Mai quelle giuste

 
Sherlock muove rapido le dita sui tasti del telefono, cercando le parole adatte per scrivere quel maledetto messaggio.
“Caro John,”
No, pensa, troppo formale.
“John,”
Ecco, forse questo potrebbe andare. Eppure non ha idea di come proseguire.
“sono sinceramente costernato per il dolore che ti ha causato la mia dipartita,”
Cancella, riscrive, cancella nuovamente, legge ad alta voce, riflette fino a farsi venire il mal di testa.
Prova a pensare alla reazione di John: è il suo migliore amico, la persona a cui tiene di più e che tiene di più a lui, e gli ha lasciato credere di essere morto.
Non esiste modo per parlargli, nulla di abbastanza convincente, serio, di adatto.
Ha un milione di parole, per lui, ma non sono mai quelle giuste – non solo perché, per quanto le rincorra, non riesce a trovarle, ma anche e soprattutto perché non ne ha il coraggio.
Per una volta, Sherlock ha sbagliato e ne è consapevole, ma non sa come rimediare.
Alla fine rinuncia, ripone il telefono e si convince che in fondo è meglio così: meno saprà, più sarà al sicuro.
 

 
Note dell’Autrice:
salve a tutti!
Ammetto che sono un po’ emozionata di fronte a quello che è il mio primo esperimento nel fandom di Sherlock (e mi sento parecchio in colpa, dato che credo di non aver reso in pieno l’IC di Sherlock).
Comunque, la storia di per sé non necessita grandi spiegazioni: ho semplicemente pensato che Sherlock si fosse lasciato tentare dall’idea di mandare un messaggio a John nel periodo passato sotto copertura (e adesso che ci penso, non sono nemmeno sicura che l’avesse avuto, un telefono, in quel periodo, perché non vedo gli episodi da molto tempo. Se non dovesse essere così, be’, chiedo scusa per il madornale errore di trama e consideriamolo amichevolmente un What if…?).
Non c’è altro da aggiungere, anche perché è un testo davvero molto piccolo!
Fede ♥