Erano tristi e vuoti, quei lontani giorni di settembre
tra sorrisi esteriori e malinconie interiori,
accompagnate dal triste cinguettio dei corvi che incorniciavano l'autunno venturo.
Immaturo e inconsapevole, cercavo riparo dalle persone
che mai m'hanno fatto provar piacere, e la strada della solitudine
mi portava in quella panca isolata della fermata del bus.
Vedevo tutti i giorni quel ragazzino, dall'aria cosė bambina e dolce
dai capelli biondi che seduto in silenzio e in solitudine
leggeva il suo libro, mentre il leggero vento settembrino
sfiorava il suo viso marchiato da que' lentiggini impercettibili.
Con la maglia blu di cotone, e le mani piccoline
toccava i capelli per tirarli via dal viso, mostrando quegli occhi
che dai toni un poco asiatici, erano intensi intensi e profondi
e racchiudevano in quel bruno, tutta la loro tenerezza