Film > Le 5 Leggende
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Autore: alebex99    21/06/2015    1 recensioni
Jack Frost è un guardiano. Divertente, apparentemente senza preoccupazioni. Eppure ogni sera si reca al lago che ha cambiato la sua vita e pensa alla sua vecchia famiglia. Ma, una sera, decide di andare più a fondo, fino alla casa in cui è cresciuto, scoprendo, con sua sorpresa, di trovarla ancora intatta. Entra e, in un cassetto nella camera di sua sorella, trova qualcosa che lo porterà ad affrontare un lungo percorso per le risposte a molte domande nella sua testa...
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Jack Frost, Manny/L'uomo nella Luna, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'ultima lettera

 

Erano le prime luci dell'alba quando Jack, dopo un intero giorno ed una notte in bianco, iniziò a leggere l'ultima lettera del grande mucchio lasciatogli da Emma.
Stava per togliere il sigillo quando notò qualcosa di diverso nella busta: la calligrafia era molto differente da quella di sua sorella. Le curve morbide delle lettere tipiche di una ragazza adolescente, erano state rimpiazzate da linee spigolose, che sembravano scritte da una mano tremante e più adulta. Jack riconobbe immediatamente quel tipo di scrittura: era quella di sua madre. Dei dubbi iniziarono ad insinuarsi nella mente del ragazzo, e man mano la preoccupazione saliva.
“Perchè diavolo mia madre ha deciso di scrivermi una lettera?” pensava “Che cosa può essere successo?” “Ma dai, magari anche lei ha soltanto sentito la mia mancanza e ha deciso di scrivermi”.
Dopo essersi rassicurato con questi pensieri, Jack decise di aprire, con mani tremanti, l'ultima lettera.
“Caro Jack” iniziava “Sono io, tua madre. Ti scrivo perchè voglio dirti una cosa molto brutta che è successa...ed è successa ad Emma.”
A queste parole Jack spalancò gli occhi e il cuore cominciò a pulsargli nel petto come mai prima. Le mani, che tremavano sempre più, iniziarono a sudargli e si serrarono ai bordi della lettera. Quindi aveva ragione, era davvero successo qualcosa di grave. Cominciò a sudare freddo e, con il cuore in gola, continuò.
“Qualche settimana fa, tua sorella si è recata al Forno*, come tutti i giorni, per comprare il pane per il pranzo e delle stoffe. Come al solito, le ho raccomandato di essere prudente e di non stare via per molto. Dopo quel che è successo a te, sono sempre stata molto apprensiva con lei, ma a quanto pare, non si è mai troppo attenti, e il destino ci gioca sempre brutti scherzi.
E' scoppiato un incendio. Nessuno sa come, fatto sta che è successo. Delle persone che hanno assistito alla scena mi hanno detto che c'erano fumo e fiamme ovunque, e si potevano udire delle urla da fuori.
Emma era riuscita ad uscire. C'era riuscita. Ma quando si è accorta che due persone erano rimaste intrappolate, ragazzini di undici, forse dodici anni, non è riuscita a trattenersi ed è corsa all'interno per portarli fuori. Ce l'ha fatta. Li ha portati entrambi all'esterno. Ma mentre lei stava per uscire, delle assi sono crollate. E lei se n'è andata. Un secondo, è bastato un solo secondo, e lei non c'era più.
Avrebbe potuto farlo chiunque, un adulto avrebbe potuto salvarli, ma è toccato alla mia piccola, alla mia bambina, che proprio come suo fratello, ha messo gli altri davanti a se stessa, ha deciso di essere un'eroina. E come suo fratello, se n'è andata alla giovane età di diciassette anni.
Tesoro mio, figlio adorato, il mio cuore ormai è distrutto dopo aver perso così tanti cari. Una moglie può resistere alla morte del marito grazie all'amore e al sostegno dei suoi figli. Una madre può sopportare a stento la morte di uno di loro, ma come si può vivere dopo che anche l'ultima ragione di vita rimasta ti viene portata via?
Stalle accanto, prenditi cura di lei e fa che stia bene.
Pregherò per voi e non vi dimenticherò mai.
Vi amo così tanto.
Mamma”

 

Stavano perdendo sempre di più le speranze; ormai erano passate quasi due settimane dalla scomparsa di Jack e non sapevano più dove cercare. Nord, con la sua slitta, aveva solcato i cieli notturni per giorni in cerca del ragazzo, ma Bunnymund aveva ragione: quel ragazzo era bravo a non farsi trovare. Questi erano stati i pensieri di Tooth mentre se ne stava seduta nell'ufficio di Santa Clause, in attesa di notizie.
Aveva cercato di tenere alto il morale degli altri durante l'assenza del loro quinto guardiano, aveva tentato di alimentare la speranza, ma la verità era che anche lei stava perdendo quella poca che le era rimasta.
Nella stanza, sia lei che Sandman che il coniglio pasquale erano in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri. Nord, ormai, passava tutte le sue giornate davanti all'enorme globo ad osservare, in caso si fosse presentata dell'attività magica, sicuramente ad opera di Jack.
“Fa che stia bene” pensava la fatina, senza sapere bene a chi si stesse rivolgendo “Oh ti prego, fa che stia bene”.
Ad un certo punto, proprio mentre Bunnymund stava per dire qualcosa, la porta si spalancò di colpo e Nord si precipitò nella stanza, affannato per la corsa.
-Dobbiamo partire immediatamente! Subito! Il prima possibile! - esclamò tutto d'un fiato.
A quelle parole, i tre scattarono subito in piedi e fissarono i loro occhi spalancati sull'uomo, in attesa di chiarimenti. Ma in realtà, Tooth sapeva cosa stava succedendo.
Capendo che tutti stavano aspettando una spiegazione, Santa Clause cercò di contenere la sua impazienza e, con un barlume di speranza negli occhi, un barlume che i guardiani ormai avevano quasi dimenticato, disse semplicemente:
-Si tratta di Jack. L'ho trovato.

 

Non era riuscito a trattenersi. Era troppo per lui. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Prima l'incidente, poi questo.
Non era riuscito a trattenersi.
Intorno a lui, la tempesta imperversava: la neve aveva iniziato a cadere furibonda e gli alberi intorno al lago si dimenavano come deboli steli d'erba. Il cielo era diventato grigio, freddo, coperto da un fitto strato di nuvole. Era uno spettacolo agghiacciante e bellissimo al tempo stesso.
E in tutto questo caos, Jack sentiva soltanto un forte ronzio alle orecchie. Non percepiva alcun suono, soltanto quel ronzio incessante. Non era in grado di udire le urla di frustrazione e rabbia che provenivano dalla sua gola e che gli facevano bruciare le corde vocali, né il vento che ululava ferocemente fra i rami. Era come se fosse in una campana di vetro, come se tutto ciò che stava vivendo non fosse reale.
Ma lo era, ed era questo che lo irritava maggiormente. Era tutto assolutamente ed innegabilmente reale.
Era reale che sua sorella fosse morta, tanto tempo prima, senza che lui non ne sapesse niente fino a quel momento. Era reale.
- Jackson
Un sussurro. Niente più che un flebile sussurro. Ma quel sussurro fu sufficiente a far sobbalzare dalla sorpresa il ragazzo.
- Jackson
Eccolo di nuovo. Non se l'era immaginato, lo sentiva davvero, qualcuno stava chiamando il suo nome, il suo vero nome. Jackson. Jackson Overland. Era come se risuonasse nella sua mente, lo sentiva nitido e chiaro, nonostante il rumore attorno a lui.
Guardandosi intorno, Jack riuscì a scorgere una piccola figura all'interno della bufera. Non riusciva a vederla chiaramente, ma si accorse che aveva qualcosa di strano: riluceva come una piccola fiamma incurante di tutto quel gelo, e si avvicinava incerta, quasi timorosa. Eppure c'era una qualche sicurezza nella sua andatura, come se fosse stata certa che lui non le avrebbe fatto del male.
- Jackson, non devi avere paura...
Finalmente, il misterioso individuo arrivò abbastanza vicino al giovane perchè lui potesse vederlo chiaramente. Gli occhi di Jack si poggiarono sul viso dello sconosciuto e il ragazzo rimase di stucco. Gli tornarono in mente le parole della lettera che sua madre gli aveva scritto: “...è toccato alla mia piccola, alla mia bambina, che proprio come suo fratello, ha messo gli altri davanti a se stessa, ha deciso di essere un'eroina”.
-...Sono io.
Sì, era lei.
- Emma...- fu l'ultima parola che il guardiano riuscisse a sussurrare prima che le parole gli morissero in gola. Si alzò faticosamente, indebolito dalla tempesta evocata, e si avvicinò ancor di più alla ragazza. Si guardarono, e in quello sguardo c'era tutto: nostalgia, sorpresa, dubbi su come lei potesse essere lì, ma soprattutto amore, quel tipo di amore che solo un fratelli e una sorella possono comprendere e di cui entrambi avevano sentito entrambi la mancanza per ben 300 anni.
Jack le gettò le braccia al collo, e quando sentì che lei era vera, quando la strinse a sé e capì che l'aveva ritrovata, scoppiò in un pianto liberatorio.
Intorno a loro, adesso, c'era solo silenzio.

Note:
*qui lo intendo come un luogo di mercato al chiuso

 

Spazio commento

Scusatemi, scusatemi, scusatemi. Sono tornata dopo un anno, sono una persona orribile, lo so. Il fatto è che quest'anno, fra scuola, sport e impegni vari ho avuto pochissimo tempo e non sono riuscita ad andare avanti. Ma ormai non potevo lasciare la fanfiction a metà sarei stata ancora più crudele, quindi ecco a voi. Meglio tardi che mai, no?
Insomma per farmi perdonare ho fatto un bel capitolo lungo, così vi ho tenuti un po' impegnati.
Spero davvero che vi sia piaciuto, perchè mi ci sono impegnata molto, è un capitolo a cui tengo moltissimo, essendo uno dei capitoli conclusivi.
Beh, come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e vi chiedo ancora scusa per la lunghissima assenza.

- Alebex

   
 
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