Piccola premessa, che so
ovvia, ma che reputo importante ribadire: tutto ciò
che appare nelle mie fanfiction, sono solo mie
riflessioni. Non hanno alcun fondamento. Buona lettura!
Das Ding,
das mich mehr erschreckt…
“Qual è la cosa che ti spaventa di più?”
La giornalista, il microfono in mano, dopo
avermi posto questa domanda, mi sorride, incoraggiante.
Il suo sorriso, ha l’aria di dire,…Aprimi il tuo cuore, Tom…
Sorrido anch’io, giocherellando con il piercing sul labbro.
La vedo. Focalizza subito la sua
attenzione sul mio labbro. Arrossisce.
Sorrido
maggiormente, felice che mio fratello, al momento non sia qui.
Perché lui sarebbe in grado di leggere nei miei
occhi.
“La cosa che mi spaventa di più?!?” ripeto, prima di scrutare il soffitto, fingendo di
riflettere.
Lo sguardo della giornalista è fisso su di
me.
Un altro secondo.
“Non avere tempo per il sesso…” rispondo,
sorridendole accattivante, prima di ricominciare a giocherellare con il mio piercing.
Lei, ovviamente, arrossisce di nuovo.
Troppo imbarazzata dalla mia risposta, non ha il coraggio di controbattere, di
porre altre domande.
Il sorriso ancora sulle labbra, mi alzo,
lasciando la stanza.
Lasciando anche
lei, alle mie spalle, come tante altre ragazze prima di lei.
Tutte, velocemente, alle mie spalle…
Qual è la cosa che ti spaventa di più, Tom?
Mentre mi allontano, quella stupida domanda,
volteggia nel mio cervello.
Un secondo.
Suona tanto una domanda da Bill-bambino, penso.
Sorrido, mentre la sento, pronunciata
dalla sua voce.
Qual è la cosa che ti spaventa di più, fratellone?
Niente, fratellino, niente.
Sorrido ancora, immaginandomi il volto di lui, fissarmi interrogativo. Il Bill-bambino
poi avrebbe sicuramente alzato le spalle, chiaro segno di,…non
ti credo, ma tanto so che prima o poi, me lo dirai, oppure lo capirò da solo.
Il sorriso si allarga sul mio volto.
E’ bello avere un
gemello…, penso,
salendo sull’ascensore.
Notte.
Sabato notte.
Apro gli occhi, in questa grande suite che mi farà da casa fino a domani.
Mi frego un secondo gli
occhi, poi mi volto verso la mia sinistra.
Una bella ragazza, ovviamente, dorme nel
letto accanto a me.
Allungo una mano, un secondo, spostandole
una ciocca di capelli biondi, per osservarle il viso, godere
della sua bellezza.
Una bellezza che durerà poco.
Domani sarà già dimenticata.
Sostituita da mille altre.
Anche lei, alle mie spalle…
Sospiro, poi mi
volto, il viso nella
direzione opposta.
Qual è la tua paura più grande, Tom?
Sospiro, poi ignorando la domanda che
volteggia nel mio cervello, mi alzo, iniziando a camminare per la stanza.
La ragazza, intanto, continua a dormire.
La osservo, lo sguardo che si indurisce, involontariamente, mentre un’altra domanda
compare, come per magia nel mio cervello.
Cosa pensi di dimostrare andando con così tante
ragazze?
Sul mio viso, appare un sorriso, molto
simile ad un ghigno, mentre ripenso a colei che, tanti anni fa, mi ha posto
questa domanda.
Un secondo.
Ricordando, socchiudo gli occhi.
Niente…, ricordo di aver risposto, …niente…proprio
niente…lo faccio solo perché mi va…
Ricordo anche lo sguardo sconvolto di lei.
I suoi occhi, che scrutavano i miei,
dubbiosi.
Poi avevo sorriso, prima di lasciare anche
lei, alle mie spalle…
Riapro gli occhi, sospiro.
Sono un cinico…?,
mi domando, …un bastardo, un approfittatore?
Getto un altro occhiata
alla ragazza che dorme nel letto.
No.
Io non ho mentito.
Non lo sono.
Allora…cosa sono?
Perché anche stanotte ho voluto la compagnia di
una ragazza che non significa niente, di cui non ricordo nemmeno il nome?
Sospiro, esasperato da tutte queste
domande che mi ronzano in testa, alle quali so perfettamente dare una risposta.
La verità, è solo una.
Dieci, cento, mille ragazze.
Sono meglio di una sola.
Non sono nulla di più di un capriccio
momentaneo, non perché io voglia ferirle o amo considerarle così.
Fondamentalmente, so di non essere un bastardo, anche se, molte volte, posso
aver dato quest’impressione.
E’ più facile apparire così.
Loro non si aspettano da me nulla di più
di ciò che io posso, voglio dare.
Una notte con me.
Poi, alle mie spalle…
Sospiro, prima che quella dannata domanda,
puntualmente, venga di nuovo formulata dal mio
cervello.
Qual è la cosa che ti fa più paura, Tom?
Una ragazza.
Dieci, cento, mille, le posso gestire,
come ce la faccio ora.
Solo una notte insieme.
Una ragazza sola, invece…
Deglutisco.
Una ragazza sola, che non sia da una
notte, di cui ricorderei il nome che, a poco a poco, entrerebbe nel mio cuore..
Ma il problema è un altro.
La mia paura, in un certo senso è
un’altra.
Avrò la forza di riporre la mia fiducia in
una donna, dopo aver assistito a quello a cui ho assistito?
Dopo aver visto “lei”, distruggere la mia
famiglia, per un puro capriccio? Insinuarsi tra i miei genitori, separarli?
Tentare anche, con la sua meschinità, di separarmi da mio fratello?
Sospiro.
Le persone non sono tutte uguali. Lo so.
Basta vedere me e Bill, per averne la conferma. Lui,
così ingenuo ma forte. Lui non ha paura di amare, ha
solo paura di non essere ricambiato.
La mia paura, invece, è un’altra…
Qual è la cosa che ti spaventa di più, Tom?
Sospiro, poi getto un’ultima occhiata alla ragazza distesa
nel letto, prima di vestirmi ed avvicinarmi alla porta della suite.
La spalanco, lentamente, poi, quando sono
nel vano, mi volto di nuovo verso la stanza buia.
“Amare una persona, credere in lei e poi,
essere lasciato, da lei, alle sue spalle…” mormoro, in
risposta alle mie domande.
La ragazza si muove nel letto.
Tlack.
Chiudo la porta e mi allontano,
fantasticando sulla prossima ragazza che incontrerò, che mi permetterà
di lasciare quella di stasera e tutte queste domande, indietro.
Come al momento ritengo
giusto che sia.
Alle mie spalle…
Fine.