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Autore: Serpentina    13/06/2015    2 recensioni
Può una convivenza forzata, seppur breve, cambiare le carte in tavole tra due persone che si sono odiate a prima vista?
E se una di queste fosse già impegnata? E' quello che capita a Faith a Cyril, costretti a passare il week-end sotto lo stesso tetto e a prendere parte a un matrimonio, evento che entrambi considerano una noia mortale. Riusciranno ad essere civili l'uno con l'altra?
Se vi piace il romanticismo con un tocco comico, questa è la storia (breve, vi avverto) che fa per voi!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'United Kingdom of Faith'
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Welcome back! Pronte a tuffarvi in un grosso, grasso matrimonio scozzese? I hope so! Se vi piace ascoltare musica mentre leggete, mettete a palla "Highway star" dei Deep Purple, è il pezzo che mi ha ispirata.
Intanto grazie a Bijouttina, elev e topoleone, che hanno recensito lo scorso capitolo, a chi ha messo "mi piace" e ad abracadabrafufina82, Luceluce, rainirys e romy2007, che seguono/preferiscono la storia. Enjoy!
^^
 

Stolen kisses in the night
 

Nonostante avesse trascorso la giornata insieme alla sposa e alcune invitate in un centro di bellezza, dove era stata riverita e coccolata - e le sue orecchie assalite da un torrente di lamentele sull'indecenza dell'addio al nubilato ("Come se di norma tali feste fossero innocenti party per bambini! E poi lo spogliarellista - nonostante le richieste delle amiche allupate di Allison - ha tenuto addosso il perizoma, cosa voleva di più?") da parte di Abigail - Faith era tesa come una corda di violino; il comportamento tenuto da Cyril, infatti, l'aveva spiazzata: un attimo prima era il solito, odioso Cyril che non poteva soffrire, l'attimo dopo la sorprendeva con una frase o un gesto gentile (guarda caso, sempre in presenza di Kyle). Non riusciva a comprendere le ragioni di questo strano gioco che confondeva lei e mandava in bestia Kyle, e questo la innervosiva.
Ciliegina sulla torta, la sua cosiddetta migliore amica gongolava a ogni screzio tra lei e Kyle, ormai all'ordine del giorno: sapeva che disapprovava, che il giorno in cui si sarebbero lasciati (perché sarebbe finita, poco ma sicuro) avrebbe ballato pasteggiando a champagne, ma un minimo sforzo di cortesia avrebbe potuto  farlo, e, soprattutto, avrebbe potuto evitare i continui paragoni tra "quello scimmione" e Cyril, erano destabilizzanti per la sua psiche!

***

Chissà che faccia avrebbe fatto se avesse saputo che nella camera attigua Cyril si stava rigirando nel letto pensando proprio a lei. I continui movimenti svegliarono Vyvyan, che notoriamente aveva il sonno leggero.
–La pianti di agitarti? E' snervante!
–Scusa, Vyv. Non riesco a dormire- si giustificò, appallottolando il cuscino sotto la testa.
–Io, invece, ci riuscivo benissimo- sbottò suo fratello. –Che ti prende?
–Niente, io... riflettevo.
–C'è bisogno di fare tanto casino per riflettere?- soffiò in tono scocciato Vyvyan, scostando infastidito una ciocca ribelle caduta  davanti all'occhio destro. Ora che l'adolescenza lo stava pian piano trasformando in adulto, più che fratelli, i due sembravano gemelli; a parte qualche centimetro di differenza in altezza, avevano le medesime fattezze: stessi capelli biondi e perfettamente ricci, stessa forma e colore degli occhi, stessi lineamenti, stessa struttura fisica.
–Sai come divento quando sono nervoso- mormorò in risposta Cyril, passato alla posizione supina, con le dita intrecciate sotto la nuca. –Stavo pensando a F... alla Irving. Abbiamo parlato molto, oggi, più di quanto abbiamo mai fatto in tutti gli anni che ci conosciamo.
"Dio, che palle! Deve proprio farsele tutte 'ste seghe mentali?"
–E...?
–E' stato... strano. Non immaginavo avessimo così tanto in comune.
Vyvyan, speranzoso che la conversazione si concludesse presto, sbadigliò –Beh, visto che sta con uno dei tuoi migliori amici e vi attendono altri due giorni in compagnia, direi che è positivo, no? No?
–Direi piuttosto che è un guaio, dato che mi ero ripromesso di detestarla- replicò Cyril, la cui voce si disperse nel silenzio. –Beh? Non rispondi? Il gatto della tua amica balenottera ti ha mangiato la lingua?- rise della sua battuta e schernì il fratello cantilenando stridulamente –Ho capito: ti stai struggendo d'amore per la tua dolce innamorata lontana! Lo dicevo io che sei cotto della biondina grassoccia! "Tra rose e fior, nasce l'amor, Vyvyan e la balenottera si vanno a spos..."Argh! Sei impazzito? Mi hai tirato addosso il gatto!
–Il suo nome è Squall ed è il gatto di Connie! La mia amica Connie. Riesci a imprimerti in memoria questo nome? Connie. Non sopporto di sentirla chiamare balena e simili!
–Fanculo, piccolo ipocrita! Sei il primo a farlo, quindi non osare giudicarmi! E chiedimi scusa in ginocchio: avresti potuto ammazzarmi, razza d'incosciente! 'Sto coso pesa, è un corpo contundente in piena regola!
–Altrimenti non te lo avrei lanciato- replicò Vyvyan con invidiabile savoir faire.
–Bah! Fammi controllare che la bestia sia ancora viva: la balen... Connie sembra essergli affezionata, se glielo resituissimo ammaccato ci denuncerebbe alla Protezione Animali!- sbottò Cyril, accese la luce per esaminare Cloud, infine, sconcertato, esclamò –Oddio! Non credo ai miei occhi! Incredibile! Questa pelosa palla di lardo sta... dormendo! Come niente fosse!
–No!- esalò Vyvyan, mettendosi a sedere sul bordo del letto. –Davvero? Non è... morto?
–Nah. Respira ancora.
–Wow, troppo pionzo 'sto gatto!
–Pi... che?
–Pionzo. Si, insomma... pacioso, apatico, cose così... è slang di Newcastle, me l'ha insegnato Nicky. Ecco, per esempio: la tua vita sessuale è pionza al massimo!
–Come la tua attività cerebrale, deficiente!- sibilò Cyril, oltraggiato dall'impertinenza di suo fratello. –Sappi che non ti tiro il gatto addosso soltanto perché il mio affetto fraterno è tale da  non voler ridurre a meno di zero le tue possibilità di conquista.
–Connie è solo un'amica, piantala con questa storia!
–Dopo aver assistito alla tua ridicola scenata di gelosia, non ci crederei neppure se lo giurassi con la mano sul fuoco!
–Io. Non. Sono. Geloso!- ruggì Vyvyan, conficcando le unghie nel materasso fino a sentir dolore.
–Questa reazione infantile dimostra il contrario, fratellino- sbadigliò con naturalezza Cyril mentre grattava sotto il musetto Squall, che ronfava soddisfatto. –Sai perché si dice: al cuor non si comanda? Perché, se così non fosse, per quelle come Connie e la Irving non ci sarebbe mercato.
–In che lingua devo dirtelo perché entri in quella zucca di marmo? Connie non mi interessa! Non in quel senso! Sai come l'hanno soprannominata, a scuola? La Ciambellina! Ti pare che affosserei la mia reputazione facendomela con un dolce da forno? La mia non è gelosia, è, uhm... delusione. Sì, sono deluso da Keith: potrebbe avere chiunque, chiunque, ed esce con Connie? Vogliamo scherzare?
–La tua, quindi, sarebbe una sorta di rabbia amichevole? Se la Ciambellina fosse andata a far colazione sul battello - l'apoteosi del romanticismo, se una ha gusti melensi - insieme a un quattrocchi brufoloso, non avresti battuto ciglio?
–Io... io... la finisci con l'interrogatorio? Manco al KGB rompono tanto le palle!
–Ogni tuo desiderio è un ordine, Vyv- asserì Cyril, salvo poi cedere alla tentazione di un ultima provocazione. –Se avrete un maschietto lo chiamerete Cyril, vero?
–Non ti tiro addosso il gatto solamente perché ce l'hai in braccio tu! Buonanotte!- abbaiò Vyvyan, infilandosi nuovamente sotto le coperte, che tirò fin sopra la testa.
Cyril ridacchiò, gli diede la buonanotte e, arresosi all'insonnia, decise di scendere in cucina a farsi un tè.

***

Scesa in cucina a prepararsi un infuso caldo, Faith era rimasta impressionata dal numero incredibile di tipi di tè disposti con ordine certosino nel contenitore in legno con su scritto, appunto, "Tè". Optò per un tè al mirtillo - benefico per la vista e l'olfatto, in quanto molto aromatico - uno dei suoi preferiti; mise a bollire l'acqua, adagiò la bustina in una ridente tazza a fiori, poi, quando l'acqua cominciò a bollire, si alzò sulle punte per afferrare una presina per versare l'acqua senza scottarsi.  Avvertì la porta che si apriva, si girò e si trovò di fronte nientepopodimeno che... Cyril, coperto solamente da un paio di boxer aderenti che mettevano in evidenza proprio ciò che, in realtà, avrebbero dovuto coprire. La Irving, i cui occhi si erano automaticamente posati sulla regione pelvica del suo arcinemico, combatté un'ardua lotta dura contro il suo "cervello inferiore".
"Cavolo! E' messo bene, il ragazzo, e io me intendo! A occhio e croce, credo sia un pelino più dotato di Kyle, che non è affatto male."
Notò che Cyril sembrava  a disagio e, fraintendendone la ragione, pigolò mortificata –Mi dispiace, non avrei dovuto. Ho esagerato, scusa davvero, mi sono presa una libertà eccessiva in una casa che non è la mia. Scusa.
"Ma come riesce a farsi simili film di fantascienza mentali in così pochi secondi?"
–Irving, che cavolo dici? Pensavo di averti detto di sentirti a casa, qui, mi fa piacere, niente altro che piacere vedere che mi hai preso in parola. Chiedi scusa troppo spesso e per futili motivi, lasciatelo dire.
–Oh, ehm... o-ok.
–Mmm..- annusò l'aroma che si spandeva nell'aria. –Tè al mirtillo. Ottimo.
–Ah, ehm... s-sì. Gli.. gli altri sono tutti ottimi, niente da dire, qualità extra, ma adoro il tè al mirtillo- confessò Faith, in piedi appoggiata alla credenza, fissando ostinatamente la tazza fumante.
Cyril sorrise, le si avvicinò e rispose –C'è soltanto una cosa più buona del tè al mirtillo, Irving- si fermò prima di rivelare l'oggetto della frase per far si che la ragazza, incuriosita, glielo chiedesse (gli piaceva venir messo al centro dell'attenzione).
–Cosa?- domandò Faith, che aveva intuito lo scopo di quella pausa.
Cyril, compiaciuto, le sussurrò all'orecchio –Le meringhe. Soprattutto quelle con le gocce di cioccolata.
–Oh, quelle!- squittì Faith, pensando per un nanosecondo che essere una meringa non sarebbe stato poi tanto male, se l'avesse mangiata Cyril. Quella frase le riportò alla mente un episodio, accaduto un paio d'anni prima, che ancora la faceva arrossire al ricordo.

"Era uscita a far compere con Abigail e Bridget. Obiettivo: trovare il look perfetto per la festa di fine anno; non volevano certo sfigurare in confronto alle compagne di scuola!
A differenza delle amiche, Faith stentava a scovare un abito adatto alla sua età che non evidenziasse impietosamente i rotolini contro cui combatteva quotidianamente.
L'annosa ricerca pareva giunta al termine, quando era spuntato all'improvviso Cyril; dopo averla osservata a lungo con occhio critico, aveva sentenziato –Irving, sei proprio tu? Sembri… una meringa con le gocce di cioccolato!
[...]
–E così è Cyril il tuo cavaliere per la serata. Scelta discutibile, ma chi sono io per ergermi a giudice e giuria? Certo, però, potresti concedergli almeno un ballo!- l'aveva rimproverata Ben.
–Ora come ora, gli concederei più volentieri un calcio nelle palle- aveva ringhiato in risposta. –Non ho un corpo da modella - non l’ho mai avuto e mai l’avrò - ma cazzarola, doveva proprio offendermi in pubblico dandomi della meringa?
–Cyril ti ha dato della meringa?
–Meringa con le gocce di cioccolato- precisò Faith, stringendo convulsamente la gonna del vestito bianco, costellato di perline nere nella parte superiore.
–Allora non voleva offenderti- asserì Ben. –Cyril stravede per le meringhe: sono il suo dolce preferito!"


–Come mai ti è venuta la smania di fare il tè alle quattro del mattino?
Faith gli voltò le spalle e scrollò le spalle.
–Non ho sonno. E tu?
–Idem.
Imbarazzata dal suo sguardo penetrante, Faith emise un risolino acuto e sbuffò –Mettere le persone a loro agio non è decisamente la tua specialità.
–Invogliare gli altri a farlo non è la tua.
–Può darsi- concesse, quindi sorseggiò lentamente il tè, ormai quasi freddo, sentendosi nuda ai suoi occhi. La stupiva che restasse lì, immobile, a fissarla come se temesse che al primo battito di ciglia potesse scomparire. La sconvolgeva che non avesse ancora schioccato la lingua in qualche insulto più o meno velato. –Sicuro di stare bene, Wollestonecraft? Non mi hai ancora offesa. Ti conviene farlo, prima di andare in astinenza.
Cyril arricciò le labbra e ribatté –Irving, ero serio quando ti ho detto che rimpango di essere partito col piede sbagliato, con te. Se fossi stato meno superficiale, avremmo potuto essere amici. In tutta onestà, credo di averti odiata perché, sotto sotto, ti invidio.
Per poco Faith non fece cadere la tazza mezza vuota. Cyril "Perfettino" Wollestonecraft la invidiava? Invidiava... lei?
–Cos... che motivo avresti di invidiarmi?
–Più di quanti immagini. Sei intelligente, determinata, non ti pieghi davanti a niente e nessuno e, anche se ti senti a pezzi, non ti spezzi mai, stringi i denti e vai avanti per la tua strada. Sei... tu. Semplicemente tu, con i tuoi pregi e i tuoi difetti, punto e basta, e so che mi riderai in faccia perché ti sembrerà l'ennesima presa in giro, ma... non vorrei che cambiassi di una virgola, Irving.
Sebbene incapace di credere alle proprie orecchie, Faith sorrise e lo ringraziò di cuore, prima di abbracciarlo di slancio.
–Grazie, Cy... Wollestonecraft, era proprio quello che ci voleva per tirarmi su di morale!
Incerto sul da farsi, lui rimase impalato ad accarezzarle la schiena, godendo della morbidezza di quella pelle pallida e fresca. Se non avesse avuto un cervello inferiore funzionante, probabilmente gli sarebbe bastato quel contatto, ma il suddetto cervello inferiore decise diversamente: si staccò da lei, sollevò il suo viso e l'avrebbe baciata, se quel poco di razionalità che gli era rimasta non l'avesse convinto a cambiare rotta, facendo atterrare le labbra sulla fronte della ragazza, la quale, interdetta, mugugnò versacci di indignazione.
–Non posso: ho troppa paura.
–Che Kyle lo scopra e ti cambi i connotati?
Cyril scosse il capo e ammise, a cuore aperto –No... che possa piacermi.
Faith si mordicchiò il labbro inferiore e, divisa tra la delusione per il bacio mancato (le labbra di Cyril erano così carnose e invitanti!) e il sollievo per essere rimasta fedele a Kyle, mise la tazza nel lavello e si congedò da Riccioli d'Oro col malizioso –Non puoi immaginare quanto.
Rimasto solo, immerso nel silenzio e nella fioca luce della lampadina quasi esaurita, Cyril sospirò, lanciando un'occhiata veloce al contenuto delle sue mutande: urgeva assolutamente una sosta in bagno, prima di tornare a letto.
"Dannata sexy Irving!"

***

Il mattino seguente non ne voleva sapere di svegliarsi, e toccò ad Abigail il difficile compito di destarla dal sonno quasi comatoso nel quale era piombata. Con suo sommo rammarico, e altrettanto sommo divertimento di Abigail, venne buttata giù dal letto insieme alle lenzuola senza tante cerimonie, e la caduta sortì l'effetto sperato: la ragazza, stordita, borbottò, grattandosi la testa –Che succede? Ho russato?
–Veramente... hai sbavato, ma è un problema del cuscino, non mio. Dai, su, raggio di sole: alzati e risplendi! Dobbiamo fare colazione e prepararci, ci aspetta un matrimonio! Festaaa!- trillò entusiasta l'amica, per poi lanciarsi in un lungo monologo su accessori e acconciatura, gnaulando che poteva considerarsi fortunata che i suoi capelli corti non le dessero l'imbarazzo della scelta; due fermagli e via è il massimo che il caschetto concede alla fantasia.
Dopo una colazione nutriente, ma leggera, Faith aiutò Abigail nell'impresa di scegliere tra le numerose (forse eccessive) opzioni di vestiario e scarpe che aveva portato con sé, dopodiché, non senza proteste, si lasciò acconciare e truccare dalle mani sapienti dell'amica. Mancava un ultimo tocco: la collana, un giro di perline di fiume ornato da una farfalla in madreperla. Abigail si era rifiutata di allacciargliela per timore di rovinarsi la manicure, e lei era troppo imbranata per riuscirci da sola. Cercava Kyle, ma si imbatté in Cyril, semplicemente stupendo nel sobrio completo da cerimonia. Unica nota stonata: la cravatta slacciata.
–I-Irving? Sei veramente tu? Accidenti! Conciata così sei...
–Presentabile?
–Irriconoscibile!
–Oh, ehm, immagino che, tradotto dal tuo linguaggio, significhi che sono carina. Grazie! Sei... stai... benissimo anche tu- esalò, arrossendo furiosamente. –Vuoi una mano con quella?
–Sì, grazie. Mia madre è impedita con le cravatte e mio padre è introvabile- rispose lui, arrossendo a sua volta per la vicinanza e per il tocco delicato di Faith, che aveva imparato ad annodare le cravatte a dieci anni, ossia quando aveva deciso che seppellire la propria femminilità sarebbe stata la sua forma di ribellione. In realtà era perfettamente in grado di allacciarsela da solo, il suo era un tentativo di portare a compimento ciò che la paura lo aveva trattenuto dal fare la notte prima. Chissà che non lo avrebbe aiutato a capire cosa ci trovava Kyle nella Irving!
–E' splendida. Bel colore, bel tessuto... si capisce subito che è di qualità- asserì, indugiando con le mani sul torace del biondo col pretesto di sistemare il nodo e lisciare la camicia, come faceva sua madre Rose al marito, che la ringraziava con un baciamano da gentiluomo d'altri tempi (non che si aspettasse un comportamento analogo da Cyril).
–Idem per la tua mise- le rispose, esaminandola minuziosamente dalla testa ai piedi. Consapevole del proprio corpo, Faith era andata a colpo sicuro scegliendo un vestito grigio perla al ginocchio, rivestito in pizzo, abbinato a decoltè con la punta tonda e tacco comodo a rocchetto e ad un cappellino a cloche, in stile anni '20, dello stesso colore del vestito, decorato con fiori ricamati tono su tono. –Molto... appropriata.
–Grazie. Se non ti dispiace, potresti ricambiare il favore dandomi una mano con la collana. Ha una chiusura strana, mi sta facendo impazzire! Apparteneva a mia nonna, ci crederesti?
Cyril annuì e si cimentò nell'impresa; mentre lottava col gancetto sfuggente, sfiorò l'incavo del collo di Faith con la punta del naso e mormorò –Hai ragione tu: sei decisamente una ragazza.
Lei si crogiolò in quella eccitante sensazione di attesa finché l'idillio non venne interrotto da Kyle, che piombò come un falco alle loro spalle e tuonò –Beh? Cosa succede qui?
Nobody’s gonna take my girl, I’m gonna keep her to the end! Nobody’s gonna have my girl, she stays close on every bend! Oooh, she’s a killing machine! She’s got everything!"
–Spero che a letto sia meno imbranata, amico, o non si spiega perché te la scopi- biascicò Cyril, voltandosi verso di lui con le mani in tasca.
Faith, mossa da un senso di colpa misto a desiderio di rivalsa, si fiondò da Kyle e lo baciò come se non ci fosse un domani, al che le chiese, perplesso –Hai bevuto, per caso?
–E' anormale che sia contenta di vedere il mio ragazzo? Mi sei mancato.
–Anche tu- rispose, palpeggiandole spudoratamente il sedere, incurante (o forse perfettamente conscio) della presenza di Cyril. –Stanotte avrei pagato per un pompino... mi sono rifatto guardando un porno sul cellulare. Quella tizia aveva la tua bocca, uguale!
–Romanticismo portami via- sibilò l'altro, soffocando le risatine e l'impulso di prendere a pugni l'amico.
Determinata a non rovinarsi la giornata, Faith, per evitare una litigata memorabile, corse da  Abigail e Ben, piccioncini tubanti. Non appena la vide Abigail, un'adorabile nuvola di chiffon rosa, piroettò su se stessa per farsi ammirare.
Per non scontentarla, Faith esclamò –Sei stupenda, Ab, ma tanto immagino te l'abbia ripetuto Ben qualche centinaio di volte!
–Veramente no... è ancora a un numero a due cifre!- ridacchiò lei, sfarfallando le ciglia in direzione del suo fidanzato. –Sentito, Ben? Non smettere di ripetermi quanto sono bella!
–Non potrei registrarmi per risparmiare la voce?- ironizzò lui, e Faith intuì che era meglio sparire: tra due litiganti, il terzo... se la squaglia!

***

Si stava avviando verso l'automobile quando Vyvyan le corse incontro nell'ingresso e trillò –Sei uno schianto, Faith! Se Kyle dovesse restarci secco, non resteresti single a lungo!
L'interessata rise, mentre Mr.Wollestonecraft serrò le labbra in segno di disapprovazione alla battuta di cattivo gusto del figlio minore. Controllò l'orario e sbottò –Ma dove si sarà cacciata Catherine? Catherine, muoviti, rischiamo di far tardi!
–Non posso, Henry, non trovo il mio coprispalle!- urlò lei, in preda al panico, affacciata alla balaustra. –Non so dov'è finito e non mi sento a mio agio senza! Oh, come farò?- piagnucolò afflitta mettendosi una mano sulla fronte, per poi esclamare atterrita –Oh no! Ho rovinato il trucco! No! Devo andare a rimediare. Aspettatemi qui, ci metterò un attimo!
Mr.Wollestonecraft fissò il punto occupato fino a qualche istante prima da sua moglie ed esalò –Un consiglio paterno, ragazzi: non sposatevi. Fate sesso, ma non sposatevi!
Cyril e Vyvyan risero, Faith emise uno sbuffo contrariato ed asserì –Si tolga questa maschera cinica, Mr. Wollestonecraft: è chiaro come il sole che è pazzo di sua moglie!
–Hai fatto centro, ma, vedi, il matrimonio va ravvivato, e io gli do un po' di pepe... combinando qualche scherzetto ai danni della mia dolce metà: il coprispalle è in macchina- confessò in tono cospiratorio, poi, però, per non tardare al matrimonio, a malincuore dovette porre fine allo scherzo. –Catherine, scendi, mi sono ricordato che il coprispalle è in macchina!
–Davvero?- esclamò lei, raggiante, precipitandosi da loro. –E' grandioso, Henry, ero sul punto di rassegnarmi all'idea di indossare il mio unico vestito con le maniche, quello lilla orrendo che mi regalò mia sorella!
–Saresti stata comunque stupenda, tesoro- la rassicurò Mr.Wollestonecraft, facendo imbestialire sua moglie, che ringhiò –Henry, il vestito di cui parlo è quello che hai definito "stoffa indebitamente sottratta alle tovaglie" che mi fa "sembrare la paziente di un manicomio dell'800"!
–D-Davvero ho d-detto questo?- balbettò Mr.Wollestonecraft tirandosi il colletto della camicia.
Mrs.Wollestonecraft annuì e rincarò –Già. Fai sempre commenti astrusi, che nel migliore dei casi sono fuori luogo, nel peggiore offensivi, terminando con "senza offesa, eh"! Come se bastasse a rimediare alle cose tremende che dici. Senza offesa, eh! Tsk! "Senza offesa, eh", giuro che sarà l'epitaffio sulla tua lapide!
Mr.Wollestonecraft, dotato di un temperamento flemmatico, sorrise per non riderle in faccia e ribattè, vincendo il round –Non essere pessimista, tesoro: potrei essere io a sopravviverti!

***

"Nobody’s gonna take my car, I’m gonna race it ot the ground! Nobody’s gonna beat my car, I’m gonna break the speed of sound!"
–Kyle, a meno che non desideri rompere la barriera del suono, rallenta! Per l'amor del cielo, pigia quel cazzo di freno! Sai che soffro l'auto!- sputò Faith, scoccandogli un'occhiataccia rancorosa: dubitava di riuscire a raggiungere la chiesa senza vomitare. Ciliegina sulla torta, il tragitto era costituito quasi interamente da curve, alcune a tornante, un incubo per  il suo povero stomaco, non a caso in subbuglio.
–Ti ho fatta sedere davanti, che altro vuoi?- latrò il guidatore, accelerando ulteriormente per il puro gusto di irritarla. –Smettila di frantumarmi i coglioni, donna, e se proprio ti scappa da rimettere, usa la busta nel cassetto del cruscotto!
Assunto un colorito verdognolo dopo l'ennesima curva, la Irving ringhiò –Sei un insensibile! La tua ragazza soffre e tu non rallenti per vincere una stupida gara di velocità - mai dichiarata - con Cyril! Ah, se solo avessi la patente...
–Ma non ce l'hai, perciò zitta e cuccia!
Stizzita, Faith gettò la busta di plastica fuori dal finestrino e sibilò –Giuro che, se non rallenti, vomito anche l'anima sul tappetino della tua preziosa Ford.
La minaccia sortì l'effetto sperato: Kyle, fumante di rabbia, decelerò, con enorme sollievo di Faith e degli altri due occupanti dell'abitacolo, che non avevano nessuna intenzione di lasciare che stupidi battibecchi di coppia guastassero l'atmosfera di festa.
"Oooh, It’s a killing machine, it’s got everything! Like a driving power, big, fat tyres and everything! I love it! I need it! I bleed it! It’s a wild hurricane, alright, hold tight, I’m a highway star!"

***

Nel preciso istante in cui si spense il motore, Faith slacciò la cintura di sicurezza e corse fuori dall'automobile. Lo spiazzo antistante la chiesa - una graziosa, intima chiesetta da cartolina - era già gremito di invitati; non erano numerosi (sotto il centinaio) ma le ridotte dimensioni della chiesa li facevano apparire molti di più.
L'amico Demon - la cui chioma di un vistoso verde acqua spiccava tra i comuni rosso, biondo e castano - la colse di sorpresa, requisendola per una passeggiata nel piccolo cimitero sul retro, che sembrava uscito da un racconto di Stoker.
–Bel posto- ridacchiò. –Anche se dubito che ci passerei volentieri la notte!
–Concordo. Però per una cerimonia raccolta è l'ideale: ha il fascino degli edifici antichi. Se non fossi uno scetticone della peggior specie potrei persino avvertire delle presenze!- rispose lui, cingendole le spalle.
–Anche se fosse vero, non avremmo nulla da temere: secondo me i fantasmi hanno di meglio da fare che tormentare i vivi. Ora, però, basta discorsi frivoli: tra addii alla libertà e trattamenti di bellezza - non che tu ne abbia bisogno - non abbiamo avuto un attimo per parlare io e te soli. Allora, Devil, raccontami tutto quello che passa per la tua bella testolina, dai drammi esistenziali alle aspettative che nutri verso per questo matrimonio. Se ne hai, naturalmente.
–Uhm... credo che me la spasserò. I parenti degli sposi sembrano simpatici, e mi è parso che uno dei cugini di Allison mi abbia fatto l'occhiolino. Un'occhiatina sotto al suo kilt la darei volentieri...
–Vergognati, Devil: sei già impegnato!- incalzò Faith, bramosa di arrivare al dunque. –Adesso non mi sorprendo più che non abbia chiesto a quel festaiolo selvaggio di Colin di accompagnarti: vuoi rimorchiare!
–Stavo scherzando, Serp. Sai che non sono tipo da scappatelle. Ho ritenuto fuori luogo portarlo con me: non voglio urtare la sensibilità di nessuno.
–Non me la bevo questa stronzata!- sbuffò la Irving, fermandosi davanti a una croce celtica. –Ti conosco troppo bene, Devil: dai all'opinione altrui la stessa importanza che do io alla cura della casa, cioè zero! Se avessi voluto, saresti venuto qui a bordo del carro del Pride con un boa lilla intorno al collo! Se non vuoi confidarti con me basta dirlo, ma non rifilarmi bugie di bassa lega!
Demon sospirò mestamente –Colin e io ci siamo lasciati. Lui... non è come me, Serp. Non del tutto, almeno. Qualche giorno fa l'ho visto baciare una tizia, e ti assicuro che non era un bacino tra amici, come quelli che ogni tanto ci diamo io e te. Era un bacio vero. L'ho affrontato, gli ho chiesto spiegazioni, e lui... ha semplicemente ammesso di essere insicuro sul suo orientamento sessuale. Però, chissà perché, alla sola menzione della parola "bisex" ha dato in escandescenze. Dubito di rivederlo, in futuro: ho già abbastanza problemi senza accollarmi le sue paturnie. Sono un essere umano, non il trampolino di lancio dei repressi di Londra!
–Oh, Devil, mi...
–Dispiace? A me di più!- sputò lui, calciò una lapide e si prese la testa tra le mani. –Anche se dovrei esserci abituato, ormai: becco solo stronzi. Sono una calamita per casi umani.
–Smettila di autocommiserarti, non è da te! Posso immaginare quanto tu stia soffrendo- chiocciò Faith, colpendolo alla schiena. –Sfogati, piuttosto; se vuoi sfogarti, hai una spalla su cui piangere. Strepita, piangi, fai quel che ti pare. Potrai sempre contare su di me!
–I-Io... magari non adesso. E' un giorno di festa, mi sentirei un verme, un corvo del malaugurio...
–Siamo soli, ok? Nessuno può vederci. Sfogati pure, ti farà bene; e una volta finito, torneremo dagli altri con due sorrisoni da copertina stampati in faccia!
Demon non se lo fece ripetere: poggiò la testa sulla spalla dell'amica - l'unica alla quale si mostrava in tutta la sua vulnerabilità senza timore - e permise alle lacrime trattenute troppo a lungo di scorrere libere e copiose.
Dopo una decina di minuti, o forse un'eternità, vennero richiamati da un brusio eccitato. Andarono a vedere cosa stesse accadendo e si trovarono di fronte un elegantissimo Brian, affiancato dall'incarnazione dell'ideale di bellezza femminile. Tutti gli astanti erano a bocca aperta, soprattutto gli uomini, ma non si poteva dare loro torto: quella donna non era bella - la mera bellezza spesso è data da una peculiarità, per non dire un difetto, che rende una determinata persona unica - era perfetta, di una perfezione quasi ultraterrena. Non le si potè trovare un difetto, se non, forse, che sorrideva troppo.
–Mettendo in mostra tutti i denti. Nonna Beatrice lo definiva "il sorriso di Giuda". Mai fidarsi di chi sorride in questo modo- bisbigliò Faith a Demon, che annuì vigorosamente.
Ovviamente si formò subito un capannello di ammiratori che, con il pretesto di salutare Brian, si fiondarono a guardare più da vicino quella meraviglia, tutti tranne Demon, al quale, essendo gay, non interessava l'articolo, Axel, al quale la gelosissima moglie Dinahlee aveva affibbiato la loro bambina come misura precauzionale, e Cyril, il quale si piazzò di fianco a Faith, appoggiato al muro, e disse –E così il tuo ragazzo ti ha abbandonata per unirsi al gruppo di falene sbavanti. Comprensibile, direi: quella- indicò la sconosciuta –E' una bellissima donna, una dea; tu, invece, oscilli tra il tragico e il disastroso.
–Ti stupiresti nel constatare come una dieta equilibrata, attività fisica regolare e dei buoni cosmetici abbiano il potere di trasformare in cigno un brutto anatroccolo- asserì lei ostentando un'aria di superiorità. Purtroppo, venne stroncata da una replica raggelante.
–Non illuderti, Irving, è il substrato che conta. Il suo è ottimo, il tuo... meglio che non mi esprima: nemmeno con palestra, dieta, creme e schifezze varie potresti mai diventare così!
Faith, offesa, lo afferrò per la cravatta e sibilò velenosa –Se sono tanto penosa, perchè sei ancora qui?
"Non ne ho la più pallida idea!", pensò Cyril, che provò a rispondere, ma senza successo.
–Uhm… perché mi stai tenendo per la cravatta?
Nobody’s gonna take my head, I’ve got speed inside my brain! Nobody’s gonna steal my head, now that I’m on the road again! Ooh, I’m a killing machine, I’ve got everything!”
Faith, forte del suo imbarazzo, affondò il coltello nella piaga commentando con acrimonia, mollando la presa –Devo essere proprio "irriconoscibile", oggi, se perdi tempo a offendermi invece di andare a sbavare sulla dea altrimenti nota come amichetta di Brian!
Cyril arrossì e balbettò qualcosa di incomprensibile, prima di riuscire a balbettare un più comprensibile –P-Perchè... ecco... sto, ehm, aspettando che si diradi la folla, sì, in modo da, uhm, avere una visuale migliore!
–Capisco. Beh, goditi lo spettacolo, e non scordarti di pagare il biglietto!- sibilò la Irving, lo pietrificò con una delle sue occhiate più terrificanti e marciò a passo deciso nella chiesetta, seguita a Demon e Abigail.
Allibito dalla reazione di Faith, Demon sussurrò, mentre ammirava le vetrate –Serp, non capisco perchè te la prendi tanto.
–Sei sordo, per caso? Non hai sentito che quel ricciolino idiota mi ha offesa? Chi si credere di essere? Ho perso una fottutissima taglia per entrare in questo cazzo di vestito, come ha osato darmi della cicciona irrecuperabile?- ribattè lei, gesticolando animatamente.
–Siamo in un luogo di culto, non usare certi termini volgari- la rimbeccò Abigail.
–Ab ha ragione: tieni a freno la lingua. E poi perchè ti arrabbi? Era Cyril, Serp, il solito Cyril. Che ti aspettavi?- mettendo a tacere una piccatissima Faith, che, rossa in volto, gemette contrariata quando il posto alla sua sinistra venne occupato proprio da Cyril.
–Non ti dispiace, vero, Irving?
–Se rispondo di sì sparisci?
–Fammici pensare... no!- ribatté lui, per poi mettersi a sfogliare distrattamente il libro degli inni.
–Kyle dove dovrebbe sedersi, secondo te?
–Non è un mio problema: chi tardi arriva, male alloggia. Io da qui non mi schiodo. Oh, a proposito: dovresti comprare un guinzaglio per il tuo esemplare da zoo, lo lasci troppo allo stato brado. Un po' di gelosia non fa mai male... sempre che ti importi.
Non ci voleva un genio per comprendere il senso di quell'affermazione. Ferita nell'orgoglio, Faith si dimenticò di essere in collera con Cyril e di rinfacciargli che non era carino parlar male di qualcuno in sua assenza, specialmente di un amico.
–Si sta rendendo ridicolo flirtando con l'amichetta di Brian?
–Sta mettendo in ridicolo te, Irving- rispose il biondo (soprannominato dal padre di Faith "putto troppo cresciuto" per via della chioma di ricci perfetti color del grano) con una smorfia divertita. –Sai come ragiona la gente: se il tuo lui va a sfarfallare in giro non è uno stronzo, è colpa tua che non sai tenertelo stretto! Personalmente non condivido, ma...
–Ma cosa? Cosa? La verità è sei anche tu membro del club "speriamo che scoppino": non sopporti che stia col tuo amico, non ti sono mai andata a genio e non perdi occasione per rinfacciarmelo! Beh, lasciatelo dire: non me ne può fregare di meno se non mi ritieni alla sua altezza! Devo piacere a Kyle, non a te e, a giudicare da come ci diamo dentro, credo almeno su questo non ci piova.
–Oh, lo so. Un mistero che non sono ancora riuscito a risolvere- mormorò Cyril, più a se stesso che a Faith, sebbene in tono udibile.
Lei, dal canto suo, rimasta a corto di parole, abbassò lo sguardo e si sistemò la collana, sussultando quando Riccioli d'Oro allungò una mano per giocherellarci. Era una fortuna che non si potesse avvampare sul petto, altrimenti si sarebbe accesa come la facciata del Cesar's Palace di notte: se nei soliti jeans e maglietta Cyril era un gran bel ragazzo, in giacca e cravatta acquisiva un fascino magnetico semplicemente irresistibile.
"Dannato sexy Wollestonecraft!"
Sembrò leggerle nel pensiero, perché spostò le dita in basso, sull'orlo in pizzo dello scollo, e bisbigliò –Ti devo le mie scuse. Ho esagerato.
–Non te la caverai con delle misere scuse, Wollestonecraft, non stavolta!- soffiò la Irving, senza però muovere un muscolo per allontanarlo. –Non conosci altri modi di rapportarti con me? Solo offese gratuite e frecciatine?
–Prendere o lasciare, Irving. Non negare: in fondo, molto in fondo... ti diverte. Ci godi a battibeccare con me, lo consideri una prova che sei nei miei pensieri.
–Non lo ammetterei nemmeno sotto tortura!- sibilò Faith. –Tu, piuttosto, che motivo hai di darmi sempre contro? Non vorrai farmi credere che le nostre discussioni sono una parte talmente importante della tua vita che il fine - ottenere la mia attenzione - giustifica qualsiasi mezzo!.
Non seppe mai la risposta, perché Demon si intromise.
–Basta giocare, voi due. Mi piange il cuore a interrompere questo momento magico, ma Kyle potrebbe arrivare da un secondo all'altro e dubito farebbe i salti di gioia nel vedervi così... così.
–Parole sante, Keynes. Ti spiacerebbe levare la mano da lì e spostarti, Riccioli d'Oro? Vorrei sedermi vicino alla mia ragazza- celiò Kyle in tono falsamente amichevole (contraddetto dalla durezza del suo sguardo), ponendo particolare enfasi sull'aggettivo possessivo.
Cyril lo accontentò e si fece da parte, ma senza andare lontano: si accomodò nella fila davanti. Annoiato, si girò verso l'amico e gli chiese –Con che faccia ti permetti di controllare la Irving, quando ci provi con qualunque femmina compresa nel tuo campo visivo?
–Che posso dirti? Sono un uomo!- si giustificò lui scrollando le spalle. –Comunque - resti tra noi, mi raccomando - ho avuto il suo numero!
Ridacchiando compiaciuto (Kyle, alias l'idiota, non si era reso conto che Faith aveva ascoltato ogni singola parola, scambiandosi una discreta e altrettanto eloquente alzata di sopracciglia con Cyril), si scostò per lasciar passare sua madre e sua nonna.
Intendeva giocare tutte le carte a sua disposizione per sottrarre la Irving alle grinfie del suo attuale ragazzo - nonostante l'amicizia di lunga data che li legava (quel che si dice "un'etica elastica") - non per la ragione più ovvia, al contrario: a seguito di una lunga riflessione, si era rassegnato all'idea che il continuo beccarsi con Faith era un segno lampante che non potevano fare a meno l'uno dell'altra, e quale modo migliore di resistere a una tentazione, se non cedervi? Inoltre si reputava una scelta infinitamente migliore di Kyle, e la soddisfazione di essere lui, per una volta, a fregargli la ragazza da sotto il naso costituiva un ottimo incentivo.
"E poi vuoi mettere il brivido della sfida? Dati i nostri trascorsi, lei non si arrenderà senza lottare, e io adoro gli ossi duri. Senza falsa modestia: sono un genio del male!"
Quando tutti gli invitati ebbero preso posto sugli scranni in legno intarsiato - secondo tradizione, l'ultima a sedersi fu la madre della sposa - lo sposo, accompagnato dal testimone di nozze, fece il suo ingresso. Sarebbe stato trionfale se Brandon, in vena di scherzi, non lo avesse sdrammatizzato con un sonoro quanto esilarante fischio di apprezzamento, che fece sbellicare i presenti; è intuitivo che Brandon, grazie alla sua bravata, si guadagnò un'occhiataccia di Jack e un iroso –Questa me la paghi!
–Gliela farai pagare un'altra volta, Jack O'Lantern: vedo rosso, se capisci cosa intendo- intervenne Brian, che si era offerto di stare di vedetta. –Tutti in piedi per accogliere la sposa!

Note dell'autrice:
Seduti, o vi verranno i crampi alle gambe nell'attesa! XD
Nonostante i dubbi sulla scena pseudo-hot tra Faith e Cyril, sono piuttosto soddisfatta: volevo si notassero le schermaglie tra i due, e credo di esserci riuscita. Probabilmente l'unico a non accorgersene è Kyle. Poverino! Volevo anche si capisse come il motivo originario del suo interesse per Faith fosse un misto di ego smisurato e voglia di mettersi alla prova. Che poi si sia innamorato per davvero è un'altra storia.
Il prossimo, vi avverto, sarà l'ultimo appuntamento con questo flashback marchio Irving. Tenete pronti i fazzoletti, sia per il finale, sia per il matrimonio (io, personalmente, non mi commuovo, ma tra voi potrebbero esserci anime romantiche). ;-)
Alla prossima!
Serpentina
Ps: mi scuso per la pessima impaginazione, ma è il massimo che sono riuscita ad ottenere dopo due ore a litigare con l'editor del sito. Spero che il capitolo vi piaccia comunque e che la prossima volta pubblicherò qualcosa di più esteticamente decente.

 

 

 

   
 
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