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Autore: _IcePotter    21/06/2015    6 recensioni
Kendall e Logan, dopo diversi anni di relazione, sono sposati e hanno anche una bambina, Lilith. Una sera, mentre tutti e tre stanno leggendo un libro sul divano, la piccola decide di porre ai suoi genitori una domanda. Il passato è parte fondamentale di noi, possiamo veramente sperare di cancellarlo per sempre?
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Dal testo:
-Posso farvi una domanda?- aveva chiesto loro Lily con tono estremamente gentile. Sia Kendall che Logan avevano annuito, sorridendole incoraggianti. Ad entrambi piaceva l’intraprendenza e la curiosità di Lilith, la rendevano diversa dagli altri bambini della sua età. –Ma voi siete due “froci”?- aveva concluso, spostando ritmicamente lo sguardo da un genitore all’altro. Logan aveva sgranato gli occhi così tanto che per un momento erano sembrati sul punto di uscire fuori dalle orbite, mentre Kendall aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di scoppiare a piangere.
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[Kogan][Slash][Daddies!Kogan][OS, 3604 parole][Fluff, Romantico, Generale]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kendall, Logan, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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What's a soulmate?
Lilith “Lily” Schmidt-Henderson era la bambina più bella che tutte le persone che la conoscevano avessero mai visto. Aveva ereditato dal padre naturale gli occhi verdi, che nel suo caso avevano assunto una particolare sfumatura azzurra che cambiava a seconda della luce. Da entrambi i genitori biologici aveva preso anche i lunghi capelli che brillavano al sole, di un biondo meraviglioso e lucente al tempo stesso. Spesso teneva i capelli sciolti, oppure in un’elaborata acconciatura legata. Dato che aveva soltanto sei anni, il suo fisico era piuttosto minuto, ma era comunque abbastanza alta per la sua età. La cosa che più stupiva le persone era la sua indubbia sensibilità e anche la sua innata furbizia, mescolate con dei tratti così dolci che la gente non riusciva a fare a meno di adorarla. Anche i suoi papà la adoravano e anzi, non facevano che ripeterle ogni giorno quanto si sentissero fortunati ad averla con loro. Il padre biologico era Kendall, mentre la madre era Katelyn, una carissima amica d’infanzia di entrambi. Esattamente sette anni prima il suo ragazzo, dopo oltre dieci anni di relazione, l’aveva lasciata per mettersi con una donna più grande e più ricca. Aveva passato un periodo orribile, rifiutandosi persino di uscire di casa, fino a quando Kendall e Logan non avevano deciso di aiutarla. Erano riusciti a farla stare meglio, a farle riprendere tutto il peso che aveva perso e addirittura a farla uscire con qualcuno. Per ringraziarli, Katelyn si era offerta di fare da madre surrogata e dopo nove mesi era nata quella bellissima bambina, che era uno dei pochi motivi del sorriso dei genitori. Dopo un paio d’anni la loro amica aveva iniziato ad uscire con Sam e a meno di un anno di distanza dal loro primo incontro erano convolati a nozze. Continuavano a stare insieme ed ancora più innamorati di prima, proprio come Kendall e Logan. I due infatti si erano conosciuti al liceo ed erano diventati immediatamente migliori amici, prima di innamorarsi follemente e, dopo non poche difficoltà che avevano condiviso e affrontato insieme, baciarsi romanticamente per la prima volta al ballo di fine anno, dopo aver volteggiato in pista guardandosi negli occhi per istanti interminabili. Avevano condiviso di tutto e non si erano mai lasciati. Tutti i loro amici, specialmente James e Carlos, erano stati felicissimi quando avevano annunciato il loro matrimonio e ciascuno di loro si era fatto in quattro per dare il proprio contributo all’evento, che alla fine era riuscito alla grande, merito anche degli sposi che con i loro enormi sorrisi avrebbero rischiarato anche il cielo più nuvoloso. Quella bambina però, era ciò che per anni avevano desiderato e che pensavano non sarebbero riusciti mai ad ottenere.
Quella sera, una serata di fine maggio che i tre avevano passato stesi sul divano a leggere un libro di fiabe, c’era una certa afa. I vestiti sembravano appiccicarsi addosso alla persone e l’aria era praticamente irrespirabile. Dopo tanto tempo, Logan era riuscito a diventare primario nel reparto di neurologia e Kendall invece insegnava spagnolo in un liceo dove dirigeva anche il Glee club, dato che la danza e la musica erano da sempre le sue passioni più grandi. In quel momento loro due e Lilith erano seduti sul divano, tutti e tre appiccicati nonostante il caldo. Lily era seduta per metà sulle gambe di Logan e per l’altra metà su quelle di Kendall, che erano a loro volta intrecciate. I due si stringevano forte la mano e si guardavano ancora con lo sguardo innamorato che avevano il primo giorno. La bambina teneva aperto tra le mani un libro di fiabe e i genitori facevano a turno per leggerglielo. In quel momento era il turno del moro, che cercava di inventare sempre un modo nuovo ed originale per pronunciare la frase “C’era una volta…” Proprio a causa di questo, dato che Logan aveva utilizzato una vocetta acuta e stridula che non gli si addiceva per nulla, gli altri due stavano ridendo a crepapelle e sembrava che niente potesse disturbare quell’atmosfera. Kendall di tanto in tanto non poteva fare a meno di fermarsi a guardare gli altri due e sentiva le lacrime agli occhi se pensava alla fortuna che aveva. Per quanto potesse essere figlia sua, Lilith –come a lui piaceva tanto chiamarla giocosamente- aveva lo stesso carattere di suo marito. La stessa furbizia e intelligenze, quel modo particolare di cogliere le cose, che a volte faceva si che entrambi facessero a Kendall le domande più assurde. Stavano leggendo la favola di Biancaneve e Logan si stava divertendo particolarmente a cambiare la propria voce in base al personaggio. In quel momento stava dando voce alla Regina Cattiva, motivo per il quale usava una voce cattiva e autoritaria, che faceva tanto ridere la bambina. Non appena erano arrivati al punto dove il cacciatore viene mandato ad uccidere l’ignara protagonista, Lily aveva messo la manina su quella del padre che era in procinto di cambiare pagina, fermandolo. Entrambi i genitori si erano voltati verso di lei, con le orecchie ben tese.
-Posso farvi una domanda?- aveva chiesto loro Lily con tono estremamente gentile. Sia Kendall che Logan avevano annuito, sorridendole incoraggianti. Ad entrambi piaceva l’intraprendenza e la curiosità di Lilith, la rendevano diversa dagli altri bambini della sua età. –Ma voi siete due “froci”?- aveva concluso, spostando ritmicamente lo sguardo da un genitore all’altro. Logan aveva sgranato gli occhi così tanto che per un momento erano sembrati sul punto di uscire fuori dalle orbite, mentre Kendall aveva gli occhi lucidi e sembrava sul punto di scoppiare a piangere. Lilith sembrava essersi resa conto di aver detto qualcosa di sbagliato, perché si era portata una mano davanti alla bocca e di riflesso anche lei aveva spalancato gli occhi, preoccupata di aver detto qualcosa che avesse potuto far arrabbiare i suoi genitori. Il moro era stato il primo a riprendersi dallo shock. Aveva battuto le ciglia un paio di volte, prima di stringere appena più forte la mano di Kendall per poi lasciarla ed iniziare ad accarezzare il viso dell’uomo che amava. Con il braccio libro aveva sfilato il libro dalle mani di Lilith e l’aveva spostata totalmente sulle sue ginocchia.
-Tesoro, posso sapere chi ti ha detto una cosa del genere?- aveva chiesto non perdendo di vista per un attimo Kendall, che continuava ad avere gli occhi lucidi.
-I-io… è una parolaccia, vero? Io non la volevo dire, scusami! È stato Jordan, oggi a scuola. Ha detto che era stato il suo papà a dirglielo.- Gli occhi verdi della bambina apparivano sinceramente dispiaciuti e anche lei ormai sembrava sul punto di scoppiare in lacrime. Logan sentiva un macigno sul cuore. Lui e il biondo avevano sempre cercato di spiegare a Lily che lei era una bambina speciale e che esistevano tanti tipi di famiglia al mondo. Non pensava che avrebbe dovuto affrontare una discussione di quel tipo così presto e non era sicuro di essere preparato. Nonostante questo, sapeva bene come Kendall a distanza di anni continuava ad avere paura del giudizio altrui e lui voleva rassicurarlo, amandolo ogni giorno della sua vita, proprio come aveva promesso anni prima sposandolo.
-Non è proprio una parolaccia, Lils, ma è comunque un insulto e sarebbe meglio che tu non lo dicessi più, siamo d’accordo?- aveva visto la figlia annuire impercettibilmente e dal suo volto attento capiva che non si stava perdendo neppure una parola di quello che le stava dicendo- Vedi Lily, tu sai cos’è un’anima gemella?- la bambina aveva scosso la testa per negare- Beh, io e il tuo papà siamo anime gemelle. Le anime gemelle sono due persone che sono come collegate da un filo invisibile. Non importa cosa facciano, dove vadano o chi incontrino: prima o poi sono destinate ad incontrarsi. E quando si incontrano finiscono inevitabilmente con l’innamorarsi, perché sono come complementari. Sono come due pezzi di puzzle che si uniscono perfettamente.  Quando sono insieme non hanno bisogno di nient’altro, ad ognuno basta la compagnia dell’altro. E sai qual è la cosa magica? Che si innamorano e basta, non importa delle differenze, non importa se sono entrambi alti, se uno di loro due è basso e l’altro è alto, se uno è con gli occhi scuri e l’altro con gli occhi scuri, non importa se sono un maschio e una femmina, se sono due maschi o se sono due femmine… capisci? Loro stanno bene soltanto quando sono insieme, indipendentemente dalle differenza. Anzi, sai cosa? Sono proprio le differenze a rendere queste due persone così unite e speciali. Perché insieme creano qualcosa di magico che non si era mai visto al mondo prima di loro. Sono due persone che si ameranno fino alla fine, nonostante tutto.- gli occhi di Lilith adesso brillavano, segno che il racconto del padre l’aveva incantata, proprio come al solito. Anche Kendall non sembrava più così scosso, anche se era evidente che non si era ancora ripreso del tutto. –Ecco, noi due siamo anime gemelle, soltanto che siamo stati molto fortunati perché ci siamo trovati. Non solo, siamo stati doppiamente fortunati e sai perché? Perché abbiamo te che rendi le nostre vite meravigliose ogni singolo giorno. Probabilmente il padre di Jordan ha detto quelle parole cattive perché non ha ancora trovato la sua. Soltanto, non dirlo più okay? Le parole possono avere un grande effetto sulle persone e sta a noi decidere in che modo usarle. Dobbiamo sempre stare attenti a ciò che diciamo, cercando di fare soltanto il bene di chi ci sta intorno. Le persone diverse sono quelle uniche, di conseguenza quelle speciali, siamo intesi?- aveva concluso, chinandosi per darle un buffetto sul naso e un piccolo bacio sulla guancia. Per tutta risposta Lily aveva sorriso, aggrappandosi al suo collo e stringendolo forte. Si era staccata dopo qualche istante, abbracciando stretto anche Kendall.
-Mi dispiace tanto, papi, scusami!- aveva esclamato, tempestandogli la guancia destra di baci. A quel gesto l’altro si era riscosso, scuotendo la testa un paio di volte.
-T-tranquilla tesoro, è tutto okay.- aveva detto, sforzandosi di fare un sorriso, sebbene poco convincente, in direzione della figlia. A quel punto lei era scesa dalle gambe del padre ed era atterrata con un piccolo balzo sul pavimento lucido di parquet. In contemporanea Logan si era alzato e aveva iniziato a sospingere dolcemente la schiena della figlia verso un corridoio a destra della stanza, dove si trovava la sua camera. Kendall era rimasto solo e aveva finalmente lasciato scorrere le lacrime lungo le sue guance. Aveva represso un singhiozzo con la mano destra e aveva chiuso gli occhi nella speranza di calmarsi. Dentro sentiva agitarsi una miriade di emozioni diverse che lo facevano stare male. Perché non era come suo marito? Perché non riusciva a mantenere la calma e il sangue freddo in qualunque situazione, riuscendo a dare le risposte più sensate. Beh, non a caso l’altro era un medico e lui no. Si era passato stancamente una ma sul viso, nella vana speranza di mandare via tutti quegli orribili pensieri. Era sempre stato lui il timoroso della coppia, quello che prima di fare qualunque cosa aveva bisogno di rifletterci. Logan era sempre stato più impulsivo, nonostante apparentemente sembrasse il contrario. Era lui quello che non avrebbe mai pensato di poter essere attratto da un ragazzo e che aveva provato a negare quello che provava con tutto se stesso, con un comportamento a dir poco assurdo che aveva portato sofferenza sia a lui che all’altro. Per giorni, forse addirittura mesi, non aveva fatto altro che avvicinarlo per poi respingerlo, usando parole dure che spesso avevano ferito più lui che Logan. E l’altro era rimasto nonostante tutto e gli aveva fatto capire che non c’era mai nulla di sbagliato nell’amare una persona dello stesso sesso. Quelle parole avevano avuto su di lui l’effetto della benzina sul fuoco. Gli facevano stringere il cuore in una morsa dolorosa e facevano ritornare a galla i fantasmi del suo passato, quegli stessi fantasmi che avevano i volti dei bulli che lo avevano preso di mira quando si trovava mano nella mano con un ragazzo. Quegli stessi fantasmi con i quali avrebbe preferito non avere più nulla a che fare. Improvvisamente sentiva uno strano conato di vomito salirgli sul per la gola e, mentre sentiva il senso di oppressione e di angoscia aumentare, ecco che era arrivata la mano di Logan che prontamente aveva stretto la sua. Era la sua ancora, quel ragazzo. Non importava quanti anni erano passati dalla prima volta in cui si erano conosciuti, Kendall continuava ancora ad aggrapparsi a lui ogni qual volta ne aveva bisogno e l’altro si lasciava trascinare nel baratro per poi riportare a galla entrambi. Non avrebbe mai saputo come fare senza di lui. Proprio mentre rifletteva su quelle cose, ecco che l’altro lo aveva raggiunto e si era lasciato cadere scompostamente di fianco a lui. Il biondo aveva riparto gli occhi, girandosi a guardarlo. Era bello, di una bellezza disarmante. Le rare volte che lo aveva accompagnato al lavoro, specie ai primi tempi della loro relazione, aveva visto bene come le infermiere e le donne con cui entrava in contatto restassero affascinate da lui. La sua bontà, disponibilità e gentilezza conquistavano chiunque e lui non faceva eccezione. Il moro aveva preso ad accarezzargli la guancia con fare lento ed ipnotico e lui finalmente era scoppiato in lacrime tra le sue braccia. L’altro lo aveva stretto forte, battendogli delle pacche delicate sulla schiena nella speranza di calmarlo.
-Shh, è tutto okay, va tutto bene, va tutto bene…- a Logan si spezzava il cuore a vederlo in quelle condizioni. Sapeva quanto Kendall aveva sofferto per accettare ciò che era e sapeva che di tanto in tanto i dubbi facevano di nuovo capolino nella sua mente. Lui c’era sempre in quei momenti, avrebbe continuato ad esserci sempre.
-P-perché Logan, perché?- la sorpresa stava rapidamente cedendo il posto alla rabbia- Diamine, sono passati vent’anni! Perché non possono lasciarci vivere in pace nell’equilibrio che abbiamo trovato, perché devono sempre avere qualcosa da ridire? Non mi sentivo chiamare “frocio” dal liceo, hai idea di quanto faccia male?
-Certo che lo so, ci sono passato anche io- Idiota, idiota, idiota. Se li ricordava bene, gli idioti che spintonavano Logan contro gli armadietti e ricordava la sua faccia quando come se niente fosse si rialzava e continuava a camminare a testa alta per i corridoi. Ricordava che gli insulti erano rivolti ad entrambi, ma per un singolo ed egoistico momento aveva dimenticato che anche l’altro aveva dovuto subire il suo stesso trattamento, se non anche di peggio.
-I-io, oddio scusami, sono un idiota- aveva continuato a singhiozzare sulla sua spalla, mentre il moro si limitava a consolarlo con una parvenza di rassegnazione. Doveva soltanto aspettare che finisse di sfogarsi prima di cercare di calmarlo. Prima di quel momento era certo che non avrebbe voluto sentire ragioni. Quelle parole, dette da Lily con l’innocenza che soltanto un bambino poteva avere, erano come sale su una ferita mal cicatrizzata. Bruciavano e pizzicavano in maniera lenta, ma costante. E facevano male, male da morire. Ovviamente Lilith non aveva intenzione di dire quelle parole con tanta leggerezza e probabilmente non aveva neppure idea di quale fosse il suo significato.
-No, non lo sei. Davvero, è normale reagire in questo modo. Ma davvero ti importa del passato o della gente che parla alle nostre spalle? Non credi che le cose veramente importanti siano quelle delle quali non ti stanchi mai? Non credi che la cosa più importante siamo noi, il nostro amore, la nostra famiglia? Credi davvero che quello che la gente pensa di noi sia più importante di tutto il resto?- Kendall aveva scosso mestamente la testa, tirando infantilmente su con il naso. Suo marito aveva ragione, come sempre del resto.
-Hai ragione soltanto… fa sempre male, almeno un po’- aveva abbracciato stretto il moro, che per tutta risposta gli aveva schioccato un rapido e dolce bacio sulle labbra, prima di farlo accomodare sulle sue ginocchia, come se fosse un bambino di cui prendersi cura. E in effetti era così. Lui era un po’ un bambino. Il suo bambino.
-Non dobbiamo permettere a chi è infelice di rovinare la nostra felicità, siamo d’accordo?- gli aveva chiesto dolcemente. Lo cullava delicatamente tra le sue braccia, in una maniera ricca d’amore. Era incredibile che, dopo tanti anni, sentisse per lui ancora le stesse cose che sentiva il primo giorno. Kendall lo aveva abbracciato, seppellendo la testa nell’incavo del suo collo e respirando profondamente l’odore dell’altro che da sempre aveva il potere di calmarlo.
-Giusto, giustissimo… posso dirti una cosa?- aveva chiesto in tono flebile, sollevando il capo quel poco che bastava a guardare l’altro negli occhi.
-Certo, tutto quello che vuoi!- gli aveva risposto passandogli una mano in mezzo ai capelli.
-Ti amo- aveva sussurrato sulle sue labbra, chinandosi a baciarlo con gentilezza. Il moro aveva risposto al bacio con ardore, aprendo le labbra quel poco che bastava a far entrare la lingua dell’altro. Si erano staccati dopo un paio di istanti, sorridendosi.
-Ti amo anch’io, non immagini quanto- aveva detto dolcemente, accarezzandogli con i palmi aperti le guance coperte da un accenno di barba bionda. Kendall si era rilassato totalmente sotto quei tocchi e ormai non era rimasta traccia della persona che fino a pochi minuti prima stava piangendo.
-Non è incredibile?- gli aveva domandato il biondo. Il moro aveva inarcato le sopracciglia in una muta domanda, alla quale l’altro si era subito affrettato a rispondere –Che siamo qui, ancora, ad amarci e a viverci come se fosse il primo giorno? È meraviglioso. Ti amo, ti amo, ti amo. Vi amo- aveva detto, accennando a Lily. Logan aveva sorriso, preferendo non rispondere a parole, ma baciandolo nuovamente. I loro corpi si erano avvicinati ancora di più, fino a quando tra di loro non era rimasto neppure un centimetro di spazio. Lentamente sentivano l’eccitazione che cresceva e man mano le loro lingue si incontravano con sempre più enfasi. Si erano staccati ansanti dopo diversi minuti, con gli occhi lucidi e il respiro mozzato. Sentivano i loro bacini premere l’uno contro l’altro e la cosa non riusciva a far altro che a renderli più impazienti.
Si erano baciati ancora una volta, con una strana dolcezza che contrastava con la situazione nella quale si trovavano. Kendall si era alzato, porgendo una mano all’altro.
-Mio cavaliere, che ne dice di seguirmi nelle mie reali stanze?- aveva chiesto ironicamente. Logan a quelle parole aveva riso leggermente, afferrando la mano e sollevandosi.
-Ma certo! Specialmente se consideriamo che le sue reali stanze sono anche le mie reali stanze, per cui ci sarei andato a prescindere!- a quelle parole il biondo si era imbronciato lievemente, per poi guardare l’altro e scoppiare a ridere. Una risata vera e cristallina che era riecheggiata nell’aria per qualche istante, rischiarando l’aria di felicità. Logan lo aveva baciato sulle labbra con irruenza e aveva iniziato a leccargli un lobo con ingordigia –Comunque- aveva detto soffiandogli direttamente dentro l’orecchio- credo che potrei fare un bel pensierino riguardo alle sue reali stanze, lei non crede?- Aveva sentito Kendall rabbrividire a quelle parole, prima di annuire con energia. Si erano baciati di nuovo, questa volta con calma e lasciandosi andare in un sorriso dopo essersi staccati. Il più alto aveva stretto le braccia intorno alla vita del moro, abbracciandolo goffamente, ma con fermezza.
-Noi ora andiamo nelle nostre reali stanze- aveva sussurrato a bassa voce e con tono suadente- ma tu adesso chiami Sandy, che è un’infermiera tanto dolce e disponibile, e le dici che domattina ti sposta il turno almeno a mezzogiorno. Perché non dormirai poi così tanto questa notte, ti avviso.- Logan aveva ridacchiato prima di sollevare il mento e baciarlo per l’ennesima volta, non prima di aver borbottato qualcosa che somigliava terribilmente alla parola “Maniaco.” Al termine del bacio si erano presi per mano e, continuando a baciarsi ora teneramente ora con passione, erano arrivati difronte alla stanza di Lilith, dove la bambina dormiva serena.
-Le nostre reali stanze ci attendono, direi- aveva detto con tono divertito il più grande. Kendall aveva annuito, premendo la schiena di suo marito contro lo stipite della porta e leccando avidamente una porzione di collo bianco che la t-shirt sformata e scolorita che l’altro indossava non riusciva a coprire. Logan aveva sospirato, tentando comunque debolmente di scostare l’altro.
-Tigre, che ne dici di spostarci su una superficie più consona e anche più comoda? Ho una certa età, la mia schiena non è più come quella di una volta?- il biondo aveva riso leggermente mentre si staccava da lui e ammirava soddisfatto i segni rossi che aveva lasciato sul collo dell’altro.
In un solo istante poi, si era chinato e aveva issato il moro sulla propria spalla, ignorando i pugni che l’altro gli stava dando nella speranza di poter scendere. Lo aveva trascinato fino alla loro stanza, dove aveva chiuso a chiave la porta per poi lasciare andare suo marito sul letto.
-Ti sembro un pupazzo?- gli aveva chiesto ironicamente il maggiore, mentre Kendall gli sfilava velocemente la maglietta e riprendeva il suo lavoro da dove lo aveva interrotto. Dopo qualche istante, mentre il biondo era impegnato a strusciarsi su di lui nel modo più provocatorio che conoscesse, aveva già dimenticato perfino come si chiamava. Lo aveva strattonato in maniera non proprio delicata per poi baciarlo e far scivolare maliziosamente una mano tra le cosce dell’altro, che aveva sospirato sotto quei tocchi.
E mentre Kendall e Logan si riscoprivano con lo stesso amore del primo giorno ancora, ancora e ancora, Lilith sognava principi e princesse al sicuro nel suo letto, con la certezza di avere i genitori più amorevoli e dolci del mondo, non importava se erano due “froci”.


  N.d.A. (Non datele ascolto!)
Ode a voi, o popolo! *il popolo nasconde le prove delle feste organizzate quando avevano pensato che Ice fosse morta*
Allora, non sono morta, no. Maaa, martedì finisce questo strazio di nome esami e io tornerò a scrivere ventiquattro ore su ventiquattro. Quindi, per cercare di farmi perdonare e per cercare di non farvi dimenticare di me *parte "Non ti scordar mai di me" in sottofondo* vi posto questa cosa. Non ho idea di quanto possa piacervi, ma io ho amato scriverla perché ho fatto entrare una mia OC -Lilith- alla quale sono parecchio affezionata. Insomma, preparatevi a vederla spesso nelle mie storielle, perché è davvero un personaggio che adoro! Se vi chiedete che faccia abbia, io me la immagino troppo come Cloe Romagnoli perché mi sembra perfetta come figlia di loro due *-* E sì, per chi come me seguiva Braccialetti Rossi 2, lei è proprio Flam, l'adorabile bambina non vedente!
Faccio un angolino spam:
-A Hoon, aka la mia rapitrice. Ti giuro che martedì pomeriggio recensisco tutte le tue storie e, anche se non ho ancora avuto il tempo per farlo, le ho lette e amate tutte. E voialtri, dovete leggere ciò che scrive, perché è un vero talento e soprattutto adora le Kogan :)
-A Jess aka mia moglie. Amore mio! *-* Sappi che, beh ti adoro e ti costringerò a scappare via con me per sposarci e via dicendo, ma soprattutto, che ti voglio bene e che questa Kogan e tutto per te. TI VOGLIO BENE TESORO!
Non so quando avrete il prossimo -e penultimo- aggiornamento di Lasciati Odiare, ma vi giuro che lo avrete entro sabato. Scusate il ritardo ancora una volta >.<
Vi adoro e vi stritolo forte
-Ice (:
   
 
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