• Day 1: Journey

“Visione magnifica”

È Hak a notarlo, per primo, perché i suoi occhi si soffermano su di lei più che su ogni altro dettaglio importante del mondo, pur nella leggerezza di una discrezione che non osa lasciare traccia.
Lei lo fa quando è sovrappensiero, e l'abitudine prende i gesti ancora prima del pensiero logico: la muove in modo automatico, come farebbe senza nessun contesto attorno – non la guerra, non il regno da salvare, non il tradimento nel cuore e nessuno a cui badare.
Le dita salgono ai capelli corti, per giocare con un paio di ciuffi ramati: si intrecciano e si arrotolano, fanno qualche giro e poi rilasciano per cominciare ancora, qualche secondo dopo.
Hak è sicuro che anche i Draghi e Yoon abbiano notato questo suo gesto innocuo, ma se tutti loro non ne hanno tratto alcun altro significato profondo, per lui è qualcosa di rilevante.
Qualcosa in grado di farlo sorridere, nell'intimo.
Lui è consapevole di portare una terribile colpa, con sé: il desiderio di poterla amarla. Non di essere ricambiato, perché a tanto neanche la sua sfacciataggine arriva, soltanto di avere l'ardire di rivolgerle sinceramente la devozione nella sua forma più pura e candida.
Eppure, il materialismo che lo contraddistingue – che come soldato lo allaccia fermamente alla vita su quella terra e anche alla praticità tutta concreta – lo conduce a una incoerenza dolorosa, che gli squarcia il petto in più occasioni. E lo maledice e lo santifica allo stesso tempo.
La desidera, ma non può che allontanarla.
La brama, ma non può trattenerla a sé.
La guarda, e nota quanto quel viaggio non l'abbia cambiata: quel viaggio ha solo esaltato ciò che già esisteva, nascosto sotto strati di lusso e di occasioni perdute.
Potrebbe mentire, dicendo di aver sempre amato la stessa Yona. Ma quanto vile sarebbe, dopotutto, rispetto alla meraviglia di amarla ogni giorno di più, scoprendo fin dove la sua nobiltà e la sua forza possono arrivare. Yona non ha mai perso se stessa, e quel gesto lo rivela, in una costante che lega passato e presente, e di sicuro anche il futuro.
E il brillare dei proprio occhi non sarebbe così acceso da far male.
Se prima poteva assopire il proprio sentimento, perché niente avrebbe cambiato il destino della principessa, ora è corroso dall'illusione di poter incidere molto di più di prima, e l'arroganza di un tale pensiero lo getta in dubbi terribili, quasi folli. Se non ci fossero le parole di Yona a tenerlo fermo, lui sarebbe perduto irrimediabilmente. È il suo punto di riferimento, la stella ferma che conduce ogni cammino.
Tutto, proprio tutto di Hak, è mirato in un'unica direzione.
Vale forse mille giorni al freddo, senza un giaciglio comodo e un caldo pasto. La fatica di lotte senza fine e di una condotta sbandata che non ha riparo. Hak lo sa più dei Draghi e di Yoon, questo: il prezzo per i loro desideri è alto, troppo difficile per comuni esseri umani.
Sorride ancora, e lascia andare la visione di lei mentre gioca ancora con i capelli, tornando alle proprie faccende. L'ardore nel cuore non si è spento, e forse non sarà mai possibile farlo – lo definiscono Bestia per un motivo, dopotutto.
Ovunque verrà condotto, non ha importanza. Perché ogni grammo di forza e di volontà sarà devoto a una cosa soltanto, fintanto che sarà in grado di respirare. A Yona e alla sua volontà.