Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: rora02L    21/06/2015    4 recensioni
Tratto dal testo :
"Katniss ascolta ancora il rumore delle bombe, fischiano minacciose su quel disperato ospedale di fortuna, dove soldati di ogni età e sesso giacciono a terra feriti. E la guardano, come fosse un baluardo di speranza, un angelo venuto a salvarli. E quel ragazzo, che le chiede con voce carica di speranza: “Combatterai con noi ?” Lei ha risposto come si aspettavano tutti: un sì. Ma dentro di sé, non era una risposta convinta né del tutto sincera. Lei combatte per la sua famiglia, per le persone che ama: sua sorella, sua madre, Gale … e Peeta. Per nessun altro. "
- This is war, Thirty Seconds To Mars -
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

My War.



This is war - Thirty Seconds To Mars
“A warning
to the people,
the Good and
the Evil,
This Is War


Image and video hosting by TinyPic

Katniss ascolta ancora il rumore delle bombe, fischiano minacciose su quel disperato ospedale  di fortuna, dove soldati di ogni età e sesso giacciono a terra feriti. La guardano, come fosse un baluardo di speranza, un angelo venuto a salvarli. E quel ragazzo, che le chiede con voce carica di speranza: “Combatterai con noi ?” Lei ha risposto come si aspettavano tutti: un sì. Ma dentro di sé, non era una risposta convinta né del tutto sincera. Lei combatte per la sua famiglia, per le persone che ama: sua sorella, sua madre, Gale … e Peeta. Per nessun altro. Non che queste povere persone non le facciano pena, anzi. Si sente responsabile per ciò che è accaduto loro. Ma lei è solo una ragazzina. Questa è la guerra, non è un gioco per bambini.
Però la colpa è sua, lei ha appiccato questo incendio che sta decimando gli abitanti di Panem, lei ha sfidato il presidente e tutta Capitol, lei è andata contro le regole. Ora è il simbolo di questa ribellione: la Ghiandaia Imitatrice. Ma non ha scelto niente di tutto ciò. Non voleva essere una eroina e nemmeno dare inizio ad una guerra. Voleva solo tornare a casa, viva.

To the soldier,
the civilian,
the martyr,
the victim,
This Is War

Ripensa anche a quell’uomo del Distretto 11. Chissà chi era. Forse il nonno di Rue ? Oppure il padre di un qualche tributo precedente ? Sta di fatto che lui è la prima persona morta per la causa, morta davvero per colpa sua, per colpa delle sue parole e delle sue azioni. Per lei è una povera vittima, per gli altri un martire. Rivede spesso davanti a sé il volto morente di Rue e sente ancora la sua voce chiederle di prometterle di vincere.
Si chiede se la piccola Rue avesse già capito che lei non era una ragazza qualsiasi, una pedina come le altre. Forse lo sapeva davvero o se lo sentiva sotto la pelle. L’aveva aiutata, spalleggiata e fatta sorridere almeno un po’, in quella Arena dove c’era spazio solo per la morte ed il dolore. Rue ha iniziato questa rivolta, non Katniss. Lei ha creduto per prima nella Ragazza in Fiamme, nel fatto che una persona qualsiasi di un Distretto povero come il 12 potesse tener testa alla potente Capitol. Katniss non sarebbe la Ghiandaia Imitatrice, se Rue non fosse morta accanto a lei, facendo piangere mezza Panem e seminando il principio della ribellione. Perché una ragazza così pura e dolce non meritava di morire. Proprio come aveva detto Katniss davanti al Distretto 11: era troppo giovane, troppo buona e troppo dolce per la morte. Eppure Capitol ha voluto ed avuto il suo sangue.

It's the moment of truth
the moment to lie
the moment to live
the moment to die
the moment to fight
the moment to fight
to fight
to fight
TO FIGHT!

Le telecamere l’hanno sempre innervosita ed ha odiato starci davanti sin dalla prima volta, mentre veniva presentata da Effie come il Tributo femmina del Distretto 12. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata costretta a starci davanti ancora una volta. Mentire o recitare non le riesce per nulla, non è mai stata molto capace negli imbrogli. Per lei è Peeta quello bravo con le parole, lo è sempre stato. Lei è più una da fatti, non è stata mai capace di fare grandi discorsi stimolanti.
Pensa anche a lui quando urla addosso alla telecamera, immersa tra le rose bianche che Snow le ha mandato. Pensa a quella menzogna che aveva raccontato al biondo, a come l’aveva ingannato facendogli credere che lei lo amava. Ora Katniss non sa più bene quale sia la verità, ma sente che qualcosa è cambiato e che Peeta è parte della sua vita. “Io ho bisogno di te.” In quel momento non stava mentendo né fingendo.
Ed è quando Katniss non finge, che si sente la forza della sua anima, in quella verità pungente e sincera c’è il segreto per cui tutti la vedono come un leader ed una fonte di ispirazione. La Ghiandaia Imitatrice incita tutti a combattere, ad essere le fiamme che daranno fuoco a Capitol City ad ogni costo.
“Se noi bruciamo, voi bruciate con noi !” Lo dice con una rabbia vera e vibrante, una furia che travolge tutti i Distretti, che marciano verso la morte e la libertà. Ma senza più alcuna paura, perché hanno sentito la voce di quella ragazza simbolo di speranza: era carica di collera, ma ferma e decisa. Loro vinceranno. Il tempo per combattere è finalmente giunto.

To the right,
to the left,
we will fight
'till the death,
'till the edge
of the Earth,
it's a brave new world
from the last to the first

Peeta guarda la telecamera ancora una volta. Quei vestiti sono enormemente fastidiosi, lo mettono a disagio quasi quanto parlare davanti a tutta Panem per convincerla a non scendere in battaglia. Ma la cosa che più di tutte gli fa male, è l’idea che Katniss, guardandolo, penserà che lui l’abbia tradita. Non ha avuto scelta. Da quando è stato portato a Capitol dall’Arena, non ha più avuto scelta, nemmeno sui suoi pensieri. Tutto ciò che faceva, diceva e persino pensava era sotto osservazione e sarebbe stato punito.
Il biondo tremò appena, ripensando alle torture subite. Ma le telecamere si accendono ed è ora di iniziare la messa in scena. Mentre Peeta pronuncia parole in cui non crede, ma cercando di fingere il contrario, lancia alla sua amata Katniss un messaggio che spera lei colga. Lo dà con lo sguardo, con quegli occhi azzurri che l’hanno amata così profondamente. Spera che lei lo guardi negli occhi, senza ascoltare le parole che escono dalla sua bocca, leggermente tremante. Senza guardare dove si trova, con chi è e cosa sta facendo. Vuole che la guardi negli occhi e capisca la verità.
Combatti, Katniss. Lasciami pure morire. Ma combatti. Per un mondo migliore. Io sono pronto a dare la vita per questo. Io sono pronto a dare la vita per te. Lo sono sempre stato. E non smetterò mai di esserlo, qualunque cosa facciano o dicano. Niente cambierà il mio amore per te.

To the right,
to the left,
we will fight
'till the death,
'till the edge
of the Earth,
it's a brave new world
it's a brave new world
it's a brave new world


Si ritrova chiuso in una cella. Non è la prima volta che accade, ma c’è qualcosa di profondamente diverso che gli mette i brividi. Sente un rumore sordo, come di un ronzio in lontananza. Gli è famigliare, ma non ha il tempo di realizzare cosa sta per accadere. Guarda lo spesso vetro che lo divide da un gruppo di uomini, forse scienziati, che confabulano tra loro, mandandogli delle occhiate penetranti per studiarlo. Poi fanno un cenno al Pacificatore che lo ha portato là. L’uomo lo prende e lo lega alla sedia che si trova al centro della stanza. Il ragazzo è talmente stremato che non ha nemmeno la forza di reagire. Ha terminato persino quella con cui piangeva la notte i primi tempi. Si guarda intorno, terrorizzato come non mai.
Il ronzio si fa più intenso. Sente poi la voce di uno degli scienziati, anzi: è una donna. Gli parla con voce materna, quasi volesse tranquillizzarlo: “Peeta … chiudi gli occhi.” C’è un leggero senso di colpa in quelle parole, dal tono dolce. Peeta deglutisce, ma fa ciò che la donna gli ha consigliato. Chiude gli occhi ed il ronzio si fa un rombo da quanto è veloce e persistente, vicino e dilaniante. Poi arriva il dolore di tante punture di Aghi Inseguitori. E Katniss, la sua amata. La vede, con la lunga treccia mora e la pelle olivastra. Ha una freccia in mano e con essa sta uccidendo la sua famiglia. Peeta sgrana gli occhi ed improvvisamente le lacrime fanno nuovamente capolino sul suo viso. Urla di rabbia, le corre addosso, chiedendole perché lo ha fatto. Katniss lo guarda, con i suoi occhi grigi, ma privi di emozioni: “Non ti ho mai amato, Peeta. È sempre stato solo per le telecamere … ora muori.” Sente il dolore di una freccia, dritta al petto, che gli entra dentro fino al cuore.
O forse è una puntura di insetto ? No, aspetta, è una freccia,  è … ? Cade a terra, immerso nel suo stesso sangue. Questo accade più e più volte, tanto che ha perso il conto. Eppure ogni singola volta fa sempre più male. Dimentica quale sia la realtà e quale l’illusione, le confonde e le mischia. Ma una cosa la sa. Odia Katniss. Vuole uccidere Katniss.

A warning to the prophet,
the liar,
the honest
This is War
To the leader,
the pariah,
the victor,
the messiah
This is war

Katniss corre senza pensarci verso il suo Peeta, gridando felice il suo nome. Non ricorda di essere mai stata così felice come ora. Lo hanno riportato da lei, sano e salvo. Peeta è vivo e lei lo ama, ora. Sente di non poter vivere senza di lui. Arriva alla stanza dove lui è ricoverato. Lo guarda, lui è girato di schiena e già capisce quanto lo abbiano fatto soffrire quelli di Capitol. Arresta la sua corsa. Sa che è colpa sua se è ridotto così, lei lo ha trascinato in questa follia, divenuta guerra. Ma ha troppo bisogno di guardarlo negli occhi, di abbracciarlo e persino di baciarlo, per dirgli quanto le è mancato. Così dice il suo nome: “Peeta !” Lo dice con una gioia tale da sembrare una bambina.
Corre ad abbracciarlo appena lo vede voltarsi, appena sa che lui l’ha vista. Peeta ha il viso scavato, le guance quasi inesistenti e gli occhi spenti ed affossati. Ma non le importa, non le importa altro. Lui è vivo, con lei. Lo abbraccia, quasi piange di gioia. E poi accade: sente la morsa di un paio di mani sul suo tenero collo, la strangolano. Cade a terra, sotto il peso del suo aggressore. L’ultima cosa che vede sono gli occhi azzurri che aveva imparato ad amare ed in cui aveva visto solo amore completamente stravolti dall’odio. Odio per lei. Poi perde i sensi, pregando di non morire per mano di Peeta.

I do believe in the light, raise your hands into the sky
The fight is done, war is won, lift your hands toward the sun
toward the sun, toward the sun, the war is won

La guerra è finita, la pace è arrivata ed il sole è tornato a splendere sereno su Panem. Ma non il suo sole, Peeta. E non ai suoi occhi, ostruiti dalla tristezza.
Ha perso sua sorella, la sua adorata Prim. Nulla potrà lenire queste ferite.
Il suo amato Peeta poi, che era sempre stato la sua ancora di salvezza, è anche più perso e più fragile di lei. Ancora confonde la realtà con le allucinazioni degli Aghi Inseguitori. Ancora non capisce che la ama, perché Katniss ne è convinta.
Ogni notte, anche se non dovrebbe, si arrampica fino alla finestra di camera sua, la casa di Peeta è quella accanto alla propria. Guarda con occhi tristi le fiale e le confezioni di tranquillanti ed altri psicofarmaci ammucchiati sul comodino accanto al letto del giovane.
Poi fissa lui, dormiente, con i capelli biondi sparsi sul cuscino. Suda, ogni notte. A volte piange anche e si porta le mani al petto, come se avesse una ferita. Le prime volte, Katniss si limitava ad osservare, avvicinandosi un metro per volta. Fino ad arrivare davanti al suo giaciglio.
Peeta questa volta dorme profondamente, vede il petto del ragazzo abbassarsi ed alzarsi placidamente ed il respiro ritmico e tranquillo. Ne è felice, perché almeno lui la notte dorme. Lei non ci riesce. Gli si avvicina, si siede sul bordo del letto. Lo guarda e gli accarezza una ciocca di capelli, con una dolcezza quasi non da lei.
Il suo polso viene braccato dalla mano forte del ragazzo. Con forza e velocità, la atterra sul pavimento e si posiziona sopra di lei, pronto a colpirla coi suoi pungi. La ragazza ne è ben consapevole.
Katniss trattiene il respiro e sente che la sua morte sta per arrivare. Peeta la guarda con rabbia, mentre lei è distesa a terra inerme. I loro occhi li incatenano l’uno all’altro. Il giovane freme d’ira. La mora chiude gli occhi, pensando che se proprio deve morire, vuole farlo per l’ultima volta.
Come quando erano in quella grotta a nascondersi. Come quando lui le aveva dato quella perla che porta ancora in tasca, che la calma ad ogni crisi. Lo bacia, dolcemente e delicatamente, è solo uno sfiorarsi di labbra. Ma Peeta si calma. E risponde al bacio, passionale come non lo aveva mai sentito.
Le accarezza i capelli corvini, i fianchi morbidi ed il viso bagnato di sudore. Si fa sempre più affamato e piange. Solo allora si stacca da lei, intimandole di andarsene. “Prima che … io ti faccia del male.” Non lo dice con tono minaccioso. Ha paura solo di fare del male alla ragazza, di compiere azioni di cui potrebbe pentirsi.
Poi aggiunge, con voce supplicante: “E per favore, Katniss … non tornare. Non voglio farti del male. Io sono un pericolo.” Lei lo guarda fisso negli occhi e scuote la testa: “No. Tu non sei questo. Tu sei Peeta. Il mio Peeta … ricordi ? So che non tornerai mai più quello di prima, come io non tornerò mai quella che ero prima di tutto questo. Ma ho bisogno di te, Peeta. Ho bisogno del tuo amore. Se, da qualche parte dentro di te, mi ami ancora … sai dove trovarmi.”
Da quella notte, altre ne passarono. E Peeta non dormiva più, ogni notte se ne stava sul letto con gli occhi aperti. Guardava la finestra, aspettandosi che Katniss tornasse. La scusa che dava a sé stesso per quel suo comportamento era che doveva evitare ogni contatto con lei per non farle del male.
La verità era che anche lui aveva bisogno di lei.

Le accarezza i neri capelli setosi, mentre lei si accoccola ancora di più al suo petto, respirando il profumo di lui. Sa di pane e di fiori.
Le piace l’odore di Peeta, questa è la loro prima notte insieme dal matrimonio, avvenuto qualche ora prima.
Peeta è abbastanza calmo, le crisi vengono ad entrambi a periodi ed a tratti, ma hanno imparato ad aiutarsi a vicenda. Le mani del ragazzo si fermano, mettendo in allarme la moglie: “Cosa c’è ? Qualcosa non va ?”
Il ragazzo la guarda dritto negli occhi e le chiede: “Tu mi ami. Vero o falso ?” Sorride sollevata e gli risponde: “Peeta … ti ho già risposto, ricordi ?”
Lui abbassa il capo, nascondendolo sulla spalla della mora e bisbiglia: “Ripetilo. Dimmelo un’altra volta. Per favore.” Lei inizia ad accarezzargli i capelli per calmarlo, ha capito che sta per avere un attacco. Forse perché tutto questo sta accadendo così in fretta e nemmeno lui riesce a rendersene pienamente conto. “Vero …”gli sussurra dolcemente Katniss all’orecchio.
Ma lui scuote la testa ed inizia a stringere le lenzuola, facendo sbiancare le sue nocche: “Dillo. Dimmi che mi ami, Katniss. Ho bisogno di sentirlo.”
La ragazza sobbalza sorpresa e gli domanda se sta bene. Ma il biondo insiste, vuole sentirle dire quelle esatte parole. E Katniss lo accontenta, anche se fa un grande sforzo per dirle: “Peeta, io ti amo.”
Lui si calma un pochino e bisbiglia tra le lacrime: “Mi ami anche se ho cercato di ucciderti ?”
La mora sorride, riconoscendo la tenerezza del marito: “Come tu mi ami anche se ti ho ingannato, anche se eri convinto che avessi ucciso la tua famiglia, anche se ti hanno tolto i ricordi di noi due insieme.” Lui annuisce e le bacia la spalla, come a ringraziarla per averglielo detto. Katniss deglutisce e questa volta è il biondo a chiederle se sta bene. La giovane sorride imbarazzata: “Sì, solo che … non dormo con te da tanto … mi ricorda i vecchi tempi. Ho … un po’ paura. Ma … so che insieme possiamo affrontare ogni cosa.”
Peeta le sorride ed annuisce, per poi baciarla sulla fronte e farle appoggiare la testa sul suo petto, cingendole le spalle con il forte braccio.
  La guerra di Panem è finita, ma quella dentro di loro no. Combattono ogni giorno, con i fantasmi del passato e le paure del futuro. Insieme, perché non sanno fare a meno l’uno dell’altro.
Questa loro guerra è troppo devastante, il nemico è troppo forte per combattere da soli, non vincerebbero.
Cederebbero il posto alla pazzia. Così lottano ancora, come quando erano nella Arena. Come quando erano sul campo di battaglia. E come tante altre volte, tanti altri episodi passati e condivisi da entrambi. Peeta riacquista pian piano la memoria, dividendo ciò che è reale da ciò che è falso grazie alla moglie.
Katniss invece combatte contro i suoi incubi, il senso di colpa per le morti che ha causato con le sue stesse mani e la perdita di Prim, rifugiandosi nei caldi abbracci di Peeta.
La loro guerra non è ancora finita e non finirà mai. Ma la affronteranno insieme, giorno dopo giorno, notte dopo notte, stringendosi per mano.
“Insieme ?”
“Insieme.”


 



Il link della canzone, a mio parere stupenda : https://www.youtube.com/watch?v=hMAVLXk9QWA
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: rora02L