Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Wild_Free    22/06/2015    4 recensioni
E se Naraku non fosse l'unico a voler eliminare il gruppo di Inuyasha?
Se ci fosse qualcun altro che, per motivi propri, voglia dividerli? Perchè? Quale è il suo obiettivo? Chi è la minaccia?
Il gruppo riuscirà ad uscirne vincente pure questa volta?!
(Lo ammetto, non son buona a fare le introduzioni, chi ha coraggio legga :D )
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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“KIKYO! KIKYO!” la sua voce in lontananza non cessava di pronunciare quel nome.
 
Sempre Kikyo, sempre lei al centro dell’universo. Non si faceva viva per interi mesi, e finalmente quando riuscivo ad andare un pochino d’accordo con Inuyasha lei arrivava, puntuale come sempre. Devo ammetterlo, non sbagliava un colpo.
 
FLASHBACK
 
“Kagome potresti venire un attimo con me? Devo parlarti”
Inutile dire che ci guardammo tutti con fare sorpreso, erano giorni che Inuyasha non rivolgeva parola a nessuno, e conoscendolo non lo infastidimmo per sfuggire alla sua irascibilità.
“Certo. Ragazzi torniamo tra un po’.” Posai Shippo a terra e raggiunsi Inuyasha che già si era incamminato. Era nervoso, ogni fibra del suo corpo lo mostrava. Camminammo in silenzio fino a quando, ai piedi di un pendio, lui si fermò.
“Kagome hai paura delle altezze?” chiese voltandosi a guardarmi.
“Un pochino, perché? Inuyasha che succede?”
“Ti fidi di me?”
Quanto odio questa domanda. – Si mi fido ma preferirei sapere che cosa frulla nella tua testa bacata?-  questa l’ho sempre considerata la risposta perfetta, invece mi limitai a un debole “Si..”
“Tranquilla, non ti farò del male.” Rispose subito, come se gli avessi esposto i miei dubbi.
Mi prese in braccio e ancora prima che potessi rendermene conto stavamo precipitando nel vuoto.
La paura lasciò subito il posto al piacere. Non mi importava di star cadendo, in quei pochi istanti stavo volando, sentivo il viso infrangere il vento e tutto intorno a me era informe. La velocità era troppo forte per permettere ai miei occhi di distinguere uno ad uno gli oggetti che mi circondavano.
La presa decisa, i capelli scompigliati e gli occhi ambrati erano le uniche cose che riuscivo a distinguere.
Non mi importava più nulla di dove eravamo o cosa stessimo facendo, accanto a lui mi sentivo al sicuro.
Inuyasha sfruttò un ramo e con un unico balzo toccammo il terreno. Delicatamente mi fece scendere e senza accorgermene mi alzai in punta di piedi e poggiai le mie labbra sulle sue.
Avrebbe potuto respingermi, ne ero consapevole, ma dopo l’adrenalina del “volo”, mi venne spontaneo.
Lui invece ricambiò il bacio, cingendomi la vita con una mano e con l’altra accarezzandomi il viso, senza approfondirlo. Ne fui contenta, dovevamo dichiararci, chiarirci, prima di far ciò che aspettavo da quasi due anni ormai.
“K-kagome, perché non mi hai lasciato parlare prima di baciarmi?” chiese mentre prendeva le distanze dal mio corpo, come chi ha paura di scottarsi col fuoco.
“Non lo so..sentivo che dovevo farlo.” Chinai il capo, nascondendo gli occhi sotto la frangia “Scusami”
Un’altra volta. Perché non sapevo aspettare? Perché dovevo rovinare tutto sempre? Era più forte di me, non sapevo più resistergli.
“Kagome, ho visto Kikyo qualche giorno fa” disse mentre con indice e pollice mi sollevava il mento “so che lo sai, e volevo dirlo a te prima che agli altri. Io vado con lei. Ha bisogno di me, è decisa a sconfiggere Naraku e voglio aiutarla e proteggerla.”
“…”
“ Kagome, torna a casa, la tua avventura qua è finita. La tua missione è finita.”
Non commentai nemmeno, mi incamminai verso quella che credevo la direzione giusta, mentre lacrime amare mi rigavano il volto.
“Kagome.. dove stai andando?” lo sentii chiedere mentre senza rendermene conto iniziavo a correre per sfuggire alla sua voce, a quella realtà che non mi andava giù.
 
FINE FLASHBLACK
 
“KIKYO! KIKYO!” Inuyasha continuava a chiamarla a gran voce.
 
Avevamo deciso, di comune accordo che fino a quando non saremo stati al villaggio della vecchia Kaede saremo rimasti tutti assieme. Così da quel giorno sono costretta ad “accettare” Kikyo nel nostro strano gruppo.
I romanzi non esagerano, è proprio vero, ti senti morire ogni minuto che passa quando sai di essere indifferente ad una persona, per la quale tu invece faresti di tutto, e vederla dedicare sguardi, prendersi cura, star accanto a qualsiasi persona all’infuori di te.
Lei ha bisogno di me” e io forse no? Ok ci sono gli altri, ma non sono forse la persona più inadatta per questa epoca? Non sono io quella da difendere? Di punto in bianco avevo imparato a non cacciarmi nei guai? Da quando abbiamo parlato quelle parole non smettono di risuonarmi in testa.
Avevo smesso di vivere. Miroku e Sango mi lasciarono il mio spazio, permettendomi di assimilare la cosa con tutta calma.
 
“KIKYO! KIKYO DOVE SEI?” Inuyasha stava iniziando ad essere pesante.
“INUYASHA A CUCCIA!” e mentre mi avvicinai alla piccola fossa dove giaceva il destinatario del mio ordine continuai “ E’ INUTILE CHE CONTINUI A CHIAMARLA A SCUARCIAGOLA, LEI NON SI FARA’ MAI TROVARE COSI’. Come se non la conoscessi.” E detto questo lo superai e proseguii lungo il sentiero.
“Inuyasha, l’hai fatta arrabbiare davvero sta volta!” fece notare Shippo a Inuyasha, come se la cosa non fosse abbastanza palese a tutti.
“Inuyasha, la divina Kagome ha ragione. Kikyo è sempre apparsa da sola, non è un cane, non appare se lo chiami.” Miroku, calmo, cercava di convincerlo ulteriormente.
Continuammo a camminare per tutta la notte, al giorno faceva troppo caldo, così approfittammo di queste ore per muoverci. Inuyasha finalmente aveva smesso di agitarsi, ma ciò non agevolò la cosa, la tensione era palpabile. Non a caso da dopo la “dichiarazione” nessun demone aveva osato avvicinarsi a noi.
Alle prime luci dell’alba, uno shinidamachu di Kikyo ci apparve dinanzi e senza opporre resistenza lo seguimmo. Ci condusse fino ad un grande albero , che riconobbi subito.
L’albero sacro. Il Goshinboku.
Ciò significava solo una cosa: eravamo vicino al pozzo.
Senza scompormi, prima che Kikyo apparve dissi con tono duro “Io vado. Torno a casa, siamo arrivati al pozzo. Addio”. Lasciai un pacchettino ad ogni membro del gruppo e mi diressi verso il pozzo.
“Allora questo sarà l’ultimo salto che farò. Ti porterò sempre con me, epoca Sengoku.” E mi gettai dentro con la consapevolezza di non potervi fare più ritorno.
  
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