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Autore: foolish____    16/06/2015    5 recensioni
Sebastian e Nathan non potrebbero essere più diversi tra loro. Sebastian è solare, aperto, impacciato. Nathan è misterioso, silenzioso, chiuso nelle mura che ha creato intorno a sè. Sono come il giorno e la notte, il sole e la luna. Ma cosa succederebbe se questi due universi così lontani ma allo stesso tempo così vicini si scontrassero?
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
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Cap 1: All was golden when the day met the night

Sebastian

Guardo fuori dal finestrino dell'autobus assorto nei miei pensieri. Le case mi passano accanto veloci mentre noi procediamo nella luce fioca del mattino. Sono le 7 e 30 di un lunedì qualsiasi, primo giorno di scuola, ultimo anno. Accenno un sorriso al pensiero: poi sarò libero. Sarò libero di andarmene da questo schifo di città, da questo schifo di gente e studiare quello che più amo. Devo solo tenere duro.
- Hei sfigato, come hai passato le vacanze? - Sento dire da una voce dietro di me. Cominciano.
- Sicuramente non avrà fatto molto, non ha amici. - Risponde qualcun'altro.
- Oh, è vero. Le uniche persone con cui parla sono i suoi fumetti.
Ogni anno è sempre la stessa storia e oramai prendere il pullman è diventato una tortura. Eric e i suoi amici si divertono sempre a prendere in giro le persone; lo fanno senza un motivo preciso e non sai mai a chi può toccare. Un tempo se la prendevano anche con me ma ho imparato a diventare invisibile. Lezione numero 1: mai sedersi nei posti in fondo, sono riservati ai popolari. Lezione numero 2: tenere gli occhi bassi e non fare nulla che possa attirare l'attenzione. Lezione numero 3: pregare che non ti notino.
Mi volto leggermente per vedere a chi è toccato il privilegio della loro attenzione oggi. Nathan Miller. Ha la mia età e frequenta la maggior parte dei miei corsi, ma non penso di avegli mai rivolto la parola e di solito io parlo sempre con tutti. In questo caso però non è colpa mia. E' un tipo solitario, sempre sulle sue e comunque temo non aver nulla in comune con lui. E' un punk, sempre vestito di nero, cappuccio alzato e capelli medio lunghi, neri. Indossa sempre le cuffie e legge sempre fumetti. Praticamente il mio opposto. Non saprei nemmeno come iniziare una conversazione con lui. Ad ogni modo in un certo senso lo ammiro, sembra fregarsene sempre di tutto. Anche ora, mentre Eric continua ad attirare la sua attenzione con insulti, Nathan continua a leggere, con il volto rilassato, muovendo leggermente la testa a ritmo di musica. Forse non li sente. O forse fa finta di non sentire. Ad ogni modo io non ce la farei a restare così calmo. 
Mi volto verso il finestrino e mi perdo di nuovo nei miei pensieri. Altri 205 giorni, poi sarò libero.


Nathan

- Ah, un'altra cosa! - Urla Eric dietro di me. - Se hai un po' di roba da darmi sai dove trovarmi. So che hai delle conoscenze e visto che siamo amici spero mi farai un buon prezzo!
Eric è uno stronzo. Non sopporto più nessuno in questo schifo di città. Cerco di stare calmo ma è dura, sento la rabbia insinuarsi dentro di me come un calore improvviso. Il cuore mi batte forte e le mani iniziano ad irrigidirsi. Inspiro profondamente. Non posso lasciarmi condizionare da uno stronzo che non sa niente della mia vita. Espiro. Cerco di concentrarmi sulla musica e sulla lettura, devo estraniarmi.
- Certo che sei proprio noioso. - Continua Sam, l'amico di Eric, seduto di fianco a lui. - Non fai niente, sei un'ameba. Parla ogni tanto cazzo, non fare sempre lo sfigato.
Non volevo neanche andare a scuola oggi. Sono stufo di questa merda. Non mi piace la scuola, non mi piacciono i miei orari, non mi piacciono i professori e non sopporto i babbei che mi circondano. Voglio farmi bocciare, preferisco lavorare piuttosto che passare un altro anno sui libri a cercare di ricordare cose che non mi interessano. Voglio scappare, voglio andarmene di qui. 
Eric, Sam e la loro compagnia si divertono ancora per un po' parlando di me ma le loro parole ora mi scivolano addosso. Non li ascolto. L'autobus si ferma quindi alzo lo sguardo per vedere dove siamo. Ci troviamo nel parcheggio della scuola, c'è un via vai di gente: gruppi di ragazzi che chiaccherano, ragazze che ridono parlando tra loro, professori mezzi addormentati che sorseggiano un caffè mentre si dirigono svogliatamente verso l'ingresso. Sospiro amareggiato, non ho voglia di chiudermi lì dentro per sei ore. Chiudo il fumetto e lo metto lentamente nello zaino aspettando che Eric e la sua compagnia siano scesi, poi mi alzo. Mi incammino verso la porta, sovrapensiero quando qualcuno mi urta. Mi volto e vedo Sebastian con uno sguardo risentito che si scosta velocemente.
- Scusa! - Dice subito lui. - Non ti avevo visto.
Mi limito a grugnire e gli volto le spalle scendendo. Non ho intenzione di andare subito in classe quindi penso di andare al mio angolo segreto. Quando ero un primino cercavo sempre un posto per stare da solo. La compagnia della gente non mi è mai stata molto gradita quindi ogni volta che avevo un momento libero cercavo un posto tutto per me dove potessi leggere o ascoltare musica in santa pace. Purtroppo non riuscivo mai a stare da solo, ovunque andassi c'era sempre qualcuno. Poi un giorno, mentre esploravo il cortile della scuola, trovai questo cancello che dava su uno spiazzo occupato solo da bidoni della spazzatura. Nessuno si avvicinava neanche per sbaglio a quel posto, così decisi che sarebbe diventato mio. Passavo lì la maggior parte del mio tempo. Oggi, dopo tre anni, questo posto è ancora mio e lo sarà finchè non me ne andrò. Appena arrivo, apro il cancello e mi guardo intorno: niente è cambiato, solo io. Oramai non vengo più qui a leggere o semplicemente ad ascoltar musica. Vengo qui per fumare una canna in pace prima di una lunga giornata di lezioni. Tolgo le cuffie e finalmente sento i rumori del mondo; gente che chiacchera, clacson di automobili. Mi arrampico su un bidone e mi ci siedo sopra poi tolgo l'erba dal mio zaino. Guardo il cielo e faccio un tiro. Devi farti coraggio Nathan.


Sebastian

Vado al mio armadietto, lo stesso di sempre. Lo apro e ci inserisco i libri. Devo pensare a come decorarlo, d'altronde devo renderlo personale. Sicuramente non mancheranno le mie foto con Sarah, la mia migliore amica nonchè cotta da circa la prima superiore. Tolgo una nostra fotografia dal libro di biologia e mi perdo a fissarla. Quanto mi è mancata; quest'estate è partita per la Francia ed è stata via tre mesi. Ci scrivevamo, ci telefonavano ma mi manca sentire la sua presenza accanto a me. Mentre sono assorto ad osservare la foto qualcuno mi batte sulla spalla, mi volto e la vedo. E' bellissima. E' davanti a me con un sorriso brillante, gli occhi azzurri, vispi, truccati leggermente. Porta i capelli sciolti, leggermente mossi. Ha fatto la frangia. Indossa un vestitino floreale che le dona tantissimo. Il mio cuore accelera senza che me ne accorga.
- Sebastian! Mi sei mancato tantissimo! - Urla portandomi le braccia al collo. Le stringo la vita e mi sento come a casa. Sento l'odore dei suoi capelli, sento profumo di vaniglia. - Oh mio Dio, non sei cambiato per niente in questi tre mesi. - Dice allontanandosi da me.
- Tu invece sei cambiata tantissimo. L'aria di Parigi ti ha fatto bene. - Dico io facendole fare una giravolta.
- Mais oui, mon ami. - Ride. Dio, quando mi era mancata la sua risata. - Ma dimmi un po', sei pronto a ricominciare?
- Guarda non vedo l'ora. Ho un buon presentimento per quest'anno.
- Anche io! - Risponde lei aprendo l'armadietto accanto al mio. - E' l'ultimo anno, è il nostro anno. Dobbiamo goderci fino all'ultimo momento.
- Esattamente! Immagino abbia già scelto il college che frequenterai dopo, vero? - Le avrò fatto questa domanda più o meno un centinaio di volte. So che lei non ha ancora deciso se continuare gli studi o meno, ma insisto perchè spero mi dica che verrà a Yale con me. Non voglio perderla.
- Sebastian quante volte te lo devo dire? Non parliamo di college fino all'ultimo mese di scuola. - Sbuffa lei. - Piuttosto parliamo del ballo! Hai già deciso chi invitare?
- Ma mancano sei mesi al ballo, pensi che ci abbia già pensato? - La guardo oltre l'anta dell'armadietto. Ad essere sincero avrei già pensato a chi chiedere di venire al ballo con me. Lei, Sarah. Ma questo vorrebbe dire confessarle i miei sentimenti e io ho paura di un rifiuto.
- Stessa cosa per il college, eppure tu mi assilli. - Scherza lei.
- Touché. - La campanella suona e lei si affretta a prendere i suoi libri.
- Ho lezione di inglese al piano di sopra e devo scappare se no faccio tardi. Ci vediamo a pranzo, Seb. - Mi dà un veloce bacio sulla guancia e poi si affretta verso le scale, regalando sorrisi a tutti. Sarah è una persona fantastica, non mi sorprendo che piaccia a tutti. La seguo con lo sguardo, poi quando non riesco più a vederla, prendo i miei libri e mi dirigo in classe. Prima ora, biologia.


Nathan

Mi siedo come sempre all'ultimo banco, non mi piace stare davanti. E come sempre nessuno si siede di fianco a me, ne sono felice. Credo mi che tutti mi odino e la cosa è reciproca quindi non me ne preoccupo. Comunque, non posso dar loro torto: non faccio nulla per farmi apprezzare. Pian piano la classe si riempie e io guardo un po' le facce dei miei compagni. Sempre i soliti volti. Alcuni sono cambiati durante l'estate. L'abbronzatura, un taglio di capelli nuovo, vestiti diversi. Ho un paio di compagne nuove ma sembrano a loro agio e stanno facendo già conoscenza. Buon per loro. Mi perdo ad osservare la gente finchè il Sig. Roberts, il nostro prof di Biologia, non fa il suo ingresso in classe. 
- Buongiorno ragazzi! Seduti, non scomodatevi. - Non mi piace il Sig. Roberts. E' scorbutico e pretende sempre troppo da noi. Inoltre, pare che ce l'abbia su con me. Si presenta ai nuovi arrivati e poi li fa parlare un po' di loro, per farsi conoscere. Si chiamano Julia e Penny. Poi, il prof ricomincia a parlare, spiegando il programma dell'anno. Non me ne frega un accidente quindi mi metto a disegnare scarabocchi sul banco. Oramai ho deciso, quest'anno mi faccio bocciare, non ho intenzione di studiare niente. - Bene, dunque, quest'anno ho intenzione di apportare qualche modifica alle nostre lezioni. Innanzi tutto voglio che voi partecipiate di più. Voglio che interveniate e che la lezione non sia frontale. Voglio partecipazione! Inoltre, ho intenzione di farvi fare più progetti. Intendo dividervi in coppie e la persona con cui vi metterò in coppia sarà il vostro compagno fino alla fine dell'anno. - Si leva un leggero brusio. Sollevo lo sguardo e vedo che il Sig. Roberts si sta spazientendo. 
- Silenzio! - Cerca di riportare la calma. - Non voglio sentire lamentele. Ora, vediamo di mischiarvi un po'. - Apre il registro e io inizio a sudare freddo. Odio i lavori di gruppo, non mi piace lavorare con altre persone. Preferisco fare le cose da solo. - Jacobs va in coppia con Martin, McCall con Ratbone, Allen con Snow, Miller con... - Fisso il professore attendendo una risposta. Sono nervoso e la mia mente non riesce a concentrarsi sul suo volto, tutto è confuso. Colpa della canna. - Sì ecco, Miller direi che tu potresti stare con Thompson. Il sole e la luna. Lavorare con qualcuno così diverso da te potrebbe rivelarsi interessante non trovi? 
Thompson. Sebastian. Lo cerco tra i volti dei miei compagni ed eccolo là, seduto in prima fila, come sempre. Neanche mi ero accorto della sua presenza. Lui si volta verso di me e accenna un sorriso imbarazzato, sollevando leggemente la mano in segno di saluto. Grugnisco di nuovo e distolgo lo sguardo riprendendo a disegnare personaggi di fumetti. Non oso immaginare come sarà lavorare con lui, è un secchione. Mi starà con fiato sul collo e addio progetto di bocciatura. Fantastico proprio. Inoltre è troppo felice, mi irrita tutta la sua positività. Il sig. Roberts ha ragione: siamo come il sole e la luna, non potremmo essere più diversi.


Sebastian


Che bella giornata. Il Sig. Roberts non poteva scegliere un compagno migliore per me. Accidenti a lui. Non so nemmeno se mi stia simpatico. A momenti non so nemmeno che tono abbia la sua voce. Rinuncio a questo primo tentativo di approccio e mi limito a guardare il Sig. Roberts in cagnesco. Non è riuscito a farmi nemmeno un sorriso. Sicuramente lavorare con lui sarà interessante, una scoperta.



Angolo autrice
Della serie "a volte ritornano". Ebbene sì, sono tornata a scrivere. Ho ricominciato in un campo 
che non è propriamente mio e in cui non mi sono mai cimentata quindi siate clementi!
Spero che la storia vi piaccia, il prossimo capitolo verrà pubblicato in settimana se tutto va bene.
Se la storia è di vostro gradimento lasciate una recensione, fanno sempre piacere e così posso 
conoscere le vostre opinioni.
Grazie a tutti anche solo per aver letto, alla prossima.
Chià.
  
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