide. Non mi piace.

Decido di alzarmi prima che Kisara torni a invadere il mio spazio vitale.

In pochi minuti sono già nel salone principale dove attendo il Faraone e mio cugino.

Una guardia mi si avvicina.

<< Principessa.. le faccio preparare il suo cavallo? >>

<< Si grazie. >> rispondo.

Finalmente anche Atem e Seth arrivano nel salone.

<< Vi siete fatti aspettare troppo. Odio l'attesa. Dovreste saperlo. >>

<< Gentile come sempre mia cara sorellina. >>

<< Ah Seth. Quando la mattina liberi Kisara, ti prego... fa in modo che non entri in camera mia. Potrei seriamente prendere in considerazione il fatto di ucciderla con le mie stesse mani. >>

<< Evviva l'umorismo insomma. >> mi risponde sorridendo sia con la bocca che con gli occhi.

“ Non è umorismo... ” penso tra me e me.

<< Vogliate scusarmi ma ora vado. Ah.. perché mi cercavate? Dovevate dirmi qualcosa? >>

Atem prende la parola.

<< In realtà no. Volevamo solo avere la certezza che fossi sveglia e che saresti andata a dare un'occhiata al cantiere. Gli schiavi possono andarsene da un momento all'altro. >>

Un brivido mi percorse per tutta la schiena: dal collo fino alla vita.

Odio quella parola: sc... schi.. La odio e basta.

Mi diressi verso le stalle dove una guardia mi stava aspettando con due cavalli alla briglia. Uno era color nocciola chiaro, quasi rossiccio l'altro, il mio, era uno stallone marrone scuro con una leggera macchia chiara in fronte.

<< Ci sono già altre guardie al cantiere? >>

<< Certo Principessa. >>

<< Perfetto. >>

Parto al galoppo seguita dalla guardia in direzione della piramide.

Arrivo nella zona dei lavori dove gli operai stavano già lavorando.

Raggiungo le altre guardie che mi salutando con accenno di inchino.

<< Io mi avvio verso la zona Nord. Per qualsiasi cosa avvisatemi il prima possibile. >>

Sprono il cavallo al galoppo e mi dirigo su una piccola duna dove ho la visuale completa dei lavori.

Procede tutto come sempre, gli operai lavorano con lo stesso ritmo. Preferisco chiamarli operai piuttosto che sch... non riesco neanche a pronunciare quella parola.

La mia attenzione si butta sulla piramide vera e propria. I lavori sono iniziati circa 3 anni fa e da allora non vedo alcun miglioramento, non vedo nessun avanzamento coi lavori.

Da dove sono adesso la zona di costruzione mi sembra un formicaio densamente popolato, con le formiche che lavorano senza sosta e a ritmo frenetico.

Volto lo sguardo nella parte opposta, in lontananza vedo ancora sabbia: sabbia, sabbia e ancora sabbia. Odio starmene qui.

Una guardia mi si avvicina.

<< Principessa.. abbiamo dei problemi. >>

<< Che tipo di problemi? >> Continuo a guardare l'orizzonte.

<< Uno schiavo si è sentito male. >>

Ritorno alla realtà sentendo risuonare nelle mie orecchie quella terribile parola.

Parto al galoppo e la guardia mi precede facendomi strada.

Arrivati nel posto indicatomi dalla guardia, tiro bruscamente le redini del cavallo facendolo frenare di colpo sollevando della sabbia. Scendo velocemente consegnando le redini dell'animale ad un'altra sentinella.

Mi avvicino al corpo inerme della persona e la osservo attentamente.

E' un ragazzo, con carnagione leggermente scura e capelli spettinati e bianchi.

<< Guardia, dammi subito dell'acqua. >>

<< Ma Principessa... >>

<< Niente ma! Dammi l'acqua. >>

<< Ma Principessa... lo sa che quello che sta facendo non è... >>

Mi limito a guardarlo col fuoco negli occhi. Mi consegna l'acqua senza dire parola.

Apro leggermente la bocca del ragazzo in modo da versargliene un po'.

Alcune gocce gli scivolano giù per il collo e sono quasi uno spettacolo irreale che ti coinvolge e da quale non vorresti staccare gli occhi.

Mi bagno una mano passandola poi sull'accaldato viso del poveretto.

Apre leggermente gli occhi guardandosi intorno spaesato.

I nostri sguardi si incrociarono.

Ha gli occhi lilla, magnetici. Non ricordo di aver mai visto in vita mia occhi così belli.

<< Ti senti meglio? >> Gli chiesi aiutandolo a sedersi.

Non spiaccica parola.

Gli consegno la borraccia.

<< Tieni, bevi. >>

Con le mani tremanti, prende la borraccia e inizia timidamente a bere.

Lo continuo a fissare mentre lo stomaco mi si stringe bloccando anche i polmoni.

<< Guardia, portatelo alla zona di riposo e dategli tutto ciò che gli serve affinché si senta meglio. Prendete il mio cavallo per il trasporto. >>

La guardia continua a fissarmi come se avesse visto un animale strano.

<< Beh? >>

<< S-si.. certo... s-subito Pr-Principessa... >>

Atem non sarebbe stato d'accordo su questa mia scelta, ma non mi interessa. Non voglio che le persone muoiano anche per i motivi più banali.

Finalmente si avvicina la sera. Il cantiere si svuota e io sono l'ultima a lasciarlo.

Mi avvio con tranquillità verso il palazzo.

Con la coda dell'occhio vidi di sfuggita le stalle. Mi ricordo che li vicino c'è anche l'accampamento di riposo per le guardie.

La mia mente fu pervasa da mille immagini: gocce d'acqua sul collo, capelli spettinati e magnetici occhi lilla.

Era quasi ora di cena ma qualcosa mi diceva di entrare in una di quelle tende.

Non ci penso due volte a dirigermi li e, sbirciando da fuori, noto che tutte le tende sono vuote. Non c'è nessuno.

Sono sollevata ma sento ancora qualcosa di strano: una sorta di velo di tristezza.

“ E' tardi ora... e devo andare a cena, altrimenti quei due mi fanno storie su storie ” penso.

Sono sicura che Atem me ne farà tantissime. Ho aiutato uno... s-schi... un operaio.

Mi dirigo verso l'entrata del palazzo continuando a fissare le tende quando vado a sbattere contro qualcosa.

Rimango ferma dove sono sfiorando con le mani la cosa contro cui sono andata a sbattere.

Ha una superficie irregolare... e tonica.

Mi allontano leggermente e alzo lo sguardo, rimango di sasso. E' il ragazzo che si era sentito male la mattina. Anche lui mi riconosce.

<< P-Principessa... >>

Si genuflette tenendo lo sguardo basso.

Ho lo stomaco in subbuglio. Perché solo quando c'è lui davanti a me?

<< R-rialzati, non mi piacciono tutte queste... formalità. >>

Si rialza guardandomi come se avessi detto qualcosa di strano: in effetti è così.

<< Come ti senti...? >>

<< Molto meglio, il sole era terribile oggi. Ho avuto solo un colpo di calore. >>

<< Sono contenta che ti sia ripreso. >>

Lo guardo.

<< E quella cicatrice? >>

Si tocca la guancia destra seguendo con l'indice e il medio il percorso che gli disegnava quel vecchio taglio.

<< Questa? Me la sono fatta tempo addietro... ero giovane e stupido a quell'epoca. >>

Inizia a ridacchiare mentre si gratta la nuca.

Quella risata. Lo stomaco si fa di nuovo ingarbugliato e sento una fitta nel petto. Forse ho mangiato qualcosa che non avrei dovuto.

Lo guardo meglio. Indossa una semplice gonnellina di lino, la stessa che indossava la mattina. Nient'altro.

<< Non hai freddo? La notte è fredda nel deserto. >>

<< Nah... c'ho fatto l'abitudine. >>

<< Come ti chiami..? >>

<< Bakura, vorrei farti la stessa domanda, peccato sappia già la risposta. Chi non conosce la principessa Amal? >> sorride ancora.

Mi scruta fissandomi intensamente negli occhi. Quei due occhi... occhi di un lilla maestoso. Non riuscivo a non fissarli.

“Vai via ti prego prima che mi venga un attacco di cuore.” penso intensamente.

<< Si è fatto tardi.. devo andare. >> sussurro.

<< Grazie per l'aiuto Principessa Amal. >> accenna un piccolo inchino.

<< Dovere. >>

Se ne va e io faccio lo stesso. Penso all'ultima parola che gli ho detto: dovere.

E se quel “dovere” assomigliasse di più ad un “volere”?

Non ci voglio pensare. Sono felice che stia meglio ma basta. Non devo pensare ad altro.

Mi incammino verso il palazzo. Nel giardino ci sono Seth e Kisara in atteggiamenti amorosi: coccole, baci e abbracci.

Disgustosi.

Li fisso ancora per un po'. La mia mente produce immagini strane: Al posto di Kisara ci sono io e al posto di Seth c'è il ragazzo di prima. Scuoto la testa tornando alla realtà.

Passarono dei mesi e i lavori alla piramide continuano ancora a rilento.

La corte reale stava subendo dei piccoli furti di oggetti non relativamente importanti come gioielli o denaro, no. Piccoli vasi senza valore, pennini... tutte cose di poco valore.

Il Faraone è sempre sull'attenti. Io stranamente sono tranquilla.

E' una sera come tante altre, è ora di cena.

Mi dirigo nella sala d'entrata. Ampia e vuota.

Una serva mi si avvicina annunciandomi l'imminente cena.

Mezz'ora più tardi siamo tutti riuniti nel grande salone.

Mio fratello a capotavola, io alla sua sinistra, mio cugino alla sua destra e Kisara vicino a quest'ultimo.

<< Ho saputo che hai aiutato uno schiavo Amal. Ancora tempo fa. >> Mugugna Atem.

<< E se così fosse? >>

<< Lo sai che non hai l'autorizzazione. >>

<< Di certo non lascio morire gente. >>

Scatta in piedi sbattendo le mani su tavolo.

<< Amal! Non accetto il tuo comportamento!! Quelli sono schiavi! Non valgono neanche gli stracci che indossano! >>

<< Se c'è una persona che qui non vale niente sei solo tu Atem! Come ti permetti di dire ciò?? Ti devo ricordare che quando eravamo piccoli anche noi eravamo così?? Ma evidentemente diventare Faraone ti ha dato alla testa! Quelli la fuori, quelli che lavorano per te non sono schiavi!! Sono persone! Esattamente come me, te, Seth e Kisara! Cosa cambia tra noi e loro? Il titolo! Tu pensi di essere superiore a loro solo perché davanti al tuo nome c'è la parola 'Faraone'! Ma cerca di cambiare per un attimo! Come ti sentiresti se una persona superiore a te iniziasse a trattarti come stai trattando quelle povere anime che lavorano alla piramide??! >>

Continuava a fissarmi mentre digrignava i denti.

<< Se essere Faraone vuol dire continuare con questa situazione e avere morti sulla coscienza, stai facendo il tuo lavoro benissimo. Sei davvero impeccabile come Faraone se vuol dire questo. Mi dispiace ma io mi levo. Sei bravissimo a questo gioco ma io non voglio più giocarci. >>

Getto il tovagliolo di lino sul tavolo e mi dirigo verso l'esterno.

Sono fuori. In prossimità della stalla. Respiro affondo e sospiro.

Sento dei cavalli che nitriscono e una voce che sussurra qualcosa.

Mi avvicino piano piano. Probabilmente è il ladro che sta attuando un nuovo attacco.

Sono stranamente tranquilla. Qualcosa mi dice che andrà tutto bene.

Entro nella stalla sbattendo la mano sulla porta in legno.

Il ladro si gira: gonnellina in lino, copricapo beige, lunghi capelli spettinati e bianchi e magnetici occhi lilla.

<< Bakura. >>

Mi guarda con occhi spaventati ma poi si rilassa. Accenna un piccolo sorriso.

<< Quanto tempo mi resta da vivere prima che mi uccidiate? >> mi chiede sorridendo.

Lo guardo per poco. Mi avvicino al cavallo e lo sello.

Mi levo anche la veste: rossa con decorazioni bianche sul fondo manica, era di Atem ma da un po' di anni era diventata mia.

Gli porgo sia le redini che la veste.

<< Prendi questi e vattene... >>

Mi guarda con aria interrogativa mentre i suoi occhi si fanno grandi.

Prende di getto la vestaglia, se la indossa e si affretta a salire sul cavallo.

Mi guarda, mi fissa, mi scruta. Ho lo sguardo di lato aspettando che se ne vada.

<< Perché Principessa? >>

Non riesco a trattenere le lacrime.

<< Ti sto regalando la libertà, puoi andare dove vuoi. Vattene ora. >>

Ho i pugni stretti e tremanti.

Lui è ancora fermo li. Non vuole accennare a muoversi di un metro.

Mi sta salendo il nervoso.

Mollo uno schiaffo al didietro del cavallo che parte al galoppo.

Esco anche io dalla stalla guardando verso l'orizzonte rotto ormai solo da un'ombra amorfa.

“Bakura, ti ho donato la libertà. Alla tua domanda 'quanto tempo mi resta ancora da vivere?' ti rispondo così: se rimani qua, non molto. Ti ho donato la libertà e voglio che tu l'accetti. Ti ho donato la libertà, quella che io non ho mai avuto e non avrò mai. Il futuro ha in serbo per te grandi cose, ne sono sicura. Buona fortuna Bakura.”

Mi guardo intorno, il buio sta calando.

Al palazzo non voglio tornarci.

C'è un villaggio a qualche chilometro da qua. Voglio raggiungerlo.

Mi avvio con calma mentre un vento freddo mi sferza il viso e le braccia.

E io che odiavo il caldo, anche il freddo non scherza.

Sento dietro di me dei rumori strani, brevi nitriti gettati al vento. I cavalli della stalla, evidentemente sono svegli. Mi sbagliavo.

Qualcosa si parò davanti a me senza l'intenzione di fermarsi.

Chiudo gli occhi impaurita e qualcosa mi afferra per la vita per poi stringermi dolcemente.

Sono soggetta a continui sobbalzi.

Ho ancora gli occhi chiusi. Timidamente gli apro: sono seduta su un cavallo al galoppo con le gambe a sinistra mentre qualcuno mi tiene stretta in modo da non cadere.

Osservo le mani: quella destra mi cinge la vita e la sinistra comanda l'animale. Riconosco le maniche.

Volto di scatto la testa verso la persona che mi aveva “rapita”.

Capelli bianchi lasciati ondeggiare al vento, cicatrice sulla guancia destra e occhi lilla.

<< Bakura... >> sussurro.

<< Mi hai donato la libertà, volevo ricambiare donandotela a mia volta. >>

Ci guardiamo.

Lui mi sorride. Ma il sorriso più bello è quello che lui mi trasmette con lo sguardo.

Mi stringo a lui.

Non sento il freddo, neanche tanto caldo. Sto bene. Si. Con lui sto veramente bene.

Porta la sua mano destra dalla vita fino alla nuca costringendomi a piegare un po' la testa all'indietro.

Le nostre labbra si trovarono, unendosi in un'euforia di sentimenti ed emozioni.

Ecco cosa un bacio può scatenare: una tempesta. Una tempesta che blocca tempo e ricordi.

Galoppiamo ancora verso l'orizzonte, senza meta, Lo guardo e lui guarda me.

Grazie per il bel momento che mi stai regalando Bakura. Mi stai regalando libertà e amore. Te ne sarò eternamente grata. Grazie, grazie davvero.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-gi-oh / Vai alla pagina dell'autore: EgyptAmal