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Autore: CCDreamer    12/06/2015    3 recensioni
Daddy Klaine
Kurt e Blaine sono da poco diventati padri. Blaine è apprensivo e sfiora il limite dell'ipocondriaco, a Kurt sta il compito di aiutarlo con la piccola Hepburn. Tra pannolini da cambiare e primi bagnetti, riuscirà Papà Blaine a superare le sue paure?
Fluff e tenerezza a volontà
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Tranquillo Blaine. Ce la puoi fare. Non è così difficile come sembra.  Vedrai  sarà un gioco da ragazzi per te"
 
Erano circa cinque minuti buoni che Blaine  andava avanti con il suo personalissimo rituale di incoraggiamento.  Prendeva  dei lunghi respiri, con gli occhi socchiusi. Un lamento , però, lo riportò alla realtà. Guardò sua figlia: era distesa sul suo fasciatoio , le guance rosse. La  osservò muovere le labbra in una serie di smorfie tremendamente adorabili,  prima di scoppiare in lacrime. Sospirò rassegnato: non poteva aspettare oltre.
 
 
Hepburn aveva appena compiuto due settimane di vita. L'avevano portata a casa due giorni dopo il parto e da allora lui e Kurt non se ne erano separati.  Almeno fino a quel giorno. Da quando erano tornati dalla clinica, infatti,  non erano più  usciti di casa: non c'era stato giorno in cui parenti e amici non si fossero  presentati da loro, tutti ansiosi di conoscere la nuova arrivata in casa Hummel-Anderson. Burt e Carole erano rimasti con loro per un'intera settimana; Pam e  Cooper avevano trovato un hotel non molto distante dalla loro villetta, mentre  i ragazzi delle Nuove Direzioni si erano presentati in piccoli gruppetti. per  non aggiungere altro caos oltre a quello creato da Brittany che per giorni  aveva esplorato centimetro per centimetro il loro giardino alla ricerca del  "nido lasciato dalla cicogna".
Così, mentre Nonno Burt coccolava la sua amata nipotina sotto l'occhio vigile di Kurt, Carole cucinava con l'aiuto di Blaine;  Pam invece si era presentata più di una volta con sacchetti della spesa pieni.
Ma adesso che le acque si erano calmate e tutti erano tornati al proprio ritmo  quotidiano, Kurt e Blaine dovevano rimboccarsi nuovamente le maniche, così,  dopo aver constatato che la dispensa era ormai abbastanza sprovvista, Kurt  aveva deciso di andare a fare la spesa. Hepburn era ancora troppo piccola ed  entrambi si rifiutavano di portarla in un luogo affollato, così Kurt lo aveva incaricato di occuparsi della loro amabile figlia mentre lui si assentava per  sbrigare alcune faccende.
 Blaine, ancora  spaventato all'idea di restare solo con la bambina, ma per nulla intenzionato a confessarlo a suo marito, si era offerto di fare a cambio:
-"Prometto di non  dimenticarmi nulla. Ti compro anche la cheescake!"- aveva tentato all'ultimo, con tanto di sguardo da cucciolotto innamorato. Sembrava quasi che Kurt avesse  ceduto, come al solito, quando sorridendogli ed avvolgendogli le braccia al collo  lo baciò.
 
-"Amore ho piena fiducia nelle tue doti casalinghe...ma devo uscire  per forza: devo vedere il nostro manager. Mi presenta il mio nuovo stilista  apprendista: disegnerà sotto mie indicazioni i vestiti per il nostro  spettacolo!"
 
-"Stilista? Non sarebbe il caso di incontrarlo insieme, allora?" -rispose con tono leggermente infastidito.
 
-"Blaine...è una ragazza!"
 
-"Ma tu hai detto che era un maschio!"
 
Kurt rise sonoramente alla faccia confusa e  alquanto spaventata di suo marito.
 
-"Scusa" - disse mentre si riavvicinava a  lui in modo lascivo "ma sai che adoro quando diventi geloso...mi fai sentire  desiderato" concluse sistemandogli il papillon.
 
Blaine si perse nei suoi  occhi color universo. Amava quell'uomo. Lo aveva amato fin dal primo momento,  anche se inconsapevolmente e continuava ad amarlo incondizionatamente. A volte  ancora stentava a credere che ce l'avevano fatta: avevano costruito una famiglia tutta loro. Poi Kurt diceva cose del genere e la realtà lo colpiva in  tutto il suo splendore.
Avvolse i fianchi di suo marito e lo baciò  profondamente:
 
-"Ma io ti desidero. Sempre. E poi...Signor Hummel-Anderson, lei è davvero l'uomo più bello ed attraente del mondo"
 
Scese a mordicchiargli  il collo maliziosamente, prima che Kurt, a malincuore, si staccasse.
 
-"Devo  scappare, così farò in tempo a tornare prima che la principessa reclami la sua  pappa."
 
Blaine lo seguì nella nursery mentre Kurt gli dava tutte le istruzioni:
 
-"L'ho appena cambiata, e se le canti una ninnananna dovrebbe addormentarsi. Deve mangiare fra tre ore, ma se io non dovessi fare in tempo  sai già come fare."
Kurt si chinò a baciare la fronte della loro bambina.
 
-"Ciao Tesoro... Il Papà torna presto, ma tu non aver paura, c'è il tuo Papino  con te. Fai la brava, mi raccomando."
 
Kurt corse alla porta d'ingresso  blaterando qualcosa sulla lista della spesa, posò qualche altro bacio a Blaine e con un "Vi amo" uscì di casa.
 
Nell'esatto momento in cui rimase solo, Blaine  cominciò a preoccuparsi: era la prima volta che restava da solo con sua figlia,  fino a quel momento aveva sempre potuto contare sull'aiuto di suo marito, che  ci sapeva davvero fare con la bambina. Lui invece era solo il padre svenuto in  sala parto.
Con un sospiro sconsolato ritornò nella Nursery, del tutto  intenzionato a cantare per la sua piccolina, ma la trovò già profondamente addormentata. Sorrise intenerito e restò ad osservarla per qualche minuto: le  guance paffute e rosee, accarezzate dalle lunghe ciglia , il nasino all'insù ,la bocca piegata in una adorabile smorfia, le mani strette a pugno sulla copertina  di filo rosa che Kurt stesso aveva cucito. Era semplicemente la cosa più bella  che avesse mai visto.
Si avvicinò alla cassettiera per accendere il walkie  talkie e proprio appoggiato lì accanto c'era un biglietto. Al centro l'elegante  calligrafia di suo marito:
 
Per Papà Blaine
 
Blaine lo voltò curioso e non poté  trattenere una lacrima d'emozione leggendo quel che vi era scritto:
 
"Non preoccuparti Papino, andrai alla grande!
Ti voglio bene
 
Hepburn
 
P.S. Papà  Kurt dice che ti ama"
 
Ah, il suo Kurt: l'unico in grado di capirlo, l'unico  ancora in grado di sorprenderlo. Attaccata al biglietto vi era un autoscatto di Kurt con la bambina. Blaine baciò la foto e se la strinse al petto. Sistemò la  copertina di Hepburn lasciandole una delicata carezza e poi uscì dalla nursery cercando di non fare rumori per non svegliarla.
 
****
 
All'inizio era stato facile: Hepburn dormiva tranquillamente e lui si era messo comodo sul divano, con il  portatile appoggiato sul tavolino davanti a sé mentre rileggeva la  sceneggiatura dello spettacolo che lui e Kurt avevano ideato: una moderna  rivisitazione di Moulin Rouge, in una versione LGTB. Lui si stava occupando  dell'arrangiamento delle canzoni, mentre Kurt aveva scritto la sceneggiatura e sarebbe  stato anche  il regista.
Accanto al pc, il walkie talkie continuava a riprodurre il  respiro della piccola. Con la casa in religioso silenzio, quello era  il solo suono che si sentiva. Ed era di certo il più bello di tutti. Era vita. E più Blaine lo  ascoltava, più sentiva il suo stesso cuore pulsare. Conosceva bene  quella sensazione: amore. Hepburn faceva parte di lui e di Kurt. Era solo loro.
Forse non poteva appartenere geneticamente ad entrambi, ma era comunque il  frutto del loro amore. Hepburn aveva gli occhi ed i lineamenti di Kurt, e  Blaine l'amava anche e soprattutto per quello: Kurt era stato e continuava ad essere la sua persona, la più importante in assoluto, ed Hepburn era sua figlia  e lui non avrebbe potuto non amarla.
Alla fine i suoi piedi si mossero in automatico e si ritrovò davanti al pianoforte. Vi appoggiò sopra il walkie talkie e il  biglietto di Kurt. Il respiro di sua figlia e la fotografia della sua famiglia  lo ispirarono: cominciò a scribacchiare note e parole sul pentagramma. Ogni  tanto provava a canticchiare quello che aveva appena scritto a bassa voce,  accompagnandosi con il piano. Non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato quando sentì cambiare la frequenza del respiro di Hepburn. Blaine rimase immobile ad ascoltare attentamente. La piccola cominciò a mugugnare scoppiando finalmente a piangere.
 
Si precipitò immediatamente da lei sperando di riuscire a calmarla con un po'  di coccole e una ninnananna. Recuperò il suo ciuccio dallo sterilizzatore, era  anche tentato di cospargerlo con un po' di miele, ma Kurt glielo aveva  severamente vietato:
 
"È troppo piccola Blaine! E poi non voglio che prenda  l'abitudine"
 
Purtroppo per lui, Hepburn, pur avendo apprezzato il ciuccio,  riprese a piangere e a nulla servirono i massaggini al pancino, né le parole di conforto.
 
-"Hey piccolina! Cosa c'è? Cos'ha la principessa di papà? Eh che  cos'ha?"
 
Ecco, quello era decisamente il momento in cui cominciava a parlare  con quella vocina che si usa con i bambini, pensò, mentre si chinava per  prenderla in braccio.
Hepburn continuò a piangere anche quando fu tra le  braccia del suo Papà. Blaine la cullò a lungo  ma senza risultati.
 
-"Shh Tesoro... shhh. Hai le colichette? Sì? Povera la mia piccina, adesso il tuo papino le fa passare. Ecco qua. Oh-"
 
Nell'esatto momento in cui sistemò la bimba a pancia  in giù sul suo braccio, Blaine capì il motivo di tutta quell'agitazione:
 
-" Hai fatto la pupù! Tranquilla adesso ti ripulia- oh no" Non fece nemmeno in  tempo a finire la frase che realizzò il problema: lui non cambiava i pannolini. Kurt lo faceva. Lui no.
Pochi giorni prima del parto lui e Kurt si erano  concessi una serata romantica: un bel bagno con oli profumati nella loro vasca idromassaggio, candele e vino. Tra lunghi baci ed un bicchiere e l'altro, a fine serata erano leggermente brilli, e Blaine, reso più disinibito dall'alcool  aveva confidato a suo marito di avere una particolare fobia riguardante il  cambio di pannolini: aveva paura di far del male in qualche modo alla bambina.  Naturalmente Kurt non gli aveva riso in faccia assicurandogli che non vi erano  probabilità che Hepburn si facesse del male con un pannolino, anzi, gli promise solennemente che di quello si sarebbe occupato sempre lui.
 E quella promessa l'aveva mantenuta.
Blaine sapeva di essere un buon padre: si divideva con suo  marito i turni per alzarsi di notte, dava il bieberon a sua figlia, la cullava  fino a farla addormentare , e non si faceva nessun problema a gettare i pannolini  sporchi, solo non era lui a cambiarli.
Ma adesso Kurt non c'era ed Hepburn  piangeva a dirotto.
Guardò sconsolato l'orologio: erano passate poco più di  due ore da quando suo marito era uscito e quindi c'era la possibilità che  rincasasse nel giro di dieci minuti, come c'era la possibilità che arrivasse  più tardi.
Blaine guardò la sua bambina continuare ad agitarsi, sapeva che non  si sarebbe calmata fino a che non sarebbe stata completamente ripulita. In  effetti Hepburn in due settimane di vita aveva pianto pochissime volte e solo  quando aveva bisogno di essere cambiata.
Sospirò rassegnato e si diresse verso il fasciatoio, l'asciugamano era già steso, così vi  adagiò  sopra Hepburn  lentamente, stando attento alla testolina. Prese le salviettine umidificate e  un pannolino pulito dalla pila sistemata lì accanto e li appoggiò sul  fasciatoio, poi sollevò la piccola quel tanto che bastava per sbottonarle la  tutina e sfilargliela: Kurt  avrebbe gli avrebbe fatto una sfuriata memorabile se l'avesse sporcata. Già era maniacale con i vestiti in generale,  figurarsi quale reazione avrebbe potuto avere se un capo della sua collezione  esclusiva "Hepburn" si fosse sporcato! Solo la loro bambina era autorizzata a rovinare i suoi vestitini!
Le sbottonò anche il body prima di bloccarsi di nuovo.
 
-" Shh piccina! Tranquilla, adesso sistemiamo tutto... Shh"
 
Blaine  osservò attentamente il pannolino della bambina, forse, se avesse memorizzato bene il modo in cui Kurt glielo aveva messo, sarebbe riuscito a farlo anche lui! Così  studiò bene i disegni sulla parte anteriore, facendo particolare attenzione al  punto in cui era attaccato lo strap.
 
-"Fiorellino rosa a destra, cuoricino  azzurro a sinistra. Fiorellino rosa a destra, cuoricino azzurro a
sinistra"
 
 
Una volta sicuro di aver memorizzato, rimosse il pannolino sporco, servendosi  di una salviettina per ripulire per bene, mentre Hepburn sembrava cominciare a  tranquillizzarsi. Si rifiutò categoricamente di applicarle la crema per il  rossore, tantomeno il talco: già era abbastanza terrorizzato di far soffocare  sua figlia stringendole troppo il suo pannolino, voleva almeno evitare i sensi  di colpa per eventuali bruciori da eccesso di crema e prodotti vari!
 
-" Fiorellino rosa a destra, cuoricino azzurro a sinistra" -ripeté ancora mentre  spiegava il pannolino pulito - "Fiorellino rosa- No!", Blaine quasi urlò dalla frustrazione : non c'erano né fiorellini rosa né cuoricini azzurri.  Il pannolino  aveva dei disegni diversi. Era fregato!
 
Cominciò a prendere dei respiri  profondi, e  a rassicurare sé stesso.
 
-" Tranquillo Blaine. Ce la puoi fare. Non è così difficile come sembra. Vedrai sarà un gioco da ragazzi per te"
 
Hepburn,  a suo onore, lasciò a Papà Blaine un po' di tempo per prepararsi alla "grande  impresa", intrattenuta anche da tutte quelle facce buffe che il suo Papino  stava facendo, ma ad un certo punto non riuscì  più a trattenersi e scoppiò  di nuovo a piangere. Per fortuna dei suoi genitori, non era figlia biologica di  Rachel, ma ciò non toglieva che, essendo comunque cresciuta nel sul ventre per  nove mesi, la piccola aveva bene imparato da lei come richiamare l'attenzione di tutti su di sé!
 
Blaine osservò sua figlia prima di tirare l'ennesimo sospiro rassegnato:
 
-"Hai ragione Tesoro. Ah tu e tuo padre, con quegli occhi azzurri  sarete la mia rovina"
 
****
 
Kurt cercò di entrare il più silenziosamente possibile, non voleva rischiare di svegliare Hepburn o disturbare suo marito. Appoggiò le  buste della spesa sul tavolo e si diresse verso la nursery: anche se si era  assentato solo per poche ore, aveva sentito la mancanza dei suoi amori e non  vedeva l'ora di riabbracciarli.
Trovò la porta socchiusa, la spinse leggermente pronto ad entrare, quando sentì Blaine borbottare qualcosa su fiori  rosa e cuori azzurri, così decise di fermarsi sull'uscio.
Suo marito che  tentava di cambiare il pannolino alla loro bambina era decisamente uno spettacolo. Kurt era consapevole delle piccole fobie di Blaine e non gliele  aveva mai fatte pesare fino a quel momento, però era fermamente intenzionato a  spronarlo a superarle, stava solo aspettando il momento giusto....a quanto  pare, però, ci aveva già pensato Hepburn!
Restò fermo qualche minuto godendosi le smorfie di Blaine e i suoi vaneggiamenti con un sorriso innamorato sul  volto.
 
"... Tu e tuo padre, con quegli occhi azzurri sarete la mia
rovina!"
 
-"Chi è che sarebbe la tua rovina?", chiese a braccia incrociate entrando nella  stanza.
 
-"Amore!"
 
-" E pensare che volevo aiutarti!" continuò con un sorriso divertito
 
Blaine lo guardò implorante, così Kurt gli si avvicinò  lasciandogli un bacio stampo.
 
- "Dai, lascia fare a me"  disse dolcemente,  prima di chinarsi a baciare le guance morbide della loro bambina " Hey  Principessa, il Papà è tornato!"
 
Blaine guardò Kurt chiudere gli strap del  pannolino e rivestire Hepburn, prima di prenderla finalmente in braccio.
 
-" Beh, direi che ti sei proprio meritata la tua pappa tesoro!"
 
- "La preparo io", rispose prontamente Blaine, sparendo poi in cucina. Kurt lo seguì, cullando leggermente la piccola, che nel frattempo si era calmata.
 
Kurt  sapeva che Blaine si sentiva mortificato per non essere riuscito a cambiare il pannolino a sua figlia, lo percepiva dal modo in cui cercava di rendersi utile.  Aveva preparato il bieberon, aveva insistito per darle da mangiare, aveva  aspettato che digerisse e se Kurt non l'avesse presa dalle sue braccia, l'avrebbe persino fatta riaddormentare. Così, dopo aver lasciato Hepburn a  riposare nella sua culla, raggiunse suo marito, trovandolo intento a sistemare  la spesa.
Kurt si guardò attorno cercando qualcosa che potesse distrarre Blaine  e la sua attenzione fu attirata dal pianoforte, sul quale erano sparsi spartiti  scribacchiati.
 
-" Hai composto qualcosa di nuovo?" , chiese allora  andandosi a sedere sullo sgabello. Blaine lo raggiunse, sedendosi a sua volta  ed annuendo timidamente. Kurt notò il biglietto che aveva preparato quella mattina .
 
-" È merito tuo e di nostra figlia: mi avete ispirato voi"
 
Kurt sorrise prendendo il walkie talkie, ascoltando il respiro di Hepburn proprio  come aveva fatto Blaine qualche ora prima.
 
-" Immagino che questo abbia fatto la sua parte"
 
-"Già. Come l'hai capito?"
 
-" Blaine sono tuo marito, ti  conosco. Hai scritto una canzone solo osservando me dormire, figuriamoci  sentire tua figlia respirare mentre in casa regna il silenzio quanto ti possa avere ispirato."
 
Blaine abbassò lo sguardo, improvvisamente timido. Kurt  allora gli cinse i fianchi con un braccio e lasciò che appoggiasse la testa  sulla  sua spalla.
 
- "Ne vuoi parlare?", chiese tracciando cerchi immaginari sul  suo fianco.
 
 
-" Della canzone?"
 
-" Di quello che è successo prima"
 
Blaine  tacque per un breve momento. La verità era che si vergognava: si sentiva  ridicolo davanti agli occhi di suo marito, oltre a sentirsi tremendamente in  colpa nei confronti della loro bambina. Kurt gli aveva lasciato il compito di  badare a lei  per poche ore, e lui aveva fallito. Non c'era molto da dire.
 
-"Da quanto tempo eri lì?"
 
Stavolta fu Kurt a tacere, e Blaine lo guardò  allarmato.
 
 
-" Oddio hai visto tutto! Chissà cosa penserai ora di me" ,  esclamò allora sconfitto, coprendosi gli occhi con una mano. Kurt gliela  allontanò, baciandone poi le nocche.
 
-" Penso che tu sia il padre più tenero del mondo"
 
-" Ma io-"
 
-" Niente ma Blaine. Non sto negando  il fatto che tu sia leggermente ipocondriaco, ma non ho mai visto un padre aver paura di cambiare  un pannolino, non perché tema di sporcarsi o di essere accidentalmente colpito  dalla pipì, ma perché ha paura di far del male a sua figlia stringendole troppo il pannolino. "
 
-"Sono un padre inutile"
 
-" Nessuno nasce genitore, Blaine. Pensi che io non abbia paura? Ne ho tanta quanto te, amore. E mio  padre, allora? Quando morì mia madre non aveva idea da dove cominciare con me"  raccontò dolcemente, continuando ad accarezzargli il fianco.
 
-"Allora, come  fate?"
 
Kurt sorrise tra i suoi capelli: " Ricordi la nostra prima volta?"
 
Blaine annuì contro la sua spalla, non capendo dove volesse arrivare.
 
 
-" Ricordi quanto eravamo impacciati, quanto tempo restammo a baciarci e rotolarci  sul letto completamente vestiti perché non avevamo il coraggio spogliarci?" - proseguì con un sorriso intenerito sul volto - "Avevamo paura di toccarci, di  farci del male. Per più di sei mesi non eravamo mai andati oltre le lunghe  sessioni di baci ed improvvisamente eravamo lì, pronti a donarci l'uno  all'altro per la prima volta. Non avevamo la minima idea di cosa fare. Eppure è  stata una delle notti più belle della nostra vita. Un momento indimenticabile."
 
Sollevò il mento di Blaine perché lo guardasse negli occhi. Gli scostò una  ciocca di capelli caduta sulla fronte, poi recuperò lo spartito al quale suo  marito stava lavorando poco prima e glielo porse.
 
- " È l'amore che ci guida,  Blaine. L'amore che mio padre provava nei miei confronti lo ha aiutato a capirmi, così come il grande amore che noi due proviamo l'uno per l'altro ci  guidò quella notte e sempre da allora. È così anche con nostra figlia. L'amore  ci mostrerà la strada, l'hai detto tu stesso."
Kurt concluse indicandogli il  titolo della canzone che aveva iniziato a scrivere quel pomeriggio:
"Love will show us the way".
 
Blaine sorrise gettandogli le braccia al collo e baciandolo poi profondamente.
 
- " Grazie" ripeté tra un bacio stampo e l'altro mentre  Kurt ridacchiava.
 
- " Per così poco?"
 
- " Non sai quanto tutto questo valga  per me, quanto tu vali per me. E poi, mi riferivo anche a questo" - prese il  biglietto con la foto di Kurt e della bambina - " Anche Papà Blaine dice che ti ama"
 
Kurt sorrise tornando a baciarlo e Blaine praticamente se lo tirò  addosso facendolo sedere sulle sue ginocchia. Poi fu tutto un susseguirsi di  mani che si esploravano, di bocche che si cercavano e volti accaldati.
Quando  si staccarono in cerca di aria, le fronti appoggiate l'una contro l'altra, Blaine lo guardò dritto negli occhi:
 
-"Kurt Hummel- Anderson, pensi che  l'amore ci guiderà anche stavolta?" , sussurrò con voce rauca,  accarezzandogli lascivamente la coscia.
 
-"Camera da letto. Ora"
 
Kurt  praticamente ringhiò trascinando con sé suo marito, inciampando tra un bacio e  l'altro.
 
***
 
La mattina dopo Kurt fu svegliato dalla vocina che solitamente  Blaine usava quando parlava alla loro bambina, quella voce da " sono un padre  completamente rincretinito davanti a sua figlia!". Adorava quel tipo di  risveglio perché, per quanto amasse le coccole di suo marito, vederlo occuparsi  di Hepburn gli scaldava l'anima e lo riempiva di pace.
Si mise in piedi  stiracchiando un po' i muscoli, recuperò poi la maglia del suo pigiama e  ringraziò mentalmente Blaine per avergli fatto trovare già pronto sul comodino  il suo solito bicchiere di acqua e limone.
Quando entrò nella nursery, suo  marito stava cantando una canzoncina su delle fatine arcobaleno e stava  cambiando il pannolino alla piccola, che, come segno di ringraziamento, si  lasciava scappare dei vagiti di apprezzamento.
Quello era indubbiamente tutto  ciò che aveva sempre desiderato.
 
-"Buongiorno!"
 
Si avvicinò a suo marito  cingendolo da dietro e lasciandogli un bacio sulla spalla. Blaine sorrise e si voltò appena per baciarlo a sua volta: " Buongiorno a te dormiglione!  Io ed  Hepburn stavamo proprio per venirti a svegliare. Qualcuno qui reclama la sua  pappa!"
 
Blaine prese la bambina voltandosi a sua volta nell'abbraccio di Kurt  per poterlo finalmente baciare propriamente. Hepburn cominciò a mugugnare  affamata.
 
-"Hey Tesoro! Hai visto che è arrivato il papà?"
 
Kurt le baciò una guancia prendendola in braccio:
 
-" Andiamo a fare colazione Principessa!"
 
****
 
-"Amore, non sarebbe più sicuro tenerla con entrambe le mani?"
 
Stavano  facendo il primo bagnetto ad Hepburn, e fino a quel momento Kurt aveva fatto  tutto da solo, mentre Blaine si era limitato solo a scattare qualche foto  ricordo.
 
-" Ok! Allora io la tengo ferma e tu la lavi. Blaine, mi raccomando,  pulisci bene sotto il mento e-"
 
-" Non sarebbe meglio se la lavassi tu? Metti  che le verso troppo acqua in testa, o la graffio involontariamente ... E poi  tu hai le mani più delicate!"
 
-" Non mi sembra che le mie mani fossero così  delicate ieri sera" ammiccò Kurt "Allora prendila tu e la lavo io"
 
- " E se mi  scivola di mano?"
 
Kurt lo guardò intenerito: si aspettava una simile reazione  da parte di Blaine. In pochi giorni era riuscito a superare il terrore del  pannolino, e lui era sicuro che avrebbe superato anche la paura del bagnetto.
 
-" Blaine, se vuoi posso farlo da solo, non è un problema... Però mi piacerebbe  condividere questo momento con te. È nostra figlia ed ha bisogno di entrambi."
 
Blaine si mordicchiò leggermente le labbra, prima di annuire :
 
-"Okay. Solo... aiutami"
 
Suo marito si sporse baciandogli leggermente una guancia
 
-"Qualsiasi  cosa, amore mio, la affronteremo insieme"
 
Così Kurt cominciò a dargli  indicazioni su come lavare la testa della bambina senza urtarle la zona
sensibile, né farle entrare acqua nelle orecchie, e Blaine le eseguiva con una delicatezza disarmante.
Quando Hepburn fu pulita , vestita e felicemente  spaparanzata sul letto dei suoi papà, Blaine fu ben grato di accoccolarsi al  petto di suo marito e godersi i suoi baci e le sue carezze.
 
-"Sono così  orgoglioso di te ,Blaine Hummel-Anderson"
 
-" Ed io sono orgoglioso di noi"
 
****
 
 
Erano ormai  passate alcune settimane, Hepburn aveva da poco compiuto un mese e Kurt e Blaine avevano cominciato a portarla  fuori quasi tutti i giorni per delle passeggiate.  Di solito andavano al parco insieme e passavano un paio d'ore seduti su una  panchina a bere caffè. A volte Blaine si allontanava per una manciata di minuti  per poi tornare con una fetta di cheescake che Kurt puntualmente condivideva  con lui.
Quella mattina, però, Blaine non li accompagnò: aveva blaterato  qualcosa su una certa telefonata che doveva fare al suo discografico. Così  Kurt, dopo una serie di lamentele e un broncio che suo marito era stato  costretto a mandar via a suon di baci e promesse di coccole, si convinse ad  uscire ugualmente.
Non appena Blaine lo vide svoltare l'angolo con il passeggino si mise  all'opera. Aveva una sorpresa per suo marito e sua figlia, anche se lei non  avrebbe capito nulla comunque.
 
°
 
Kurt amava fare delle lunghe passeggiate e  godersi l'aria fresca. Lui e Blaine si erano trasferiti in periferia da poco  più di un anno proprio perché volevano che i loro figli crescessero in un  ambiente più sano rispetto alla caotica metropoli. Naturalmente Kurt aveva  insistito per comprare una deliziosa villetta con giardino così da poterlo  decorare con i suoi fiori preferiti e permettere ai suoi bambini di giocarvi  all'arrivo della buona stagione. Gli piaceva pensare che andare al parco e  in  generale trascorrere un po' di tempo insieme all'aria aperta, anche se solo  nel cortile di casa loro, sarebbe diventata una delle loro abitudini di  famiglia. Per questo quella passeggiata senza suo marito non gli piacque molto.
Insomma, nonostante fossero sposati da più di cinque anni, erano ancora molto  giovani, e l'arrivo di Hepburn non aveva fatto altro che consolidare il loro  amore. Erano lontani i tempi in cui Kurt era esasperato dalla onnipresenza di  Blaine, semmai ora era diventato dipendente da suo marito, forse perché ormai  si era abituato a condividere con Blaine anche il lavoro, o semplicemente  perché, ora che sapeva cosa significava stare senza di Blaine, non voleva  assolutamente ritrovarsi in quella situazione.
Guardò sua figlia stropicciare  il suo lenzuolino ignara di tutto quello che le accadeva intorno.
 
-"Che dici  tesoro? Torniamo a casa dal tuo papino? Sì? Chi tace acconsente, andiamo!"
 
Così dicendo si avviò di nuovo verso casa: per quel giorno il caffè poteva saltare.
 
***
 
- "Amore, siamo a casa!"
 
Kurt entrò dalla porta sul retro, lasciò  il passeggino di Hepburn nell’atrio , appese il suo trench nell'armadio a  muro, e si cambiò le scarpe. Chiamò nuovamente Blaine, aspettandosi di vederlo   arrivare, ma non ottenne alcuna risposta. Prese la bambina in braccio,  pronto a cercarlo , quando la sua attenzione fu catturata da un  biglietto indirizzato proprio a lui e ad Hepburn, lo prese e lesse ciò che vi  era scritto :
 
Love will show us the way
 
P.S. Papà Blaine vi ama
 
Kurt sorrise innamorato portandosi il biglietto alle labbra. In quelle ultime settimane Blaine aveva lavorato intensamente alla nuova canzone, ma non l'aveva  ancora fatta ascoltare a nessuno, aveva detto che doveva essere una sorpresa, un regalo per lui e per la loro bambina. Lo aveva praticamente implorato di  dargli almeno una piccola anteprima, ma suo marito si era rifiutato  categoricamente, lasciando la sua curiosità insoddisfatta.
 
 
-" Andiamo  piccolina, il tuo papà ci sta aspettando!"
 
 
Una dolce melodia li accolse non  appena entrarono nel soggiorno: Blaine era al piano, con il suo sorriso  rassicurante e lo sguardo di chi il cielo non solo lo ha sfiorato con un dito,  ma lo ha preso e fatto suo. Perché Kurt ed Hepburn erano il suo infinito.  Con un cenno Blaine gli indicò la poltrona, appositamente posizionata di fronte al pianoforte a coda, Kurt si accomodò, sistemandosi sua figlia in grembo.
E in quel momento, quell'esatto momento in cui la voce calda e profonda di  Blaine cominciò a cantare quella che sarebbe diventata la loro canzone, il mondo smise di girare. Esistevano solo loro tre e il resto non contava.
Kurt  non badò alle lacrime di commozione che rigavano le sue guance, troppo  concentrato a stringersi al petto sua figlia e a lasciarsi toccare l'anima  dalla voce leggermente rotta dal pianto di Blaine. Non seppe dire quando si  era alzato e si era avvicinato  al pianoforte, semplicemente quando anche l'ultima nota si perse nell'aria si ritrovò seduto sullo sgabello accanto a suo marito.
Hepburn, tra le sue braccia, si lasciò andare ad una serie di versetti di apprezzamento,  facendo scoppiare a ridere i suoi genitori.
 
-" Mi sembra che sia il suo modo  per dirti che le è piaciuta e che ti adora"
 
Blaine annuì soddisfatto e  posò le labbra sulla fronte della piccola  in segno di ringraziamento.
 
-" E Papà Kurt cosa ne  pensa?"
 
Kurt fece finta di pensarci su, poi si aprì in un grande sorriso e si  sporse per baciarlo. Profondamente e a lungo.
 
-" Penso che l'amore mi abbia indicato la strada perfetta"
  
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