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Autore: Miranh    22/06/2015    2 recensioni
Ciao a tutti! Ecco qui come promesso il terzo libro della saga, che continua la storia da dove l'avevamo lasciata! Qui vedremo i nostri protagonisti alle prese con forse le loro più grandi e difficoltose sfide della vita. Vi saranno difficoltà, ma anche nuove grandi meraviglie. Buona lettura! ^^
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8. “ Assalto alla Rupe ”  


Mohatu ed Ahadi Raggiunsero i confini delle Terre di Nessuno. Zozo indicò loro il luogo delle agitazioni: c'era un piccolo gruppo di elefanti, i quali si disperdevano barrendo, ed altri piccoli animali in allarme. Poco lontano c'erano alcuni corpi di erbivori senza vita. Una marmotta uscì dalla propria tana ed andò incontro al re: << Maestà! >> lo chiamò. 
I due leoni abbassarono lo sguardo: << Cos'è accaduto qui?? >> domandarono al roditore.
<< All'alba i rinnegati sono penetrati alle Terre del Branco con violenza! Sono riusciti a scappare dal controllo delle sentinelle ed hanno massacrato molti di noi! >>
Lo sguaro dei due si riempì d'ansia: << Sapresti dirci dove si sono diretti esattamente?? >>
La marmotta scosse la testa: << Mi dispiace, ma mi ero messo al riparo nella tana per sfuggire all'attacco. Non ho più visto nulla >>
<< Grazie comunque, amico >> disse Ahadi << Andiamo, Mohatu. Chiederemo altrove e al limite seguiremo ogni traccia possibile >>
Il re annuì e si avviarono. Seguirono diverse indicazioni e varie tracce fino a raggiungere le prossimità di un crepaccio. Qualcosa non quadrava... Di certo il loro obbiettivo sarebbe stato quello di raggiungere la Rupe per assediarla, oppure quello di scappare oltre i confini... Ma perché dirigersi in zone vuote in opposizzione alla Rupe? Restando all'interno del territorio, per giunta. 
Una leggera brezza fece loro percepire un'altra traccia odorosa. La seguirono fino a ritrovarsi faccia a faccia con delle sagome poco lontane, che si facevano avanti verso di loro. I due leoni ebbero un ansioso sobbalzo: era Zhymu, circondato dai suoi seguaci... 

Intanto Khendo corse più veloce che poté verso un rifugio sicuro, composto da varie piante dalle grandi foglie. Là, trovò ad aspettarlo l'amata sorella, Laira, la quale aveva un'aria molto turbata e piena di timore. Non appena vide il fratello tornare, tirò un leggero sospiro di sollievo: << Oh, Khendo... Ero così preoccupata >> strofinò il capo sul suo, mentre lui riprendeva fiato. Le ferite dolevano molto, ma cercò di ignorarle: << Tu stai bene? >> le domandò. Lei annuì. 
<< Non sono riuscito a trovare Mohatu...! >> si disperò lui << Sono venuto qui da te per accertarmi che non ti avessero trovata... Ma ora è lui ad essere in pericolo! Potrebbe essere ovunque! Devo tornare a cercarlo >> 
Laira scosse la testa << E' troppo pericoloso! Ti prego... guarda come ti hanno ridotto. Se nostro padre ti trovasse di nuovo...ti ucciderà! Non posso perderti... >> le scesero delle lacrime << E stata colpa mia... Non sarei mai dovuta scappare via con te! E adesso ci sono tante vite in pericolo...! >> 
Lui la abbracciò forte << Non piangere, per favore...non è colpa tua. Non mi sono affatto pentito di averti portata via da quel posto orribile. Ma ora devo badare alle conseguenze >>
Le leccò una guancia << Non ti muovere da qui. Tornerò presto >> e si allontanò. Lei continuò ad osservarlo in silenzio, ma dopo un po' fu presa dall'agitazione e cominciò ad inseguirlo, senza farsi notare.

Mohatu fu scosso da un forte brivido nel vedere il deplorevole stato fisico a cui si era ridotto Zhymu. Anche Ahadi fu colto da una sgradevole sensazione.
Zhymu notò i loro volti turbati e si avvicinò sogghignando: << Bene, bene... Chi si rivede? E' trascorso tanto tempo, vero Mohatu? Vedermi ti sconvolge così tanto? E pensare che sei statu tu a ridurmi così, decretando il mio esilio... >>
Mohatu chinò il capo e sul suo volto si stampò un'espressone aggrottata ricolma di profondi rimorsi.
Zhymu rimase compiaciuto da quella reazione: << Ma tu guarda... non ti ricordavo così riluttante, caro il mio sovrano. Hai perso la tua determinazione. E chi c'è con te? >> si rivolse ad Ahadi << Però... Sei quasi irriconoscibile, moccioso. Chi l'avrebbe mai detto? Sei cresciuto sano e forte... Ho saputo che sarai tu a prendere il posto di Mohatu. Mi intrigherebbe molto potermi misurare di nuovo cone te... >>
La sua voce aveva un tono basso e sarcastico. Solo gli occhi lasciavano trasparire il risentimento di una belva che non vedeva l'ora di gustarsi il sapore della vendetta. 
Ahadi non disse ancora nulla ma si preparò a contrattacare. Ma Mohatu intervenne: << E' con me che ce l'hai, Zhymu! Non ti permetterò di toccare mio figlio! Lascia che la faccenda si risolva tra me e te! >>
<< " Tuo figlio " ? Ma tu pensa... >> rise malignamente << Eppure so che c'è qualcun altro che ha più diritto di lui di vivere nei pressi della Rupe! >> 
<< Di che stai parlando?! >>
<< Lo sai benissimo, Mohatu! Non fingere con me... Tu sai di chi sto parlando! >>
Ahadi non capì e rivolse lo sguardo a Mohatu, in attesa di sentire una risposta. 
Il re cercò di non badare alle parole di Zhymu e tentò di fare un discorso: << Ascolta, Zhymu... Per quante colpe tu possa avere, so di aver sbagliato con te... non avrei dovuto cacciarti via per tutto questo tempo. Avevo intenzione di venire da te un giorno di questi...per parlarti >>
<< Ah! Questa è proprio bella! >> si irritò l'avversario << Dopo tutto questo tempo...finalmente avrò l'onore di ricevere la tua grazia?! >> conficcò gli artigli nel terreno << Ebbene, è troppo tardi, non intendo ascoltarti! E' inutile rivangare il nostro passato! Desidero solo farla finita con te... e riprendermi mia figlia!! >> e scattò in avanti.
Mohatu all'udire quelle parole si paralizzò e non reagì. Fu Ahadi ad intervenire per salvarlo ed atterrò il leone furibondo. Mohatu si riprese dal turbamento e si mise tra i due: << Fermi! >>
Ma Zhymu lo colse di sprpresa e lo atterrò, con una zampa alla gola. 
<< Mohatu! >> Ahadi tentò di aiutarlo, ma gli altri leoni lo attaccarono e fu allontanato a forza da loro, in una profonda morsa di  zanne e artigli.  
<< Ahadi! >> Mohatu tentò di reagire, ma Zhymu gli soffocò il fiato, premendo sempre di più sulla sua trachea: << Ti sei fatto debole, mio caro... Ma ora guardami! Dimmi dove si trovano Khendo e Laira! >>
<< N-non so....di cosa tu stia...parlando! >>
<< Rivoglio mia figlia!! E' l'unico legame che mi resta con la regina Aura!! Lei aveva diritto di vivere alla Rupe! E non intendo abbandonarla come ha fatto sua madre!! >>
Una scossa di dolore trafisse il cuore di Mohatu e, come se il suo corpo, fino all'ultimo nervo, fosse attraversato da ingenti scosse di fulmini, riuscì a liberarsi dalla presa ed attaccò senza pietà l'avversario. 
<< Aiutatemi!! >> gridò Zhymu. Un paio di leoni si distolsero dallo scontro con Ahadi ed obbedirono. 
<< No! >> Ahadi, che stava riportando gravi ferite, a doversi battere solo contro tanti altri, tentò di correre in aiuto del re, ma invano.  
E, come se fosse stato tutto un  piano prestabilito, il feroce gruppo di leoni spinse i due sventurati ai margini del crepaccio. Zozo rimase atterrita ad assistere alla scena e volò via svelta per cercare aiuto. 
Mohatu cercò di resistere il più possibile, ma ben presto fu scaraventato giù. Affondò gli artigli nella roccia con le forze rimaste, ma le zampe posteriori rimasero sospese nel vuoto. Cercò un appiglio, ma non ce ne erano. Ahadi si ribbellò, cercando di liberarsi dalle prese voraci degli avversari. Era molto forte e riuscì a ferirne gravemente due ma gli altri leoni non demordevano. Più lui si dimenava, più sentiva i canini e gli artigli degli altri affondargli nella carne. Stava perdendo molto sangue e la vista gli si annebbiò.    
Zhymu, ferito e affannato, si affacciò sul fondo del crepaccio, sostenuto di seguaci, e sorrise malizioso: << Ti ho mentito, sai, Mohatu? Non volevo solo ucciderti e riprendere Laira... Intendo avere molto di più! >> 
Detto questo si sporse ancora di più e conficco gli artgigli nelle zampe di Mohatu fin quasi a trafiggerle. Mohatu gettò fuori un un forte ruggitto di dolore e si ritrovò a dover guardare la morte in faccia, mentre precipitava giù...
<< NOOOO!! Mohatu!! >> gridò Ahadi, mentre lo tiravano per la carne lacerata fino al crepaccio. Zhymu non mutò espressione e si rivolse ad Ahadi con la stessa freddezza che aveva rivolto a Mohatu: << Non temere, lo raggiungerai presto... Sappi che avrò ottima cura della tua cara Uru! >>
<< Dannato bastardo!!! >> Ahadi si sporse in avanti e lo colpì in faccia. Ma gli altri aumentarono la forza delle prese in difesa di Zhymu e riuscirono a spingerlo, facendolo precipitare giù... Mentre l'aria frustava il suo corpo tutti i suoi pensieri si concentrarono su un unico soggetto: " Uru...! Uru!! "
..........

La giovane si svegliò di sopressalto dal suo riposo pomeridiano. Sentiva freddo, e fu colta da una strana sensazione. Sentiva i piccoli agitarsi nella pancia.
<< Va tutto bene? >> domandò una delle leonesse anziane, che era rimasta in sua compagnia. 
<< Sì...sto bene. Sono solo un po' agitata. Ho avuto la sensazione di precipitare giù da un burrone... Dove sono gli altri? >>
<< Devono ancora rientrare dalla caccia >>
<< Capisco... >>
La leonessa la guardò preoccupata: << Non hai una buona cera, principessa Uru... E' meglio se venite a sdraiarvi nella grotta. L'agitazione non fa bene in gravidanza >>
<< Ma no, sto bene, davvero... >> volse lo sguardo a terra e notò i piccoli Kiba e Sangah sdraiati a dormire accanto a lei. Li guardò teneramente e li accarezzò col muso. Poi si udì un frenetico battito d'ali. Uru intravide Zozo in lontananza. La volatile aveva un'espressione seriamente allarmata: << Uru! Uru! >>
<< Zozo! Cosa è successo?? >> si preoccupò la giovane;
<< I rinnegati sono penetrati nelle Terre del Branco! Hanno tenuto un agguato al re e ad Ahadi! >>
<< Che cosa?! E loro come stanno? Se la sono cavata?? >>
<< Mi dispiace ma non saprei dare una riposta...! Stavano combattendo ferocemente quando sono volata via. Speravo di trovare il resto del branco qui alla Rupe ma a quanto pare al momento non ci sono... >>
Una morsa di terrore contorse le membra di Uru: << Stanno ancora a caccia! Và a cercarli e avvertili! >> 
Zozo ubbidì  e volò via.

Dopo poco tempo una leonessa richiamò attenzione: << Vedo  laggiù un gruppo di leoni che si avvicinano, ma non sono del nostro branco... >>
<< Cosa? >> Uru corse ad affacciarsi. Il suo cuore sobbalzò con timore << Ma quelli sono...Non può essere... No! >>
Le zampe le cedettero e una leonessa la sostennne: << Principessa! >>
Uru respirò profondamente, tendando di reprimere la paura e di recuperare la lucidità mentale. Si rivolse alla leonessa che la sosteneva: << Porta Kiba e Sangah al sicuro! Non lasciarli soli per nulla al mondo! Presto! >>
La leonessa obbedì. Svegliò i cuccioli e li portò con sé, scendendo giù dal retro della Rupe. 
Intanto Zhymu e i suoi seguaci giunsero ai piedi della grande roccia e cominciarono a salire i massi con risolutezza. Uru fu affiancata dalle poche leonesse anziane rimaste e si preparò a riceverli, pregando con tutto il cuore che Mohatu ed Ahadi stessero bene e che sarebbero tornati presto. Doveva crederci assolutamente.
Zhymu e gli altri raggiunsero le leonesse. Ci fu un lungo periodo di silenzio e di sguradi tesi. Uru cercò di trattenere la propria repulsione nel vedere le ferite sanguinanti dei leoni e sopratutto l'aspetto malconcio di Zhymu. Il leone invece rimase molto colpito dalla rosea bellezza della giovane Uru: << Quanto tempo, mia cara... Sei cresciuta bene >> le disse maliziosamente << Non mi aspettavo di potermi un girno ritrovare davanti ad una tale bellezza... >> e si avvicinò. Ma le leonesse anziane si protrassero in avanti per proteggere la giovane: << Non osare avanzare oltre! >> gli ringhiarono. 
<< Tacete voialtre! >> replicò lui << Altrimenti non esiteremo ad usare la forza! >> 
Le leonesse soffocarono in gola i loro ringhi, ma sitennero ugualmente pronte per un attacco. 
Zhymu si avvicinò ancora e, allungando lo sguardo, notò il ventre prominente di Uru. Ciò incrementò il suo sdegno:
<< Ah! Noto che sei in dolce attesa. Mio figlio ha fallito per bene con te... >>
Uru deglutì e tremò. Per quanto si sforzasse, la paura prendeva sempre il sopravvento. Tuttavia tentò di parlare con lui in toni decisi: << Ora basta...! Che cosa vuoi, Zhymu?? Che ne è stato di mio padre ed Ahadi?? >>  
Il leone sogghignò malignamente: << Non credo che ti farà piacere saperlo, principessa... Guardati, stai tremando come una foglia >>
<< Rispondimi! >> insistette lei;
<< Ebbene, ti accontenterò. Il vostro tanto amato sovrano è morto! E con lui se è andato anche quel lurido moccioso sovversivo! Ciò significa che ora l'unico ad avere il diritto di regnare su queste terre sono io! >>

Il dolore. Il silenzio. La fiele.  Il vuoto. Il nulla... Il pallore e l'amara consapevolezza di chi non trova più speranze in questa vita terrena...

<< Stai mentendo.... >> Uru chinò il capo e volse lo sguardo vuoto alla nuda roccia << Tu menti!! Non è vero!! Non è veroooo!!! >>
La leonessa si lanciò contro Zhymu e lo azzannò violentemente. Ma lui la reagì d'impulso e la colpì più volte fino a liberarsi dalla sua furiosa presa. La giovane cadde al suolo in pieno shock. Non vedeva e non sentiva più nulla...
Le altre attaccarono per difenderla. Ma tre leonesse anziane contro un'intero gruppo di maschi adulti non potevano avere la meglio. 
Quando tutto sembrava volgere al peggio, ecco il resto del branco di ritorno alla Rupe, guidato da Zozo. Hydo e Laio furono i primi a colpire gli avversari. Seguirono Helya, Athena e tutte le altre. Il suolo roccioso fu tinto di sangue. Quello che fino a poco tempo prima era un luogo di pace ed armonia si era tramutato in un ostile campo di battaglia.  

Khendo rimase senza fiato. Aveva corso in lungo e in largo alla ricerca di Mohatu. Seguì ogni traccia possibile e finalmente raggiunse i pressi del crepaccio. Il suolo manifestava tracce di una lotta feroce: sangue e impronte profonde, alcune delle quali mostravano segni di trascinamento fino all'orlo del ripido pendio. Khendo avanzò col cuore in gola e si affacciò. Fu colto da un forte capogiro e si sdraiò, per evitare di cadere. I suoi timori si erano avverati: in fondo al crepaccio vi erano i corpi esanimi di Mohatu ed Ahadi. Le pareti erano segnate da profondi colpi di artigli. Avevano cercato in ogni modo di rallentare la caduta. Khendo cercò di riprendersi e fece un profono respiro. Una volta riempiti i polmoni d'aria, cacciò fuori potenti ruggiti e gridò a squarciagola i loro nomi, sperando di ottenere risposta. Volatili e piccoli animali presenti nei paraggi rimasero intimoriti dai continui frastuoni e scapparono via terrorizzati. Il leone continuò fino a quando non si consumò tutta la voce. Tese bene le orecchie pur di sentire un minimo cenno di risposta. Ma non ottenne nulla...
Laira, che lo aveva seguito, si angustiò a morte all'udire quei lamenti e lo raggiunse frettolosamente. Lo trovò rannicchiato vicino al crepaccio, perso nei suoi singhiozzi e nelle sue lacrime. 
<< Khendo, che è successo?? >> 
Ma il giovane non rispose e posò il capo sul petto della leonessa, sfogando il proprio pianto. Laira si scostò e guardò giù. Non appena vide i due corpi, comprese la situazione.
<< Oh, Khendo... Mi dispiace tanto >> e lo abbracciò forte. Lui continuò a piangere: << Come... Come potrò dirlo ad Uru...? >> 
Dopo qualche minuto un nuovo e grave pensiero sorse, e lui balzò in piedi: << Uru...! E' in pericolo! Nostro padre si sarà di certo diretto alla Rupe! Dobbiamo subito correre da lei!
>> 
Laira non disse nulla e acconsentì, anche se temeva il sorgere di nuovi guai. 
 
Mentre i due corsero via, in fondo alla gola rocciosa dei movimenti e dei sussulti quasi impercettibili restituirono vita a quei due corpi straziati...  
  
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