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Autore: OniceViola    13/06/2015    3 recensioni
"Mio padre vuole mantenere i nostri problemi in famiglia. Noi due soffriamo di un rapporto Shakespeariano,
che sconfina con la tragedia greca. "(Lucas)
Utilizzando i pochi personaggi caratterizzati decentemente dagli sceneggiatori di Terra Nova, un seguito della prima e unica stagione. Partecipa al Lucket Valentine Challenge, che potete trovare sul Tumblr "Thank you, Bucket".
Anno 2149, la scoperta di poter raggiungere una nuova Terra, su una diversa linea temporale, ha dato speranza a un mondo morente, senza ossigeno o risorse naturali. Pochi fortunati coloni, sotto una rigida dittatura paramilitare, ricreano una civiltà in una Terra in cui ci sono ancora i dinosauri. Le cose però non sono semplici: una ribellione interna e l'invio di un esercito mercenario, intenzionato a depredare ogni risorsa, fanno precipitare Terra Nova nel caos. Che cosa è successo dopo che Lucas e il suo esercito mercenario, il Gruppo Phoenix, sono stati sconfitti? Come si è ripresa Terra Nova dopo la scia di morte e distruzione conseguenza dell'Occupazione militare di Lucas Taylor? Ecco la mia storia!
NB Non so chi abbia i diritti, ma sicuramente non li posseggo io. Nulla di tutto ciò è a fine di lucro.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elisabeth Shannon, Lucas Taylor, Nathaniel Taylor
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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[Partecipante al contest “L'amore, il laccio che unisce musica e parole” indetto da Erika8304 sul Forum di EFP]. 
Nickname: OniceViola
Titolo:Water
Fandom: Terra Nova
Pairing: Lucas/Skye
Prompt: #3 Eros
Titolo canzone: My Immortal
Rating: per adulti
Genere Angst/Sci-fi
Avvertimenti: Contiene scene di sesso, appena accennate. Partecipa al Challenge in Love indetto da Marlene sul forum di Efp
Note dell'autore :
 Questo capitolo è il seguito di “Escape” ed è il prequel di “Sick”.
Vi consiglio di vedere questo fanvideo per capirne l'atmosfera: https://www.youtube.com/watch?v=I8S9P2GZdOk

 

Water

(Interludio)

“...Sono così stanco di stare qui,

Soffocato da tutte le mie infantili paure,

Desidero che tu possa farlo,

Perché ancora la tua presenza indugia qui

E non vuole lasciarmi solo.

Sembra che queste ferite non possano guarire,

Che questo dolore sia troppo reale,

Ce n'è così tanto che nemmeno il tempo potrà cancellarlo...”

(Evanescence)


 

(Lucas POV)

Quando Lucas apre gli occhi, ha la bocca riarsa. Talmente secca che è sicuro di avere le labbra tagliate. Per un momento non riesce a capire dove diavolo si trova.

Luci al neon, soffitto chiaro, rumori. Si gira sulla spalla sinistra. Un dolore improvviso lo trafigge all'altezza della clavicola.

Gli hanno sparato.

Lei gli ha sparato.

Tutto gli ritorna chiaro in mente.

Il sudore che gli scivolava addosso, il coltello piantato nella pancia di suo padre, la sua vendetta lì, a un passo. E poi quella pistola che gli veniva puntata contro, i suoi occhi, gli occhi di lei che ha sempre trovato così duri e pieni di segreti. Così irresistibili.

Il dolore al petto, la corsa disperata nella giungla. Dinosauri non pervenuti, per fortuna.

Poi deve essere svenuto.

Per quanto tempo è rimasto incosciente? Da quanto tempo è qui?

E' sicuramente all'ospedale di Terra Nova, lo riconosce perché vi ha portato alcuni dei soldati Phoenix quando sono rimasti feriti durante la guerriglia di suo padre.

Già, suo padre. Perché cazzo non l'ha lasciato morire nella giungla? Perché l'hanno riportato lì? Cosa vogliono?

Ma certo, vorranno sapere dove sono finiti i Sixers e i piani di Mira.

Come se lui ne avesse idea.

Dio, si sente così stanco. Tutti quegli anni a tramare vendetta, a sopravvivere nella giungla con ogni mezzo, a mangiare vermi e a cercare di rimanere vivo.

Per cosa? Per essere sconfitto così, come un idiota.

Un idiota che si è fatto fregare da una ragazzina qualunque.

Chiude gli occhi. Si rende conto di avere le caviglie e un polso legati alle sbarre del letto. Saldamente.

Evidentemente mio padre impara dai suoi errori, fa in tempo a pensare Lucas.

Poi sprofonda in un sonno pesante, pieno di incubi limacciosi che lo inseguono. E lo raggiungono sempre.


 

(Nathaniel PoV)

Il Comandante di Terra Nova è dietro ai vetri, a guardare suo figlio che dorme. Ad ogni respiro, la cicatrice che ha sull'addome, che si sta lentamente rimarginando, gli fa male.

I punti chirurgici tirano e prudono. Il ricordo di quello che gli ha fatto, il dolore che gli ha provocato, di quel coltello tra le sue dita. Il coltello tra le dita suo figlio, il bimbo con i capelli sempre arruffati, l'adolescente silenzioso che lo seguiva come un cagnolino. Ma Nathaniel Taylor è felice, mentre guarda suo figlio ferito, ma ancora vivo.

Non avrebbe mai perdonato Skye per averlo ucciso.

Non dopo aver perso Ayani, la sua bellissima Ayani. L'unica cosa veramente giusta che ha fatto in vita sua.

Dio, come era bella. E lo era tornare a casa, dopo un lungo viaggio, trovare Ayani e Lucas abbracciati, addormentati sul divano mentre lo aspettavano. Si sentiva così bene, mentre li copriva con una coperta. Si sentiva a posto, con il cuore che quasi traboccava, da quanto sentiva di amarli.

Era a casa. L'unico posto in cui nessuno stava cercando di ucciderlo, in cui non c'erano nemici a cui sparare, decisioni da prendere, soldati da addestrare. Era a casa.

E poi Ayani era morta. In quel modo così brutale, senza misericordia, senza pace. Per colpa sua, che non aveva saputo proteggerla. Non aveva saputo proteggere il proprio stesso figlio.

E dopo tutti quegli anni, passati a rimediare ai suoi errori, ecco di nuovo il suo fallimento. L'ennesimo. Non aveva saputo proteggere la colonia di Terra Nova, quando Lucas aveva cercato di distruggerli tutti quanti.

Suo figlio era impazzito, quel giorno, sopra il cadavere di sua madre. Nathaniel non era mai più riuscito a raggiungerlo, a capirlo, quel ragazzo strano e geniale, che lo guardava con gli occhi di sua madre morta.

Se mai Ayani l'avesse mai guardato con tanto odio, ovviamente.

Il comandante sente che deve essere lui a fare il primo passo, a cercare una riconciliazione. Lucas ora è suo prigioniero.

Dovrà dimostrarsi inflessibile con lui, come se fosse un nemico qualsiasi.

I terranoviani devono avere la loro giustizia.

(Questa notte ha sognato che i coloni rapivano Lucas e lo facevano a brandelli. Per aver vendetta. Si è svegliato in un bagno di sudore, con ancora nelle orecchie le urla di una folla senza controllo. Non deve accadere. Istituirà dei tribunali. Ci saranno i processi, secondo la legge marziale in vigore. Non ci sarà pietà per suo figlio, verrà trattato come tutti gli altri Sixers. Ma è sua responsabilità evitare linciaggi .

La gente è arrabbiata, ci sono stati troppi morti. Basterà la minima scintilla, il minimo sospetto che lui faccia dei favoritismi, per far scoppiare il caos. Deve tenere il controllo della situazione. Ma suo figlio deve rimanere vivo)

Forse, dato che Lucas dovrà passare molto tempo in cella, ci sarà la possibilità di parlargli. Di spiegarsi. Forse potrà scusarsi per i suoi errori, per averlo bandito nella giungla cinque anni prima. Forse c'è ancora speranza.

Apre la porta della stanza in cui Lucas sta dormendo.

Sembra in buone condizioni, ma ha ancora la febbre molto alta. Avrà la gola secca.

Gli riempirà un bicchiere d'acqua, lo aiuterà a bere. Si, proprio come quando era piccolo e si era preso quel terribile virus. Ayani lo aveva vegliato giorno e notte. Era cosi piccolo e indifeso, mentre dormiva arrotolato tra le coperte, con sua madre che gli accarezzava la fronte.

Lucas apre gli occhi.

Nathaniel gli sorride, è la prima volta che Lucas è cosciente e può parlargli, da quando l'hanno ritrovato sanguinante in mezzo alla giungla.

Le parole di suo figlio dopo quell'ultima, letale, scazzottata, gli risuonano nelle orecchie. “Non è stata colpa mia. Aiutami”.

Lui l'ha abbracciato, gli ha detto che era sempre il suo ragazzo.

Lucas piangeva. Poi ha sentito le viscere farsi ghiaccio, mentre qualcosa di appuntito ci affondava. Dio, quanto deve odiarlo, per aver cercato di accoltellarlo a tradimento?

Ma ora non ha importanza, è tempo per loro due di ricominciare.

Apre una bottiglia e comincia versare dell'acqua in un bicchiere.

Lucas non ha pronunciato una parola.

Né un suono. Si limita a fissarlo.

“Sai, hai la febbre alta, ma sei fuori pericolo. Qui abbiamo buoni medici, ti hanno salvato,”comincia a parlare Nathaniel.

“Bevi, ne hai bisogno. So che non puoi prenderti l'acqua da solo. Mi dispiace per le manette, ma sei già scappato una volta, non possiamo correre rischi.” continua il Comandante.

Avvicina il bicchiere alle labbra del figlio, che comincia a bere.

Nathaniel tira un sospiro di sollievo, la tensione nella stanza sembra allentarsi un po'.

Lucas prende altri lunghi sorsi, fa un sospiro e si accascia sul cuscino.

“Sono felice che tu stia meglio, Lucas. Io...io ho deciso di perdonarti, per quello che mi hai fatto”.

Lucas gli fa un mezzo sorriso, e storce la bocca.

“Acqua,”gli chiede.

Nathaniel riempe di nuovo il bicchiere e glielo porge.

Lucas beve avidamente. Goccioline di sudore, dovute alla febbre, gli scivolano dalle tempie.

Poi si spinge in avanti e sputa tutta l'acqua addosso al padre.

“Vecchio, io non voglio il tuo perdono. Rivoglio mia madre e i cinque anni che ho passato a mendicare nella giungla, a cercare di restare vivo. Ma sono un uomo che si accontenta delle piccole cose, per ora mi basterà

che tu tolga la tua repellente faccia da questa stanza!”gli dice Lucas, la voce roca per l'odio e il disprezzo che prova.

Nathaniel sopprime l'istinto di prenderlo a sberle. Si pulisce l'acqua dalla faccia, e se ne va.

Appena fuori dall'ospedale c'è agitazione, un soldato sta venendo verso di lui correndo.

“Signore, abbiamo trovato Wash! È viva!”.


 

(Skye PoV)

 

Skye ha visto il comandante uscire come una furia dalla stanza di Lucas. Ha visto l'assembramento di soldati che circondavano Carter, i fucili spianati.

Ha visto la donna con la testa fasciata che Carter stava sorreggendo.

Dio, rivedere Alicia. Rivederla viva.

Skye non ci può credere. Ecco perché non hanno ritrovato il suo cadavere quando hanno rioccupato la colonia.

Lucas è stato ritrovato, lei non è un'assassina. Il luogotenente Washington è viva e vegeta. Alla fine tutto è andato per il meglio.

Skye appoggia la fronte contro il muro e tira un profondo respiro. Sua madre stamattina canticchiava, mentre tagliava la frutta per la colazione. Sembra che tutto stia tornando alla normalità.

L'occupazione militare del Gruppo Phoenix ha lasciato profonde ferite nella colonia. Morti, feriti, detriti e case distrutte.

I Sixers, quelli che si arrendono, li trovano alla mattina con le mani alzate davanti ai cancelli di Terra Nova. Hanno perso. Sono stanchi e abbandonati dai loro rinforzi mercenari, non hanno altra scelta. Una cella è una cella, ma almeno ci sarà del cibo. E nessuna giungla infestata di dinosauri.

Cosa ne sarà di Lucas? Ha ancora la febbre, ma sta rimettendosi. Suo padre lo farà giustiziare? Skye non crede che il Comandante ne sarebbe capace.

Ma i coloni sono arrabbiati. E molto. Stamattina qualcuno ha lanciato pietre contro l'ospedale, colpevole di sprecare risorse per curare anche i Sixers feriti.

Skye non sente di dargli torto. Non ci sono quasi più garze e senza i rifornimenti che arrivavano dal 2149 le medicine scarseggiano.

D'impulso, Skye entra nella stanza di Lucas. Deve cambiargli la fasciatura. Di solito aspetta che dorma o sia sedato, ma oggi deve prendere le bende e sterilizzarle. Serviranno ad altri pazienti. La situazione sta diventando così critica che devono essere frugali.

Lui si volta, il viso un po' arrossato dalla febbre. O perché ha appena rivisto suo padre. Skye vede la rabbia, il disgusto che ancora ribollono dentro i suoi occhi.

“Bucket! La mia assassina. Per me è una fortuna che tu abbia una mira da schifo!”.

“Fidati, posso fare di meglio,” gli risponde lei.

“Sai Bucket, sei bella anche con una pistola in mano. Anzi, ti rende più interessante”.

Incurante di questo scambio di convenevoli, Skye comincia a rimuovere le bende. Sinceramente, pensava che sarebbe andata peggio. Pensava che Lucas le avrebbe urlato contro.

Invece, si limita a guardarla con un sorrisetto storto. Forse è troppo debole anche per litigare. O ha esaurito le energie nello scontro con il Comandante, qualunque cosa sia successa tra di loro.

Nessun segno d'infezione. Sta guarendo bene.

“Sai cosa mi mancava di più, mentre ero in esilio in quella maledetta giungla?”le chiede il ragazzo.

“No, ma sicuramente me lo dirai”.

“Qualcuno al mio fianco quando mi svegliavo. A volte ho incubi tremendi, mi sarebbe servito che ci fosse qualcuno. Sono così stanco di stare qui, Skye. Non vorresti ritornare a casa?”

“Il portale non esiste più, il 2149 è irraggiungibile. Sei bloccato qui con noi”.

“Già, una delle brillanti trovate di mio padre. Dio, a volte mi sembra che questo dolore sia troppo reale,”le dice mentre si passa le mani tra i capelli, sfinito.

“Ce n'è così tanto che nemmeno il tempo potrà cancellarlo”.

“Di che diavolo stai parlando? Stai guarendo perfettamente,” gli risponde Skye, confusa.

“Sto parlando di anima, Bucket, di vendetta. Non avrò pace, finché mia madre non sarà stata vendicata. Allora avrò finalmente tregua. Avrò vinto. Te l'ha mai raccontato, il nostro caro paparino, di quando è rimasto inerme, a guardare sua moglie mentre veniva fatta a pezzi? Ecco, io credo nel contrappasso.”

“Sei un pazzo Lucas. Un pazzo ossessionato.”

“Davvero, cara “sorellina”? Mio padre si è preso cura di te per qualche anno e ed ecco che sei diventata una dei suoi più accaniti fan. Ma fidati, io lo conosco da più tempo, non ti perdonerà mai per essere stata la spia che ha tradito la colonia. Non ha perdonato me, il suo vero figlio. Sa perdonare solo i suoi, di errori. Ora, sei hai finito, vattene”.

“Molto volentieri” ribatte lei.

Ma sa che ha ragione.

Il comandante continua a non guardarla negli occhi. E' cortese, ma l'antica confidenza tra loro è svanita.

“E dimmi, qualcuno in questa colonia ti rivolge ancora la parola?” le urla dietro Lucas, mentre lei esce sbattendo la porta.

Maledetto.

Come fa a saperlo?

Come fa a sapere dei bisbigli, ovunque lei vada? Di quel colono di mezza età che si è rifiutato di farsi disinfettare da lei, quando era di turno all'ospedale. Della bancarella al mercato, quello grande nella piazza di Terra Nova, che stranamente per lei o per sua madre non ha più frutta.

Ingrati. Maledetti ingrati. Lei ha fatto di tutto per salvarli, per tenerli al sicuro e al contempo salvare sua madre.

Ha solo diciassette anni e nessuno con cui parlare. I suoi amici le hanno voltato le spalle. Perché è stata la spia che ha tradito la colonia per anni. Per i pettegolezzi che sono girati durante l'Occupazione.

La rissa che si è scatenata da Boylan, è sicuramente colpa di quella ragazzina spudorata, sussurrano tra loro i soldati.

E che cosa ha promesso, a Lucas Taylor, il figlio pazzo del comandante per far liberare Josh Shannon? L'ha scopato, affermano con sicurezza donne a cui Skye ha curato i figli per anni.

Mille pettegolezzi che s'inseguono. A volte sente sussurrare “troia Sixers” dietro le sue spalle. Si volta e nessuno la sta guardando.

E Skye non lo sa, se è stato per quello. Ma più tardi, quando è notte e tutto l'ospedale è silenzioso, lei ritorna.

Forse è per la morbidezza della pelle di Lucas.

Per le sue dita, che corrono sulla sua schiena. Il suo tocco, la sua lingua che s'intreccia con la sua. Quando entra in lei e le fa male, lei gli graffia le spalle. Se deve avere la nomea della troia, beh, almeno si prenderà un po' di divertimento.

La mattina dopo si dice che è l'ultima volta. Che non succederà mai più.

Basta con quel sesso feroce, fatto più per solitudine che per amore.

Ma la notte dopo, è di nuovo lì.


 

(Lucas POV)

Lucas invece lo sa esattamente, il perché.

Perché la aspetta tutte le notti, nonostante gli insulti che si rivolgono durante il giorno.

Per le sue carezze. Lei lo accarezza.

E a Lucas manca qualcuno che si prenda cura di lui, qualcuno che lo ami, almeno un po'.

Sa che si deve accontentare di questo surrogato, sa che quando lo butteranno in una cella lei non si farà più vedere.

E si aggrappa a lei, ai suoi fianchi, a volta con troppa forza, ogni notte può essere l'ultima. Quando il primo sole arriva nella stanza, lui vede che l'ha stretta troppo forte e le bacia quei primi lividi che stanno apparendo sulla pelle sottile.

Perché ancora la tua presenza indugia qui, non vuole lasciarmi solo?Sembra che queste ferite non possano guarire, che questo dolore sia troppo reale,” le sussurra all'orecchio, per svegliarla.

“Umpf. Che cosa c'è? Che hai detto ?” bofonchia lei, la voce ancora impastata di sonno.

“Niente, una vecchissima canzone. Sta arrivando l'alba, devi andare via prima che cambi il turno delle infermiere”.

Lei si alza, raccoglie i suoi vestiti e se ne va.

Non gli dà neanche un bacio.

Lucas ricorda la prima volta che si sono visti. L'ha ricattata, usando la vita della madre come pegno.

In realtà, non avrebbe fatto mai del male a sua madre, Deborah era una delle poche persone con cui poteva parlare, in mezzo a tutti quei Sixers, gente dall'igiene personale troppo discutibile. Feccia raccattata tra i disperati del 2149. Il suo era solo un bluff.

Ma sa che Skye non l'ha perdonato. Sa che non lo perdonerà mai. Sa che quello che c'è tra di loro non assomiglia all'amore. Ha più a che fare con la solitudine. Il conforto, il dimenticarsi per un attimo che lì fuori c'è un'intera colonia che li vuole morti. Che li disprezza entrambi, anche se per ragioni diverse...

La spia e il pazzo.

Skye poteva liberarlo, farlo scappare. Non ci ha neanche provato, e lui non l'ha chiesto.

Ma ora vorrebbe averlo fatto, perché sente i passi dei soldati di suo padre lungo il corridoio. Stanno arrivando.

Può voler dire che hanno deciso che è abbastanza in forze per essere buttato in una cella.

Non la vedrà più. Questa è stata la loro ultima notte.

E Lucas Taylor, che per un attimo ha avuto nelle sue mani il potere, la colonia di Terra Nova e il destino di due mondi, non può fare altro che chiudere gli occhi, mentre la porta si spalanca di colpo.

Fa in tempo a pensare che le lenzuola hanno ancora il suo profumo, prima di venire sollevato di peso. Quattro soldati, molto giovani e molto ostili.

Benvenuto nella tua nuova vita, prigioniero della Cella 15.


 

“Il tuo viso ossessiona i miei, una volta,

piacevoli sogni.

La tua voce allontana tutto il mio buon senso,

Ho cercato così fortemente di dire a me stesso che eri andata.

E comunque sei ancora con me,

Son stato solo tutto il tempo.”

(Evanescence)


 


 


 


 

 




 
  
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