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Autore: FairySweet    20/06/2015    0 recensioni
È stata una scelta impulsiva, una scelta figlia della paura, della rabbia, della voglia matta di oltrepassare i limiti perché se nemmeno uno stupido incidente aereo era riuscita a trascinarla via, allora nemmeno il fuoco del deserto poteva farlo.
Oh certo, scegliere una vita del genere era sbagliato sotto tanti di quegli aspetti da poterci riempire un libro ma aveva bisogno di ritrovare sé stessa, di tornare ad essere quel chirurgo fenomenale che salvava vite e quel posto le dava la possibilità di mettere alla prova sé stessa ...
Genere: Guerra, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cristina Yang, Meredith Grey, Nuovo Personaggio, Owen Hunt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                                  Vita e Speranza





“Ok, d’accordo ho messo il punto” gli occhi si incontrarono mentre un debolissimo sorriso spuntava dolcemente sul volto “È vivo?” domandò spaventato Hopkins “È vivo” posò l’ago lasciando l’aria libera di entrare nei polmoni.
Aveva passato dieci minuti buoni a tentare di cacciare via la morte, a lottare con le unghie e con i denti affinché quel ragazzo vivesse e ora, ora era lì, con le mani impegnate a ricucire il suo ventre, il viso schizzato di sangue e sabbia e gli occhi di Hopkins di fronte a lei a farla respirare.
Tre ore per spostare tutti i ragazzi dal campo base a Kabul poi di nuovo il sorriso di Kevin, le sue braccia a stringerla violentemente quasi come se quel distacco imposto dal comando gli avesse massacrato l’anima “Allora? Come sta la mia ragazza folle e un po’ petulante?” “Non capisco per quale stupido motivo devo restare indietro e tu ...” “Perché ...” iniziò divertito staccandola da sé “ ... il colonnello Gomez ha dato quest’ordine. Perché là davanti c’era Mason e perché ci serviva qualcuno qui, a medicare chi arrivava dalla prima linea” “Sciocchezze” “Smettila” schizzò di lato infastidita dal solletico improvviso “E Mason dove ...” ma Kevin non rispose, si limitò a sorridere indicando l’elicottero alle sue spalle.
Uno dopo l’altro gli uomini della squadra speciale scendevano dal portellone poi il viso di Mason, il suo sorriso e quella mano alta verso il cielo a salutarla “Grazie a Dio” sospirò chiudendo gli occhi qualche secondo “Ehi ragazzina!” la manona dell’uomo si posò sulla sua spalla costringendola a sorridere “Hai ucciso qualcuno in mia assenza?” “No signore” “E Darrell che continua a chiamarmi per riaverti indietro” sbottò indispettito sputacchiando a terra “Ragazzi miei ho un regalo per voi” “Davvero?” domandarono confusi voltandosi per qualche secondo l’uno verso l’altro “Questo pomeriggio partirete” “E per dove?” “Casa” “Oh andiamo” esclamò divertita sistemandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio “Credi davvero che stia scherzando?” “Non lo so me lo dica lei” “Ok” mormorò Kevin tirandola leggermente indietro “Basta così” “Ma lui ...” “Lui è un colonnello, noi no quindi ascolta e respira” sbuffò tornando a concentrarsi sul volto carico di allegria di Gomez “Sono più grande di te ragazzina, impara ad avere rispetto” “D’accordo signore, io la calmo ma se lei potesse evitare di aizzarla sarebbe ...” “Oh andiamo, ho vinto io ed è l’unico modo che ho per ridere di lei” borbottò appoggiando il fucile sulle casse lì accanto “Licenza premio ragazzi” “Uao, per quanto?” “Un mese circa” “Attenzione” mormorò ironica alzando gli occhi al cielo ma Gomez sorrise “Ti sembra poco?” “Sinceramente signore penso il contrario” “Molto bene, non ho nessuna intenzione di rinunciare a quelle mani quindi, va a casa per un po’, respira aria pulita e non fare niente che possa rompere ossa o tagliare pelle perché mi devi tornare indietro così come ti ho lasciata andare chiaro?” le fece l’occhiolino allontanandosi a grandi passi verso la tenda.
“Allora? Andiamo a casa Yale?” “Davvero?” “Hai sentito il colonnello!” “Si è solo ...” la vide sospirare, tremare leggermente stringendosi nelle spalle “Non devi rivederlo per forza sai? Insomma, non è più tuo marito” “Non gli ho nemmeno dato una spiegazione” “Yale sono passati tre mesi, potrebbe anche aver trovato un altro modo per smettere di pensare a te” “Già” sussurrò abbassando lo sguardo “Trova sempre un altro modo” ma il ragazzo sorrise alzandole dolcemente il viso “Hai paura di rivederlo?” “ Ho paura di essere così cambiata da non interessarmi Kev” “Beh, a questo ci penseremo una volta arrivati” “Noi?” domandò confusa “Credevi davvero che ti avrei lasciato andare da sola? Staremo a Seattle qualche giorno, qualche settimana o anche qualche ora decidi tu” “E poi dove andremo?” “In Texas” lo sguardo della ragazza lo fece sorridere “Ti avevo detto che ho un ranch no? Potrai divertirti a cavalcare cavalli e potrai prendere in giro il mondo intero per la sua stupida voglia del nulla” “Grazie” sussurrò sfiorandogli una mano “E di cosa? E poi, devo assolutamente conoscere la tua persona no?” ma lei scosse leggermente la testa ridacchiando “Che c’è?” “Sei tu la mia persona” cinque parole così dolci e cariche di emozione da costringerlo a respirare, a riflettere per qualche secondo sull’enormità che quel compito richiedeva “Sono la tua persona” mormorò sfiorandole il viso “Sono la tua persona” “Esatto maggiore” la mano scese sul collo fino alla spalla “È impegnativo” “Si, richiede una buona dose di pazzia, credi di esserne in grado?” domandò divertita “Credo sia meglio che tu mi cucia il braccio prima che litri e litri di sangue decidano di uscire dal mio bellissimo corpo” “Ma cosa ...” sollevò appena la manica mostrandole una fasciatura sporca e vecchia “Ferita di guerra ricucita con filo di ferro e coltellino, pensi di riuscire a renderla simile ad una cicatrice?” “Andiamo McGayver, ti sistemo il braccio” lo prese per mano tirandolo dolcemente verso la tenda di soccorso, forse non tutto era un male, forse, la vicinanza di Kevin l’avrebbe aiutata a comprendere meglio ogni dannato minuto della sua stupida vita.




Parlo con il maggiore Gomez?” “Signore, che piacere risentirla” esclamò deciso accavallando le gambe sul tavolo “A cosa devo il piacere della sua presenza quaggiù?” “Una donna!” “Non so come aiutarla” “Lei ha una donna tra i ranghi o sbaglio?” ridacchiò divertito prendendo dalle mani dell’ufficiale il bicchiere d’acqua “Mi chiama per questo?” “La chiamo per sapere che diavolo ci fa una donna nelle forze speciali! Quand’ho controllato l’ultima volta sono abbastanza certo di aver letto nel regolamento che l’accesso alle forze speciali nei ruoli operativi è precluso alle donne! Che diavolo le passava per la testa? Credeva di poterlo tenere nascosto ancora per quanto? Il generale di stato maggiore è sul piede di guerra colonnello! Abbiamo già troppi problemi così, non ci serve che una ragazzina si diverta scorrazzando per la prima linea” “È un medico signore” “Può anche essere la madonna in persona ma non può far parte delle sue unità! È una donna, non c’è bisogno che le spieghi il perché vero?” “Dovrei far morire i miei ragazzi?” urlò picchiando con violenza il bicchiere sul tavolo “Con tutto il rispetto signore, finché starà seduto dietro ad una scrivania con leccaculo che le portano avanti e indietro cibo e vino non può capire cosa si prova a veder morire giorno dopo giorni i tuoi ragazzi! Sono i miei figli signore, la mia famiglia e se per tenerli in vita, se per farli rialzare da quei letti devo usare le mani di una donna allora può stare certo che lo farò!” “Oh questo non lo metto in dubbio” sbottò gelido l’uomo “Ci risulta che la dottoressa è in forze al plotone del colonnello Darrell. Non ci ha ancora spigato come diavolo gli è venuta questa stupida idea ma reclama per sé tutta la colpa. È il suo medico e pretendo che entro qualche giorno torni al suo reggimento chiaro?” ma lui sorrise scuotendo appena la testa “La dottoressa Yang non se ne può andare” “Non può?” “Sta addestrando due reclute, finché non li avrà preparati a dovere non ho alcuna intenzione di farla partire da qui chiaro?” “Ma cosa ...” “Signore mi sta chiedendo di far partire la speranza dei miei ragazzi, deve concedermi tempo per permetterle di addestrare qualcun’altro al suo posto” “A che punto sono le nuove reclute?” “Appena all’inizio signore, è da qualche giorno che sentivo qualcosa di strano nell’aria e mi sono premunito, aspettavo la sua chiamata prima o poi anche se speravo che le passasse per la testa” “Le do quattro mesi colonnello, quattro mesi e non uno di più è chiaro?” “Cristallino signore!” “Durante questo tempo la ragazza non dovrà mai lasciare il campo base, si muoverà solo per tornare al reggimento e per andare in bagno, niente visitine ai feriti dei campi in prima linea, niente viaggetti su gip nel deserto chiaro?” “Perfetto signore” attacco il cellulare imprecando per quel colpo previsto che ora pesava più di un macigno. “Malooney!” urlò alzandosi in piedi “Comandi signore” “Ricordi ancora come si fa il dottore vero?” “Più o meno signore, non sono un vero e proprio medico e ...” “D’ora in avanti sei l’ufficiale medico in capo chiaro?” “Ma la dottoressa ...” “Ascoltami bene” sbottò gelido avvicinandosi al ragazzo “Abbiamo qualche problema di comunicazione, quei buffoni dei piani alti hanno controversie e scartoffie da rispettare, la dottoressa ritornerà dal colonnello Darrell tra quattro mesi più o meno e tu ...” si fermò qualche secondo riprendendo fiato “ ... tu dovrai imparare da lei quante più cose possibili chiaro?” “Si signore!” “Ora sparisci, chiamami Darrell e quando l’avrai in linea passamelo” l’altro annuì deciso correndo via.
Sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento, aveva provato in tutti i modi a mascherarla, a renderla il più possibile simile ai suoi ufficiali.
Aveva provato a tastare il terreno per capire cosa pensassero di lei i ragazzi ma era bastato un semplice sorriso per costringerli a buttare ogni briciolo di speranza tra le mani di quella ragazza un po’ pazza sbucata dal nulla e ora, ora avrebbero perso quella speranza e tutto per cosa? Per qualche decisione presa in un ufficio pomposo e lussuoso? No, non avrebbe permesso che quei damerini incotonati distruggessero anche l’unico tesoro del suo plotone perché in guerra, vita e speranza sono ori da proteggere avidamente e lei donava l’uno e l’altro.
  
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