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Autore: Cerere_Romana    19/06/2015    0 recensioni
Sono passati tre anni da quando Danilo e Roberta si sono visti l'ultima volta.
Molte cose sono cambiate, e altre sono rimaste le stesse.
Ma, d'altronde, era inevitabile, no?
SEGUITO DI "In questa notte fantastica...portami via con te".
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cazzo, cazzo, cazzo!
Era l’unica cosa che Roberta riusciva a pensare mentre scendeva velocemente dal taxi e correva verso il locale, in ritardo come al solito.
Quel giorno si era impegnata profondamente a fare tutto in anticipo, così da non rischiare di fare tardi, ma chissà perché, il destino si era accanito ancora una volta contro di lei.
Mentre stava facendo la doccia si era staccato il soffione dal muro e le era caduto in testa facendole un male terribile. Con l’acqua che schizzava da tutte le parti era riuscita a stento a risciacquarsi, poi si era infilata l’accappatoio e aveva dovuto riasciugare tutto.
Già stanca e nervosa era andata in camera per vestirsi e infilandosi l’abito che aveva scelto si era accorta che aveva un grosso buco sul fianco. Sbuffando aveva cambiato vestito e accessori e si era decisa a truccarsi.
Fortunatamente, i capelli, ormai corti e ricci, non avevano bisogno di una piega.
Finalmente era pronta, e sarebbe riuscita ad arrivare in tempo se non fosse rimasta imbottigliata nel traffico.
Dopo un tempo infinito varcò la soglia del pub e sospirò guardando l’orologio. Solo tre quarti d’ora di ritardo.
Chiuse un attimo gli occhi raccogliendo le forze per affrontare la serata. Quella sera, dopo ben tre anni, li avrebbe rivisti: i suoi compagni del liceo. Non ci sarebbero stati tutti, ma la maggior parte si.
Avrebbe rivisto quelle facce che un tempo aveva tanto odiato e amato e che poi all’inizio le erano tanto mancate.
Avrebbe rivisto Lui, si, lui ci sarebbe stato sicuramente.
Danilo.
Dopo la maturità non si erano più visti, né sentiti, come lei aveva previsto.
Le avevano detto che si era fidanzato (Lui!), ma che poi la sua storia era naufragata ed era tornato lo stesso di sempre.
Chissà se…
Si riscosse, e la cameriera le indicò un lungo tavolo in fondo alla sala.
Li vide, erano chiassosi come sempre.
“Ciao ragazzi!! Esclamò con aria allegra una volta vicina al tavolo.
Avvicinandosi alla prima sedia libera appoggiò la borsa.
Tutti la guardarono per un attimo spaesati.
“Ciao Robby!”  la salutò poi Valentina, seduta accanto a lei e la abbracciò; anche gli altri ricambiarono il saluto.
“Scusate il ritardo – aggiunse sfilandoli la giacca – sono stata trattenuta”.
“Oh, non ti preoccupare, ci siamo appena seduti” rispose Giuseppe a capotavola.
“Ancora non abbiamo ordinato” aggiunse Simona.
Roberta annuì e si sedette afferrando il menù.
La conversazione riprese allegramente e apprese che Giuseppe lavorava nell’impresa di famiglia, Simona e Valentina si erano appena laureate e ora aspettavano di trovare lavoro. Tutti avevano trovato una strada da seguire.
Poi, alzando lo sguardo, e guardando dall’altra parte del tavolo, quella a lei più lontana incontrò lo sguardi di Danilo per la prima volta quella sera. Lui le sorrise gentile e lei si sentì arrossire.
Da quando era diventata così timida con lui?
Ricambiò il sorriso e distolse lo sguardo.
 
La serata procedeva tranquilla: avevano bevuto, avevano mangiato e bevuto ancora. Gli animi si erano accesi, risate sonore si espandevano in un’atmosfera rilassata.
Dopo il caffè, mentre gli altri erano ancora seduti, Roberta afferrò la borsa e uscì fuori per fumare la solita sigaretta.
Scavando nella borsa però, si accorse che delle sigarette non c’era traccia: cavolo, nella fretta le aveva dimenticate!
Mentre alzava lo sguardo per cercare qualcuno da cui scroccare, una mano ne allungò una verso di lei.
“Offro io”. Danilo, sempre lui.
“Grazie”. Accettò la sigaretta.
Mentre la accendeva, lo guardò più attentamente. Era ancora più bello di come lo ricordasse.
I capelli biondi si erano scuriti leggermente, una leggera barba faceva capolino sul suo viso , mentre i suoi occhi avevano conservato la solita brillantezza.
“Allora… come va?” chiese lui, timido.
Lui…timido?
Lei lo fissò con un sopracciglio alzato: ”Molto bene, tu come stai?”
“Idem”.
Cosa gli succedeva? Da quando tutto era cominciato loro avevano sempre parlato liberamente di tutto, perché ora il discorso non procedeva?
Poi capì.
Lui era in imbarazzo. In imbarazzo per come era finita: aveva cambiato numero e non si era fatto più sentire.
Ma lei non ci era rimasta male.
Era consapevole di quello che c’era tra loro. Solo sesso. Divertimento.
“Senti…” cominciò lui.
“Danilo – lo bloccò – non ce l’ho con te, va bene com’è andata” chiarì subito lei cercando si mettere fine all’imbarazzo.
Lui la guardò per un momento stupito, poi accennò un sorriso ironico scuotendo la testa.
“Sei cambiata”.
“Anche tu non sei lo stesso”.
Si sorrisero ancora. Poi gli altri li raggiunsero e finirono la sigaretta in compagnia.
 
“Ragazzi dobbiamo rifarlo assolutamente”.
“Mi sono molto divertita”.
“Mi mancavate”.
Era giunto il momento dei saluti, la serata era finita, ed era ora di tornare a casa.
“Robby tu come te ne vai? Sei in macchina?”.
Roberta guardò Francesca sempre gentile.
“No, chiamo un taxi”.
“Oh, va bene” le sorrise.
Con la coda dell’occhio vide Danilo avvicinarsi.
“Se vuoi posso darti un passaggio io”.
“Non vorrei disturbare… e poi non devi accompagnare già Mena?” Ecco, ora si che era in imbarazzo, non le era mai piaciuto importunare gli altri.
Lui la guardò, non era poi cambiata così tanto.
“Non è un problema – spiegò – Mena può andare con Gianluca, tanto è di strada, e tu vieni con me”.
Danilo la guardò con un sorriso malizioso. Solo lei aveva colto il doppio senso? Oh, era proprio l’intenzione di lui. Ne era convita. E non si sarebbe tirata di certo indietro.
Ricambiò ancora una volta il sorriso: “ Va bene”.
 
In macchina nessuno fiatò, a parte spiegare le indicazioni stradali per raggiungere il suo appartamento, non volò una mosca.
In poco tempo furono sotto casa di lei e lui parcheggiò in silenzio.
I loro sguardi si incontrarono nella penombra e Roberta capì come, in un modo o nell’altro, sarebbe finita la serata; lo sentiva dall’aria elettrica nella macchina, dai continui brividi che la percorrevano.
“Vuoi salire?” chiese allora.
Lui annuì e scesa dalla macchina.
Salirono lentamente le scale per arrivare al primo piano e con uno schiocco la porta si aprì cigolando.
Roberta si fece da parte per lasciarlo passare e lui entrò guardandosi  intorno.
Lei lo seguì e quando si girò per chiudere la porta, si ritrovò incastrata tra essa e il petto di Danilo.
I loro corpi si toccavano a ogni respiro.
Lui la abbracciò stretta e le baciò il collo, lei inspirò bruscamente e lasciò cadere a terra la borsa.
“Era inevitabile?” chiese lasciandosi andare contro il suo petto, mentre lui continuava a torturarle dolcemente il collo.
“Perché? Non vuoi?”
“Certo che voglio”. Era inevitabile.
Si girò e lo spinse verso la piccola camera da letto.
 
Quando i loro corpi si unirono, lei smise di pensare.
Era sempre stato così con lui.
“Danilo…” sospirò.
“Sì?” rispose lui ansimando.
“Tu…riesci sempre a…farmi dimenticare…tutto” riuscì a rispondere in modo sconnesso.
Roberta sentì il sorriso compiaciuto di Danilo contro il suo collo, mentre sentiva il piacere montarle nelle vene.
Sì, lui riusciva a portarla via dal mondo. Sempre.

 
 
 
 
 

  
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