Ringrazio
anche solo chi
legge.
Cap.1
Tomato love
“Hai
bisogno del mio
aiuto per fare un buon raccolto?” domandò Spagna
gentilmente. Si sedette sul
trono e accavallò le gambe, alzando il capo e strinse le
labbra fino a farle
sbiancare.
“Ed
invece ce l’ho fatta anche da solo, asino!”
sbraitò Romano. Il ciuffo
riccioluto sul suo capo ondeggiava. Sbatté sul tavolo una
cassa colma di
pomodori rossi.
Spagna
inarcò un sopracciglio e piegò di lato il capo,
appoggiando la guancia sulla
mano.
“Quando
l’Italia del Sud era una mia colonia, si produceva di
meglio” borbottò.
Romano
sbatté un piede per terra.
“È
colpa di Francia che mi infastidisce! Proteggimi da quel maledetto
bast**do,
figlio di put**na e potrà raccoglierne di
più” brontolò. Prese un pomodoro e lo
addentò, sporcandosi di polpa.
Spagna
si alzò in piedi e scese dal trono.
“Che
cosa stai facendo?” chiese.
Romano
sbuffò,
mostrandogli il terzo dito.
“Diavolo,
sto morendo di fame” brontolò.
Spagna
gli afferrò il mento con la mano e lo baciò.
“E
ti
andrebbe di farti venire altri appetiti, allora?” lo
invogliò.
Romano
ghignò.
“Non
so…
sei meglio di un pomodoro?”. Lo stuzzicò,
baciandolo a sua volta.
<
Non sarà mai dolce come il fratello, ma alla fine
è timido, morbido e
seducente. Basta ‘togliere la buccia’ >
pensò Spagna, accarezzandogli il
fianco bollente.
[213].