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Autore: Universo di sogni    18/06/2015    0 recensioni
Erik e Christine, i loro pensieri ed una storia d amore un poco diversa dal solito.
Quando Sole e Luna si incontrano, nessuno sa cosa potrebbe accadere!
Prima fan fiction!! Sono ben accette recensioni e commenti! Grazie a chiunque leggerà la fic, ogni suggerimento o critica è il benvenuto!
Dedicata a una persona speciale che forse ora sta leggendo. Perché i sogni di tutti noi ci diano la forza di sopravvivere agli imprevisti della vita. Ti voglio bene
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Dunque, salve a tutti e benvenuti nello spazietto dedicato all'autrice. È la prima volta che pubblico qualcosa che scrivo e devo ammettere che sono abbastanza imbarazzata! Siccome ho la maturità fino a lunedì 28, siate clementi se non aggiorno spesso quanto vorrei!
Buona lettura a tutti
Yours faithfully
Universo dei sogni


Vincoli familiari

Vivere in una grotta non è brutto come si crede. Certo, a chi ha vissuto una vita luminosa in comodi appartamenti lussuosi deve sembrare una tortura, ma che cosa può saperne un uomo che ha avuto una gabbia e una grotta come uniche residenze nella sua vita?                                
  Per il Fantasma, abituato alla sua preziosa prigione dorata, il mondo era solo un estraneo con cui aveva a che fare le rare volte in cui si azzardava, a sera inoltrata, ad uscire. Il suo universo era costituito dall'Opera, con i suoi cunicoli segreti, i suoi camerini ed i trabocchetti che Erik aveva personalmente progettato per tenere alla larga gli scocciatori dal suo angolo di paradiso. Non c'è quindi da stupirsi se per lui l'amore non era altro che un astratto insieme di negazioni: non è violenza, non è dolore, non è solitudine... Ma il pensiero di cosa realmente esso fosse  non l'aveva mai spinto oltre ad una superficiale curiosità che col tempo era sbiadita, lasciando posto nella sua mente solo per la musica.                                                                                         
Non era stato per orgoglio che aveva negato a se stesso di amarla bensì perché, con ogni probabilità, non sarebbe stato semplice essere amato con quel volto. Sin da quando aveva sentito Christine piangere per la prima volta nella spoglia cappella del teatro ne era rimasto colpito: aveva una voce pura e melodiosa, ma soprattutto piangeva per aver perso parte della propria famiglia e la cosa lo affascinava. Sophie gli aveva spiegato più volte cosa significasse avere una famiglia ma, per chi non ha conosciuto l'affetto, non è un concetto facile da comprendere.
 "Sei l angelo della musica?"                                                                                                                      
"Si". Da allora Erik si era maledetto innumerevoli volte per non averla lasciata piangere sola ed essersi preso la responsabilità di educare la voce dell'allieva ballerina. Le aveva promesso di aiutarla e da allora ogni sera, alle dieci, quando nessuno poteva udirli, cantavano insieme nella cappella, lei seduta sul l'inginocchiatoio tarlato e lui nascosto alla sua vista. Inizialmente il pensiero di avere per la prima volta qualcuno che aspettava una giornata intera solo per sentirlo cantare lo aveva lusingato e fatto sentire importante, ma non aveva impiegato molto a sentire il peso di quel vincolo che si era stupidamente imposto. E se non fosse riuscito a mantenere la promessa? Se lei, sentendosi delusa da lui, avesse iniziato ad odiarlo?                                                                                                                                              
 Doveva liberarsene prima che, scoperto l'inganno, le parole di lei potessero ferirlo. L'odio era ormai da troppo tempo il suo pane quotidiano: odiava il mondo per averlo creato così, difettoso, e averlo respinto con orrore subito dopo. Odiava sua madre per averlo venduto a quegli zingari violenti che lo avevano costretto a perdere la sua innocenza di bambino, portandolo ad uccidere il suo carceriere per fuggire verso una libertà che non avrebbe mai raggiunto. Odiava se stesso per esser così legato alla vita, una condanna da scontare a cui non si decideva a rinunciare. Si, doveva parlarne con Sophie.Era l'unica, del resto,  con cui potesse dialogare e, per uno strano caso del destino, era anche la direttrice del piccolo corpo di ballo di cui Christine faceva parte insieme alla sorella adottiva Meg Giry, figlia di Sophie. Dalla morte di Gustave la ragazzina era entrata a fare parte della famiglia di Madame Giry e quest'ultima, Erik ne era certo, avrebbe lottato con ogni sua forza per impedirgli di ferirla. Ma non c'era alternativa per l'uomo: doveva liberarsi da quei vincoli familiari, fastidiosi quanto gratificanti, spaventosi quanto gradevoli.
 

 
   
 
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