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Autore: Yasha 26    19/06/2015    7 recensioni
La prima cosa che mi colpì di lui furono i suoi occhi, di un brillantissimo nero, tant’è che lo associai ai diamanti neri, che io prediligevo agli altri.
Mi dava strane sensazioni averlo vicino. Mi sentivo attirata come una calamita. Sentivo il mio corpo strano, come in balia delle onde irrequiete di una mareggiata. Il cuore mi balzava in gola ogni volta che mi porgeva qualche domanda. Batteva tumultuoso ad ogni suo sguardo tinto d’ardesia.
Avrei voluto per me un così bel ragazzo dagli occhi del colore della tempesta, dalla voce dolce e gentile, dai modi raffinati ed eleganti.
Lo pensai per giorni, e non conoscendo il suo nome lo soprannominai “Black Diamond” per via di quelle due gemme che mi avevano stregata da subito.
INCOMPIUTA
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Un buonissimo profumo di caffè, unito ad una strana sensazione sul viso, mi fa aprire gli occhi. So già cos’è. Lo fa ogni mattina.
- Buongiorno amore. – lo saluto sorridendo, ma tenendo gli occhi ancora chiusi.
- Buongiorno tesoro. – ricambia, continuando a baciarmi con le labbra all’aroma di caffè. Allungo le braccia per stringerlo a me e gustarne il sapore dalla sua bocca, ma non sento la consistenza della camicia sotto le dita, così apro gli occhi. Lo vedo con solo i pantaloni del pigiama addosso, ed è strano, visto che lo trovo sempre vestito per andare a lavoro.
- Che succede?- gli chiedo.
- Oggi non vado a lavoro. – mi spiega solamente, sollevandosi per passarmi la tazzina col caffè che mi porta tutte le mattine a letto.
- Stai male? – chiedo preoccupata, mettendomi seduta.
- Non potrei stare meglio. Ho solamente preso un giorno di vacanza per stare con te. Visto che oggi è il tuo giorno libero, ho pensato di approfittarne. – mi spiega, rimettendosi sdraiato accanto a me.
- Quindi ti avrò tutto il giorno per me? Davvero? –
- Se non hai altri impegni, sì. –
- Se anche li avessi, li rimanderei! – rispondo felice, abbracciandolo. Bevo il caffè prima che si freddi e poi lo guardo disteso accanto a me, con gli occhi chiusi. – Se non lavori, perché ti sei alzato a fare il caffè così presto? – gli chiedo, osservando l’ora che segna appena le otto e distendendomi nuovamente con lui.
- Abitudine. Sono sveglio già da un po’ e avevo bisogno del caffè. Volevo lasciarti dormire, però mi mancavi. – dice, stringendomi e baciandomi il collo. In breve tempo, i semplici baci si trasformano in qualcosa di più spinto. Le sue mani corrono su di me e dentro me, riaccendendo la voglia mai placa che ho di lui.
Sono passati due mesi da quando io ed InuYasha stiamo insieme, ed ogni giorno è stato più bello del precedente. Passiamo ogni notte insieme, tra casa sua e la mia. Solo che ho notato preferisce quando stiamo da lui. Chissà perché.
- Miaoooo! – stridula Black, entrato dalla porta dimenticata aperta e saltando sul letto, infilandosi tra di noi. Inizia a leccarmi la mano, così mi stacco da InuYasha.
- Che c’è BiDi? Hai fame? – gli chiedo, accarezzandogli la testa, e lui continua a miagolare.
- Macché! Gli ho appena riempito la ciotola! Possibile che ogni volta che siamo sul più bello, questo stupido gatto debba saltare sul letto? Vai di là a mangiare! – sbraita il mio ragazzo, prendendolo per la collottola e mettendolo fuori dalla camera, che ogni volta si premura di tenere ben chiusa.
- InuYasha, non trattarlo male. Sarà solo geloso. – lo difendo. In fondo mi sono affezionato a BiDi. Ultimamente è fatto anche molto coccolone.
- Non è solo geloso. Quel gatto mi odia! Ogni volta che provo a toccarlo mi strappa via mezza mano, o s’infila tra le mie gambe per farmi cadere, va a vomitare le sue stupide palle di pelo sulle mie scarpe, si fa le unghie sui miei pantaloni. Mi ha dichiarato guerra! –
- Che esagerato! I tuoi pantaloni non mi sembrano strappati, le tue mani hanno appena un graffietto, le palle di pelo le vomita ovunque e infine passa anche tra le mie di gambe. Comunque, ora che ci penso, devo farlo tosare. Il suo pelo sta riempendo casa. Sarà imparentato con un siberiano o un persiano? – mi chiedo, pensando alla lunghezza del suo pelo.
- Sinceramente poco m’importa con chi sia imparentato. Non deve scocciare quando stiamo insieme. – sostiene, sbuffando contro il mio collo, che riprende a baciare. Ci basta poco per riprendere da dove eravamo stati interrotti, concedendoci altri lunghi minuti di coccole, e non solo.
 
- Avevi dei programmi per oggi? – chiede accarezzandomi fra i capelli. Sa che mi rilassa, forse troppo.
- No. Pensavo di andare a fare un po’ di spesa, ma se continui così, mi riaddormento. – mugugno già mezza assonnata.
- Allora dormi. Chi ti vieta di farlo? –
- Non possiamo stare tutto il giorno a letto. Saranno le dieci passate. –
- Hai fame? –
- Un po’. –
- Allora vado a prepararti la colazione, sperando che quel gatto malefico non mi aggradisca alle spalle. – dice, alzandosi.
- A volte non capisco se sei serio oppure scherzi. –
- Quando si tratta di Black, sono sempre serio. Pensare che porta il soprannome che mi hai dato dopo che ci siamo conosciuti. Dovrebbe portarmi rispetto! –
- Perché ce l’hai tanto col mio gatto? E poi a dirla tutta, anche Midoriko sale sul tuo letto quando stiamo insieme, ma io non mi lamento di certo! – sbuffo contrariata dalla sua ostilità nei confronti di BiDi.
- Per forza! Lei viene a coccolarti, non a cacciarti via. –
- Senti un po’, non è che il tuo odio verso il mio gatto è nato dopo che ti ho confessato del soprannome che ti ho dato e che successivamente ho usato come nome per lui? – ipotizzo. Davvero non capisco perché non gli piaccia.
- Io non odio il tuo gatto, è esattamente il contrario. Ogni volta che lo avvicino mi graffia e inizia a soffiare minaccioso. Possibile tu non te ne accorga? –
Provo a pensare a tutte le volte in cui InuYasha si avvicina a lui e, in effetti, devo dargli ragione. Ma lui la fa decisamente troppo drammatica! E’ un gatto, santo ciel, non un rivale in amore.  E poi i gatti sono lunatici.
- Non posso farci nulla, mi spiace. Dovrete imparare a convivere. – rispondo rassegnata, alzandomi anche io.
- A proposito di convivere, volevo parlarti di una cosa. – dice, facendosi di colpo serio.
- Dimmi. –
- Inizia ad essere un po’ stressante fare avanti e indietro dalle nostre case. Alzarsi di corsa la mattina per andare a casa a cambiarsi e lavarsi, eccetera. Così pensavo, se sei d’accordo, di vivere nella stessa casa, in modo da stare sempre insieme. –
Mi ci vuole qualche secondo per comprendere che mi sta davvero chiedendo di… di…
- Vuoi che viviamo insieme? – chiedo davvero sorpresa. E’ l’ultima cosa che mi sarei aspettata da lui, dopo così breve tempo poi. Insomma, ci conosciamo da tre mesi, e da due stiamo insieme come vera coppia. Ma la convivenza proprio non me l’aspettavo.
- Non mi dispiacerebbe, però non voglio forzarti. Sentiti libera di rifiutare se non ti senti pronta, lo capisco. In fin dei conti abbiamo accelerato abbasta i tempi, quindi non te ne farei una colpa se… -
- Mi va invece! – lo interrompo entusiasta.
- Davvero? –
- Certo che sì! E poi, visto che stiamo tutti i giorni insieme, è un po’ come se già convivessimo. Quindi sì, ci sto! – e poi ogni lasciata è persa! Se rifiutassi, potrei davvero entrare nella storia come la più idiota del mondo. E non ci tengo proprio a scrivere davvero quel libro ridicolo!
- Ne sono davvero felice! Che ne dici di casa mia? E’ più grande della tua, ma se non ti andasse bene, potremmo cercarne subito un’altra. Non è un problema. –
- Cercare un’altra casa? Non ne vedo il motivo. La tua andrà benissimo. –
- Magari ti sarebbe piaciuto sceglierla in un altro quartiere o arredarla in base al tuo gusto. Non farti problemi a dirmelo. Lo sai che per i soldi non è un problema. –
- Casa tua mi piace. Riguardo all’arredarla, potrei sempre apportare qualche cambiamento se a te non dispiace. La mancanza del tocco femminile un po’ si avverte. –
- Puoi fare tutti i cambiamenti che vuoi. Mi basta stare con te! – afferma, abbracciandomi stretto a sé.
La felicità che provo in questo momento è tale, che nulla potrebbe scalfirla. Mi sembra di toccare il cielo con un dito! Non sono mai stata così felice con nessuno. InuYasha è unico!
- Ci sarebbe un’altra cosa che volevo chiederti già da un paio di giorni. – mi informa dopo un po’,  mentre stiamo facendo colazione.
- Cosa? – chiedo allegra. Ho già detto di essere felice?
- Voglio presentarti alla mia famiglia. Ti va di andare a cena da mia madre stasera? – domanda sorridente, mentre io, invece, inizio a vedere la mia felicità allontanarsi piano piano, facendomi ciao ciao con la manina e con in spalla il suo fagotto.
A cena da sua madre?
Mia suocera?
Mi farà a pezzetti!
Aiuto!
- A cena da… tua madre? – ripeto perplessa, e preoccupata, e agitata, e nervosa, e tutto quello che di negativo possa provare!
- Non ti va? – chiede deluso.
- Non è che non mi vada… ma… -
- Ma? –
- Ho paura! – confesso terrorizzata.
- Paura di cosa? –
- Di tua madre! Non le piacerò di sicuro perché combinerò qualche guaio come faccio sempre e questo farà sì che lei mi odierà non ritenendomi alla tua altezza e come mio solito farò una figura di merda! – piagnucolo disperata tutto d’un fiato, restando quasi senz’aria.
- Tesoro, tranquilla, respira. Non vedo perché dovresti combinare qualche guaio. E se anche fosse, non credo certo che mia madre ti odierà per questo. – tenta di rassicurarmi, ma io mi conosco. Pur non volendo, qualcosa combinerò.
- Mi detesterà… - sospiro già rassegnata all’idea di come andranno le cose.
- Invece le piacerai tantissimo! Ne sono sicuro. Fammi un bel sorriso e mangia. –
 
 

                                                                  ****************
 
 
- Non mi piace per niente! –
- Mamma! Che dici? –
- Dico che non mi piace! Non è il genere di donna che può affiancarti nella vita. –
- E per quale motivo? –
- Cielo InuYasha! Ma l’hai vista? Si è presentata alla cena con la tua famiglia con un paio di pantaloni e una camicetta! E’ una donna, non un uomo! E non sono neppure di grandi firme! Senza contare che non capisce la differenza tra una forchetta da pesce e una da antipasto! Non sa nemmeno cosa sia il galateo a tavola! Già la immagino a farti da accompagnatrice ad uno dei Gala annuali della Takeda. Te lo ripeto: quella ragazza non fa per te! – sentenzia mia madre, a nemmeno un’ora dall’inizio della cena.
Non mi aspettavo di certo un tale risvolto quando le ho proposto di conoscere la mia ragazza.
- Devo ricordarti che prima che ottenessi il lavoro di direttore amministrativo della Takeda Pharmaceutical, non avevamo nemmeno il cibo dentro il piatto? Figurati le forchette da pesce e da antipasto, o gli abiti firmati! – le ricordo irritato. Non mi piace giudichi qualcuno per il suo conto in banca, soprattutto se quel qualcuno è la donna che amo!
- E’ un colpo basso rinfacciarmi la mia impossibilità di sfamare te e tua sorella! – replica offesa, continuando a guardare negativamente nella direzione di Kagome, che parla con mia sorella Mirei nel soggiorno.
Ho approfittato della scusa di aiutare mia madre in cucina, per controllare le portate della cena preparate dalla sua governante Kaede, per chiederle cosa ne pensasse di Kagome, e questo è il risultato.
- Non ti sto rinfacciando nulla. Ti dico solo di non giudicare una persona dai suoi abiti, perché anche noi siamo andati in giro scalzi quando papà spendeva tutti i soldi nell’alcool. Kagome è una donna splendida, e il fatto che tu la giudichi da piccolezze del genere, mi ferisce molto. Ti ho parlato tanto di lei, confessandoti quanto la amo, e ora, sentirti dire che non fa per me, perché in base al tuo galateo mi farebbe sfigurare ad una cena di stupidi ricconi, mi fa capire quanto tu sia diventata superficiale! –
- Sono tua madre InuYasha! Non permetterti un simile tono con me! Non giudico quella ragazza per com’è, la giudico in base a ciò che sei tu adesso! Fai parte di un mondo diverso dal suo, dove apparire è sinonimo di garanzia! Hai un ruolo fondamentale in quell’azienda e non puoi certo sminuire il tuo prestigio con una ragazzina che non sa neppure che è cattiva educazione poggiare i gomiti al tavolo! –
- Non so che farmene di una bella statuina che sappia a menadito l’etichetta, e che poi nella vita di tutti i giorni non sia in grado di mostrarmi un gesto d’affetto! Oppure preferisci che anch’io, come te, sia sposato a qualcuno che non mi ami? – replico arrabbiato, iniziando a perdere le staffe.
- Certo che non voglio questo! Come puoi anche solo pensarlo? Per te voglio solo il meglio, per questo continuo a pensare che tu abbia fatto un grave errore a lasciare Kikyo. Lei era la donna perfetta per te, raffinata, ben educata, ricca, e ti amava. Non ho mai capito perché l’hai lasciata. –
- Forse perché a letto si girava dall’altra parte se volevo abbracciarla? Forse perché dilapidava tutti i miei soldi nello shopping? Forse perché stava diventando un corpo plastificato, a forza di imbottirsi di silicone? No mamma, decisamente non era lei la donna che fa per me! E non ho più intenzione di riprendere quest’argomento con te! Kikyo è un capitolo chiuso. Il mio futuro è Kagome, e ti conviene abituartici, perché abbiamo deciso di vivere insieme, quindi la vedrai spesso. Fattela piacere! – termino la conversazione, lasciandola da sola in cucina, mentre io ritorno da mia sorella e da Kagome, che mi guarda con espressione dispiaciuta.
- Di che parlano le mie donne? – chiedo loro, dando un bacio sulla fronte a Kagome, sperando non abbia sentito la lite con mia madre.
- Dei nostri attori preferiti. Piuttosto, tu e la mamma litigavate ancora per il dolce, non è così? – mi chiede Mirei, guardandomi in attesa di una risposta. Che diamine sta dicendo?
- Il dolce? – domando confuso, intuendo in seguito dalla sua occhiataccia il significato. - Ah sì! Il dolce! Lei insisteva nel prendere la torta con crema di lamponi, mentre io preferisco quella con la crema al limone. Mamma è testarda quando ci si mette. – le reggo il gioco, inventando una cavolata su due piedi. La lite si deve essere sentita davvero come temevo se Mirei ha inventato la storia del dolce.
- Eh già! Mamma è fissata che i lamponi stiano bene ovunque, mentre io e InuYasha sosteniamo che il limone dia un senso di leggerezza dopo una cena come quella di stasera. – prova a convincerla Mirei, rinforzando la mia bugia. Peccato che a smontare il tutto, si presenti mia madre con un semifreddo al cioccolato, decisamente lontano dalle torte al lampone o al limone di cui parlavamo.
Per il tutto il resto della serata ho avvertito una certa tensione. Gli unici a parlare eravamo io e Mirei. Mia madre e Kagome facevano scena muta, ognuna ignorando l’altra. Non era certo questo quello che speravo, dannazione!
- La ringrazio per la cena signora Taisho, era ottima. Buona serata. – la saluta Kagome, con voce atona.
- Mi ha fatto piacere conoscerti Kagome. Buona serata anche a te. – ricambia mia madre, con fredde frasi di circostanza.
- Ciao Ka-chan! Mi raccomando, non scordarti che sabato passo a prenderti per un caffè. – la abbraccia Mirei, con cui sembra andare d’accordo.
- Certo che non lo dimentico, ti chiamo per decidere l’orario. A presto Miri-chan. – ricambia Kagome.
Il viaggio di ritorno a casa sua si svolge nel silenzio. Non so esattamente cosa dirle e lei non sembra molto avvezza a prendere l’argomento.
- Mi dispiace. – le sento sussurrare appena, quando entriamo in casa.
- Di cosa? –
- Tua madre mi odia. E’ colpa mia. –
- Mia madre non ti odia. E comunque tu non hai colpe. –
- Mi odia eccome! L’ho sentita, anche se Mirei cercava di attutire la vostra lite parlandomi di altro. Non mi crede alla tua altezza, e non so darle torto. Sono un completo disastro! – afferma rattristandosi.
- Sinceramente, inizia a stancarmi parecchio questa tua autocommiserazione! E piantala! – esplodo esasperato anche da lei. La amo, ma questa sua insicurezza è eccessiva.
La vedo guardarmi ad occhi sgranati e quasi sul punto di piangere. Sono stato troppo aggressivo, temo.
- Vuoi lasciarmi? – chiede con un filo di voce.
- Non ho mai detto una cosa del genere. Perché dovrei lasciarti? – rispondo perplesso.
- Hai detto di essere stanco di me. – mi spiega, facendomi quasi scoppiare a ridere.
- Ma quanto sei stupida Kagome! - le dico, stringendola tra le braccia e dandole un bacio sulla fronte. – Ho detto che sono stanco della tua insicurezza, non di te. Non potrei mai stancarmi di te, ma devi avere più fiducia in te stessa. Non m’interessa il parere di mia madre. Io ti amo così come sei, e non voglio mai più sentirti dire che non sei adatta a me. Posso deciderlo solo io chi è adatto a me. Capito? – le spiego, sperando che capisca.
- Sicuro ti vado bene anche se sono così semplice? Anche se non conosco la differenza tra le forchette e non indosso abiti firmati? –
- Tu mi vai bene proprio perché sei semplice, te l’ho sempre detto mi pare. Non voglio bamboline senza cervello, da esporre come un trofeo. Per quanto riguarda l’etichetta da tenere ai ricevimenti e a tavola, puoi sempre impararli. Per gli abiti firmati posso comprarti tutti quelli che vuoi, ma stai bene anche nuda per me. Anzi, ti preferisco nuda in effetti… - soffio sulle sue labbra, su cui inizio a lasciare piccoli e leggeri baci, seguendone il contorno.
- Posso anche andare in giro nuda allora? – mi prende in giro lei.
- Ovviamente no. Solo in casa puoi. In caso contrario, dovrei segregarti in camera a vita. – la informo, mordicchiandole il collo.
- E’ una promessa? – risponde maliziosa, iniziando a strofinare il bacino sulla mia già evidente erezione.
- Veramente sarebbe una minaccia. – replico divertito, sbottonandole la camicetta.
- Mi piace come minaccia. – ammette sorridendo, togliendomi la giacca. Ci avviamo nella sua camera, spogliandoci strada facendo. Non mi curo nemmeno della presenza del gatto sul letto, che scende subito quando io e lei ci lasciamo cadere con poca grazia.
La tensione di prima sembra scivolare via del tutto mentre ci amiamo con passione, chiudendo fuori tutto il mondo. Non m’interessa se a mia madre non piace Kagome. Ho scelto lei, niente e nessuno mi farà cambiare idea.
 
 

                                                                              ************
 

- Sei un porco anche quando mangi! Solo tu potevi farti cadere il gelato sui pantaloni! –
- Senti chi parla! Il mio è stato un incidente. E tu che lecchi il tuo gelato come se fosse un caaaaaaaahiiii! Maledetta! Mi hai fatto male! –
- Così impari ad avere rispetto per una signora! –
- Non vedo nessuna signora qui! –
- Cafone troglodita! Non hai un minimo di educazione e di rispetto! Ti ricordo che c’è anche Kagome! –
- Che vuoi farci, la tua presenza è talmente ingombrante da non farmi vedere le vere signore che mi stanno intorno. –
- Presenza ingombrante? Vuoi forse insinuare che sono grassa? -
- Oh no, quello no, ma stronza rompicoglioni sì! –
- Forse mi hai confuso per tua sorella Miroku! –
- Ne avete ancora per molto? – li interrompe InuYasha, con fare annoiato, mentre io mi gusto la mia granita alla menta sfogliando un catalogo di arredi. Voglio dare una sistemata alla casa di InuYasha e renderla più femminile, prima di trasferirmici. Mi ha lasciato carta bianca e carta di credito piena (due carte che amo moltissimo!). Domani verrà a stare da me per un paio di giorni perché voglio cambiare colore alle pareti. Finito di sistemare casa sua ci andremo a vivere insieme. Non vedo l’ora!
Non abbiamo più parlato della cena disastrosa a casa di sua madre. Quando va a trovarla, mi chiede se voglio andare con lui, ma sinceramente non me la sento ancora. Voglio prima imparare almeno la disposizione di quelle stupide posate, dei bicchieri, e tutte quelle sciocchezze importanti per sua madre. Non cerco la sua approvazione, semplicemente non voglio darle la soddisfazione di dire un giorno al figlio “Te l’avevo detto!”. Non voglio fargli fare davvero brutte figure. Per cominciare ho iniziato a controllare i miei vocaboli poco signorili. E’ un inizio.
Ho passato un po’ di tempo con Mirei, che, al contrario della madre, mi è molto simpatica. Penso non faticheremo a diventare amiche.
- Non dipende da me! E’ sempre lei che comincia! – sostiene Miroku, distraendomi dalla mia rivista.
- Oh povero cucciolo! Che donna crudele che sono, eh? Ma fammi il piacere e cerca di fare l’uomo, non il bambino frignone! – ribatte Sango inviperita.
Ogni tanto io e InuYasha abbiamo la pessima idea di uscire insieme a loro, e il risultato è sempre lo stesso: liti e oggetti rotti (sempre sulla testa di Miroku).
Sono sempre più convinta questi due starebbero benissimo insieme. Li vedo simili in molte cose, ma fintanto che continueranno a battibeccare, non arriveranno da nessuna parte. Quella più dura da convincere è Sango, perché noto che Miroku è molto attratto da lei, non solo fisicamente. Quando un uomo le si avvicina, lui lo osserva gelido, quasi volesse ucciderlo.
Oggi siamo andati al cinema a vedere un film, e per tutta la sua durata, quei due non hanno fatto altro che criticare le stesse scene. Poi siamo passati a prendere un gelato e hanno scelto gli stessi gusti. Un’altra volta ancora siamo andati in un ristorante etnico e ad entrambi non sono piaciuti gli stessi piatti. Siamo stati ad una fiera, ed anche lì, si ritrovavano alle stesse bancarelle. Non è la prima volta che faccio caso a particolari simili. Loro neppure ci fanno caso, ma io li osservo molto, e sono convinta che insieme starebbero bene.
- Sei una strega! –
- E tu un idiota! –
- Befana! –
- Stronzo! –
- Ragazzi, perché non vi date un appuntamento, voi due da soli? – propongo d’un tratto, così si voltano tutti a guardarmi sconcertati. – Che ho detto? – chiedo confusa.
- Io e lui? – domanda Sango.
- Insieme? – aggiunge Miroku.
- Da soli? – prosegue nuovamente Sango.
- Lei e lui, insieme, da soli? – ripete InuYasha, ancora più sorpreso dei nostri amici.
- Perché non fate pace e provate ad andare d’accordo? – tento di convincerli.
- Vuoi vederlo morto per davvero? – mi chiede Sango.
- Se per una volta provassi a sopportarlo? –
- Non dipende da me! Io lo avrei sopportato se non fosse stato così maleducato da propormi di farlo in uno schifoso bagno, in nemmeno mezz’ora avermi conosciuto! -
- Oh santa pazienza! D’accordo scusami! Non sono stato per nulla delicato, lo ammetto, ma non puoi portarmi rancore in eterno per questo! Se non fossi stata tanto bella e seducente, non te lo avrei certo chiesto! – replica Miroku, che a quanto pare vuole fare pace con lei. Come immaginavo è interessato.
- Non è esattamente questo che hai detto quella sera, anzi, mi hai perfino chiamata frigida! – gli ricorda la mia amica.
- Era per offenderti, come tu stavi facendo con me! Non so come sei a letto, è ovvio che non possa sapere se sei frigida o meno. – spiega lui, alzando gli occhi al cielo. A volte Sango nelle cose non ci arriva, forse anche peggio di me.
- Mi hai comunque offeso molto. –
- Scusami ok? Senti, forse Kagome ha ragione. Perché non usciamo un giorno di questi a prenderci un caffè? Niente proposte di bagni e nulla, un caffè e basta. Ricominciamo tutto da capo, come se ci fossimo conosciuti oggi, ti va? – le propone lui, allungando una mano in sua direzione. Lei lo guarda indecisa qualche istante, finché non afferra la sua mano  e la stringe.
- Piacere, Sango. – gli sorride lei, accettando la cosa.
- Miroku, piacere mio. – la imita lui, sorridendo a sua volta.
Mi volto a guardare InuYasha che li osserva ammutolito, e, in effetti, non so dargli torto. Può essere stato davvero così facile? Ho solo fatto una proposta e loro l’hanno colta al volo. Mi sa che sotto sotto aspettavano il giusto pretesto per fare pace.
 
- Che tipi strani. – dice InuYasha, mentre torniamo a casa.
- Già. Sembrava non aspettassero altro. –
- Quando gli hai proposto di uscire, ho pensato fossi pazza. Credevo che Sango strozzasse te stavolta. – ride divertito.
- Io mi aspettavo mi tirasse in testa il suo gelato, invece è andato tutto bene. Speriamo di non dover più sopportare le loro liti. E a proposito di liti, perché non andiamo a prendere Midoriko e vediamo come reagisce davanti a Black, invece di aspettare domani? –
- Ok, vediamo quanto ci impiegano prima di azzuffarsi. –
- Perché sei convinto che litigheranno? -
- Il tuo gatto è un asociale. Midoriko invece è abituata a fare feste a tutti. Con probabilità tenterà di giocare col tuo gatto, che finirà per soffiarle contro, e lei è molto permalosa. –
- Stiamo parlando di loro come fossero due esseri umani. –
- Gli animali sono come gli esseri umani, come i bambini sicuramente. Si nota proprio che non hai mai avuto animali domestici. –
- Già, anche se adesso mi ritroverò ad averne addirittura due. Imparerò con loro. – scherzo, sperando non ci rendano la vita un inferno.
Passiamo a prendere Midoriko e la portiamo a casa mia. Appena apro la porta di casa, InuYasha afferra il cane per il collare, in modo da non farla andare subito da Black, che appena si accorge della nuova arrivata, scappa a nascondersi nella mia camera.
- C’era da aspettarselo. Magari quando era randagio, i cani lo inseguivano. – ipotizzo dispiaciuta per lui. Temo che la convivenza non sarà il massimo per il mio gatto.
- Vai a prenderlo. Dobbiamo fargli capire che Midoriko è tranquilla e non ha intenzioni di attaccarlo. –
- Ma ha paura. Non credo si farà prendere. –
- Provaci. Se non li “presentiamo” non andranno mai d’accordo. – insiste.
- Ok. – rispondo un po’ diffidente. Faccio comunque come mi ha chiesto e vado a prendere Black, che alla vista del cane tenta di fuggire di nuovo dalle mie braccia.
- Midoriko, seduta e buona. – le ordina InuYasha, e lei fa come chiesto, si siede e guarda Black. – Avvicinagli il gatto. – mi chiede, e provo a farlo, ma lui mi graffia la mano e tenta di scappare ancora una volta.
- Stupida palla di pelo con gli uncini! Vieni qua e stai buono! – lo agguanta InuYasha, tenendolo fermo per il collo e le zampe. – Guarda stupido fifone, non ti fa nulla! – gli mostra, avvicinandolo a Midoriko, che lo annusa scodinzolando, ma Black non sembra molto interessato a fare amicizia.
- Ne è spaventato. Temo di dover prendere in considerazione l’idea di darlo a Sango. Lui e Kirara vanno molto d’accordo. – sospiro un po’ dispiaciuta, osservandolo scappare nuovamente sotto il letto quando InuYasha lo lascia.
- Sei la sua padrona e non è giusto darlo via, per nessun motivo. E’ tuo e te lo tieni. Non è un pacco. – disapprova lui, andando a lavarsi le mani visto tutto il pelo bianco che gli è rimasto attaccato.
- Lo so benissimo. Ma che altro posso fare se ha paura di Midoriko? Non posso farlo vivere nascosto sotto il letto. –
- Lascialo abituare. Quando capirà che non ha nulla da temere le si avvicinerà, altrimenti pace, si ignoreranno pacificamente. –
- Se lo dici tu… - rispondo scettica, andando in camera a cambiarmi per preparare la cena.
 
Decidiamo di lasciare qui con noi il cane a partire da oggi, in modo che BiDi si abitui, lui però non si è fatto vedere per tutta la sera. Andiamo a dormire abbastanza presto perché domani InuYasha avrà una lunga riunione. Quando ci svegliamo, troviamo una stramba scena ai piedi del letto: Black che dorme sopra Midoriko, neanche si conoscessero da sempre.
- Ma guarda te! – li guardo stupita. Tante storie per niente.
- E tu che volevi addirittura darlo a Sango. Doveva solo prendere confidenza. Te l’avevo detto. –
- Già, avevi ragione. Meglio così, vivremo tutti sereni. – dico più sollevata, andando in cucina, seguita da InuYasha, mentre quei due dormono tranquilli.
La mattina passa noiosa a sigillare pacchi. Ho preso qualche giorno di ferie per preparare il trasloco. Ho già inscatolato i libri, alcuni soprammobili, quadri e altri oggetti che al momento non servono. Dovrei traferirmi fra circa tre giorni da InuYasha. Domani andrò a casa sua per controllare il lavoro degli imbianchini mentre lui è a lavoro.
Sto per impacchettare l’ultimo quadro, quando suona il campanello e vado ad aprire, restando sorpresa e un po’ preoccupata scoprendo chi è.
- Ciao Kagome. Dobbiamo parlare. –
 
 
 

 
 
 
 
E chi sarà mai andato a trovare Kagome? (sì lo so che mi state odiando in questo momento :3)
Ma quanto amore che lega InuYasha e Black, vero? :D Beh ve lo confesso… è stata una ripicca nei confronti di InuYasha che non ama tanto i gatti nelle mie storie. Vi ricordate il caro Chopin in Vivo per Lei? Il povero gatto era tanto affezionato a lui, tanto da dormirgli vicino e cercarlo in continuazione, ma lui lo allontanava sempre, lamentandosi che non lo sopportava. Ebbene, ecco che riceve lo stesso trattamento da Black *-* ben ti sta U_U (sono vendicativa, tiè)
E che ne pensate di mamma Izayoi? Che dolce eh? ^_^
Capitolo fiacchetto, da introduzione al prossimo (*-*) aspettatevi il peggio ^_^ (niente morti, ve lo dico prima che vi facciate le paturnie mentali XD)
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3

Foto di come immagino il piccolo Black Diamond, alias BiDi  XD

   
 
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