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Autore: Layla    15/06/2015    1 recensioni
Il mio cuore si ferma, lui invece decide saggiamente di mettersi un asciugamano e di andare nel backstage.
Adesso tocca a noi, mi dico con il cuore che mi è risalito in gola dalla preoccupazione, amo questa band e amo i componenti, ma ho un debole per Michael.
Corriamo nel backstage e gli prestiamo le prime cure, lui sembra spaventato e preoccupato, borbotta frasi a mezza voce su come sia stato stupido. Io vorrei dirgli che gli incidenti capitano a tutti, ma la bocca mi si è come seccata.
Subito dopo arrivano gli altri ragazzi, sono tutti preoccupati.

L'incidente di Michael visto da punto di vista di una volontaria presente all'arena.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa di buono.


Oggi sono felice che la squadra di volontari a cui appartengo sia di servizio alla Wembley Arena.
Stasera suonano i 5 Seconds of Summer che sono uno dei miei gruppi preferiti, l’amarezza per non essere riuscita a comprare il biglietto per il loro tour è svanita quando mi hanno detto che saremmo stati qui.
Per ora è tutto tranquillo, ci siamo occupati solo di qualche persona svenuta prima del concerto, succede a causa della troppa tensione, immagino. Lottano come leonesse per la benedetta prima fila e alcune quando ci arrivano hanno dei cali di zuccheri o di pressione. La cosa più grave di cui ci siamo occupati è stato il naso di una ragazza a cui hanno rifilato una gomitata.
Era rotto ma Zack l’ha aggiustato subito e una volta pulito via il sangue era pronta per godersi il concerto esattamente come me.
Noi siamo messi appena sotto il palco e godo di una visione particolarmente buona, ho seguito prima gli Hey Violet poi tutto il loro concerto canticchiando le loro canzoni e sorridendo come un’ebete. Anche io avrei voluto saltare e cantare a squarciagola, ma ho dovuto darmi un contegno. Sarebbe stato poco professionale e poi i miei colleghi mi prendono in giro già adesso. Dicono che alla mia età non dovrei seguirli, ma non me ne importa niente.
Come dicevo, sta andando tutto bene quando Michael cammina troppo vicino a uno degli effetti pirotecnici – una colonna di fuoco a essere precisi – e i suoi capelli prendono fuoco.
Il mio cuore si ferma, lui invece decide saggiamente di mettersi un asciugamano e di andare nel backstage.
Adesso tocca a noi, mi dico con il cuore che mi è risalito in gola dalla preoccupazione, amo questa band e amo i componenti, ma ho un debole per Michael.
Corriamo nel backstage e gli prestiamo le prime cure, lui sembra spaventato e preoccupato, borbotta frasi a mezza voce su come sia stato stupido. Io vorrei dirgli che gli incidenti capitano a tutti, ma la bocca mi si è come seccata.
Subito dopo arrivano gli altri ragazzi, sono tutti preoccupati.
“Cosa è successo?”
Chiede Luke con voce tremante, mentre Zack armeggia attorno alla faccia di Mike.
“Si è bruciato con uno degli effetti pirotecnici, il fuoco insomma. Lo porteremo all’ospedale, ma starà bene, non preoccupatevi.”
Cerco di rassicurarli, ma la mia vocina incrinata fallisce.
Calum inizia a piangere silenziosamente così come Luke.
“Andiamo a dire al pubblico che il concerto finirà prima stasera.”
Dice Ashton piano guardando preoccupato il suo amico.
“Mi dispiace.”
Sussurra quest’ultimo.
“Non dirlo, non è colpa tua.”
Gli risponde gentilmente il batterista prima di sparire con gli altri tre.
“Dobbiamo portarlo in ospedale. Katy, Yukari, preparate la barella.”
Yukari sarei io, una ragazza anglogiapponese con lunghi capelli di un rosso vivace e Katy è la mia compagna di team, bionda.
Insieme prepariamo la barella e aiutiamo il chitarrista a salirci, sembra piuttosto avvilito e si lascia legare senza emettere un suono.
“Sono un disastro.”
Mugugna quando abbiamo finito.
“No.”
La mia voce rimbomba come una fucilata nella stanza silenziosa.
“Sono incidenti che possono capitare a tutti, eri preso dal concerto e ti sei dimenticato di quel coso. Succede, non e-essere troppo severo con te stesso.”
“Questa ragazza ha ragione.”
La voce di Luke fa eco alla mia, sul volto di Calum ci sono ancora i segni delle lacrime, Ashton invece è innaturalmente pallido, tanto che lancio un’occhiata a Katy.
“Signor Irwin…”
Inizio.
“Ashton.”
“Va bene, Ashton. Sei molto pallido, vuoi del the?”
Lui scuote la testa.
“Sei molto gentile a preoccuparti per me, ma adesso è Michael che conta. Berrò del the in ospedale.”
“Va bene, volete salire sull’ambulanza?”
“Sì.”
Io e Katy iniziamo a spingere la barella seguiti da Zack e Andrew – il resto della squadra – e dalla band. L’ambulanza è parcheggiata dietro all’arena e ci arriviamo con difficoltà perché ci sono accalcate un sacco di ragazzine che vogliono vedere Mike ei ragazzi.
Vorrei tanto avere un lanciafiamme, tanto per rimanere in tema, non capiscono che intralciano solo il nostro lavoro?
Senza contare che non aiutano affatto Michael.
“Qualcuno faccia qualcosa!”
Urla Zack esasperato, i capelli neri irti per la tensione.
Finalmente arrivano i bodyguards e l’ultimo tratto riusciamo a percorrerlo agilmente, carichiamo la barella aiutati dalla band e poi saliamo tutti, Katy corre al posto del guidatore e la mette in moto con tanto di lampeggianti.
Corre come una matta, le luci della città si scontrano i vetri e poi scorrono via riempiendo il silenzio che c’è nell’abitacolo. Zack e Andrew si prendono ancora cura di Mike che continua a borbottare qualcosa su quanto sia stato stupido. Fa venire voglia di coccolarlo, non pensa a sé stesso, ma alle persone che ha deluso.
Io invece cerco di rincuorare un po’ Luke, Calum e Ashton dicendo loro che non sembra un’ustione grave, che il pronto soccorso è molto attrezzato e all’avanguardia e che probabilmente non rimarrà nessun segno di questa avventura.
Annuiscono tutti e tre, non sono nemmeno se mi abbiano sentito in ansia come sono.
Io cerco di fare del mio meglio, ma mi sento tanto impotente. Vorrei averlo preso io in faccia quel getto, così staremmo meglio.
“Pensi che ci vedrà ancora?”
“Sì.”
Risponde deciso Andrew.
“Il getto non ha preso gli occhi, solo la guancia. È stato fortunato nella sua sfortuna.”
I tre tirano un sospiro di sollievo.
“Se non avesse più potuto suonare la chitarra sarebbe stato terribile.”
Mormora Calum.
“Suonerà ancora la chitarra, ve lo prometto.”
L’ambulanza rallenta definitivamente, segno che siamo arrivati all’ospedale.
“Siamo arrivati.”
Apriamo il portellone, io e Zack caliamo la barella e la spingiamo all’interno dell’edificio, non appena varchiamo una porta a vetri un medico e delle infermiere si fanno avanti e prendono in consegna il nostro paziente.
La band li segue, io e Zack rimaniamo sulla porta.
Poco dopo un medico torna indietro.
“Cosa gli è successo di preciso? È troppo sotto shock per parlare.”
Ci chiede concitato.
“Ha camminato troppo vicino a una colonna di fuoco che c’era su palco e i suoi capelli e la faccia hanno preso fuoco.”
Rispondo coincisa.
“Bene, grazie. Potete andare.”
Zack si avvia verso la porta, ma io non mi muovo.
“Yukari…”
“Io vorrei rimanere se non vi fa niente.”
Il mio amico mi guarda un attimo, soffermandosi sul pallore del mio volto e sul fatto che giochino nervosamente con le mani, poi mi sorride dolcemente.
“Sta bene. Ce la faremo da soli, il grosso del concerto è andato.”
Io annuisco e lo guardo andarsene.

 

Trovare dove abbiano portato Michael è stato complicato, ma alla fine ce l’ho fatta. Ho visto i ragazzi fuori da una stanza e mi sono seduta su una delle sedie del lungo corridoio a una debita distanza.
Non voglio essere invadente, ma mio malgrado li vedo andare avanti e indietro preoccupati, darsi reciproche pacche sulla spalla e guardare verso la porta.
È lì che curano le ustioni, il chitarrista è in buone mani. Una volta mio padre si è ustionato con una padella nel suo ristorante e lo hanno rimesso a posto, gli è talmente grato che il medico e l’infermiera che erano di turno quella sera non pagano mai quando vengono a mangiare da noi.
Vorrei fare qualcosa sul serio, mi guardo le mani, ho il pollice che va a sangue perché mi sono tolta di nuovo le pellicine.
Sospiro.
Ok, sono vecchia.
Ho ventisette anni, ma ci tengo a questi ragazzi, la loro musica mi aiuta ad andare avanti, e vorrei aiutarli.
Mi alzo silenziosamente dalla sedia e vado nel cucinino delle infermiere, preparo del the per tre persone, metto le tazze su un vassoio e recupero persino qualche biscotto, poi prendo una bottiglietta di coca alla macchinetta. Guardo lo smartphone e noto che Michael ha twittato delle scuse per quello che è successo. C’è gente che è arrabbiata con lui o lo prende in giro. La trovo una cosa profondamente ingiusto.
Tutto è profondamente ingiusto a partire dal fatto che lui si scusi per aver avuto un incidente a fine concerto.
A passi tremanti mi dirigo verso di loro e noto con gioia che anche Michael è uscito, ha un bendaggio sul viso trattenuto da qualcosa di viola e sembra parecchio giù di morale.
Luke è il primo a vedermi e mi indica agli altri che mi guardano stupiti.
“Mi dispiace disturbarvi, ma volevo sapere come sta Michael e dirgli che non è assolutamente colpa sua e che non deve rimproverarsi di niente o scusarsi.
Volevo anche darvi questo the, penso che ne abbiate bisogno.”
Alzo il vassoio e abbasso la testa, rossa come un pomodoro, in attesa di una qualche reazione.
Oh, sono stata sicuramente un’importuna!
Non diversa dalle ragazzine che sento urlare fuori dall’ospedale e che quando la band uscirà si accalcheranno per avere una foto, sebbene non sia proprio il caso o la circostanza giusta.
“Grazie mille, per chi è la coca?”
“Per Michael. Ho pensato che non volesse o potesse bere cose calde.”
Dico senza alzare la testa.
“Grazie per il pensiero carino.
Sei una fan?”
“Sì, ma se vi disturbo me ne vado subito.”
“Rimani, per noi non è un problema.”
Bevono tutti quello che ho portato e mangiano i biscotti.
“Mi dispiace per aver rovinato lo show.”
Ashton fa per aprire bocca, ma io lo precedo.
“Non è colpa tua. È stato un incidente, poteva succedere a chiunque, la cosa importante è che tu stia bene. Perché stai bene, vero?”
La mia voce è poco più che un sussurro timido.
“Sì, sto bene. Domani potrò suonare ancora senza problemi. Non era una scottatura grave.”
“Ne sono felice.”
“Davvero dici che non dovrei scusarmi?”
“Sì, non ti sei fatto male volontariamente.”
“Ma Dave Grohl ha suonato con una gamba rotta e Andy Biersack con non so quante costole rotte.”
“Ognuno reagisce in modo diverso al dolore e una scottatura non è una cosa da prendere sottogamba, io penso che tu abbia fatto bene a sospendere il concerto.
Come ti ho già detto l’importante per me e per le altre fans è che tu sta bene.
Davvero.
Se qualcuno si lamenta o ti insulta fregatene.”
Lui mi rivolge un sorriso timido.
Ha l’aria stanca, credo che sia meglio che me ne vada, ha bisogno di riposare.
“Io, ecco, me ne andrei. Devi riposare.”
“Aspetta.”
La voce di Luke giunge inaspettata.
“Come ti chiami?”
“Yukari.”
“Potresti voltarti per un attimo?”
“Sì, certo.”
Li sento confabulare tra i loro e cinque minuti dopo Calum mi dice che posso girarmi.
Io lo faccio esitante, Ashton mi consegna un foglio.
Io lo leggo sbigottita.

“A Yukari.
Che si è presa cura di noi e ha aiutato Michael quando ne aveva bisogno.
Sei la nostra infermiera preferita e speriamo di rivederti a qualche concerto senza nessuno di noi ferito.
Grazie mille.

 Michael Luke Ash Cal”

Io arrossisco violentemente stringendo a me il foglio.
“Sono io che vi devo ringraziare per non avermi cacciata.
Ti auguro una pronta guarigione.
Grazie mille per tutto.”
“No, sei tu quella che va ringraziata.”
Con un ultimo scambio di sorrisi mi congedo da loro.
Non appena esco dall’ospedale l’aria fresca della notte mi colpisce in pieno volto facendomi capire che – a causa della divisa – sono sudatissima.
Sinceramente non mi importa, tutto quello che conta è che sono fiera di me.
Stanotte ho fatto qualcosa di buono restituendo un po’ di amore a delle persone che mi hanno aiutato immensamente.
Sì, stanotte ho davvero fatto qualcosa di buono.

Angolo di Layla.

Mi è uscirta di getto quando ho letto dell'incidente di Michael. Scusate se è corta e magari fa schifo.

 

   
 
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