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Autore: SherlokidAddicted    20/06/2015    2 recensioni
John rispose con un mugolio del quale Sherlock sbuffò rumorosamente. Non sopportava essere ignorato da lui, soprattutto nei momenti di noia come quelli. – Mi stai volutamente ignorando. –
- Mh mh… -
- John? –
- Mh? –
- Perché mi ignori? –
- Sto leggendo. –
- Hai tutto il tempo del mondo per farlo. –
- Mh… - Sherlock sbuffò esasperato del fatto che il suo blogger non lo degnasse nemmeno di uno sguardo. Insomma… cosa aveva quel libro di più interessante di lui?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'm bored, John

- John. –

- Mh? –

- Mi annoio. – La risata di John riecheggiò per tutto il salotto. Il fruscio della pagina del libro che voltò poco dopo fece sbuffare Sherlock che era seduto sulla sua solita poltrona, abbracciando le sue gambe piegate, la testa poggiata sulle ginocchia.

- Come sempre, Sherlock. – Sherlock grugnì annoiato e nascose il viso sulle ginocchia. – Nessun caso? –

- Nemmeno uno… - Mormorò tra la stoffa dei pantaloni mentre John gli lanciava, finalmente, una veloce occhiata. – Insomma, ma cosa prende ai serial killer in questo periodo? – Disse frustrato mentre si lanciava all’indietro sulla poltrona, guardando il soffitto.

- Questo è un chiaro incitamento ad uccidere… - Mormorò distrattamente il dottore mentre voltava pagina del romanzo che Harry gli aveva spedito qualche settimana prima. Non ebbe mai il tempo di leggerlo: Sherlock lo coinvolgeva sempre in qualunque caso. Adesso che aveva tutto il tempo a disposizione, si rasserenò del fatto che potesse rilassarsi con quel libro fra le mani… ma sembrava un’impresa impossibile con il continuo lamentarsi del suo compagno.

- Sarebbe molto gratificante per me. – John rispose con un mugolio del quale Sherlock sbuffò rumorosamente. Non sopportava essere ignorato da lui, soprattutto nei momenti di noia come quelli. – Mi stai volutamente ignorando. –

- Mh mh… -

- John? –

- Mh? –

- Perché mi ignori? –

- Sto leggendo. –

- Hai tutto il tempo del mondo per farlo. –

- Mh… - Sherlock sbuffò esasperato del fatto che il suo blogger non lo degnasse nemmeno di uno sguardo. Insomma… cosa aveva quel libro di più interessante di lui?

Colto dalla rabbia, si alzò dalla poltrona facendo oscillare la vestaglia blu ed afferrò il violino. Cominciò a suonarlo sperando di poter attirare l’attenzione di John. Provò diverse melodie, ma dal riflesso della finestra non notò alcun cambiamento nella sua espressione.

John in realtà non lo stava ignorando per via del libro, ma perché voleva vedere fino a che punto Sherlock sarebbe arrivato per attirare la sua attenzione. Non leggeva davvero, aveva smesso da un po’, precisamente da quando Sherlock aveva cominciato a suonare. La melodia era capace di trasportarlo in altri mondi, di farlo rilassare al tal punto da voler chiudere gli occhi… ma non voleva dargliela vinta.

Questo Sherlock lo aveva capito, sapeva che non stava leggendo davvero, sapeva che voleva vedere fino a che punto potesse arrivare.

John voltò la pagina e finse l’ennesima concentrazione su quei fogli giallastri, ma venne colpito da una melodia che lo lasciò interdetto a tal punto da fissare il vuoto dietro al libro. Sherlock stava suonando la melodia che aveva composto nel periodo in cui credeva che la Adler fosse morta. Un noto di gelosia comparve sul suo viso, ma John era deciso ad ignorarlo.

Sherlock sapeva di aver esagerato con quella canzone. Smise di suonare ancora prima di arrivare alle ultime note e si voltò verso il medico. Era ancora con gli occhi fissi sul romanzo, ma con il pugno stretto talmente tanto da far diventare bianche le nocche.

Il consulente investigativo si sentì una vera e propria schifezza nel vedere quella reazione e si accorse di aver esagerato solo quando sentì John tossicchiare per riprendersi e darsi un tono.

Poggiò lentamente il violino nella sua fodera, poi torno a sedersi sulla sua poltrona senza smettere un attimo di fissarlo. Avrebbe voluto dirgli che gli dispiaceva ma non riusciva ad aprire bocca per la vergogna. Piombò un silenzio riempito solo dal frusciare delle pagine del libro di John, e ciò durò talmente tanto che Sherlock si decise a rompere questo vuoto di parole.

- John… - Le gambe strette fra le braccia e la voce dispiaciuta. John aprì la mano che fino a quel momento aveva tenuto chiusa in uno stretto pugno. Decise comunque di ignorarlo, di nuovo. – Eddai John, mi dispiace. – Il medico sospirò senza scostare lo sguardo dalle pagine. – Mi ignoravi spudoratamente. –

- Mh… -

- Credevo che questa storia fosse acqua passata. Chi lo sapeva che ancora ti avrebbe dato fastidio. –

- Mh mh. –

- John. –

- Mh? –

- Ti amo. – Bastarono quelle due parole a far smuovere il dottore e a fargli nascere un forte calore nel petto. Finalmente lo guardò ma senza cambiare l’espressione seria dal suo viso. Sherlock aveva finalmente catturato la sua attenzione e John accennò un sorriso perché finalmente il consulente investigativo aveva capito cosa dire esattamente per farlo.

Chiuse il libro e lo poggio sul tavolino accanto a sé, poi allungò le braccia sui braccioli della poltrona e lo guardò con quel leggero sorriso sulle labbra.

- Vieni qui. – Sussurrò poi. Sherlock non se lo fece ripetere due volte e, con una mossa repentina, si tirò su dalla poltrona e si avvicinò a quella di John. Quest’ultimo allungò un braccio e prese la mano del detective, spingendola verso di sé. Sherlock lo prese come un invito e si sistemò lentamente a cavalcioni su di lui. Le braccia di John avvolsero la sua schiena e quelle di Sherlock gli circondarono il collo. Si strinsero forte per dei minuti interminabili nei quali John aveva immerso il viso nel collo del suo amante e aveva inspirato il suo profumo che lo avrebbe inebriato in qualsiasi momento.

Sherlock si morse il labbro, colto dai brividi che John gli provocava ogni volta quando sentiva il suo respiro sulla propria pelle. Abbassò lentamente le braccia fino a sfiorargli la schiena con le mani, poi strinse possessivamente la maglietta di John in un pugno e ne approfittò per lasciargli un bacio sullo zigomo.

John parve apprezzare e il cuore cominciò a pulsargli come un tamburo rullante quando sentì quella stretta possessiva. Si girò quel tanto che bastava per poter far scontrare le labbra contro quelle di Sherlock. Gli prese quello inferiore fra i denti e lo tirò con dolcezza verso di sé, poi gli lasciò un lungo bacio a stampo. Una sua mano finì tra i suoi ricci scuri e l’altra scese fino alla coscia che accarezzò lentamente e con devozione. Sherlock si lasciò sfuggire un sospiro deliziato e schiuse le labbra per accogliere la lingua di John, che non attese un secondo per esplorare quella bocca che aveva già assaggiato un milione di volte, ma di cui non si stancava mai, nemmeno un secondo.

Le loro lingue danzarono fra di loro, le loro bocche schioccavano sonoramente ad ogni bacio e le loro mani vagavo sui loro corpi come forsennate, come a voler verificare la realtà di quella situazione.

- Sherlock… - Sussurrò il medico quando sentì l’altro spingersi maggiormente a lui.

- Si? – Sussurrò Sherlock con il respiro affannato e la fronte poggiata a quella di John.

- Ti amo anch’io, come nessuno. –

- Lo so, John. – Si sorrisero entrambi e si lasciarono diversi baci a stampo, affannati.

- Comunque, signor Holmes… - Disse John, poco prima di concedersi una leggera pacca sul sedere dell’altro. - … Ti sei comportato da vero stronzo con quella canzone. – Sherlock lo guardò accigliato e con la bocca leggermente spalancata.

- Senti chi parla, mi hai volontariamente ignorato nonostante tu sapessi che sei il mio unico antidoto contro la noia. – John sorrise a quelle parole, accarezzandogli con dolcezza la schiena dal basso verso l’alto.

- Davvero? –

- Sì… - E detto ciò fece scivolare la mano sulla patta dei suoi pantaloni e la strinse leggermente, facendo sobbalzare il dottore dalla sua amata poltrona. – E me la pagherai per questo. – Aggiunse con un sorriso malizioso mentre cominciava a mordicchiargli gran parte del viso. John ridacchiò e gli piantò un forte morso sul lobo dell’orecchio.

- Non vedo l’ora. -


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Quando i momenti di noia colpiscono, io scrico queste cose...
Meno male che non ho voluto farvi piangere come nella mia "Goodbye Sherlock"
Questa è una cosa più dolciosa, aw 
Spero la storiella vi sia piaciuta, un bacio.

 
  
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