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Autore: Skyrim fan_1999    19/06/2015    2 recensioni
Un ragazzo depresso, scappato da Cyrodiil, ridotto a bere come un ubriacone alla giumenta bardata per affogare il dolore della perdita, offre per caso una birra ad una ragazza sedutagli accanto, non sapendo che sarà proprio lei a cambiargli la vita e a fargli ritrovare la voglia di vivere.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dovahkiin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Erano tre giorni che camminavo senza sosta. Il cibo era ridotto al minimo, e l'acqua era quasi finita. La forte nevicata che in quel momento cadeva dal cielo mi sferzava il viso, mentre cinquanta freddi centimetri di neve sul terreno rendevano ogni passo uno sforzo immane. 

 Ma come facevano i nord a sopportare questo genere di clima ogni giorno? Mi consolai, almeno di una cosa potevo essere certo. Se faceva freddo, dovevo essere vicino.

E infatti eccolo là! Proprio là, a poco più di una ventina di metri, appena visibile a causa della nevicata, vi era il confine. Ancora un poco e sarei entrato a Skyrim.

Cominciai ad accelerare, impaziente ma all'improvviso l'aria sibilo', ed una freccia d'acciaio mi passò a pochi centimetri dell'orecchio, andando a conficcarsi qualche metro più in là.

Mi voltai immediatamente, sguainando il mio modesto pugnale di ferro. Avevo anche una spada d'acciaio, ma non era il momento di sfoderarla. Avevo un metodo particolare di usare i pugnali.

Davanti a me vi era una figura avvolta in un nero mantello, armato di un arco d'ebano e frecce di fattura orchesca. Scorgevo anche un piccolo pugnale, alla cintura, ma non prestai molta attenzione a quel particolare.

<< credevi di potermi sfuggire, ragazzino? >> tuono' con una voce chiaramente da Bosmer. Tipico fare questo genere di domande retoriche quando hai la tua preda in pugno.

<< No, scappavo giusto per fare un po' di jogging. Sai, fa bene l'attività fisica. >> risposi in maniera sarcastica.

L'elfo prese una freccia e cominciò ad incoccarla. << Non entrerai a Skyrim in vita! >> mi disse. Buffo, mi aspettavo una frase tipo 'non lascerai Cyrodiil in vita', visto che, tecnicamente, eravamo ancora dentro la suddetta regione.

Senza stare a rimuginare troppo su questo, girai il pugnale che avevo in mano in modo da tenere la cima della lama tra le dita, e svelto scattai a destra, evitando di un soffio la freccia che l'elfo scocco'. Prima che potesse incoccarne un'altra, presi rapidamente la mira e lanciai il pugnale, che andò a conficcarsi nella mano sinistra del mio avversario, che ora non avrebbe più potuto usare l'arco.

Mentre gemendo di dolore lasciava cadere a terra l'arco, io, rapido, sguainai la spada e mi lanciai su di lui, che però altrettanto rapidamente sfodero' un pugnale d'ebano. Da parte mia, me ne infischiai e tentai di colpirlo al petto con un fendente laterale.

Grosso errore.

Con una reattività e rapidità incredibili, l'elfo schivo' il fendente abbassandosi, e con altrettanta rapidità mi conficco' il pugnale dritto dritto nel fianco. Se in quel momento non fossi stato protetto da una corazza di pelle, quell'affondo mi avrebbe procurato una ferita molto grave.

<< GAH!! >> gridai di dolore, ma purtroppo non finì qui.

L'elfo con un calcio mi spinse a terra, facendomi perdere la spada, e in un attimo fu sopra di me. Inutile dire che mi ci volle meno di un secondo per capire cosa volesse fare, infatti gli bloccai prontamente la mano destra, prima che riuscisse a pugnalarmi.

L'elfo, comunque, non si arrese, e spinse con una forza notevole, mentre io facevo più resistenza possibile.Finora resistevo, ma con un taglio aperto nel fianco da cui continuava a fluire sangue, non sarei durato a lungo.

Usai anche l'altra mano per opporre maggiore resistenza, conscio del fatto che dovevo muovermi.

Per un momento sembravo avere la meglio, riuscendo ad allontanare il pugnale d'ebano dal mio petto, ma non saprò mai come sarebbe andata a finire, poiché una freccia trappasso' la testa dell'elfo, uccidendolo sul colpo.

Prima che potessi rendermi conto di quanto era successo, venni afferrato per le spalle e rimesso in piedi da qualcuno.

<< Tutto bene, ragazzo? Stavo pattugliando il confine e sono accorso non appena ho sentito i rumori della lotta! >> mi voltai verso di lui:

Era un Nord dai corti capelli castani in parte coperti dall'elmo, un viso abbastanza giovane (anche se era comunque più vecchio di me), molto muscoloso, un po' più alto di me (sarà stato più o meno sul metro e ottantacinque), e vestito con una armatura imperiale borchiata, con tanto di spada e scudo entrambi d'acciaio di fattura imperiale.

Tentai di stare in piedi da solo << S-si. Si, sto ben--- COUGH!! Cough! Cough! >>

No, Non stavo bene. La ferita al fianco c'era ancora, e anche in bella vista. Tossii fiotti di sangue, facendo preoccupare non poco il legionario.

<< Ehi, ma tu sei ferito! Aspetta, chiamo aiuto! >> mi disse << Hadvar!! Porta qui le chiappe, questo ragazzo ha bisogno d'aiuto!! >> gridò ad un suo compagno più avanti.

Rapidamente, venne verso di noi un altro legionario, poco più basso e anche lui castano (però i suoi capelli erano più lunghi), vestito pure lui con una armatura imperiale borchiata.

<< Aiutami, forza! Carichiamolo sul mio cavallo e portiamolo a Helgen! >> disse il primo legionario << d'accordo! >> rispose Hadvar.

Quando mi sistemarono sul cavallo, io ero già scivolato nel mondo dei sogni.

 

 

L'ennesimo incubo. Ormai non riuscivo a fare altro altro che incubi. Ogni volta sempre lo stesso.

Cammino, tranquillo, per le strade imperiali della capitale di Cyrodiil. Sono a pochi metri di distanza dal palazzo di famiglia, dove dimora la mia famiglia, un nome molto noto a Cyrodiil.

Ho appena finito di consegnare un paio di plichi e lettere per mio padre, un uomo importante nella regione imperiale.

Mi accingo ad aprire la porta, ma la trovo già aperta. Rimango perplesso.

Entro con prudenza, e mi guardo in giro non appena entro, e con orrore vedo il cadavere di mio padre disteso a terra, ricoperto di sangue, e nella mano una spada d'acciaio macchiata di sangue. Rimango sconvolto.

<< Aaah!! >> Sento un grido. È mia sorella! Afferro in fretta la spada dalla mano di mio padre e mi precipito nelle altre stanze.

Mi nascondo dietro la porta, e guardo all'interno. L'orrore più totale.

Hilehlm, il maggiordomo, è morto. Così come mia madre. E i miei nonni. Mia sorella invece sta subendo di peggio.

Uno sconosciuto in uno strano vestito rosso e nero con un cappuccio la sta denudando. Dopo averle strappato via gonna e mutandine, la butta di faccia sul letto, si china su di lei, e la violenta. Con forza, incurante dei suoi strilli, comincia a montarla.

Non so chi o cosa sia quello sconosciuto, né cosa voglia. In quel momento so solo che di sicuro è stato lui a uccidere mio padre e la mia famiglia, e che devo ucciderlo se voglio salvare almeno mia sorella.

Senza perdere un attimo di tempo, mi lancio verso lo sconosciuto con un grido di rabbia, mista a disperazione, e prima che lo sconosciuto possa rendersi conto di cosa stia succedendo, è già stato decapitato. Da me.

Il sangue schizza fuori dalla testa mozzata e mi arriva agli occhi, accecandomi. Qui il sogno finisce.

   
 
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