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Autore: alessia483    23/06/2015    2 recensioni
Urla, questo era il sottofondo di quel pomeriggio. Come sempre, c'era stato un ennesimo litigio tra i miei genitori. Era un pomeriggio come molti altri, quando il tempo non sa neanche lui quel che vuole fare. Grigio e nuvoloso.
Era semplicemente perfetto.A differenza di molti miei coetanei amavo la pioggia. Forse perché molte volte rispecchiava il mio umore.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Urla, questo era il sottofondo di quel pomeriggio. Come sempre, c'era stato l'ennesimo litigio tra i miei genitori. Era un pomeriggio come molti altri, quando il tempo non sa neanche lui quel che vuole fare. Grigio e nuvoloso. Era semplicemente perfetto.
A differenza di molti miei coetanei amavo la piogga. Forse perché molte volte rispecchiava il mio umore. Lasciai "A un passo dalla felicità" sul letto e mi alzai per aprire la finestra. Si sentiva l'odore della pioggia e a breve avrebbe piovuto.

Presi la felpa grigia regalatami da mia sorella (comprandola di una taglia in più a proposito) e i jeans strappati. Non amavo le cose che mi andavano larghe, ed era per questo che mia sorella me la comprò più grande proprio per dispetto. Ero un'amante delle cose attillate, ma la misi lo stesso. Mi ricordava tanti bei momenti.
Recuperai le scarpe dall'armadio e, preso il cellulare, scesi in cucina.
Adesso non si sentiva più nessun rumore, era probabilmente il solito: mio padre a bere la sua solita bottiglia di birra e mia madre chiusa in bagno.
Entrai in cucina per prendere le chiavi.
"Dove vai?" chiese mio padre, con la voce roca causata proprio dal fumo e dall'alcol.
"A farmi un giro" risposi, indifferente. 
Feci in fretta e uscì di casa calandomi il cappuccio in testa. Mi diressi al parco e mi sedetti sulla panchina più riservata. Osservai il paesaggio, ormai sapevo tutti i particolari a memoria. 

Chiusi gli occhi e ascoltai il rumore del vento sulle foglie. A volte la natura faceva venire i brividi tanta era la sua bellezza.
Sentii un miagolio. Riaprii gli occhi. Era il solito gattino randagio che mi teneva quasi sempre compagnia quando andavo al parco. Aveva il pelo lungo e nero e degli splendidi occhi azzurri. Avrei voluto portarlo a casa ma i miei, anche amando gli animali, non lo vollero tenere.
Lo presi in braccio e lo appoggiai sulle mie gambe accarezzandolo teneramente. Mi faceva tanta pena, era così piccolo e piuttosto magrolino.
"Krieger!" 
Un ragazzo si stava avvicinando guardando il gattino, che a quanto pare si chiamava Krieger,  che sedeva sulle mie gambe.

"Oh, è tuo?" chiesi guardando lo strano ragazzo che indossava degli scuri occhiali da sole.
"Si, da qualche giorno. L'ho trovato al parco e quando ho scoperto che era abbandonato ho deciso di tenerlo con me" rispose rivolgendomi un mezzo sorriso.
"Capisco, hai fatto bene. L'avrei preso anch'io con me ma i miei genitori erano contrari così mi sono limitata a portargli da mangiare ogni volta che potevo. Da quanto ho capito si chiama Krieger, giusto?" chiesi.
"Si. È un nome tedesco" rispose.
"Si, lo so. Guerriero. Già, ha un po' la faccia da guerriero" dissi osservando Krieger.
"Parli il tedesco?" chiese lo strano ragazzo. Sembrava sorpreso.
"Si, l'ho studiato alle superiori e ho avuto la possibilità di passare tutte le estati a Berlino. Deduco tu sia  tedesco. Come mai sei venuto in questo paese sperduto dell'Alabama?" chiesi.

"Io e i miei compagni avevano bisogno di un po' di tranquillità. Oh, approposito, credo sia corretto presentarsi. Io sono Tom, piacere" disse porgendomi la mano.
"Monica, piacere mio" dissi stringendoli la mano. Sembrava una cosa terribilmente formale.
Aveva uno stile tutto suo. Treccine nere, un piccolo piercing al labbro, un cappellino marroncino in testa e indossava vestiti di almeno 2 taglie più grandi del normale.
Riflettei. Era possibile che l'avevo già visto da qualche parte?
"Perché mi studi in quel modo?" chiese Tom ridendo di fronte alla mia espressione penseriosa.
"Stavo pensando... È possibile che ti abbia già visto? Probabilmente su qualche poster in camera di mia cugina?" chiesi.
"Be', non sono mai entrato nella camera di tua cugina ma, se mi guardi così, suppungo di si" rispose.
"Tom.. Kaulitz? Chitarrista dei Tokio Hotel?" chiesi titubante.
"Esatto" rispose.
"Adesso si spiega perché porti gli occhiali da sole" dissi io.
"Ahahahah, già" rispose lui, sorridendo.


 
Ciao a tutte Aliens! Eccomi qui con questa nuova storia, spero vi piaccia.
Vi invito a lasciare una recensione qui sotto, per farmi sapere come trovate questo primo capitolo in modo da poter continuare. Accetto, ovviamente, anche le critiche perché possono aiutarmi a cambiare le cose sbagliate di questa storia. Detto questo ho concluso. Buona lettura a tutti!
   
 
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