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Autore: ValHerm    21/06/2015    1 recensioni
"Muove qualche passo verso di lui, e Steve non può fare altro che sorridere. Riesce a leggere la ferita che ancora porta nella lucentezza del suo sguardo, però rivede anche la forza, il coraggio: in Natasha c'è ancora tutto quello che gli ha reso la sua immagine così cara e indispensabile. Non era un muro insormontabile quello che stava ritornando: era la Vedova Nera, in tutto lo splendore di una donna che ha bisogno di tutto e niente al tempo stesso. Il suo mistero lo aveva catturato tanto tempo prima, ed ora lo aveva avvolto. Era come se Natasha fosse stata sempre lì ad aspettarlo."
[Romanogers]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Back to me - Romanogers
Back to me

Your kiss, my cheek, I watched you leave
your smile, my ghost, I fell to my knees
when you're young, you just run

but you come back to what you need.


La sensazione del "dopo" è sempre faticosa da descrivere: si penserebbe che una volta conclusa un'avventura, la tranquillità e la pace siano dei toccasana per chi ha rischiato di non rivedere il sole. In realtà è una sensazione strana quella che Steve Rogers avverte: passeggiare al fianco di Tony Stark non è tra i suoi passatempi preferiti, tuttavia sa che gli mancherà quella faccia pomposa e quell'aria arrogante. Ogni membro della sua squadra riflette un elemento unico che risulta, allo stesso tempo, diverso e insostituibile.

- Credo proprio che mi prenderò una pausa.

Dietro i suoi occhiali da sole Tony nasconde stanchezza e nostalgia. Ha bisogno di tornare a casa. Nulla smuove la sua camminata fiera e sicura, qualcosa di fin troppo famigliare per il capitano. Probabilmente, pensa Steve, da qualche parte Howard sta sorridendo.

- Forse dovrei prendere spunto da Barton. Costruire una fattoria per Pepper, sperando che non la facciano esplodere.

Tony scherza in continuazione. Fa parte di lui, come se dovesse perennemente alleggerire il peso di un mondo alle volte troppo opprimente. Tuttavia non è più lo scapolo d'oro tutto frivolezze ed alcol di una volta - è anche quello, ma tutto sommato Steve sa che è cambiato. Non lo ammette, ma è diventato ciò che lui avrebbe voluto per sè in un'altra vita. L'immagine della casa di Barton è quanto di più simile ad una favola, per le loro esistenze tormentate.

- Una vita semplice? Non lo so.. famiglia, stabilità. L'uomo che voleva tutto questo è finito nel ghiaccio 75 anni fa. Credo che ne sia uscito qualcun altro.

L'ha compreso da poco, ma sa che il suo pensiero lo riflette più che mai. Riesce ancora a vedere il volto di Peggy, in un finto passato che li aveva riportati indietro. Avrebbero potuto avere la vita che sognavano, un  tempo: la felicità tranquilla che ogni soldato sognava nel buio delle notti più difficili. Tuttavia era stato proprio guardarla negli occhi ancora una volta, ciò che gli aveva fatto comprendere che quella vita, quel sogno, quell'amore, non esistevano più. Non si sentiva perso, come si era sentito ogni istante, da quando era tornato. Sentiva di aver trovato un suo posto nel mondo, in qualche maniera. Sapeva chi era diventato. Ora, lo aveva compreso.
Tony lo guarda, preoccupato. Non può sapere cosa voglia dire trovarsi in un mondo completamente mutato, ma conosce il dolore, la paura. Sa che solo la speranza può combattere quel male, e non riesce proprio a credere che Captain America non ne abbia più.

- Stai bene?

Steve annuisce. Non ha perso la speranza, forse l'ha finalmente ritrovata.
Mentre Tony si allontana, i pensieri di Steve si concentrano su un'unica figura: non è il volto di Peggy, quello che fa capolinea tra i suoi pensieri. È un altro viso, ugualmente caro ai suoi ricordi, al suo recente passato, ma soprattutto al suo presente. Si gira verso l'immensa struttura dietro di lui, chiedendosi se riuscirà anche stavolta a recuperare i pezzi di sé stessa e a seguirlo come ha sempre fatto. Infondo il capitano ci spera: non dovrebbe avere preferenze, eppure sa di volerla accanto a sé, perché lei è una delle colonne portanti di ciò che Steve Rogers è diventato. Si passa una mano tra i capelli, in evidente agitazione. È difficile trovare le parole per consolare una donna che si è nascosta per anni dietro un muro di ghiaccio, e nonostante questo, è stata ferita ancora. Tuttavia se c'è qualcuno che può riuscirci, è lui. Lo sapeva Nick Fury quando aveva deciso di mandarli nelle medesime missioni, facendo in modo che i due creassero un legame prima della sua improvvisa e strategica dipartita. "Non puoi fidarti di nessuno." - gli aveva detto. Tuttavia sapeva che Steve si sarebbe fidato di Natasha. Nessuno poteva prevederlo, eppure Fury aveva già compreso quanto fossero simili. Probabilmente aveva già capito che un giorno si sarebbero ritrovati a tal punto l'uno nell'altra da avere sempre un posto in cui tornare.
Steve non l'aveva mai sentita distante quanto quell'ultimo periodo. Erano stati spesso divisi da missioni personali, costretti ad andare nei posti più diversi del mondo. Eppure solo nel momento in cui l'aveva vista parlare con Banner, durante la festa alla Stark Tower, l'aveva sentita davvero lontana. La conosceva come nessun altro, e sapeva il significato dei suoi gesti anche quando per Bruce erano del tutto oscuri. Sarebbe stato bello, sarebbe stato giusto, se non fosse per quella piccola parte di lui che si sentiva d'un tratto privata di qualcosa. Come se lo stesse lasciando indietro, come se per lui non ci fosse più spazio. Allora aveva fatto una smorfia cercando di non pensarci, ma ora sapeva: lei era parte del suo mondo. Non c'era più nulla che lui potesse fare per cambiarlo.
Dall'uscio della porta riesce già ad intravederla: ha lo sguardo fisso nel vuoto di uno specchio. La superficie riflette solo il suo volto assorto, tuttavia è come se mostrasse i suoi pensieri, i suoi dubbi, le sue incertezze. Steve osserva, senza poter fare nulla per evitarlo, quel muro insormontabile che pietra dopo pietra sta creando ancora. Sente una piccola fitta, impercettibile, all'altezza del petto. Prima che l'incertezza lo blocchi muove qualche passo, e la reazione di lei è istantanea. Lo guarda, come se in realtà si fosse fermata lì apposta per aspettarlo.

- Romanoff. Possiamo metterci al lavoro?

Il capitano ha quasi timore che gli dica di no, per questa volta. Forse ha bisogno di tempo, forse stavolta non lo seguirà. Gli occhi di lei tuttavia gli sorridono, un pò spazientiti, un pò altezzosi, come se fosse l'ultima delle reclute che chiede un'ovvietà.

- Credevo non la smettessi più di amoreggiare con Stark.

Muove qualche passo verso di lui, e Steve non può fare altro che sorridere. Riesce a leggere la ferita che ancora porta nella lucentezza del suo sguardo, però rivede anche la forza, il coraggio: in Natasha c'è ancora tutto quello che gli ha reso la sua immagine così cara e indispensabile. Non era un muro insormontabile quello che stava ritornando: era la Vedova Nera, in tutto lo splendore di una donna che ha bisogno di tutto e niente al tempo stesso. Il suo mistero lo aveva catturato tanto tempo prima, ed ora lo aveva avvolto. Era come se Natasha fosse stata sempre lì ad aspettarlo.

- Per questa missione avrò bisogno della Vedova Nera.

Avverte il capitano. Lei allarga le braccia.

- Sono qui, Rogers. Pare ti ci vogliano gli occhiali.

Steve si lascia andare ad una risata liberatoria, come quella del bambino che continua a portarsi dentro. Natasha non può fare a meno di addolcirsi in quei pochi istanti, nonostante continui a nascondere una delusione maggiore di ciò che appare. Sente che i pezzi in cui il suo cuore è ridotto si stanno pian piano ricomponendo. Accanto a lui avverte quella ferita fare meno male. È sorpresa del miracolo che quell'uomo riesce continuamente a fare: di colpo non si sente più sola. Per certi versi è stata lei a scegliere il suo destino: avrebbe potuto fuggire con Bruce e dire addio a quel mondo che condivideva con gli altri, con Steve. Non ne aveva avuto la forza, perchè quel mondo era tutto ciò che le restava. L'amore era per i bambini, non lo avrebbe più dimenticato. Sentiva però che una nuova missione al fianco di quell'uomo così lontano dal suo tempo ma così vicino al suo cuore avrebbe lenito le ferite, ricordandole chi lei fosse in realtà. Non può fare a meno di pensare a quanto una figura appartenente a un altro tempo possa rifletterla e comprenderla meglio di chiunque altro. Non sa spiegarselo, ma lo sente inevitabilmente. Pensa a Nick, a quanto le sue scelte abbiano condizionato la sua vita, e sente quasi di dovergli un favore. Steve Rogers è un tesoro che il ghiaccio ha custodito per anni, e il caso ha voluto che tornasse in un mondo dove lei, per certi versi, lo stava aspettando. Non ammetterà mai un solo pensiero, ma è felice di essere rimasta.
Lui la guarda un'istante: sa che nulla è ancora a posto, ma comprende che presto lo sarà. Natasha non è una di quelle donne che hanno bisogno di mille parole, e di questo ne è grato, perchè lui infondo, con le parole non ci ha mai saputo fare. L'aiuto più grande che può darle è ciò che desidera di più anche lui: averla ancora una volta al suo fianco. La sente di nuovo vicina, come se fosse tornata da un luogo lontano. Non sa ancora che nonostante tutto c'è sempre stata. Così si avvia verso una nuova avventura, e lei lo affianca, come se fosse una qualsiasi missione di Fury, come se nulla fosse cambiato. Lo guarda un istante, mentre con sicurezza e forza si rivolge ai nuovi componenti della squadra: basta un momento, per notare che il suo sguardo è cambiato. È padrone di sé, del mondo che lo circonda, come se fosse finalmente tornato a casa. "Ha ritrovato sé stesso" pensa Natasha, e non può fare a meno di sorridere. Avverte uno strano senso di gratitudine, nel vederlo accanto a sé. Sa di aver recuperato una sua forza, di essersi creata una personale giustizia da seguire: ha fatto tutto accanto a lui. L'aveva capito molto tempo prima: lei non aveva un posto nel mondo. Eppure, in quell'istante, sentiva di essere esattamente dov'era giusto che fosse.



this love is good, this love is bad

this love is alive back from the dead
this hands had to let it go free
this love came back to me.

  
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