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Autore: deborahdonato4    22/06/2015    1 recensioni
Seguito di "Avere una seconda vita è una cosa. E' renderla migliore, il trucco"
Nico di Angelo e Will Solace hanno deciso di lasciare il Campo Mezzosangue per vivere insieme nel mondo umano. Le avventure non sono finite, e per Nico la prima nuova avventura è alle porte: conoscere la famiglia Solace...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: I sette della Profezia
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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SPOILER Grey's Anatomy 11esima stagione

 

 

Will aprì la porta di casa, quasi aspettandosi di vedere Nico sul divano intento a guardare serie tv come al suo solito, e la piccola Christal nella sua camera, a giocare con le bambole o a leggere un buon libro.
Invece, stupito, Will vide la figlia al tavolo della cucina intenta a fare i compiti, da sola, con il televisore spento. Nico doveva di sicuro essere sotto la doccia, o morto da qualche parte. Per il figlio di Ade, ogni occasione era buona per guardare serie tv.
«Ciao.» lo salutò Christal, sorridendogli e andando di corsa verso di lui.
«Ciao.» rispose Will, dandole un bacio sulla fronte e accarezzandole i capelli. Ancora non riusciva a crederci. Aveva una figlia. Lui e Nico di Angelo avevano una figlia. «Hai già finito i compiti?»
«Non ancora.» rispose Christal, tornando a sedersi. Erano passati una decina di giorni da quando avevano parlato con Alec, e in quei giorni Will si era deciso a cambiare casa. Ormai quell'appartamento non ospitava più una coppia di ragazzi, ma una famiglia. Ed era il momento di cercare una casa per una famiglia.
«Dov'è tuo padre?» domandò Will, servendosi un bicchiere d'acqua.
«È morto qualche mese fa.» rispose Christal, distratta.
Will sussultò, Christal sussultò e si lanciarono un'occhiata. La bambina arrossì.
«È di là, sul letto.» disse Christal, schiarendosi la gola. «Non ho ben capito cosa gli sia successo.»
Will le accarezzò i capelli. «Vuoi parlarne?» le chiese, dolce. Christal non aveva più parlato dei veri genitori da quando essi erano morti.
«No, tu e Nico siete i miei papà. Anche se da come si è comportato oggi, lo considero più come una mamma matta.» sorrise Christal, tornando ai compiti.
Will la guardò pensieroso, poi si diresse in camera sua. Individuò subito Nico, steso sul letto in posizione fetale, la faccia spremuta contro il cuscino. C'erano delle piume sparse sul pavimento, e il ferro dello Stige giaceva colpevole sulla scrivania.
«Ehi.» mormorò Will, sedendosi sul letto e posando una mano sul braccio di Nico. «Cos'è successo? Stai bene?»
Nico mugugnò contro il cuscino.
Will aggrottò la fronte. Aveva già visto Nico di Angelo in quello stato, quindi inspirò a fondo.
«Hai di nuovo letto della morte di Dobby?» chiese Will, comprensivo. Anche lui aveva pianto a quel punto, e continuava a farlo.
«No! Non ne voglio parlare.»
«Ah, per caso hai letto qualche mio volume di medicina? O hai ricevuto l'esito delle analisi?»
Nico aveva fatto il test medico di idoneità per pilotare aerei, test che dei bravi figli di Atena gli avevano modificato per non far notare il suo strano carattere genetico.
«No. La lettera non è ancora arrivata.»
«Ah, bene. No, male. Cos'hai, Nico? Hai concluso un'altra serie tv?»
Nico alzò lo sguardo su di lui e Will si spaventò. Il marito aveva gli occhi sgranati, ombre scure sotto gli occhi e la pelle era più pallida di quanto già non fosse. In più, il suo corpo emanava scure ombre di tenebra.
«No, è peggio.» ringhiò Nico. «Giuro che ammazzerò Shonda Rhimes.»
Will cercò di ricordare a chi appartenesse quel nome.
«Anzi no, non la ucciderò.» si corresse Nico, affondando le dita nel cuscino. «Chiederò a mio padre di trovarle una giusta punizione quando arriverà negli Inferi. Prima o poi morirà, giusto? Lasciamola vivere un altro po', poi la vendetta mia e di tanti altri fans giungerà. E lei soffrirà in eterno. Ade le troverà una punizione orribile.»
«Chi è Shonda Rhimes? Una scrittrice?»
Nico aveva detto frasi del genere dopo aver finito di leggere la trilogia di Divergent di Veronica Roth.
Nico gli scoccò un'occhiataccia. «È quella che ha ideato Grey's Anatomy
«Oh, per gli Dei.» brontolò Will. «Credo che andrò ad affogarmi nella vasca.»
«Perché non prendi mai sul serio i miei turbamenti?!»
«Perché...» Will abbassò lo sguardo su Nico, e subito si ricordò del ragazzino di dieci anni che era stato un tempo, appena arrivato al Campo Mezzosangue, colmo di domande. «Oh, sì, scusa. Dimmi pure. Cos'ha fatto stavolta?»
«Derek!» proruppe Nico. «Ha ucciso Derek! Se aveva dei problemi di ascolto, poteva benissimo creare altri mille personaggi e uccidere uno qualsiasi di loro! Ma Derek! Stiamo scherzando?!»
Will cercò di ricordarsi chi fosse Derek, e quando gli tornò in mente sospirò. «Le mie colleghe se ne sono lamentate anni fa...»
Nico gli scoccò un'occhiataccia. «Scusami se non ero ancora arrivato all'undicesima stagione, allora!»
«Nico, perché continui a guardare quella serie? Insomma, questo è il decimo personaggio che ti sta simpatico che fanno fuori!»
«Lo so, ma non riesco a smettere. Anche se non credo di riprendere tanto presto. Mi ha deluso.»
Will annuì. Aveva sentito quella frase milioni di volte: alla fine di un film, alla fine di un libro, alla fine di una serie tv. Nico notò la sua espressione e inspirò a fondo.
«Come è andata la tua giornata, invece?» domandò, sperando di distrarsi.
«Un andirivieni come al solito.» rispose Will, con un'alzata di spalle. Ricordò quando Nico aveva finito di guardare la sesta stagione di Grey's Anatomy e lo aveva costretto ad andare al lavoro con un giubbotto antiproiettile.
«Hai operato qualcuno?»
«Sì. Ho fatto due operazioni. E sono andate tutte molto bene.»
«Hai incontrato altri bambini da adottare?»
Will sorrise divertito. «Scommetto che ti piacerebbe.»
Nico sbuffò e non rispose.
Will gli diede un bacio sulla fronte. «Oltre questo trauma di Derek, come è andata la tua giornata? Hai fatto amicizia con Christal? L'hai aiutata con i compiti?»
Nico avvampò. «Credo... credo di averla terrorizzata.»
«E in che modo?»
«Be', lei stava facendo i compiti mentre io finivo di guardare Grey's Anatomy... e quando ho visto quel che è accaduto, ecco, mi sono messo ad urlare, e ho ucciso un
cuscino.»

«L'ho notato.» mormorò Will, guardando le piume sul pavimento.
«Credo di aver anche detto qualcosa di imbarazzante.» aggiunse Nico, pensieroso. «Ma non lo ricordo.»
«Meglio così.» Will si schiarì la gola e lo guardò. «Devo dirti una cosa molto importante. Mi hanno lasciato un giorno libero, domani.»
«Wow.» disse Nico, senza enfasi. I giorni liberi di Will, nove volte su dieci, si dimostravano pieni di spiacevoli notizie, e corse al lavoro.
«No, domani è un vero giorno libero. Mi hanno detto che ho lavorato troppo questa settimana, anche se secondo me non è vero...»
Nico alzò gli occhi al soffitto.
Will lo ignorò e riprese: «Domani rimarrò a casa tutto il giorno. E, visto che ci sono le giostre in città, pensavo di andare a fare un picnic lì nei dintorni e poi andare sulle giostre.»
«Vuoi veramente portarmi sulle giostre?» disse Nico, perplesso.
«Be', non proprio te. Penso che Christal potrebbe trovarlo un momento piacevole. Che ne pensi? È sempre a casa, ad ascoltarti mentre lanci improperi contro la televisione...»
«Non è colpa mia se quella stronza di Shonda Rhimes ha ucciso Derek!» disse Nico, scaldandosi. «Separare Derek da Meredith è come... come non darmi più gli Happy Meal! È una cosa ingiusta
«A proposito di Happy Meal... Non sei diventato un po' troppo grande per...?»
Nico gli scoccò un'occhiata furibonda.
«Per... ehm...» Will iniziò a farfugliare, arrossendo. «Lascia perdere.»
Nico scese dal letto, sgranchendosi le gambe e lanciò un'occhiata fuori dalla finestra.
«D'accordo.» disse infine, riferendosi al parco giochi. «Se domani è una bella giornata possiamo anche uscire... Ma stasera cucini tu, sono troppo sconvolto.»
Will scoppiò a ridere e annuì. Gli si avvicinò, gli passò un braccio attorno alla vita e lo strinse a sé. Forse non era il momento giusto per parlargli di un possibile trasloco in una casa più grande.

   
 
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