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Autore: _Crys_    13/06/2015    2 recensioni
Una semplice e fresca sera di Maggio fa da sfondo alla manifestazione di un amore puro e dolcissimo. E la pallida promessa dell'eternità si tramuterà in una tenera certezza.
Genere: Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se ne stava lì, appollaiato sul solito tetto, sentendosi come un'ombra indistinta tra le tante della notte. No. Si disse. Non sono un' ombra. Io ho la Luce...
E neanche l'avesse evocata, eccola lì, colei che Ringil considerava la sua Luce. Era affacciata alla finestra e teneva un libro tra le braccia. A Ringil scappò un sorriso; sapeva che si sarebbe messa a leggere seduta sul davanzale, incastrata tra i margini della finestra, senza paura di cadere.
Ringil non riusciva a spiegarsi quella sera la voglia che aveva di stare con lei. Andava lì tutti i giorni, alla stessa ora, solo per poterla guardare, anche se lei non poteva vedere lui.
Quella sera invece voleva starle vicino, stringerla al suo petto e non lasciarla andare se non quando si sarebbe addormentata. E poi l'avrebbe guardata dormire, l'avrebbe cullata con le sue ali, l'avrebbe protetta persino dall'incubo più innocente.
Le ali di Ringil fremettero a quei pensieri; volevano volare da lei.
Dopo un tempo di riflessioni dolcissime che gli sembrò infinito, la vide scendere in modo aggraziato dal davanzale della finestra e tornare in camera sua; se doveva andare da lei, doveva farlo subito. Così Ringil obbedì alle sue ali e saltò.
L'aria fresca di quella sera di Maggio accarezzava i suoi capelli, il suo volto e le sue braccia nude. Le sue grandi ali, tanto potenti quanto silenziose, lo guidarono per quei pochi metri che lo separavano da lei. Si fermò davanti alla finestra, rimasta aperta. Non la chiamò, non disse nulla se non nella sua mente; sapeva che lei avrebbe sentito...
E infatti dopo pochi secondi ella si voltò e gli sorrise. Ringil pensò che niente, niente potesse valere come quel sorriso. E per la consapevolezza di essere colui che l'aveva provocato gli si espanse nell'anima un dolce calore soffuso.
Ricambiò il sorriso prima di tenderle una mano; era come se dicesse "Vieni via con me?"
Crystal poggiò il suo libro sul letto, dimentica degli appunti, degli schizzi, delle traduzioni, di tutte quelle magie.; perché perdere tempo con esse quando l'incanto più grande e bello era lì di fronte a lei e la invitava a raggiungerlo?
Crystal mise insieme i passi raggiungendo nuovamente il davanzale. Senza dire nulla accettò l'invito poggiando la sua mano su quella di lui, ed entrambi furono immersi in un fondale di stelle. Si fissarono e dopo un attimo che parve passato a dirsi niente e tutto, si unirono in un abbraccio.
Lo stesso pensiero affollò la mente di entrambi: E’ questa la felicità?  Ed inconsciamente, entrambi conoscevano l’affermativa risposta.
Passò un minuto, forse cinque, forse dieci; nemmeno il tempo era potente quanto loro e il sentimento che li legava, il tempo non aveva più la benché minima importanza.
Si staccarono per potersi guardare nuovamente negli occhi.
Ringil si abbassò, portandosi al livello di lei e con una carezza le portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Crystal arrossì, scaldando leggermente le guance morbide,  ed esibì quell’espressione che Ringil aveva imparato ad amare.
Egli la strinse nuovamente a sé e le sussurrò una sola parola: << Pronta? >>
Lei annuì, non aveva paura. In fondo, come poteva la Luce aver paura dell’Amore?
E allora Ringil saltò. Lasciò ancora che le sue ali si facessero strada nel cielo, e con Crystal vicina erano più potenti che mai. Ringil era sicuro che, se avesse voluto, avrebbe superato anche l’atmosfera.
Si lasciò cadere, per poi tornare su, girare vorticosamente ed atterrare sul tetto della casa della ragazza.
Ella tutto il tempo, era rimasta stretta al suo petto; volare con Ringil era una delle cose che amava di più.
Il ragazzo si staccò leggermente da lei, accarezzandole piano il mento tenendolo fra indice e pollice.
Si sorrisero, prima di sedersi sul tetto.
Egli la circondava con un braccio e, per evitare che sentisse freddo, anche con un’ala. La sua mano le accarezzava una spalla, come se con quel semplice e amorevole tocco volesse convince entrambi che tutto quello che stavano vivendo non era il frutto di un sogno, ma una magica, splendida realtà. La loro realtà.
Ringil decise di rompere il silenzio: << Non so perché l’ho fatto. A venire qui intendo. So solo che mi mancavi, che volevo stare con te, almeno un po’. >> Mentre parlava fissava il cielo, la luna illuminava la sua pelle, ma mai quanto la ragazza che stava stringendo illuminava il suo cuore.
Crystal si accoccolò a lui, lasciandolo piacevolmente sorpreso. << E’ una fortuna allora che tra noi sia tu quello con le ali: io lo farei tutte le sere. >> Gli rispose sorridendo. Ringil trattenne un respiro. << Anch’io posso farlo tutte le sere. Se tu lo vuoi. >> Si voltò appena verso di lei, la vide chiudere gli occhi e sospirare felice solo al pensiero. << Davvero? >>
<< Certo. >>
<< Allora si. Certo che lo vorrei. >>
Parlarono a lungo sussurrando. Cose che avrebbero condiviso solo loro, e che nessuno mai avrebbe saputo, eccetto qualche falena notturna e qualche lucciola, uscirono dalle loro labbra e dal loro cuore. Non era nulla di eccezionale, parlarono della giornata appena trascorsa, del futuro imminente e di quello lontano, come se ne avessero saputo qualcosa.
Per tutto il tempo, Ringil non smise di accarezzarla e lei non si scostò dal suo petto.
Quando egli si accorse che lei tentava di reprimere uno sbadiglio la sollevò, e senza aggiungere altro la riportò sul davanzale della finestra della sua camera. << Ecco qui. Sana e salva .>> Le sorrise. Crystal ricambiò il sorriso. << Non restare qui fuori tutta la notte. >> Gli sussurrò. << Devi riposare, o domani sarai mezzo morto. >>
<< Impossibile; ho visto te, non potrei sentirmi più vivo. Ma se è ciò che desideri… >> Nessuno si era mai preoccupato che dormisse a sufficienza. Crystal aveva anteposto ciò che voleva a quello che era invece meglio per lui, e questo lo fece sentire bene come mai si era sentito prima.
<< Si, lo desidero. >>
Ringil allora le sorrise ancora una volta e le si avvicinò. Le portò una mano al viso e chiuse gli occhi. Il suo naso sfiorò quello di lei, e le fronti già poggiate l’una all'altra collegarono i loro pensieri. Ti amo. Diceva lui. Anch’io… Rispondeva lei.
Una conversazione priva di suono, ma in compenso, piena di tenerezza.
Lottando contro l’impulso di baciarla e restare lì con lei, Ringil si limitò ad accarezzarle di nuovo il viso.
<< Buona notte… >> Si sussurrarono a vicenda mentre lui spalancava le ali, e poco dopo egli si allontanò dalla casa di Crystal volando in direzione della luna. Sapeva che anche lei la stava fissando.
E Ringil sorrise, con la ferma convinzione che tra loro sarebbe stato per sempre.


Angolo autrice:
Ehm, salve a tutti! ^-^ (Tutti? Ma tutti chi? Che mitomane...)
Premetto che questa è la prima storia romantica che scrivo, e la prima in assoluto che pubblico. Vi chiedo quindi di avere pietà di me... xD
Piccolo chiarimento: inventai questi due personaggi svariato tempo fa... e feci nascere Crystal con una maledizione. (Sono una persona ignobile): questa comportava diverse caratteristiche spiacevoli, tra cui una in particolare, che ha influito su questa storia, e che quindi ci tenevo a spiegare: Crystal non può baciare Ringil, perchè un semplice tocco delle sue labbra estirperebbe via l'energia vitale del suo amato. Per eventuali chiarimenti in più recensite oppure contattatemi in privato. ^-^ Chiedo scusa per eventuali errori ortografici, di struttura, e/o battitura (perchè sono sicura che ce ne sono, purtroppo... T-T)
E ringrazio in anticipo tutti quelli che leggeranno e/o lasceranno un recensione... *occhioni grandi e teneri*
Credo di aver detto tutto... bye! :3

- Crys.
   
 
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