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Autore: Inquisitor95    24/06/2015    1 recensioni
Questa è la storia di una maga la cui vita un giorno verrà stravolta da una tragedia, sarà costretta a dire addio alla propria vita e ricominciare dall'inizio. Portando con sé un oscuro segreto riguardo i propri poteri, Myrah viaggerà fino alla città vicina al suo clan, durante il viaggio però la sua vita subirà dei cambiamenti che la porteranno al compimento del proprio destino, il destino di una Profetessa nella battaglia contro la Gilda delle Tenebre, una società intenta a riportare in vita l'esercito delle ombre che anni prima minacciarono la pace e la serenità.
A.A. Avevo già pubblicato questa storia ma per alcuni motivi ero stato costretto ad eliminarla, ora che ho più tempo voglio postarla nuovamente qui sperando che vi piaccia. (non siate cattivi è un'opera a cui tengo molto xD)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

Lezione nella foresta
 




Ricordo ancora il profumo che spirava tra gli alberi, il caldo sole che stava segnando l'inizio dell'estate. I fiori che sbocciavano e gli alberi che ci donavano dei bellissimi frutti variopinti. Mi piaceva molto stare nella foresta, da un lato era la sola cosa che conoscevo in effetti. L'accampamento dei maghi si trovava proprio al limitare di essa, era un agglomerato di tante tende in cui abitavano molte famiglie, c'erano molti bambini della mia età all'epoca. Eravamo tutti sui dieci anni più o meno, piccoli ma già pronti per essere addestrati nelle pratiche arcane. Tutti figli di maghi, tutti noi avevamo poteri magici, nessuno escluso. Capitava chissà quanti anni che un figlio di due maghi nascesse senza poteri magici, forse uno su cento.
Ricordo che il mio primo giorno di scuola avevo molta paura, cercavo un po' di conforto nella mia famiglia, mio padre però raramente era insieme a noi nelle mattine fredde, essendo il Primo Incantatore di noi Erranti, aveva da sbrigare molte faccende. Inoltre ogni sua parola rivolta nei confronti dei suoi figli era fredda: voleva che noi tre diventassimo potenti incantatori; mia madre purtroppo era morta dandomi alla luce e non ricordo nulla di lei, sapevo solo che si chiamava Leniel, un nome antico che significa “rosa dalle delicate spine”. Non l'avevo mai vista e non avevo neanche la minima idea di come fosse, non avevo un modo per vedere il suo viso. L'unica cosa che mi era rimasta era un bellissimo medaglione che pareva fatto d'argento, c'erano delle pietre incastonate, zaffiri splendenti di un blu intenso proprio come i miei stessi occhi. Era uno di quei medaglioni che si aprivano, dentro c'era un piccolissimo specchio e una frase incisa su di esso: “Con tutto l'amore del mio cuore”. Una frase di mia madre.
Avevo anche un fratello e una sorella, entrambi maggiori di otto e sei anni rispetto a me. Mio fratello Brester aveva ricevuto in dono i miei stessi occhi da nostro padre, i suoi capelli invece erano del colore dell'oro, quelli li aveva ereditati da nostra madre; un po' come mia sorella Kalesya, anche lei bionda per natura e con gli stessi occhi verdi di nostra madre: ero gelosa di lei visto che tutti le dicevano quanto le somigliasse. Penserete che io e mia sorella andassimo d'accordo, ma vi sbagliate.
Io e lei eravamo come cane e gatto, questo perché non accettava il fatto che nostra madre fosse morta, mi addossava la colpa di averla uccisa. Era sempre fredda nei miei confronti ma a me non importava poi molto, avevo Brester a tenermi compagnia; ero la sua piccola sorellina, un amore che superava qualunque altro, l'amore di un fratello maggiore. Protettivo e cercava sempre di tenermi allegra, di non farmi pensare alle cose cattive, da bambina non avevo mai paura.
Ricordo che il primo giorno di scuola mi aveva regalato un bellissimo specchio in argento, grande quanto il mio viso, diceva che era di nostra madre e che era giusto che lo avessi io. Mi sentivo più sicura: mi mossi tra le mie vesti da maga e corsi verso un angolo poco distante per entrare nella foresta Mikenna dove si trovavano gli altri miei compagni di studi. Uno in particolare mi fissava sorridendo, non potevo sapere allora di aver appena visto il mio migliore amico. L'insegnante era una vecchia maga, la più esperta forse e quando fummo tutti attorno a lei, seduti sulla morbida erba o sui ceppi d'albero, cominciò la propria lezione con argomenti abbastanza tranquilli.
« Benvenuti piccoli, prossimi, potenti maghi » disse a mo' di saluto la donna anziana. « Io sarò la vostra insegnante come avrete capito... studieremo insieme per cinque anni. Volevo iniziare qui la mia lezione, tra i bellissimi silvani della foresta Mikenna. Vi piace la natura? » chiese dolcemente con la voce rauca, tutti noi annuimmo sorridendo.
« Ottimo. » continuò lei. « Credo diventeremo ottimi amici allora. Però dobbiamo iniziare la lezione e quindi credo sia meglio metterci in marcia... » avanzammo lentamente tra gli alberi, cercando di seguire i sentieri che la natura aveva scavato.
Un odore forte aleggiava tra quelle brillanti foglie verdi, è una sensazione incredibile e il solo pensarci adesso mi fa venire nostalgia di quel tempo ormai passato. L'insegnante non si fermò un secondo ma mantenne costate il proprio passo.
« Allora piccolini... secondi i testi sacri, la magia venne data agli uomini dal Creatore, inizialmente esisteva solo la Magia Bianca, ma con il passare degli anni l'uomo riuscì a mutare quella singola esperienza. Chi mi sa dire in cosa consiste la Magia Bianca? » chiese voltandosi appena verso di noi per vedere chi aveva la mano alzata. Naturalmente sapevo la risposta visto che avevo due fratelli maggiori e il Primo Incantatore come padre. « Si? Dimmi il tuo nome. »
« Mi chiamo Myrah. La Magia Bianca consiste nello sfruttare l'energia del bene e quella sacra. Tra i suoi incanti troviamo la lumocinesi, la purificazione, la benedizione e la guarigione. » risposi alla sua domanda fiera di ciò che sapevo.
« Myrah... sei la figlia del Primo Incantatore Amoned. » affermò lei e poi annuì per la mia risposta. « Esatto. La lumocinesi, l'arte del controllare la luce per fare del bene; la purificazione per scacciare il male in qualunque forma si presenti; la benedizione per consacrare qualcuno o qualche oggetto. Sono le nostre preghiere in effetti... e infine le guarigione. Quest'ultimo è forse il più distorto: il Creatore inizialmente concesso solo l'arte di curare ferite e malattie, ma l'uomo corruppe la Magia Bianca e creò una formula per riportare in vita i morti. » un'altra pausa e proseguì. « L'uomo corruppe la magia e ne creò altre sei, ed ecco che diede vita alle Sette Arti Arcane. Chi mi sa dire le altre? » chiese rivolta a noi, voleva chiaramente sapere anche il nome di chi veniva interpellato. Il ragazzino che mi aveva sorriso alzò la mano titubante e diventando rosso in viso.
« Mi chiamo Mankel. Conosco la Magia Verde, quella che permette di controllare i quattro elementi della natura. Fuoco, terra, acqua e vento! » rispose abbassando subito la mano, provai molta simpatia per quel ragazzino e stavolta gli sorrisi.
« Mi chiamo Zeyl. A me hanno parlato della Magia Viola. Mi hanno detto che principalmente è un ampliamento della Verde. » rispose un altro ragazzino. L'insegnante non fu d'accordo.
« No, la Magia Viola è molto particolare. In un certo senso hai ragione, perché all'arte del fuoco sostituiamo il controllo sul piano reale; all'arte dell'acqua sostituiamo il controllo sul ghiaccio; a quella del vento invece facciamo riferimento all'arte di controllare l'elettricità in ogni forma e al controllo della terra sostituiamo la biocinesi, il controllo sulla materia perfetta: il ferro, la terra e la carne e molto altro. » la spiegazione dell'insegnante era stata molto più precisa delle nostre.
« Mi chiama Lye. » cominciò una ragazzina, il suo di voce mi ricordò molto quello di mia sorella maggiore, una saccente. « Io conosco due arti: la Magia Gialla capace di proteggere o rafforzare in una persona o un oggetto e conosco anche la Magia Rossa, quella dell'alchimia e del simbolismo. »
« Ottimo davvero. » l'insegnante batté la mani soddisfatta. « L'alchimia... la branchia della magia che insegna a creare pozioni e il simbolismo che ci permette di usare effigi, rune e oggetti magici con poteri incredibili. » un'altra spiegazione ben detta. « E se vi parlo di Magia Blu? Di solito la conoscono in molti... » nessuno di noi alzò le mani, neanche io l'avevo mai sentita.
« È abbastanza complesso » cominciò a dire lei socchiudendo gli occhi e con un sorriso affettuoso vista la nostra mancanza. « Si divide in due rami: la cronocinesi, l'incredibile arte del controllare lo scorrere del tempo e di viaggiare nel passato o nel futuro. Anche se è molto pericoloso visto che molti maghi sono rimasti bloccati a metà tra le due dimensioni. Infine la divinazione, la preveggenza... il vedere il futuro. Sapete... non per vantarmi ma sono la più esperta di noi Erranti nella Magia Blu! » disse soddisfatta e a tutti noi scappò un sorriso.
Il conto della Arti non tornava, sapevo benissimo quale mancava all'appello ma fu Mankel a chiedere. « Anziana Iphes, manca ancora un'arte... » si aspettava da noi la risposta e fui ancora una volta io ad alzare la mano. Si stupì nel vedermi.
« La Magia Nera. Definita così perché totalmente apposta alla Magia Bianca, la prima arte a nascere dalla corruzione della magia da parte dell'uomo. » ero sicurissima di ciò che stavo dicendo, perciò parlai fiera di saperlo. « Nella Magia Bianca si comanda la luce, in quella Nera le tenebre e il caos. Nella Prima Arte Arcana si purifica, nella Seconda si evocano spiriti e demoni. Da un lato abbiamo la benedizione mentre dall'altro la maledizione. E poi c'è l'occultismo... » tentennai un po' visto che non ne sapevo molto. L'insegnate si dimostrò lo stesso soddisfatta.
La sua espressione però non era dolce, era quasi terrorizzata. Forse non era normale che una bambina dell'età di dieci anni sapesse in cosa consisteva la Magia Nera.
« Davvero bene... come potrete immaginare, l'Era del Caos iniziò per queste scissioni della magia. Ma in particolare, la Chiesa non accettò la creazione della Seconda Arte, la Magia Nera. Ed è anche per questo che dopo secoli ci siamo resi conto noi stessi della pericolosità di quest'arte. Chi può definirsi realmente bravo? Nessuno. È pericolosa ed è per questo che non la usiamo o non la insegniamo ai nostri studenti. La Magia Nera è vietatissima a qualunque mago. Altrimenti verremmo accusati di essere eretici, la Chiesa ci darebbe la caccia per assolverci dai nostri peccati... » fu molto vaga e non potevo ancora capire cosa intendeva con l'assoluzione del peccato.
Pochi attimi di silenzio e poi Mankel parlò ancora.
« Ma perché allora siamo stati cacciati dalle città se non usiamo la Magia Nera? E verrà mai un'Era in cui la Chiesa ci accetterà? » probabilmente era la prima volta che l'Anziana Iphes si trovava in difficoltà a una domanda fattela.
« Non saprei dirvi miei piccini. Posso solo dire che, come saprete bene, le Ere vengono nominate in base alla Magia Blu, per vedere cosa il futuro riserva per noi... » prese un respiro. « Ci vuole ancora qualche secolo prima dell'Era della Speranza, e tutti noi crediamo che sarà la speranza ad alimentare la cooperazione tra Chiesa e maghi, tutto per un futuro migliore! » questo le dava parecchio dolore, non avrebbe visto il cominciare di una nuova era di pace e di collaborazione. Come nessuno di noi in effetti... saremmo morti tutti prima.
« Ma non pensiamo a queste brutte cose bambini! » disse l'anziana cercando di sollevare il morale. « Siamo comunque vivi. I maghi non sono più temuti a cacciati come secoli fa... possiamo liberamente girare nelle città di Inakarrias a patto che non usiamo in alcun modo la magia. E anche per il fatto che dobbiamo stare poco... inoltre ci sono moltissimi maghi che sono stati ingaggiati nelle corti dei nobili. Per tutti c'è un lieto fine no? » solo alcuni bambini annuirono, nessuno di loro era realmente entusiasta. « Inoltre noi Erranti siamo un gruppo unito e le nostre famiglie conoscono questa terra da decenni. Nessuno lascerebbe mai l'accampamento. » fu a quel punto che stranamente mi venne una domanda nella mente. Una cosa alla quale avevo spesso pensato e avevo ricevuto una misera risposta da mio padre, una risposta evasiva.
« Scusi, ma se ci chiamiamo Erranti, come mai stiamo stazionati qui da decenni? Non dovremmo essere simili ai nomadi o ai viaggiatori? Perché siamo fermi qui? » la mia domanda era detta con innocenza e l'Anziana Iphes restò di sasso quando la posi.
« Noi siamo i guardiani dell'antica Porta dei Dragoni. Un incredibile monumento che un tempo apparteneva alle creature. Se un simile monumento dovesse andare perso... » alluse a qualcosa di molto grave, una perdita molto importante.
« Ma cosa c'è al suo interno? » chiesi infine, dentro la mia mente c'erano centinaia di labirinti, cascate bellissime e caverne straordinarie scavate nella pietra, monumenti in oro e chissà quant'altro. In fondo erano stati i draghi a creare quella porta no? Chissà quale potenti magie potevano anche trovarsi al suo interno... quella fu la prima volta in cui ebbi sete di conoscenza e soprattutto voglia di imparare moltissimi incantesimi.
« Nessuno lo sa... » rispose con semplicità, era chiaramente preparata a una domanda del genere. « Immagino che comunque sia un segreto che possa essere tramandato tra i Primi Incantatori, tuo padre ne è a conoscenza... ma sicuramente non potrebbe dirlo. Sempre se qualcosa c'è... » stavolta fu più vaga, come se screditasse ciò che aveva detto.
« Essendo una porta può essere aperta no? Come si può scoprire cosa c'è dentro? » chiese poco distante il piccolo Mankel, l'insegnante fu nuovamente in crisi per le domande.
« Come ogni porta ha la propria chiave, ce n'erano cinque se non ricordo male... ma sono tutte andate distrutte durante l'Era dell'Eclissi, ricordiamo tutti il periodo in cui gli umani si ribellarono agli elfi, nostri tiranni durante l'Era della Prigionia... è probabile che la Porta fosse un nascondiglio o un accesso a qualche città dei draghi. » forse non era esattamente un argomento di cui avrebbe potuto parlare a nuovi studenti.
La cosa sembrava incuriosire tutti noi, nessun altro pose delle domande però e riprendemmo a camminare per la foresta fino ad un piccolo spiazzo tra gli alberi dove ci fermammo.
« Bene piccoli. Possiamo riposarci per un'oretta circa. Andate per la foresta e scoprite le vostre origini. Mi raccomando però: non andate verso ovest e non allontanatevi troppo... » ci disperdemmo tutti in pochissimi secondi, nascosti tra gli alberi come se fossimo elfi, mi addentrai in angoli luminosi della foresta Mikenna e cercavo uno spazio dal quale contemplare tutta la radura e la natura intorno a me. Quell'odore forte di natura mi stuzzicava l'olfatto come se fosse un piatto prelibato.
Improvvisamente sentii un legnetto spezzarsi alle mie spalle e mi voltai di scatto. Stava in piedi con la sua tunica azzurra e semplice visto che noi piccoli non potevamo averne di complesse, si era aggrappato a un albero per non cadere e mi fissava con i suoi occhi grandi e dorati, i capelli castano chiaro che gli cadevano lisci lungo il viso. Paffutello e poco più alto di me, un viso dolce e le guance rossastre. Mankel.
« Ciao » dissi timidamente e alzandomi dalla mia postazione. « Io mi chiamo Myrah! Ti chiami Mankel giusto? » chiesi con voce dolce, lui annuì debolmente sorridendomi.
« I miei genitori mi hanno detto chi sei. Ti va di essere amici? » chiese con innocenza, già... il rapporto con il mio migliore amico era iniziato con quella semplice frase. Annuii con forza e ci stringemmo le piccole mani, la sua era sudaticcia.
« Hai trovato qualcosa di interessante Mankel? » chiesi voltandomi intorno per la foresta, solo la debole luce solare e le alte chiome erano presenti intorno a noi. Non c'era neanche il minimo rumore di un animale nei dintorni. Solo delle voci lontane, probabilmente gli altri bambini che giocavano.
« No. Possiamo esplorare insieme? » chiese lui.
« Certo. Andiamo a ovest? Voglio vedere cosa c'è e perché l'Anziana Iphes ci ha detto di non andarci! » dissi trepidante, da sempre sono stata intrepida e curiosa, forse anche un po' ribelle visto che non eseguivo spesso gli ordini.
« Va bene andiamo! » rispose Mankel, ci spostammo velocemente, correvamo cercando di non cadere a terra viste le radice alte e abbastanza minacciose per due ragazzini.
Potemmo osservare meglio la natura intorno a noi: uno spettacolo incredibile di colori, i fiori e ogni bellezza che ci veniva donata dalla foresta; incontrammo persino un ruscello la cui acqua scorreva limpida, un piccolo corso d'acqua priva di qualunque sudiciume. Provammo a seguirlo e notammo con piacere che si addentrava nella parte ovest della foresta e quindi proprio dove dovevamo andare noi, sarebbe stato un ottimo punto di riferimento per quando saremmo dovuti tornare.
Naturalmente anche le parole non mancarono tra noi. « Myrah, tu sai qualche incantesimo? Voglio dire tuo padre è il Primo Incantatore, ti ha insegnato qualcosa? »
« No » risposi con sincerità mentre rallentavamo il passo per poter parlare. « Avrebbe però voluto visto che lui voleva il massimo per me... » istintivamente portai la mano al ciondolo argentato di mia madre. « Ma mia madre diceva che non voleva avvantaggiarmi, non voleva che fossi superiore agli altri perché siamo tutti uguali. È morta dandomi alla luce e mio padre ha voluto rispettare ogni sua volontà! » dissi tristemente.
« Mi dispiace... » questo provocò un silenzio imbarazzante tra noi, decisi di essere io stessa a spezzarlo.
« E tu Mankel? Conosci qualche incantesimo? O come me sai qualche nozione teorica della magia? » chiesi riprendendo l'argomento principale e la sua domanda.
« No. I miei genitori non hanno molto tempo per insegnarmi... li vedo poco visto che sono coinvolti nel consiglio degli Erranti. Immagino che anche tuo padre non sia spesso a casa. »
« Già. Però io ho mio fratello maggiore... lui ha completato gli studi ormai, è un mago esperto e sa molti incantesimi. Poi ho anche una sorella maggiore ma lei è perfida come una strega! » dissi, ciò provocò le sue risate e dovemmo fermarci. « E tu hai fratelli o sorelle? » continuai.
« No, sono figlio unico! » era stato abbastanza freddo, glaciale e lapidario in effetti. Potei capire quando voleva aver un fratello o una sorella, se io non avessi avuto mio fratello? I miei giorni sarebbero stati più tristi fino a quel momento.
« Posso essere io tua sorella. » gli sorrisi e gli strinsi la mano dolcemente, era ancora sudata ma non ci feci caso, forse perché ero solo una bambina di dieci anni.
Eravamo mano nella mano e non sembravamo esattamente fratello e sorella o due ragazzini che erano appena diventati amici. Sembravamo fidanzatini. Camminammo ancora a lungo e dicemmo addio al corso d'acqua visto che proseguiva verso nord, probabilmente andava e risalire per le montagne vicine alla foresta, continuammo lungo ovest e ormai eravamo convinti che non ci fosse nulla di cui aver paura o di cui essere interessati. Ma perché quella limitazione? Fu allora che vi arrivammo, uscimmo dagli alberi fitti e ci trovammo in un grande spazio illuminato dalla luce solare, forte e intensa.
Quella stessa luce non faceva brillare la terra bagnata o i silvani brillanti di verde proprio, davanti a noi c'era il versante della montagna che andava a salire fino alle nuvole in modo da impedirci di vederne la cima, ma davanti a noi non c'era solo quella roccia imponente: un gigantesco portone di metallo comparve maestro, brillava come se fosse fatto con della pietra appena lucidata, dei giganteschi cardini al lati del portone che finiva con la punta arrotondata, una serie di sigilli e catene che ne chiudevano l'ingresso. Alla base della porta c'era una gigantesco anello fatto di una pietra diversa, blu scura e opaca. Ci avvicinammo incuriositi, eravamo totalmente rapiti da quell'imponente portone, il silenzio intorno e noi e neanche più sentivamo le urla dei bambini o il suono degli uccellini o degli altri animali, una strana aura spettrale intorno a noi.
« Credo che sia la Porta dei Dragoni di cui ci ha parlato l'Anziana Iphes... è bellissima non credi? » chiesi senza voltarmi verso il mio amico, ero ammaliata e rapita da quella struttura. Dentro di me avvertivo una sensazione oscura però.
La sensazione che qualcosa era tra noi. Non eravamo soli!
« Myrah ho paura! » disse Mankel fermandosi per primo nel mezzo della radura, una strana nebbia si era alzata da terra ma io non demorsi: continuai ad avanzare contro il portone.
Fu allora che avvertii un suono, potei realizzare che si trattavano di più persone, forse stavano parlando ma i loro discorsi mi erano incomprensibili, come se parlassero a voce troppo bassa nonostante sentissi il suono forte e chiaro proprio accanto al mio orecchio. « Non la senti questa voce? » chiesi camminando lentamente sempre più vicina alla porta.
Mankel non rispose, chiaramente la potevo sentire solo io anche se non sapevo il perché, fu allora che riuscii a comprendere il significato dei suoni: mi veniva chiesto di avanzare, di osservare la porta, chiedeva di aprirla in un modo o nell'altro, magari usando qualche magia. Eppure sentivo che la presenza era esterna e non interna, dentro la Porta doveva esserci qualcosa che la presenza voleva farmi avere.
Mi avvicinai ancora di più e così potei vedere meglio la placca opaca, era un disco che si trovava sopra una fenditura da cui spirava un'aria gelida che mi fece rabbrividire, c'erano parecchi disegni sopra e c'erano cinque incavi perfettamente circolari, a ogni incavo era collegata una pietra triangolare che sembrava collegata al resto delle catene e della porta. Uno stranissimo meccanismo di cui non potevo capirne il funzionamento.
Osservai meravigliata i bellissimi disegni dei draghi, ornamenti che raffiguravano combattimenti e battaglie, fiamme e un gigantesco drago era realizzato come basso rilievo. Ero totalmente rapita da ciò che avevo trovato, ecco perché non avremmo dovuto andare verso ovest: perché là si trovava la Porta dei Dragoni. Sentii poi un urlo oltre la porta, mi spinsi indietro colma di paura. Mi voltai verso Mankel a cui tremavano le gambe e che era lo stesso rimasto con me.
« Andiamo via. Corriamo velocemente! » dissi stringendogli la mano e trascinandolo via con la forza da quel posto, non dimenticherò mai la paura che quelle urla mi misero, non potrei neanche descrivervi quanto il cuore mi batteva all'impazzata, volevo solo fare in modo di dimenticare quell'orrendo posto, perché là succedeva qualcosa, quella nebbia improvvisa ne era la prova e non volevo tenerci a scoprirlo così ritrovammo il corso d'acqua e non ci fermammo neanche un istante per riposare.
L'unico istante di pausa che avemmo fu quando finalmente tornammo dall'Anziana Iphes, subito ci chiese dov'eravamo stati e perché sembrava che avessimo visto un fantasma. Non so cosa Mankel stesse per rispondere, ma dissi automaticamente una bugia, la Porta dei Dragoni era pur sempre vietata a noi no?
« Abbiamo corso qua e là. Ci sono molti animali bellissimi! » lei fece un grande sorriso affettuoso e restammo accanto a lei, era come se entrambi avessimo paura che qualcosa poteva seguirci anche là.
Tutti gli altri bambini tornarono pochi istanti dopo e riprendemmo la lezione parlando sempre di magia e di ogni arte in particolare con eccezione della Seconda Arte, la Magia Nera.
« Cosa poteva esserci là dentro? Cosa hai sentito? » chiese Mankel quando la lezione era finita e stavamo tornando all'accampamento, il sole era quasi sul proprio tramontare.
« Non lo so. Ma non ne faremo parola con nessuno. Sarà il nostro segreto! » non c'era nulla di segreto, nulla da siglare. Ma quella cosa ci rendeva uniti e soprattutto amici.
« Va bene. Promesso! » disse lui felice, quell'amicizia sarebbe durata molto a lungo, ne ero certa e fui contenta di dirlo a Brester quando mi chiese come era andata la giornata.
Ovviamente tralasciai i minuti davanti la Porta dei Dragoni.





Angolo Autore:
Eccomi gente con un nuovo capitolo del mio racconto :) ringrazio i lettori della mia storia, spero tanto vi si sia piaciuta e che piacerà e molti altri ancora ^^ Finalmente vediamo la nostra protagonista anche se solo quando era bambina, ma che cosa accadrà per obbligarla ad andare via? Lo scopriremo presto.
  
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