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Autore: CrisBo    15/06/2015    6 recensioni
Si passò una mano tra i ricci per, poi, incrociare le dita tra loro dietro la nuca.
Era circondato da persone intente ad inchinarsi davanti a quattro piccoli mezzuomini dall'aria stanca, frastornata e alquanto sorpresa. Due di loro gli sembravano più alti rispetto a quello grassottello, e all'altro dai capelli scuri ma, per lui, ogni altezza valeva l'altra se poteva guardarli dal suo metro e ottanta. Per l'amor del cielo, quei nani da giardino coi panciotti colorati potevano avere quarant'anni per gamba, e avevano l'aspetto di suo figlio.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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La mia Terra di Mezzo

Si passò una mano tra i ricci per, poi, incrociare le dita tra loro dietro la nuca.
Era circondato da persone intente ad inchinarsi davanti a quattro piccoli mezzuomini dall'aria stanca, frastornata e alquanto sorpresa. Due di loro gli sembravano più alti rispetto a quello grassottello, e all'altro dai capelli scuri ma, per lui, ogni altezza valeva l'altra se poteva guardarli dal suo metro e ottanta. Per l'amor del cielo, quei nani da giardino coi panciotti colorati potevano avere quarant'anni per gamba, e avevano l'aspetto di suo figlio.

«Ora basta!»

Sbottò con un ringhio animalesco, facendosi strada tra la folla. Passò di fianco ad una dama dai capelli biondi e ad un cavaliere che la teneva a braccetto. Era convinto che quello strano tizio con le orecchie a punta, e il diadema, potesse far esplodere le vene sulle tempie per quell'oltraggio.
In fondo aveva appena interrotto un inchino degno di nota, lui era l'unico rimasto in piedi.

«Ma si può sapere che diavolo avete tutti quanti? Dopo un anno in cui ci siamo dovuti sorbire i volteggi da prima ballerina di questo qui.» E indicò Legolas, allungando un braccio. «E questa sottospecie di gnomo dal nome tipicamente pornografico, fare danni ogni volta che tenta di dire qualcosa che somigli vagamente ad una frase di senso compiuto...» Indicò Pipino «...Voi vi inchinate? Ma dove sono l'alcol, le squillo di lusso... l'alcol?»

Il Re di Gondor si fece largo, allontanandosi da dama Arwen e camminando piano, guardando lo straniero con serietà.

«Non so chi tu sia, buon uomo, ma quello che questi nostri quattro amici hanno fatto per la Terra di Mezzo verrà ricordato per sempre. Riposeranno tra le ricchezze e la lealtà che porteremo nel cuore, ritorneranno nella loro amata Contea e saranno eroi di un'Era che non sarà mai vana.»

«Ah bè allora lasciami giusto dire due paroline, riguardo a tutto questo papiro di banalità insulse che mi hai propinato. Forse come spettatori interni alla vostra vicenda melodrammatica fatta di “oooh mio dio perchè quel bell'omaccione non mi ama” e “ma padrone io sono vostro amico, anche se questo viaggio è più duro che restare a casa e cercare di non mangiare tutte le crostate di mele della nonna”, “no, ti assicuro Sam che è molto più duro cercare di dormire di fianco a uno che mangia solo quelle specie di frittelle elfiche, e non hai idea di che problemi intestinali potrebbe innescare da un momento all'altro”, non siete consapevoli di quante volte abbiamo cercato di far esplodere il vostro insensato mondo, per evitarci altre torture psicologiche. Partiamo proprio con te, specie di highlander dai capelli unti, si può sapere da dove viene fuori il tuo ottimismo? Non fai che blaterare sulla speranza: speranza di qua, di su, di sotto e poi – con una bella infilzata – pugnali al cuore la Barbie bionda, snobbando il suo platonico amore verso gli uomini oleati. Sono quasi convinto che tu, con gli elfi, ti droghi di piante allucinogene, perché è impoooossibile che non riesca a perdere la tua perfezione da action-man. E non dimentichiamo il fatto che quasi ti decapitano, cadi da un burrone con la grazia di una ballerina, entri in una montagna piena di morti, lanci un nano senza farti venire la sciatica e quasi ti calpestano davanti alla Cascina Mare di Sauron e niente, neanche un braccio rotto, neanche un mignolo distorto. Cosa sei, la trasposizione fantasy-medievale di quel maledetto Hugh Jackman? E, oltre tutto, riesci pure a portarti a letto la bella che, e fermami se sbaglio, preferisce morire piuttosto che perdere tutto il sudore che emani. Sei talmente perfetto e immortale che mi dai la nausea. Quel poveraccio di Boromir non è riuscito neanche a resistere fino alla fine del primo film, che si è beccato un paio di frecce ed è crepato. Tra le tue braccia poi, pensa all'ironia della sorte.»

Aragorn non aveva cambiato espressione durante tutto il monologo. Guardava quello strano uomo dai capelli ricci e l'aria minacciosa, senza esporre alcuna emozione che rasentava il fastidio o il rancore. Semplicemente sorrideva, provando una certa commiserazione.

«Ah e, oltre tutto, sei pure diventato Re. E sono quasi sicuro che quella bella bionda prova qualcosa per te, visto che non sei abbastanza amato, ma forse è ora che punti il suo reggiseno da un'altra parte visto che la storia è finita, e non c'è più occasione di far nascere qualche tresca fra te e l'elfa- »
«Zitto, umano, o le tue parole diventeranno polvere.»

Il dottor Cox puntò lo sguardo verso Legolas, che lo fissava con una certa rigidità, appiattendo le labbra sottili.
Si mise le dita davanti alle labbra, guardandolo teatralmente sconfortato.

«Oh mi scusi, signorina, pensavo che non mi stesse ascoltando. Non ti sarai mica offesa perché il tuo bell'umano, qui, ha preferito la moretta? Sappi che io tifavo per te, dico davvero, anche seee devo ammettere che non credo sarei riuscito a sopportare i tuoi sguardi lascivi e penetranti ancora per molto. Passi i volteggi per tonificare il sedere, e cercare di entrare nel tubino che il babbo ti ha regalato per Natale ma, dai, se hai problemi di cataratta fatti visitare da quella strana elfa che diventa un negativo fotografico umano se gli viene il ciclo.»

Legolas strinse le dita tra loro e già l'arto destro stava per scattare ma il nano gli si parò davanti, sbuffando sotto la barba rossiccia.

«Sono contrariato quanto te per la mancanza di alcol, Uomo, ma quando assaggerai la mia ascia non potrai più farne a meno.»

Cox si mise a ridere, tirando indietro la testa, prima di sfiorarsi la punta del naso e incrociare le braccia allo sterno.
Digrignò i denti per un istante prima di fare un passo in avanti, in direzione di Gimli.

«Andiamo amico, sei l'unico fra tutti per cui posso provare una certa dose di simpatia. Ti piacciono la birra e le donne pelose, potremmo anche diventare amici.»
«Oh certo, sarebbe stato più divertente farmi uccidere da uno di quegli orchetti.»
«Ecco qual è il problema di voi nani, siete burberi e minacciate sempre di morte qualcuno. Accidenti, saresti stato un ottimo chirurgo!»
«Senti, se hai qualche problema perché non vai a lamentarti con-»
«No.»
«Come, scusate?»

L'uomo che aveva parlato, un giovane biondo dai capelli mossi e gli occhi chiari, lo guardava fisso con aria un po' incuriosita. La donna dai capelli biondi gli si affiancò velocemente, prendendolo per un braccio. Entrambi avevano lo sguardo sicuro e fiero; non era sicuro di chi dei due fosse quello che portava i pantaloni.

«Ho detto no. E dico no perché tu non hai fatto altro che frignare, perché il papino non ti lasciava mangiare il gelato dopo mangiato, e non ti rimboccava le coperte e c'è voluto l'arrivo di una donna – segretamente innamorata dell'uomo untuoso - per farti tirare fuori un po' di attributi. Insomma, davvero, pensi di poter essere credibile con la tua corazza metallica e lo sguardo da Principino di Fantasylandia per intimorirmi? Andiamo! Sei tu che ti metti il grembiulino quando prepari i biscotti o, alle volte, vi date il cambio?»

Esclamò Cox, mettendo in mezzo anche Eowyn nella conversazione.
Lei aveva lo sguardo di fuoco e fece un passo in avanti, irrigidendo i muscoli.

«Tu parli di cose che non conosci. Non sai cosa significa guerra, non hai idea di che cosa questa gente abbia passato per arrivare a questo e ora, dopo anni di agonia e tormento, rivediamo finalmente la luce. Tu stai portando altro dolore che non vogliamo quindi vattene, ora, e non tornare più.»

«Hai detto qualcosa, Rebecca? No perché ero quasi convinto che stessi dicendo qualcosa di interessante, ma mi sono addormentato non appena ho sentito la tua vocina da donnina dura e forte. Ah certo, hai ucciso il potente Stregone di Angmar sfoderando un'innata battuta femminista e ribelle quindi – ora – ti senti parte di quella tribù di donne che conoscono la guerra, il sangue e blablabla. Purtroppo ho una specie di agglomerato d'ospizio come capo che continua a ricordarmi di avere il nome Johnny tatuato sulle sue chiappe ottantenni, intimo cimelio della guerra sai com'è, quindi – eeeek – avanti il prossimo. Storia già sentita sottospecie di Mulan bianca.»

«Senti tu, razza di pomposo farabu-»

Eomer stava già per colpirlo con un pugno dritto in faccia, ma Aragorn riuscì a fermarlo appena in tempo, prendendolo per un braccio. Eomer digrignò i denti per la rabbia, e cercò di strattonarsi dal Re di Gondor, ma quello trattene la presa con una certa forza.

«Oh avanti Spartacus, fammi vedere quanto sei forte. Sfoga un po' questa tua rabbia, smettila di trattenerla. Dovresti prendere esempio da me, non hai idea di che cosa faccio patire agli specializzandi quando mi fissano come stai facendo tu adesso.»
«Chiudi quella dannata bocca o giuro che ti rompo tutti i denti.»
«Adesso sono letteralmente bloccato dalla paura. Oh mio dio, mi spaccherai tutti i denti, aspetta che mi preparo già le prossime ventidue sedute dallo psicanalista per cercare di dimenticare quanto sei noioso!»

Un uomo dai capelli bianchi e il bastone si fece avanti tra la folla, di fianco all'elfo coi capelli neri e il diadema in fronte.
Puntò il bastone per terra, guardando lo straniero con occhi saggi ma intensi.

«Che cessino queste parole, si sta rovinando una giornata che dovrebbe portarci festa e gioia.»
«Ah, eccolo qua, l'uomo immortale che – a differenza dell'altro – purtroppo invecchia. Credo di aver appurato che fumare molta erba pipa degli gnomi, che ho qui dietro le spalle, porti ad un’aspettativa di vita molto ampio. Certo se la prospettiva è quella di dover vivere circondato da persone molto molto molto molto molto molto noiose come voi, preferisco mettere fine a tutto questo molto prima.»
«Gandalf, forse è il caso di fare qualcosa...»

Aragorn parlò così a Gandalf ma quello non lo guardava. Continuava a fissare lo straniero con occhi sottili, minuziosi.

«Oh ma certo, Gandalf è quello che sparisce per sette mesi – facendo quasi crepare tutti – ma poi ricompare con un nuovo guardaroba, e sfoggiando la nuova tinta L'Oreal, e tutti che capiscono che senza di lui sareste già sotto terra da un pezzo. Mi chiedo se sia lui che porta così sfiga, come la signora Fletcher. »
«È il caso di moderare le parole, Umano, se non volete ritrovarvi prigioniero delle celle di Bosco Atro. Conosco nani che non hanno passato bei momenti, lì dentro.»

Interruppe l'elfo dai capelli scuri, guardandolo con occhi ingigantiti.

«Ma tu, oltre a passare il tempo cercando di costruire un ponte tra le sopracciglia e l'attaccatura di capelli, a cos'altro servi? La tua unica indole è quella di organizzare pranzi e consigli dove, immancabilmente, mandi a morire qualcuno o rovini tuuutta la festa. E occhio quando t'arrabbi, che ho visto qualche vena pulsare, e non vorrei mai che ti scoppiasse una tempia per lo sforzo.»
«Gandalf...»

Elrond guardò l'amico Stregone con occhio annoiato e l'altro fece un solo cenno, rialzando il bastone.

«Oh certo, poi qua tutti a parlarvi con sguardi, indovinelli, enigmi, mappe, canti e jatture che neanche voi sapete più che cavolo vi state dicendo. Per non parlare di quando cominciate a inventarvi versi animali, per spacciarli come antichissima lingua elfica.»

Cox indicò Arwen e Aragorn con una mano, allungando il braccio.

«Ma vi dirò un super segretissimo: con me le vostre forme di comunicazione non funzionano. Non funzionano le vostre magie, i vostri tentativi di affondarmi, di farmi sentire in colpa, né tantomeno gli sguardi da cuccioli a cui hanno tolto la scodella di questi quattro qua. Ah accidenti, su di voi dovrai elencare una lista di cose che, effettivamente, mi toglierebbe così tanto tempo che Peter Jackson sarebbe costretto a filmare altri tre film, solo per farcele stare tutte.»

I quattro hobbit, per ora silenziosi e attenti, si guardarono tra loro.
Pipino stava già per avanzare, con un dito per aria, ma Cox tornò a incrociare le dita dietro la testa.

«No fermati con quel dito tu, razza di terrorista, che ogni volta che tocchi qualcosa crei un disastro nucleare che porta a morte certa. Mi chiedo a chi sia venuta la brillante idea di farlo partecipare ad una missione altamente rischiosa e segreta quando, e di nuovo fermatemi se sbaglio, è palese che non sappia nemmeno rubare un paio di carote senza farsi scoprire dal contadino. Devo ammettere che qualcosa di utile, però, l'ha fatto: tipo accendere un falò per un bel picnic invernale ponendo fine allo scartavetramento di scatole a cui erano costretti a vivere quei poveri esseri, che dovevano accendere i fuochi. Certo, se non fosse stato per lui, probabilmente Gandalf non sarebbe mai caduto col Balrog e forse la storia sarebbe finita almeno sette ore prima ma – ehi – lo perdoniamo perché in fondo peggio di così non può combinare no?»

Pipino non sapeva se ridere o no per quella sottospecie di monologo. Guardò verso Merry e lui lo guardò con la stessa espressione.

«Almeno non sei stato inutile quanto quella patata lessa che ti sta di fianco. Mi spieghi, effettivamente, qual è stato il tuo scopo nella storia? Oltre svenire dopo tre secondi che la nostra Mulan ti ha portato in battaglia? Accidenti, almeno Bilbo – nonostante non sapesse manco tirare un sasso senza perdere i sensi – era intelligente. Tu che scusa hai? Mi sa che tutte quelle tinte bionde per assomigliare al fratellino minore della nostra friendzonata, ti hanno essiccato qualsiasi idea buona che tu potessi avere nell'arco della storia. Non è neanche tua l'idea di colpire Isengard, dobbiamo dare tutto il merito a quel decerebrato di cugino che ti ritrovi, pensa te come eravamo messi.»

Pipino stava già per ribattere, a favore del suo caro cugino, ma Cox passò la mano a Frodo. Gli gironzolò intorno, guardandolo con occhi fissi.

«Ma, ovviamente, tu sei la mia preda preferita caro permanentato dagli occhi scintillanti. Avrai conquistato tutte le ragazzine del mondo sbattendo le tue bellissime ciglia ma tu sei il peggiore di tutti. Ti prendi la responsabilità più enorme, porterai tu l'anello a Mordor, ma accidenti non era forse il caso che qualcuno ti facesse prima passare un colloquio, un'analisi psicologica, un accertamento medico, un'altra analisi psicologica e – in più – una simulazione di almeno un anno per vedere quanto saresti stato capace di sopportare quella bigiotteria cinese attaccata al collo? Passi il primo film, dove non sei ancora del tutto impazzito, ma – cavolo – se svarioni, bello mio. Nemmeno il più scemo degli imbecilli – dannazione nemmeno il pivello – avrebbe fatto scelte più idiote delle tue. Passiamo per Moria tanto non ci vive un Balrog ammazza-tutti che ha fatto fuggire una comunità di nani tosti quanto il nostro boscaiolo qua, facciamo entrare nel nostro giro di trekking Gollum che tanto non è uno psicopatico bipolare con disfunzione della personalità, e un disturbo ossessivo-compulsivo verso l'oggetto che stai cercando di distruggere, seguiamo i suoi consigli e passiamo nella “galleria”, che tanto non ci vive un ragno talmente grosso che IT, in confronto, è una formichina indifesa. E bada, David Gnomo, che prima ho detto “cercando” di distruggere perchè – ovviamente – non eri neanche lontanamente in grado di poter fare bene l'unica cosa che dovevi fare! Eh no, Ape Maia, no. Questo anello era tuo, eh, mica potevi distruggerlo ed evitare che tutti quei poveri sfigati dei tuoi amici morissero, pensando di aver fatto la scelta migliore di tutte nell'affidarti la distruzione dell'Unico. E non mi dimentico la parte più importante di tutte, Joelle, no!»

E detto questo sfoderò un gran sorriso, prendendo per un braccio Sam e trascinandoselo vicino.
Sam per poco non sbiancò, ma tratteneva dentro di sé tante di quelle parole, che gli fu difficile non ribattere a quella caterva di insulti verso il suo caro amico Frodo.
Cox gli passò una mano tra le spalle e lo strinse un po'.

«Qualcuno osanni questa specie di patata lessa. Eravate tutti preoccupati che Frodo non ci rimettesse la manicure appena fatta, che vi siete dimenticati dell'unico punto essenziale in tutta questa storia: se Sam non avesse seguito Frodo, finendo quasi annegato per colpa di tutte le crostate mangiate, la vostra bella terra – ora – sarebbe un Luna Park di torture, orchi e quei simpaticissimi mannari dall'alito così puzzolente da far sembrare le latrine delle profumerie di Chanel. E quando guardavate verso la montagna di fuoco cosa pensavate? “Oh amici miei, speriamo che Frodino sia vivo, sennò non possiamo farci un crodino”» cambiò tonalità di voce, rendendola acuta e femminile «”Oh ma certo che Frodino è vivo, è Frodino, il nipote di Bilbo. Visto che Bilbo era intelligente, lo sarà anche lui”. Eeeeekn, errore. Per fortuna vostra Bilbo aveva così tanti ori da potersi permettere questo giardiniere qua, che ha una velata cotta per il nostro caro amico di Flipper, a trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Ma no, nessuno pensa che questo povero disgraziato si è dovuto subire Gollum che cantava le canzoncine sui pesci – alimentando la mia credenza nel pensare che gli hobbit abbiano strane omosessualità latenti – si è dovuto subire Frodo in preda ad attacchi di scemite acuta, pensando a quante crostate ha dovuto rinunciare, per vederlo cadere di faccia nella palude dei morti, e – come ciliegina prelibata – lo ha pure cacciato dandogli del paria. Ooooooh signori e signoreee, ooooh, il nostro caro eroe Frodo ha passato l'intera saga a farsi salvare quelle chiappette marmoree da Sam, e nessuno che abbia regalato a questo hobbit un trofeo, un'intera piantagione di tuberi, una vasca piena di cioccolato, delle cartoline omaggio sulla Terra di Mezzo. Niente! Nooo, neanche una stretta di mano. Ora, io non vorrei essere il guastafeste della storia ma, se aveste dato l'anello a Sam non sarebbe stato meglio? Vi sareste risparmiati intense scene cinematografiche sull'espressioni facciali di questo qui e – credetemi – avreste risparmiato anche la nostra infiniiita pazienza.»

Tutti si guardarono senza dire una parola, seri in volto, un po' sconcertati. Frodo aveva gli occhi a palla, un po' turbato, e Sam non sapeva se arrossire per tutti quei complimenti o essere indignato per come stava trattando tutti i suoi amici.

«È...è stato Gollum a staccare un dito a Frodo, cadendo e...distruggendo l'anello.»

Sam balbettò quella frase senza sapere neanche perché. Cox si girò verso di lui con un sorriso enorme in volto e lo strinse per le spalle con le mani forti.

«Che qualcuno dia dell'alcol a quest'uomo.» Esclamò Cox.
«Tra l'altro nessuno si è mai chiesto come mai le Aquile non ci hanno portato direttamente a Mordor, senza farci sprecare mesi di tempo, evitandoci morti e rapimenti?»

Pipino tirò fuori quella massima e Merry gli strinse il braccio, guardandolo negli occhi.

«Pipino ti prego, non infierire o...»

Cox, che aveva captato quella frase come un segugio, si voltò con un ghigno malefico già pronto a parlare...


 


 


 

«Pivello, vuoi tornare nel mondo dei presunti mortali, o stai ancora fantasticando su quale tinta ti stia meglio? Per l'amor del cielo, Natasha, vuoi mettere in moto quel cervello o devo trovare qualcuno che non si diverta a farmi perdere tempo?»

JD si riprese da un lungo momento di fantasticheria e guardò il Dottor Cox con aria un po' stralunata.
Le luci dell'ospedale erano forti e nell'aria c'era odore di medicine, di muffin al mirtillo – Kelso era appena passato con le tasche ripiene – e i rumori dei macchinari erano ritornati vividi, così come la realtà.

«Forse dovresti guardare ad est, alle prime luci dell'albra, magari troveresti quello che cerchi.»

Il dottor Cox allargò lo sguardo, incrociando le braccia al petto, prima di toccarsi il naso.

«Cosa stai farneticando, Chloe?»
«Tu non ha capito che Frodo, quando è partito per Mordor, ha rinunciato per sempre a casa sua. Dovresti avere più rispetto per lui, Perry.»
«Hai tempo un secondo per decidere di smettere di parlare immediatamente, e occuparti dell'infezione all'occhio del signor Saury, prima che io perda la pazienza e decida di trovare un nuovo modo per torturarti. Oh, e fattelo dire Patricia, è uno di quei passatempi che mi piacciono molto, insieme alle lunghe gite in barca, a guardare mio figlio Jack fare il lancio della cacca verso la nostra tv, e ascoltare Jordan quando mi parla di...qualsiasi cosa.» Cox prese un respiro. «Potrei cominciare col darti una cartellata in testa ogni volta che decidi di guardarmi in faccia, oppure trovare anche un secondo nome che sia adatto a te visto che – ooooh andiamo – oggi hai deciso di voler essere preso di mira. Quindi oggi ti chiamerò: Betty Polly Dorian. E ti preeego, potresti evitare di uccidere i miei pazienti prima che io finisca il mio turno? Te ne sarei gratissimo per semprissimo.»

«Il grande respiro prima del balzo.»
Cantilenò JD per un secondo. Non aveva dato l'idea di aver ascoltato una sola parola.

«Come hai detto, prego
«Ho speranza nelle mie doti.»
«Jenna Susanna...mi stai guardando negli occhi, per caso?»
«Non è questo il giorno!»
Il dottor Cox stava già ringhiando di rabbia.
«Ok, vado!» Biascicò JD con un filo di voce.
Accidenti, doveva smetterla di guardare il Signore degli Anelli prima di un turno.


 


 


 

* Storia betata da Leila91, frfr.


 


 

NA.
Premetto subito che è tuuuuutta colpa di Leila, ma proprio tutta, se vi siete sentiti indignati e offesi prendetevela con lei!
E bom, dopo questa buona notte e...NO, a parte gli scherzoni burloni, durante una giornata intente a cercare il gelato così come Aragorn cercava una doccia a gettoni, parlando della nostra insaziabile passione in comunissima è uscita fuori quest'idea.
Pressapoco è andata così:
"Anche io vorrei scrivere di qualcuno che piomba nella terra di mezzo. Però un uomo. Magari uno col carattere del dottor Cox..."
"Ohmygod Cri, fai un mega crossover e inserisci Coooox!"
"Andanjksa okei lo faccio!"
Fine.
Ahahahah per convincermi c'è voluto poco, per scriverla e pubblicarla Benni ha dovuto minacciarmi per giorni MA alla fine è giunto il momento di condividere con vooooi sto sclero scemo che ho partorito. Comunque tutta quest'ispirazione me l'ha insinuata la nostra commediografa-demenziale preferita e quindi la ringrazio tantissimo per avermi spronata. So che avrei potuto fare di meglio e, forse, scrivere cose più divertenti...ma ormai è andata così e quindi oh è.é
Ho unito due delle mie più grandi passioni ed è uscito questo agglomerato di cattiverie xD Se qualcuno si sente indignato o offeso se la prenda pure con chi ha inventato il dottor Cox, l'uomo capace di smontare ogni fiaccola di buonumore nell'arco di tempo di tre millisecondi.
Perdonatemiii.
A parte gli scherzi spero di avervi strappato un sorriso, perché l'intento è quello, non voglio offendere nessuno. Mi sono accorta di soffrire da sola mentre insultavo i miei hobbittini <3
Grazie comunque per chi capiterà qui per sbaglio o anche non per sbaglio. Bom e dopo questa, niente, a prestissimo e buona giornata a tutti.
Il titolo fa schifo, abbiate pietà di me e del mio cattivo gusto ç_ç

 

  
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