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Autore: luciadom    14/06/2015    4 recensioni
I pensieri di Inuyasha, mentre osserva suo figlio giocare...
DALLA STORIA:
Si era sempre comportato come un marito e come un padre esemplare, ma nessuno aveva mai anche minimamente trattato male la sua famiglia.
Forse per riconoscenza, forse per rispetto, forse perché semplicemente aveva capito che non tutti i demoni o gli umani sono necessariamente crudeli o distaccati....
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Gioie e dolori di un mezzo demone'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e sono propri della rispettiva autrice. La storia è scritta non a scopo di lucro ma solo per passione personale.

Seguito di Un regalo ai piedi dell'albero

Famiglia

Poggiato a Goshinboku, Inuyasha guardava suo figlio giocare.
Era quasi la sua copia miniaturizzata.
Le morbide e bianche orecchie da cane, i capelli albini già abbastanza lunghi, gli occhi appena più scuri dei suoi...
Correva ridendo, inseguendo ed inseguito a sua volta dai figli di Sango e Miroku, di qualche anno più grandi di lui.
Kagome era a casa a riposare, in compagnia di Sango.
Aveva chiesto alla sterminatrice di starle vicino, qualora avesse avuto bisogno di aiuto, visto il pancione.
Ormai mancava poco al parto, a breve avrebbe visto nascere il suo secondogenito, e nelle ultime settimane aveva sempre cercato di rimanere nei paragi di casa sua, anche durante le battute di caccia o i combattimenti con qualche demone, che di tanto in tanto, infestava ancora i villaggi.
Non voleva lasciarla sola, né farla affaticare.
Già con la prima gravidanza le aveva proibito ogni tipo di sforzo, compreso l’utilizzo di arco e frecce!
Tuttavia, suo figlio era ancora troppo piccolo per stare sempre chiuso nella loro capanna, e sebbene sembrasse molto obbediente e raramente disturbava o faceva arrabbiare sua madre, allontanarlo per un po’ avrebbe permesso alla giovane sacerdotessa di ristorarsi qualche ora, e di far divertire lui.
Si alzò, non staccando mai gli occhi dai bambini.
Adorava stare a guardare suo figlio: sia che stesse dormendo, sia che stesse mangiando con loro attorno al fuoco, sia che stesse giocando, come in quell’occasione.
Adorava sentire le sue risate, vedere quel divertimento e quella spensieratezza che non erano mai potuti essere suoi, durante la sua infanzia.
Miroku era a far legna poco più in là e gli aveva affidato anche le gemelle e il piccolo.
Sapeva che Inuyasha li amava quasi come figli suoi, sapeva che dietro la natura burbera ed altezzosa che molto spesso lo aveva caratterizzato, in realtà c’era un animo molto umano.
Indipendentemente dalla sua natura.
Quando qualche anno prima, proprio ai piedi di Goshinboku, Kagome aveva detto al mezzo-demone di essere incinta, aveva provato una sensazione
indescrivibile nascergli dentro.

Si era sentito felice e preoccupato allo stesso tempo.
Finalmente avrebbe avuto una famiglia, quella che da piccolo non aveva potuto godersi a fondo con la morte di suo padre prima, quando era solo in fasce, e di sua madre Izayoi poi, appena sei anni dopo.
Dopo una lunga vita da solo, dopo l’esclusione da parte degli umani o dei demoni, dopo le battaglie per la Sfera dei Quattro Spiriti, dopo Kikyo …
Kagome si era dimostrata la sua strada.
Ma subito dopo aveva anche temuto per il destino di suo figlio, e sapeva che quelle paure le condivideva anche Kagome.
Come avrebbe reagito la gente con un nuovo mezzo-demone?
Della stirpe Taishō, per giunta.
Era un rischio per tutti quelli come lui, come era successo anche a Jinenji, e alla piccola Shiori.
Non essere né l’uno né l’altro.
Né umano, né demone.
Già in quel momento, aveva promesso a Kagome che una cosa simile non sarebbe più successa, che lui non avrebbe permesso che le stesse
sevizie subite personalmente si ripercuotessero su suo figlio.

E così era stato.
Si era sempre comportato come un marito e come un padre esemplare, ma nessuno aveva mai anche minimamente trattato male la sua famiglia.
Forse per riconoscenza, forse per rispetto, forse perché semplicemente aveva capito che non tutti i demoni o gli umani sono necessariamente crudeli o distaccati.
Si avvicinò ai bambini, che adesso si erano riuniti tutti in cerchio, chinati ad osservare qualcosa curiosi: un fiore o forse un insetto.
Vide poi una delle gemelle sobbalzare appena, e riemergere dal gruppo puntando un manina verso l’alto.
Avvicinandosi notò una farfalla colorata che muoveva appena le ali, sulle dita della bimba, osservata da quattro paia di occhietti estasiati, per poi volare subito via, seguita dalle voci deluse dei bambini.
Sorrise, divertito ed intenerito a quella scena.
Riprendendo il flusso dei suoi ricordi, gli venne in mente suo fratello maggiore.
Eh sì! Persino i rapporti con Sesshomaru erano paradossalmente migliorati, e soprattutto, l’atteggiamento del demone verso gli esseri umani.
Rin era ancora una ragazzina, ma già iniziava a mostrare piccoli segni che nella maturità, l’avrebbero resa sicuramente una bella donna, umana, ma comunque bella e desiderabile.
E sapeva che suo fratello teneva a lei più di qualsiasi altra cosa.
Dal momento in cui aveva poi saputo della sua paternità, nelle rare volte in cui si erano visti al ritorno dai suoi viaggi, aveva anche mostrato... una finta indifferenza.
Una volta aveva addirittura giurato, di averlo visto guardare il neonato con interesse, evidentemente pensando di non essere visto.
Sì, anche il glaciale principe dei demoni era decisamente cambiato!
Chissà come avrebbe reagito alla notizia di un figlio suo…
Rise da dolo, scacciando i pensieri che stava facendo su di lui.
Tornò a guardare i bambini, stesi ora sull’erba a pancia in giù, tutti vicini vicini e con le teste sorrette dalle mani, intenti ad ammirare il sole ormai al tramonto.
Guardò suo figlio, e gli venne di nuovo in mente la gioia indescrivibile che aveva provato quando lo aveva preso in braccio la prima volta, il rossore dalla forte emozione ogni volta che sfiorava, e che aveva sfiorato, il ventre di Kagome, avvertendo magari il battito del cuore o qualche piccolo calcio.
Riconfermò a se stesso il giuramento che aveva fatto a sua moglie.

-Sarà diverso. Nessuno oserà mai fargli quello che hanno fatto a me!-

Effettivamente le cose stavano andando così, e sarebbero state così sempre.
Vide Miroku ed Hachi avvicinarsi col carico di legna.
Era tempo di tornare a casa.
Prese suo figlio sulle spalle, e Miroku prese i suoi con sé in groppa al loro fedele demone tasso.

-Non vuoi venire con noi, Inuyasha?-

-No, a Daiki piace saltellare tra i boschi di tanto in tanto!- indicò con lo sguardo suo figlio, sorridendo fiero. -Ci vediamo al villaggio.-

Miroku annuì, volando subito via.

-Papà? Facciamo una corsa così arriviamo prima dello zio Miroku?-

Inuyasha non se lo fece ripetere due volte.
Si voltò e cominciò a correre e a saltare come ormai faceva da anni anche con Kagome, offrendole sempre la sua schiena come supporto.
La sua velocità era tale, da non fargli posare i piedi per terra se non per saltare, e percorrere tanta distanza in pochi istanti.
Amava essere complice con Daiki nei dispetti a Miroku, o a Shippo, ma soprattutto non vedeva l’ora di tornare da sua moglie.

-Sarà diverso. Nessuno oserà mai fargli quello che hanno fatto a me!-

Era quello che si ripeteva sempre, ogni giorno.
Proteggere la sua famiglia era il suo primo pensiero al mattino e l’ultimo alla sera, ed abbandonarsi ad ammirarla, come un umano romantico, a volte
anche quando era sicuro di non essere notato da nessuno, significava per lui trasportarsi da sé in una sorta d’estasi … nella consapevolezza che era
nato nient’altro che per loro.

Raggiunse il villaggio, fermandosi dove di solito si riunivano i cacciatori o i contadini prima di rientrare ognuno nella propria capanna.
Pochi istanti dopo, Hachiemon atterrò dietro di lui trasformandosi nella sua forma originaria.
Miroku lo guardò di sottecchi, tralasciando ogni tipo di commento.
I due uomini poi si sorrisero, dirigendosi verso la capanna del mezzo-demone per raggiungere le proprie mogli.
Quando entrò, per primo, Inuyasha fece cadere lo sguardo su Kagome, appoggiata alla parete ed intenta ad accarezzarsi il ventre e a sussurrare qualcosa dolcemente.
Sorrise.
La sua famiglia.


NdA

Ciao popolo di EFP!
Torno con una shottina… nata grazie ad una foto.
Scorrendo la Home di Facebook, mi è saltata agli occhi un’immagine di un bimbo, forse ancora in età prescolare, vestito da Inuyasha.
La pagina Facebook da cui l’ho presa e condivisa potete trovarla cliccando su questo link:

https://www.facebook.com/pages/Inuyasha-%E7%8A%AC%E5%A4%9C%E5%8F%89/1617205361826077

Quel cosplay mi ha intenerito molto, e mi ha anche un po’ ispirata.
Dopo un bel po’ di tempo che non entro soprattutto in questo Fandom, è nata questa shottina, molto semplice credo, senza pretese, forse addirittura banale, ma sentivo proprio il bisogno di scriverla.
In realtà sono settimane che sento il bisogno di scrivere in generale, ma per una serie di motivi anche se in testa so benissimo come portare avanti i capitoli, non mi decido mai.
Per ora ho cominciato così.
Il secondo capitolo di Half Demon and Human Feelings (Movie Events) , è a metà, e quando finirò quello e sarò davvero soddisfatta del lavoro lo pubblicherò :)

Il nome del figlio di Inuyasha, Daichi… vuol dire “Grande Albero”.
Ho pensato che potesse esserci qualche collegamento con Goshinboku, sia per il ruolo che l’albero secolare riveste all’interno della storia originale, sia perché in Un regalo ai piedi dell'albero, Kagome dice ad Inuyasha di aspettare il loro primogenito proprio ai piedi del dio albero.
Mi sono messa alla ricerca di nomi giapponesi e relativi significati su internet, e quando ho trovato questo, mi è sembrato subito adatto :)
Non so se questo nome compare anche in altre fanfic, non ne ho lette tante da essere sicura di non aver “copiato”, ma chiedo scusa nel caso dovessi aver fatto una cosa simile, involontariamente.

Grazie a chi ha letto, e/o commentato tutti i miei lavori precedenti su Inuyasha.
Spero che questa shottina che, mi ha molto aiutato scriverla visto qualche casino che ho in questo periodo, possa piacervi.
Grazie in anticipo a chi leggerà o commenterà!
Un abbraccio

Luciadom

   
 
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