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Autore: Jade Tisdale    23/06/2015    8 recensioni
Sospirò sonoramente, asciugandosi col dorso della mano le guance bagnate.
«Mi manchi» sussurrò rivolta al cielo. «Mi manchi davvero tanto, mia piccola Minto.»

Seconda classificata al contest Un prompt per le Mew Mew
http://freeforumzone.leonardo.it/d/11058880/Un-prompt-per-le-Mew-Mew/discussione.aspx
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mint Aizawa/Mina, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick su EFP: Jade Tisdale
Titolo: La voce dei ricordi
Protagonista/i: Zakuro Fujiwara, Minto Aizawa
Prompt scelto: #27. Zaffiro
Altri personaggi: Ryou Shirogane, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Coppie: Ryokuro
Generi: Fluff, Malinconico, Triste
Rating: Giallo
Avvertimenti: What if?
Eventuali note: One-shot (2238 parole)

 

 

 

La voce dei ricordi

 

 


Zakuro era quel tipo di persona amante dell'ordine. Odiava avere un capello fuori posto, così come odiava le camice mal piegate e vedere i giocattoli di sua figlia in giro per casa.
Aveva sempre fatto del suo meglio per tenere la villa pulita e presentabile, ma in quel momento, fu proprio lei a sommergere la camera matrimoniale di vestiti e gioielli.
Quella notte, dopo tanti anni, aveva avuto un altro incubo risalente a quella notte, e quando, la mattina successiva, si era svegliata, aveva sentito la necessità di cercarlo.
Un bimba di circa sei anni comparve sulla soglia della stanza: indossava un pigiama a pois rosa, e stringeva tra le mani un coniglietto di pezza.
Si passò una mano sugli occhietti azzurri e sbadigliò sonoramente, attirando l'attenzione della viola. «Mamma... che stai facendo?»
La diretta interessata si voltò, regalando alla figlia uno dei suoi più raggianti -e falsi- sorrisi. «Buongiorno tesoro. Ecco, sto cercando una cosa.»
«Questo lo avevo capito» soffiò la biondina, avvicinandosi all'armadio ormai vuoto. «Di che cosa si tratta?»
La modella deglutì a fatica. Ripensare all'incubo significava rivivere eventi spiacevoli della sua vita passata, ricordi che avrebbe voluto cancellare dalla sua memoria. Si accovacciò di fronte alla figlia, che la guardava con occhi curiosi. «Si tratta di un braccialetto.»
«Te l'ha regalato papà?»
Zakuro scosse la testa, sorridendo amaramente.  «No, Charlie. A dire la verità, non è neanche mio... era di una mia amica.»
La bionda ruotò leggermente la testa di lato, confusa. «Gliel'hai rubato?»
«No, non gliel'ho rubato. Lei... lei non poteva più tenerlo con sé, e ho preferito conservarlo.»
Charlie annuì lentamente. «Com'è fatto?»
La viola abbassò un poco lo sguardo, cominciando a sentirsi a disagio. «La catenella è fatta di argento, ma è formata da alcune piccole pietre di zaffiro.»
Sul volto della bambina andò a formarsi un sorriso a trentadue denti: «Bene, allora mettiamoci subito a cercarlo!»
Zakuro sapeva che sarebbe stato tutto inutile: aveva già svuotato armadi e cassetti, senza alcun risultato. Era chiaro che il braccialetto era andato perduto, ma non riuscì a fermare quell'uragano biondo che, in ogni situazione, faceva di tutto per aiutare gli altri.

 

*

 

Le macerie. La polvere. E il buio.
I suoi occhi non vedevano altro che quello.
Si alzò in piedi a fatica, ricordando quanto era accaduto poco prima; nel disperato tentativo di contrastare gli alieni -i seguaci di Profondo Blu, per la precisione-, le Mew Mew e gli Ikisatashi ero diventati momentaneamente alleati, ed era sorta una battaglia che sembrava non avere fine.
Nel corso dello scontro, ad un certo punto, lei e Minto si erano rifugiate in un vicolo, in quanto la Mew Lorichetto aveva riportato una profonda ferita all'addome, e Zakuro stava facendo il possibile per evitare che il sangue continuasse ad uscire.
Non riuscirono a premeditarlo: uno degli alieni nemici aveva scagliato una potente sfera di energia contro un edificio non molto distante da loro. Era crollato in men che non si dica, e la viola aveva sentito vetri e mattoni graffiarle la pelle.
Cominciò a camminare a denti stretti, cercando di non pensare ai tagli che bruciavano e al sangue che continuava a colare, macchiandole gli abiti umani.
Pur non essendo trasformata, i suoi sensi da lupo sviluppati le permisero di udire delle voci, incitandola a chiedere aiuto.
«Ichigo! Retasu! Sono qui!»
Nessuna risposta.
Seguì un silenzio tombale, che suscitò in lei una terribile paura: quella che fossero tutti morti. Aveva udito delle voci, ma erano troppo distanti e non era riuscita ad associarle ai suoi amici.
Ad un tratto, però, qualcuno rispose.
«Zakuro?»
«Kisshu... sì, sono io, sono qua sotto!»
Prima che la Mew Wolf potesse aggiungere altro, il verde incominciò a spostare i resti del vecchio edificio, riuscendo a formare una via di uscita.
Quando l'alieno le tese la mano e la tirò fuori, sul volto della modella andò a formarsi un'espressione scioccata: quella parte di Tokyo in cui aveva avuto luogo lo scontro, era stata completamente rasa al suolo.
Case ridotte in brandelli, alberi in fiamme, e corpi che giacevano solitari in mezzo a quel disastro. Di fronte a tale scenario, le si strinse il cuore, e avvertì un nodo alla gola.
«Li abbiamo sconfitti, ma non siamo riusciti ad evitare... tutto questo» sussurrò Kisshu, seriamente addolorato.
L'alieno lasciò andare lentamente la sua mano, cosicché potesse compiere qualche passo.
Zakuro riconobbe Taruto e Keiichiro che cercavano di sollevare Ichigo, priva di sensi. Scorse in lontananza Pai, intento a scambiare qualche parola con una Retasu in un mare di lacrime -era anche l'unica Mew Mew ancora trasformata-, e Ryou, che con un kit di pronto soccorso stava medicando Purin.
E fu allora che si accorse della mancanza di Minto.
Senza pensarci due volte, cominciò a correre in mezzo a quel poco che ne rimaneva di Tokyo, girando la testa a destra e a sinistra, nel disperato tentativo di trovarla. E quando finalmente la vide, fu come ricevere una pugnalata in pieno petto.
Mentre a lei erano crollate le macerie addosso, Minto, al contrario, era stata spazzata via a qualche centinaia di metri dal punto d'impatto. I suoi vestiti erano sgualciti, e una grande macchia di sangue sotto di lei fece rabbrividire la Mew Lupo.
Quest'ultima si accovacciò con cautela di fronte alla blu, cercando di fare in modo che le sue emozioni non avessero la meglio su di lei. Sfiorò con delicatezza il collo della ballerina con due dita, provando subito una sensazione di vuoto allo stomaco.
Minto era morta.

 

I funerali dei deceduti durante lo scontro furono celebrati dopo che furono rinvenuti tutti i corpi, all'incirca un paio di settimane dopo.
I genitori di Minto preferirono organizzare una funzione privata, che si svolse il giorno seguente.
Zakuro si era seduta nell'ultima fila della chiesa, da sola. E a differenza del resto della squadra, che dopo il funerale si era diretta a villa Aizawa, lei preferì tornare a casa sua.
Si era accasciata a terra, ripensando ai suoi vestiti che si erano macchiati di sangue quando aveva abbracciato disperatamente il corpo di Minto. Li aveva riposti nell'armadio, senza lavarli, per avere un suo ultimo ricordo.
Era scoppiata in un mare di lacrime. Quel giorno, si era sfogata come mai aveva fatto in vita sua.

 

Ryou rientrò circa un'ora dopo. Trovò Zakuro distesa sul divano, le guance ancora umide e gli occhi rossi. Le baciò dolcemente la fronte, iniziando ad accarezzarle i capelli.
«Seiji ha dato ad ognuno di noi un oggetto di sua sorella» spiegò, delineando un sorriso. «Questo è per te.»
L'americano estrasse dalla tasca dei pantaloni una scatolina, e la porse alla modella. Quest'ultima lo ignorò completamente, girandosi dall'altra parte.
Ryou sospirò; aprì la scatola e ne estrasse il contenuto. Zakuro sentì qualcosa di freddo attorno al suo polso, e si affrettò a verificare di cosa si trattasse.
Un braccialetto argentato, con alcune pietre blu di forma circolare.
La Mew Viola ricominciò a piangere, e Ryou le cinse le spalle, stringendola a sé.
Lei non oppose resistenza. Non ne aveva le forze.

 

*

 

Come dieci anni prima, Zakuro era distesa sul sofà, intenta a osservare un punto indefinito del soffitto.
Ryou si bloccò sulla soglia, e prese a osservare quell'angelo dai capelli viola, che in ogni occasione -sia che fosse triste, stanca, o arrabbiata- riusciva ad essere bellissima. Anche in quel momento, con la bocca leggermente aperta e gli occhi colmi di tristezza, non riusciva a non pensare a quanto fosse meravigliosa.
Si schiarì la voce e si avvicinò alla moglie, sedendosi poi al suo fianco.
«Ho messo a letto Charlotte» esordì, passandosi distrattamente una mano tra i capelli. «Ecco, lei... questa mattina mi ha chiamato di nascosto, quando ero al lavoro.»
La modella alzò lo sguardo, confusa.
«Ha detto che stavate cercando un oggetto di valore, e che ha approfittato di un tuo piccolo momento di distrazione per prenderti il cellulare e telefonarmi» spiegò, abbozzando un sorriso.
Zakuro deglutì, mettendosi a sedere. «E?»
«E...» Ryou estrasse una scatoletta nera dalla tasca. La scena di qualche anno prima si ripeté, ma stavolta, la ex Mew Mew strappò l'oggetto dalle mani del marito, e lo strinse con cura tra le sue.
«Come lo hai trovato?»
«È stato un caso. All'inizio, quando Charlie mi ha chiamato, mi sentivo un pesce fuor d'acqua» ammise, abbassando un poco il tono di voce. «Poi mi sono ricordato che, dopo il trasloco, i nuovi inquilini mi hanno chiamato per dirmi che avevamo dimenticato un paio di oggetti, ma tra una cosa e l'altra, oltre a non aver trovato il tempo per andare a controllare, mi sono scordato di dirtelo. Avevamo lasciato nella vecchia casa anche quel paio di scarpe eleganti che cercavo il mese scorso!» esclamò, cercando di far rallegrare la moglie. Ma ciò non accadde.
Zakuro osservò con sguardo assente la scatolina nera, indecisa sul da farsi. Socchiuse leggermente gli occhi, e a Ryou, nel vederla in quello stato, si strinse il cuore.
«Zakuro, c'è una cosa che devo dirti» esordì, avvicinandosi a lei «Mi dispiace non averti messa al corrente prima, ma Minto... ecco, lei mi aveva chiesto di non farlo.»
Al sentir nominare l'amica deceduta, la viola alzò subito lo sguardo, incrociando quello nervoso di Ryou.
«Ricordi quel giorno, quando ti ho fatto vedere il braccialetto per la prima volta?»
Annuì debolmente, incitandolo a proseguire.
«Ti ho mentito» sospirò, abbassando lo sguardo. «Non è stato Seiji a consegnarmelo, ma Minto. Quando abbiamo intercettato gli alieni per l'ultima volta, ovvero un paio di giorni prima dello scontro, mancava davvero poco al tuo compleanno. Se ben ricordi, eravamo tutti terrorizzati: erano state poche le volte in cui voi e gli Ikisatashi avevate vinto una battaglia contro di loro, e che tu ci creda o no, Minto era quella più spaventata di tutti.» Fece una pausa, nel tentativo di trovare le parole giuste per continuare. «Noi due avevamo appena iniziato a frequentarci, e lei lo aveva capito. Quella sera si è presentata al Caffè Mew Mew e mi ha consegnato questa scatola, pregandomi di metterla al sicuro. "Se uscirò viva da questa guerra, allora lo darò a Zakuro per il suo compleanno. Se invece morirò, mi farebbe piacere se glielo facessi avere, ma non voglio che lei sappia che era un regalo." Sono state queste le sue parole.»
La modella provò una strana sensazione all'altezza dello stomaco, una sorta di vuoto incolmabile, che le fece venire un senso di nausea. Si strinse nelle spalle, con la speranza di placare i brividi che percorrevano silenziosamente la sua schiena.
«Un regalo per me...» sussurrò, percependo gli occhi inumidirsi. «Perché non voleva che lo sapessi?»
«Probabilmente desiderava dartelo di persona» ipotizzò Ryou. «Altrimenti, non saprei che altro pensare. Minto era difficile da capire. Solo tu ci riuscivi.»
Zakuro si massaggiò con delicatezza le palpebre, cercando di rispedire indietro le lacrime. Il biondo la prese tra le proprie braccia, accarezzandole dolcemente la schiena. Le lasciò un bacio sulla frangetta viola.
«Vuoi sapere perché Minto ha scelto proprio quel braccialetto?» Zakuro non rispose. Non ce n'era bisogno. Quella del marito era una semplice pausa ad effetto. «All'epoca, Kisshu aveva quel brutto vizio di dare nomignoli. A te aveva assegnato il titolo di "donna lupo", ma quando non c'eri, ti chiamava "occhi di zaffiro". Minto si è innamorata fin da subito di quel soprannome, e ha associato il colore dei tuoi occhi alla pietra preziosa. Quel giorno, dopo avermi consegnato il regalo, mi rivelò questo piccolo e buffo particolare: adorava i tuoi occhi. Aveva ritenuto fin da subito che l'osservazione di Kisshu fosse azzeccata, e per tutto quel tempo ha pensato che i tuoi occhi, messi a confronto con quelli di qualunque altro essere umano, fossero i più belli. E poi...» prese le mani di Zakuro tra le sue, fredde e tremanti «mi disse che era felice di vederci insieme, e che riteneva che io fossi il compagno perfetto per te.»
La modella lasciò andare lentamente le mani di Ryou, e poggiò la testa sul suo petto. Si lasciò cullare e coccolare per un po', rimuginando su quanto le era stato appena detto. E dovette trattenersi nuovamente dallo scoppiare a piangere, ripensando al sorriso pieno di vita della sua adorata Minto.

 

Zakuro strinse con forza le mani al parapetto della terrazza. Un lieve venticello scompigliò i suoi capelli viola; le sue guance erano rosse e umide, ma uno strano sorriso le contornava le labbra.
Il sole sarebbe tramontato a breve. E la modella immaginò che non ci fosse cosa più bella che osservare il mare in piena notte.
Posò lo sguardo sul braccialetto argentato, sfiorando con l'indice destro tutte le perline, una ad una.
E così, i miei occhi hanno lo stesso colore dello zaffiro pensò, continuando a giocherellare con l'oggetto attorno al suo polso.
In quel momento, tutto ciò che riuscì a udire fu il rumore delle onde che si infrangevano sugli scogli e i suoi singhiozzi.
«Non sono riuscita a salvarti. Non puoi neanche immaginare quanto sia dispiaciuta.»
Sospirò sonoramente, asciugandosi col dorso della mano le guance bagnate.
«Mi manchi» sussurrò rivolta al cielo. «Mi manchi davvero tanto, mia piccola Minto.»
Si intravedevano i primi raggi solari, e la ex Mew Mew, dopo essersi stiracchiata, si diresse a passo lento verso l'interno della casa.
«Oneesama...»
Zakuro sussultò. Si voltò di scatto verso il mare, col cuore che batteva a mille e gli occhi spalancati dallo shock.
Ma tutto ciò che vide, fu uno stormo di uccelli che volavano con rapidità in direzione del sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buongiorno fandom! :3
Era da un po' che non scrivevo una shot su Minto e Zakuro o sbaglio?
Diciamo che il contest è stato una sorta di incentivo per riscrivere qualcosa su loro due, dato che il prompt mi ha subito ispirata per questa storia.
Essendo il primo contest a cui partecipo, spero che la mia shot non risulti troppo banale ^^"
A voi il giudizio!

   
 
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