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Autore: chocolateeyes96    24/06/2015    1 recensioni
~ “Alla buon'ora eh, come è andato il prov...” le parole mi si bloccarono non appena lui chiuse il frigo e si voltò verso di me, lo sguardo assente, le guance rosse e i capelli leggermente arruffati. Non poteva essere successo, non di nuovo. Non dopo quello che mi aveva promesso. ~
Ricordi a lungo repressi che finalmente trovano il modo di liberarsi e far risvegliare sentimenti che dopo anni si pensavano assopiti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sapevo che me ne sarei dovuto andare da lì.

Sentivo di doverlo fare fin dal momento in cui David aveva tirato fuori quel DVD, selezionandolo tra quelli che mio fratello aveva portato con sé quella sera, presi dalla collezione pressoché infinita che conservava con gelosia all'interno dell'armadietto del suo salotto.

Non avevo più guardato un suo film dopo quello che era successo e quello sguardo, seppure attraverso lo schermo del televisore, non sarebbe stato facile da sostenere.

Feci un sorriso tirato a mio nipote che, dopo aver ottenuto l'approvazione di Shannon, corse ad inserire il disco nel lettore per poi raggiungere tutti noi sul divano; era stata una piacevole e tranquilla serata, di quelle che non organizzavamo da tempo per via dei continui incontri con la band, i miei numerosi impegni e la sua vita familiare.

Il piccolo si sistemò meglio sul divano infossando la schiena e appoggiando poi la testina sul mio braccio, mentre io posai l'altra mano sulla sua per stringergliela lievemente.
'Bene, si comincia.' mi dissi impercettibilmente quando il titolo del film si dissolse per fare spazio al primo scenario.
Dopo neanche due minuti dall'inizio, la sua figura apparve sullo schermo. Eccolo lì.
Era dai Golden Globes dello scorso anno che non lo vedevo, avendo volutamente evitato qualsiasi giornale, rivista o sito web nel quale avrei potuto trovare sue notizie.

E così, nel giro di qualche secondo, mi trovavo nuovamente fottuto. Colin Farrell stava sfoderando una delle espressioni più dolci del suo repertorio, che gli avevo visto rivolgere diverse volte a suo figlio James quando ancora era troppo piccolo per potersi ricordare di me.

Un' espressione che in frequenti occasioni aveva rivolto anche al sottoscritto, quando gli chiedevo di non andarsene e rimanere steso accanto a me dopo aver fatto l'amore tutta la notte. Lui poi mi accontentava e sempre con quel sorrisino intenerito mi traeva a sé stringendomi in uno dei suoi abbracci, di quelli che non avrei mai dimenticato per la serenità e la gioia che erano in grado di donarmi e che nessuno mai era stato in grado di restituirmi.

Un colpetto al braccio destro mi riportò alla realtà e girando la testa trovai Shannon a guardarmi con un'espressione interrogativa, notando che da qualche minuto a quella parte il film non si trovava al centro della mia attenzione, mentre i pensieri mi avevano trascinato indietro nel tempo, a dei ricordi e ad un periodo che tanto mi ero sforzato di chiudere in un cassetto per poi buttare via la chiave.

Ad un tratto arrivammo alla scena in cui il suo personaggio veniva trascinato via dal palco sul quale stava tenendo un discorso perché talmente ubriaco che non riusciva a reggersi in piedi.

A quella vista il mio stomaco si contrasse involontariamente e non fui più in grado di sostenere la situazione, chiedendo scusa e alzandomi cercando di non svegliare David che era crollato addormentato dieci minuti dopo l'essersi seduto; Jenny e mia madre mi osservarono chiedendomi tacitamente se andasse tutto bene, ma mentii con la banale scusa di aver bisogno di una sigaretta facendo il semplice gesto di portarmi due dita alle labbra e poi allontanandole, ottenendo in risposta uno sguardo di leggero rimprovero da parte di mia madre, ma avendo almeno la certezza di non averla fatta insospettire.

Mi portai sullo stretto balconcino passando per la cucina, per poi appoggiarmi al muretto con i gomiti; inspirai profondamente prima di prendere un respiro più profondo degli altri e affondare la mano della tasca dei pantaloni da cui estrassi il pacchetto di sigarette e l'accendino. Me ne portai una alla bocca e poi avvicinai l'accesi, con le mani che ancora non volevano smettere di tremare.

Presi una boccata per poi rilasciare scivolare lentamente il fumo attraverso le labbra socchiuse, mentre cacciai con forza l'accendino da dove l'avevo preso e poi lasciar vagare lo sguardo sul panorama che si presentava davanti ai miei occhi; erano quasi le 9 di sera e Los Angeles non era ancora avvolta dal buio, si poteva scorgere ancora il sole all'orizzonte.

Quell'atmosfera mi riportò a quella che era stata per noi l'ultima volta insieme.

 

Lo scenario non era troppo diverso: fuori c'era il tramonto e io mi trovavo nella sua cucina, stavo leggendo un libro mentre lanciavo spesso delle occhiate al bambino che, seduto sul seggiolone accanto a me, stava giocando con un paio di peluches.

Lo sapeva che io non ero in grado di rapportami con i bambini, non ero in grado di gestirli e mi ritrovavo a controllare continuamente l'orologio nell'attesa che tornasse.

Mi aveva chiesto di badare a James per un paio d'ore perché sarebbe dovuto andare ad un provino, ma dopo quasi il triplo del tempo non era ancora rientrato, non rispondeva al cellulare e io stavo cominciando a dare segni di nervosismo.

Per distrarmi un attimo decisi di portare il bimbo nella sua cameretta e provare a farlo addormentare. Proprio mentre stava per chiudere gli occhietti, mentre cercavo di cullarlo al massimo delle mie capacità, la porta d'ingresso sbatté e tutti miei sforzi furono vanificati.

Sempre con il bambino in braccio, scesi le scale e mi trovai davanti la schiena di Colin che si era già avviato in cucina e aveva aperto l'anta del frigorifero.

Alla buon'ora eh, come è andato il prov...” le parole mi si bloccarono in gola non appena lui chiuse il frigo e si voltò verso di me, lo sguardo assente, le guance rosse e i capelli leggermente arruffati.
Non poteva essere successo, non di nuovo. Non dopo quello che mi aveva promesso.

Eccoti qui” rispose lui, incurante della mia espressione incredula, avvicinandosi e prendendomi con poca gentilezza le guance per stamparmi un veloce bacio al retrogusto di whisky sulle labbra.

Una meraviglia. Mi hanno preso, e quindi sono dovuto andare a festeggiare.” biascicò lasciandosi cadere a peso morto sul divano aspettando evidentemente che lo raggiungessi.

Misi nuovamente suo figlio, del quale sembrava essersi dimenticato l'esistenza, a sedere nel seggiolone tirando silenziosamente su con il naso e cercando di scacciare le lacrime che facevano capolino ai miei occhi.

Mi sedetti ad una certa distanza, osservandolo guardarsi attorno stordito, per poi richiamare la sua attenzione su di me.

Colin.” dissi semplicemente, con un tono che uscì più basso di quello che avevo in mente.

Lui mi osservò cercando di annullare le distanze tra noi e stringermi in un abbraccio ma io mi scostai, con la prima lacrima che sfuggì al mio controllo e mi rigò la guancia sinistra.

Piccolo, vieni qui.” tentò lui nuovamente, e per evitarlo questa volta dovetti alzarmi in piedi e mi ritrovai di fronte a lui.

Mi avevi detto che avresti smesso, Colin. Che sarebbe stata l'ultima volta.” sussurrai, la voce che si incrinò nella seconda parte.

M-mi dispiace, stavo fest-” “No.” lo interruppi io, facendo un passo indietro e alzando la mano davanti a lui, facendogli capire che era inutile proseguire, la scusa era vecchia e non si poteva più andare avanti così.

Ti ricordi cos'è successo l'ultima volta? Avevi promesso che non sarebbe più capitato, che mi amavi e che non avresti più bevuto e fatto del male.” proseguii, alzando lievemente la maglia, facendo intravedere la fasciatura sul fianco sinistro che copriva il livido che il suo spintone mi aveva causato.

Jared, io... non volevo farti del male, lo sai. E non era mia intenzione farti arrabbiare anche oggi.” provò a giustificarsi lui, quasi sforzandosi di recuperare lucidità, ma quella era per me la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Non ce la facevo più a sostenere quella situazione, a vederlo tornare a casa quasi ogni notte completamente sbronzo, ad aiutarlo a reggersi in piedi mentre spesso mi ricopriva di insulti imprecando perché lo lasciassi stare, mentre la mattina dopo era sempre premuroso con me, facevamo l'amore con una dolcezza incredibile e la nostra vita proseguiva in serenità e pace, almeno fino ad arrivare al prossimo episodio.

All'inizio avevo pensato che sarebbe stata una situazione passeggera, ma quando avevo notato che lui per primo non menzionava mai quegli avvenimenti in mia presenza, avevo cominciato a farglieli notare, mentre lui rispondeva semplicemente con un 'non è stato niente' o un 'preferisco non parlarne'.

Avevo sopportato pazientemente per mesi, ma da quando avevamo cominciato a definire quella situazione come un 'problema', avevo iniziato a preoccuparmi seriamente fino ad arrivare alla volta in cui, due mesi prima, mentre cercavo di aiutarlo ad arrivare al bagno per permettergli di vomitare e liberarsi da una parte dell'alcool ingurgitato, lui mi aveva scansato con violenza facendomi finire contro l'angolo del tavolo e provocandomi quel brutto livido.

Mi dispiace Colin, ma io non ce la faccio più.” dissi sgonfiandomi e abbassando lo sguardo a terra, incapace di sostenere il suo che ora aveva assunto un'aria sofferente e che mi stava tacitamente implorando di perdonarlo.

Non riesco più a soffrire così, a vederti in questo stato, a vedere come ti riduci e come tu non riesca a liberarti da questo demone. Davvero pensavo che stavolta ci saresti riuscito, dopo l'incidente la nostra vita stava ricominciando, erano due mesi che tutto sembrava aver preso la giusta piega, tu hai anche superato il provino e niente sarebbe potuto essere più bello. Ma oggi ho seriamente capito che tu non vuoi liberarti di lui, e che per te l'acool o una bevuta valgono più di me.” sospirai rassegnato, stavolta chiudendo del tutto gli occhi mentre sentivo la gola pizzicare; non avrei pianto davanti a lui, altrimenti avrei finito per cedere e avrebbe vinto anche quella volta.

Jared, ti prego, non dire così.” supplicò, ancora non completamente lucido, ma io gli avevo già dato le spalle e avevo iniziato a salire le scale.

Mi raggiunse qualche secondo dopo che ero entrato nella sua camera.

Cosa stai facendo?” chiese con tono allarmato appena mi vide frugare all'interno dell'armadio.

Non risposi, cercando di non dimenticare nulla e arraffazzonando i miei pochi abiti dentro al borsone che utilizzavo per trasferire la mia roba tra il mio e il suo appartamento, per poi caricarmelo su una spalla e, dopo averlo superato, iniziare a scendere le scale.

Prima di andarmene andai in cucina, dove presi in braccio James per quella che sarebbe stata l'ultima volta e gli diedi un bacio pieno d'amore sulla fronte strizzando forte gli occhi, per poi fissarlo per qualche istante nei suoi e dirgli silenziosamente addio.

Asciugai frettolosamente con il dorso della mano un'altra lacrima che mi era sfuggita, poi raccolsi nuovamente il borsone e mi avviai verso la porta, che trovai però sbarrata da un Colin ormai sobrio.

Ti prego Jay, non farlo. Sai che non posso vivere senza di te.” fece ormai disperato, allungando le braccia per arrivare ad avere un contatto con me, ma io ancora una volta lo schivai, consapevole del fatto che se ci fosse riuscito sarei crollato, cedendo alla tentazione di stare con lui, così che questa spaventosa routine sarebbe andata avanti all'infinito.
Mi ero ripromesso che se mai fosse capitato di nuovo me ne sarei andato, per il suo bene ma soprattutto per il mio, perché nonostante questa scelta mi dilaniasse il cuore, non sarei riuscito a sostenere ancora a lungo quella situazione e poco ci sarebbe voluto prima che sarei scoppiato.

Mi dispiace Colin, ti avevo avvisato.” replicai senza riuscire a sostenere quello sguardo sempre così intenso che mi aveva fatto cedere ed innamorare ad una velocità folle.

Come faccio io ora? E come farai tu? Sai che siamo fatti per stare insieme io e te.” tentò nuovamente, questa volta abbassando il tono portando due dita sotto il mio mento, in modo inaspettatamente delicato, affinché fossi costretto a puntare i miei occhi azzurri nei suoi occhi color cioccolato.

L'ho sempre pensato anche io, ma sono arrivato alla conclusione che forse non è mai stato davvero così.” mentii spudoratamente, sentendo il nodo in gola diventare sempre più fastidioso.

Mi stai dicendo che non mi ami più?” chiese lui abbassando improvvisamente le braccia e lasciandole cadere sui fianchi, esausto.

Non risposi, sapendo che non sarei riuscito a pronunciare la conferma di quell'enorme bugia e sentendo che non ce l'avrei fatta a sostenere ancora a lungo quella situazione, avvertendo la necessità di andarmene prima di mandare tutto all'aria. Fu molto più facile spostarlo questa volta per aprire la porta, anche lui ormai senza alcuna forza.

Una volta oltrepassata la soglia mi girai e i miei occhi non furono più in grado di contenere quel fiume che erano le mie lacrime e che iniziarono a sgorgare calde e copiose sulle mie guance; osservai per l'ultima volta l'uomo con il quale avevo passato alti e bassi e che sicuramente era il compagno dei miei ricordi più belli. Osservai per l'ultima volta l'amore della mia vita e sentii distintamente qualcosa rompersi dentro di me, e fu quello il momento in cui capii che niente e nessun altro sarebbero stati in grado di ripararlo.

Vidi anche sul suo volto spuntare le prime lacrime ma, prima che potessi girare i tacchi e andarmene, sentii la sua presa attorno al mio polso e il mio subconscio mi portò a pregare con tutto me stesso che mi tirasse verso di sé per abbracciarmi tanto stretto da non permettermi di andar via.

Non lo fece.

Semplicemente mi fece voltare la testa nella sua direzione e, con un sorriso amaro e molto tirato mi fece capire che quella sarebbe stata davvero la fine, che non mi avrebbe più cercato.

Ti amo Jared. E ti amerò fino a quando smetterò di vivere.

Aprii la bocca, avrei voluto rispondergli che anche io lo avrei amato per sempre, nonostante quello che mi aveva fatto passare, ma le parole non trovarono la forza di uscire e lo lasciai così, incapace di fargli capire cosa fosse significato tutto quel tempo insieme a lui per me.

 

Lasciai la sigaretta ormai finita da tempo nel posacenere, e notai che la sera era finalmente calata sulla città di Los Angeles.

Mi appoggiai con le spalle al muretto, osservando la mia casa e lasciando fantasticare l'immaginazione per un secondo, permettendole di formulare quei pensieri che le erano stati proibiti per così tanto tempo.

Immaginai Colin seduto sul divano, con le gambe rannicchiate e una ciotola di pop-corn racchiusa tra esse che mi faceva cenno di raggiungerlo e sedermi accanto a sé per continuare il film, mentre immaginai James e Henry seduti sul tappeto a giocare insieme.

Un altro paio di lacrime vennero prontamente asciugate e decisi che sarebbe stato meglio rientrare perché per quel giorno mi ero fatto abbastanza male, anche se dovetti ammettere che ricordare aveva lasciato comunque una nota più dolce di quanto avessi immaginato. Pensare ai suoi baci e alle sue carezze mi aveva ricordato come fossi stato felice in quel periodo e come mi fossi sentito amato, così come non mi era più successo.

La serata riprese in serenità, quando tornai il film era quasi giunto alla conclusione e verso le 11 salutai mia madre e la famiglia di mio fratello, per poi sistemare velocemente la cucina e andare a letto.

L'ultimo pensiero per quella sera una volta appoggiata la testa sul cuscino, andò a Colin, ed ebbi giusto il tempo di chiedermi se dopo tutti quegli anni lui avesse mantenuto la sua promessa di continuare ad amarmi, mentre inconsciamente pensai che dal mio canto, quella promessa era stata mantenuta, prima di addormentarmi e scivolare nel mondo dei sogni, dove fantasticai su occhi marroni e baci da mozzare il fiato.
 


 

Questa oneshot è stata scritta di getto, in un lampo improvviso di ispirazione.
Per chi non l'avesse visto, il film menzionato all'inizio della OS è "Saving Mr.Banks", che vi consiglio vivamente!
Spero che vi sia piaciuta e che non lasci troppo a desiderare, un bacio
-Anna-
PS. Vi lascio un paio di GIF strappalacrime qui sotto.




   
 
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