~~Lea si chiuse la porta alle spalle con lentezza, attendendo di udire lo scatto della serratura. Traballante mosse un paio di passi, prima di lasciarsi cadere sulla piccola panca in legno posta all’ingresso della sua abitazione. Si portò la testa fra le mani, percependo la stessa sensazione di un post sbronza che raramente aveva sperimentato.

Forse faceva più male essere ubriachi di lacrime che di vino.

Erano giorni che si teneva tutto dentro. Aveva passato l’ultima settimana contando le ore che la separavano da quel giorno, pregando dentro di sé che infondo le sarebbero bastati per riprendersi, sperando che sarebbe durato una vita intera. Aveva puntato la propria vita degli ultimi mesi a quel giorno, alla chiusura della loro aula canto, annullando tutto il resto del mondo, pensando dentro di sé che infondo mancava ancora tanto, rimandando il giorno in cui avrebbero dovuto mettere la parola “fine”.

E invece il giorno era arrivato.

Aveva preso a versare lacrime da quella stessa mattina, quando si era svegliata alla 5,30 perché insonne, scoprendo il proprio cuscino inondato di lacrime involontarie.

Non aveva smesso mai. Le aveva asciugate spesso quel giorno, ma gli occhi avevano continuato ad essere lucidi per quasi ventiquattro ore ormai. E non se ne era vergognata affatto, perché era tutto vero. Perché la fine era arrivata anche per loro e perché, lo aveva sempre saputo, quel giorno la presenza di Cory si era sentita più forte che mai. C’era stato un momento al termine delle riprese, quando si erano abbracciati tutti quanti  stringendosi tra le lacrime, in cui lo avevano sentito. 

Non solo lei, lei lo sentiva sempre.

Ognuno di loro aveva percepito il suo alito sul collo, la sua stretta gentile ma affettuosa su di loro e in quel momento, un silenzio quasi utopico era calato sul set, come se tutti avessero avuto paura di spezzare quel momento magico.

Era dalla morte di Cory che non si sentivano così uniti. Come al solito c’era voluto lui per ricreare la magia, la prima volta come l’ultima.


“Lo hai sentito anche tu, vero?” le aveva sussurrato Chris all’orecchio, abbracciandola forte.

“Sì, l’ho sentito.” Aveva risposto lei, alzando gli occhi lucidi al cielo. E si era sentita un po’ pazza, ma lei il sorriso di Cory lo aveva rivisto davvero su in alto nel cielo, mentre portava a casa con sé la maglia di Finn.

Quella maglia le avrebbe ricordato la sua famiglia. Per sempre.

Sarebbe potuta restare insieme a Darren e Chris per mangiare qualcosa insieme, come le avevano proposto. Ma la verità è che non aveva voluto. Aveva sentito ad un certo punto della giornata, il desiderio di stare da sola. Solo lei, a casa sua, davanti alle foto di Cory e piangere per ogni dannatissima cosa. Ma da sola.

 Perché da quando aveva perso Cory, aveva capito che c’è una differenza enorme tra il piangere in pubblico e il piangere da soli.

 E pianti come quelli, preferiva sfogarli in solitudine.