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Autore: Mizu_The little kiseki    16/06/2015    3 recensioni
L'amore non ha bisogno dell'etá.
Non ha bisogno dell'altezza o della forma.
Non ha bisogno di parole.
L'amore ha bisogno di una persona.
Ha bisogno di passione.
L'amore ha bisogno di amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April O'Neil, Donatello Hamato, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Donatello Hamato, 15 anni, studente delle scuole superiori, genio e giocatore di una squadra di baseball.
Di solito lui e la sua squadra andavano a giocare in un vecchio campetto, dove non potevano essere disturbati e non potevano disturbare....o almeno questo credevano.
-Fuori campoooo!- urlò il giovane colpendo perfettamente la pallina che prese il volo per qualche secondo, finendo però con lo schiantarsi su una finestra di una casetta vicina.
-Oh no, Donnie, che cosa hai combinato!?- lo rimproverò l'amico con uno sguardo pieno di preoccupazione.
-Scusate, forse ci ho messo un po' troppa forza-
-Direi, e ora cosa facciamo? Rischiamo di beccarci una denuncia- aggiunse l'altro compagno con i brividi lungo la schiena.
-Tranquilli, ora vado a chiedere scusa e a riprendere la palla- concluse Donnie in modo che tutti capissero che era tutto sotto controllo.
Appena arrivò all'ingresso della casa, notò che era una tipica casa tradizionale giapponese, con il giardino con il laghetto e i pesciolini rossi, più qualche tartaruga adagiata su qualche fiore di loto.
Suonò il campanello ricevendo una voce femminile come risposta; infatti dalla porta uscì una ragazza dagli occhi azzurri e dai capelli rossi raccolti in una coda di cavallo.
-Tu saresti...- cominciò lei chiedendosi chi fosse l'ospite.
-Eh....mi chiamo Hamato Donatello....sono venuto a scusarmi per aver rotto la vostra finestra-
-Io sono April O'Neil...ah, quindi è opera tua.....meno male che non hai colpito nessuno, dai entra, ti offro qualcosa- continuò la giovane facendogli segno di entrare.
"Veramente io volevo soltanto indietro la mia palla" pensò il giovano varcando la porta.
-Mi scusi, ma non credo ci sia bisogno di offrirmi qualcosa, piuttosto sono io che dovrei fare qualcosa per avervi spaccato la finestra..- lui continuava a parlare ma lei sembrava non prestare attenzione, e continuava a camminare, fino a fermarsi davanti la porta di una stanza che lentamente aprì.
Al suo interno c'era un letto con una ragazza dai lunghi capelli bianchi e le punte nere che guardava fuori dalla grande finestra il paesaggio.
-Lei si chiama Mizu, è mia sorella, e quella è la finestra che hai spaccato, rischiando di colpirla- fece notare la rossa indicando i pezzi di vetro sparsi per terra.
-Non so proprio come farmi perdonare, mi dispiace davvero tanto- in risposta Mizu mandò un sorriso al ragazzo e poi portò lo sguardo a quella piccola pallina da baseball che aveva tra le mani.
-Mi chiamo Donatello Hamato, piacere- lei non si mosse e successivamente April prese Donnie per il braccio e lo portò fuori dalla stanza.
-Mi dispiace tanto, ma purtroppo mia sorella non può né muoversi né parlare....è completamente paralizzata a causa di un incidente che ha avuto da piccola- affermò la sorella accennando uno sguardo triste.
Il ragazzo dai capelli castani rimase shokkato da ciò che la ragazza aveva detto.
La porta si riaprì di nuovo e Donnie entrò prendendo posto su una sedia.
-Quella palla....puoi tenerla se vuoi...mi piacerebbe che la tenessi tu- la ragazza sorrise di nuovo, questa volta più allegramente.
-Senti April....se vuoi...potrei portarla io a fare un giro fuori- April dopo un attimo di esitazione acconsentì e portò la sedia a rotelle dove Donatello adagiò Mizu prendendola in braccio.
-Non c'è bisogno che ti disturbi così tanto...-
-Lo faccio per farmi perdonare....e poi perchè so che non dev'essere bello non potersi muovere come tutti- disse Donnie iniziando a spingere la sedia e uscendo dalla residenza.
La ragazza si guardava intorno, osservando e studiando tutto ciò che le finiva davanti agli occhi.
-Bello vero? Sono felice che ti piaccia- lei provò a girare lo sguardo verso di lui, per riuscire a guardarlo meglio; lui se ne accorse, dato che si mosse un pò per riuscire a incrociare i suoi occhi blu.
Lei mosse le labbra cercando di dire qualcosa invano.
-....Grazie?- provò a ripetere Donnie; Mizu sorrise per annuire.
-Figurati- sorrise anche lui di rimando. br/> Donatello tornò il giorno dopo, il giorno dopo ancora, ogni giorno, per aiutare April con la sorellina e perchè nonostante loro due non potessero comunicare direttamente, in realtá riuscivano a capirsi senza problemi.
Il ragazzo passava ore a starle accanto; le raccontava di lui, dei suoi fratelli, della scuola e ogni volta che tornava a casa voleva che il suo fratellino Mikey gli insegnasse qualche barzelletta...così che lui potesse poi dirle a lei...e farla ridere...nonostante non potesse emettere suoni.
Suoni che lui avrebbe sempre voluto sentire. Ma il solo vedere della sua bocca aperta per esprimere immensa gioia, lo faceva stare bene; voleva che lei ridesse sempre; ridesse alla vita, dimostrandosi più forte di lei.
Quella sera lui arrivò a casa O'Neil e come al solito sui diresse in quella stanza dove lei lo attendeva. Lui la baciò sulla fronte, che poi unì alla sua per qualche secondo.
-Oggi si mangia brodo di pollo....contenta?- le domandò lui con un piatto in mano, pronto ad imboccarla.
Mizu chiuse gli occhi una volta, segno che significava di si.
-Dì aaah- continuò lui facendole bere il brodo e soffiando, in modo che lei non si ustionasse. Finita la cena, la portò in giardino, perchè quella sera c'erano tante stelle in cielo, e lei le adorava.
Mizu le osservava, felice, entusiasta, affasscinata da delle simili bellezze; che sembravano brillare solo per lei...per augurarle buona fortuna.
Si girò verso Donnie, facendo un sorriso a trentadue denti; il più bello che avesse mai visto. Un sorriso bello come una stella.
Ma lei era una stella; una stella intrappolata sulla terra.
-Mizu...quando saremo più grandi...vorrei che tu mi sposassi- disse lui tutto d'un fiato.
Lei arrossì vistosamente per poi eliminare il suo sorriso che si tramutò in uno sguardo triste e malinconico.
-Non m'importa se non puoi parlare, se non puoi muoverti, se non potrai avere figli; mi basta stare vicino a te, vederti sorridere e ridere, per sentirmi soddisfatto.
Io voglio stare per sempre al tuo fianco, voglio essere io a renderti felice- Mizu stava piangendo; calde lacrime stavano solcando il suo volto.
Lui l'abbracciò e poi riuscì a baciarla, mentre con le mani le teneva il volto e le toglieva le lacrime.
-Ti amo....-
Mizu fu riportata in stanza e rimessa sul suo letto, e quando Donnie stava per chiudere la porta e andarsene, potè vederla muovere le labbra, mentre nuove lacrime erano al'orizzonte sei suoi occhi.
"Watashi mo zutto...zutto...daisuki (anch'io per sempre ti amerò)
Il giorno successivo lui tornò di nuovo, ma non appena arrivò a destinazione, vide un gruppo di gente entrare in casa; indossavano abiti da dottori.
Donnie spalancò gli occhi e facendo cadere il suo zaino in mezzo al portico si mise a correre verso quella stanza, che però questa volta trovò chiusa.
April era lì seduta con le lacrime che scendevano senza una metà e senza fine.
-Che cos'è successo?- sussurrò Donatello attendendo una risposta dalla rossa che prima di rispondergli si asciugò la faccia con un fazzoletto.
-Il suo cuore sta cedendo, non ce la fa più....i dottori stanno provando a rianimarla....- lui strinse i pugni, abbassò lo sguardo e rimase fermo in piedi ad attendere una piccola speranza per lei...la ragazza che amava.
Passò un'oretta quando un dottore con una cartellina in mano uscì dalla porta.
April e Donnie lo fissavano intensamente, stufi di sapere l'esito.
L'uomo abbassò lo sguardo e con voce piena di dispiacere disse:
-M dispiace....ci abbiamo provato...- Donnie potè sentire il suo cuore bloccarsi improvvisamente e istintivamente si mise una mano sul petto mentre April cadde a terra sulle ginocchia.
-Le abbiamo messo l'apparecchio per aiutarla a respirare, ma il suo cuore non ce la fa più...lei non supererá la notte- concluse permettendo loro di entrare nella stanza, cosa che fecero; infatti si fiondarono al suo interno, correndo verso la figura sdraiata sul letto ricoperta da strani apparecchi.
Lui le prese una mano e se la mise sulla guancia; stessa cosa fece April con l'altra mano.
-Ti prego...non andartene...non lasciarmi...- Mizu riusciva a malapena a tener gli occhi aperti e respirava a fatica.
Però accennò comunque un sorriso, così per dirgli che lei stava bene, che era lì, con lui, con tutti; anche il padre di lei e April, insieme agli zii e ai nonni, era lì.
Era circondata da tutte le persone che l'amavano, e lei non voleva vederle tristi.
-Io starò qui con te....te lo prometto...ti racconterò tutte le barzellette che vuoi...tutte quelle che adori...- balbettava lui tra le lacrime.
E così fu, lui rimase ore e ore a parlarle, cercando di farla ridere, ma oramai non da più in grado di fare neanche quello.
Mizu si girò verso sua sorella, poi verso il papá e infine verso quella foto che ritraeva lei, April insieme alla loro mamma, che al contrario di lei quel giorno dell'incidente non riuscì a salvarsi.
-Si...finalmente rivedrai la mamma....e finalmente non soffrirai piú...mai più- mormorò April cercando di farsi forza.
-Mizu...non potrò mai più rivederti...non potrò mai più starti vicino....- una lacrima della ragazza gli cadde sulla mano.
Anche lei era triste, non voleva lasciarlo, ma non se ne stava andando per sempre...Mizu guardò il cielo stellato fuori dalla finestra e poi guardò di nuovo Donnie, lei avrebbe sempre vegliato su di lui.
-Ti amo....piccola-
Lei aprì con fatica la bocca e si sforzò...voleva che anche lui capisse quanto lei lo amasse.
-Don..nie...ariga...to- aveva parlato...era riuscita a pronunciare quelle parole solo per lui.
Ora era soddisfatta, aveva dato il suo addio a tutti, ora era pronta.
-Mizu! Non chiudere gli occhi! Ti prego!-
La linea della macchina lanciò un suono fastidioso e assordante; lei se n'era andata.
Il funerale venne fatto una settimana dopo e anche dopo la fine lui rimase lì, a fissare quella tomba che avrebbe sempre protetto nel tempo la ragazza che amava.
-Grazie a te, lei ha potuto dirci addio.E per merito tuo, lei è tornata a sorridere- questo gli aveva detto April prima di andarsene.
Donnie si mise una mano sulla faccia mentre rideva tra le lacrime.
Poi alzò lo sguardo al cielo...una nuova stella era nata...e brillava più delle altre.
-Finalmente hai potuto prendere il volo, eh? Ora sei libera...mia piccola stella-
5 anni dopo
Donnie POV
Ora ho vent'anni; molti pensavano che sarei diventato scienziato...beh no, divenni un comico insieme al mio fratellino Mikey.
Mi resi conto che amavo rendere felici le persone e che adoravo vederle ridere; volevo insegnare a sorridere alla vita fino alla fine, qualunque cosa accada.
"Mizu...un giorno saremo di nuovo insieme...fino ad allora io vivrò...ma tu continua a guardarmi...e per favore...ridi"
   
 
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