Mi svegliai presto per andare a correre. In quella calda e caotica città si poteva correre solo alla mattina presto. Odiavo Los Angeles. Ma ero diventato schiavo di chi lo abitava.
Avevamo ormai finito di girare tutti i film ma non ero ancora riuscito ad andarmene da qui.
L'angelo più egoista che avessi mai incontro mi aveva legato a se, senza possibilità di fuga.
Il suo viso era diventato la mia ossessione e lei ignorava il mio amore malato ed incondizionato.
Dopo le riprese di New Moon avevo trovato la forza di staccarmi da lei e tornare a casa. Ma proprio come per il mio personaggio, fu un tentativo vano.
Mi chiamò in lacrime un mese dopo il mio ritorno a casa, lei e Michael si erano lasciati per la sessantesima volta. Mi chiese di andare da lei, mi disse che aveva bisogno di me, che ero il suo punto di riferimento, l'unico di cui si fidasse.
Il giorno seguente come un cagnolino partii per Los Angeles.
Ovviamente a pochi giorni dal mio arrivo Michael tornò da lei. Ma non fui più in grado di andarmene.
Ogni settimana c'era qualcosa che non andava e lei si presentava alla mia porta.
Mi guardava con i suoi occhioni verdi che mi chiedevano affetto.
Le aprivo, la facevo sfogare mentre divorava del gelato al cioccolato.
Quando se ne andava mi scoccava un bacio sulla guancia, mi regalava uno splendido sorriso ed un “Grazie Rob”. Questi semplici gesti ripagavano tutti i sacrifici che facevo per stare li, a due passi da lei senza averla mai.

La mia corsa continuava, insieme a lei tornavano i flash back di questi anni passati qui.
Ero solito a bloccarli sul nascere, ma quella mattina non ci riuscii. Mi lasciai invadere da tutto il dolore che avevo nascosto e tenuto segreto per tutto quel tempo.

Prima di girare Eclipse i suoi problema derivavano per la maggior parte dal suo ragazzo, Michael.
Non ci misi molto a capire che lui non l'amava. Lui era bramoso solo del suo corpo.
La guardava ma non la vedeva come la vedevo io.
Non riusciva a cogliere la luce che brillava nel verde dei suoi occhi quando era felice.
Non adorava la sua espressione imbronciata quando veniva presa in giro.
Non veniva affascinato dalla melodia della sua voce quando parlava.
Quel bamboccio in lei non vedeva altro che due tette,un bel culo ed una scopata facile quando gli andava. Lo odiavo per questo. Come poteva avere un angelo come quello a sua disposizione e non apprezzarlo in ogni suo particolare?

Fortunatamente finite le riprese Kris si decise a lasciarlo. Ma le cose non migliorarono molto, iniziò ad uscire con altri ragazzi ed ogni volta che veniva delusa correva da me a rimettere insieme i cocci.
Una sera di quelle rimase a dormire da me, era talmente ubriaca che s'infilò nel mio letto.
Non seppi che dire, cosa fare, rimasi immobile a guardarla avvicinarsi a me. Centimetro dopo centimetro. Il mio cuore sembrò uscire dal petto.
“Nessuno mi capisce come te. Tu mi aiuti sempre, sei il mio angelo custode” disse lentamente guardandomi con dolcezza.
Con una mano mi accarezzò i capelli. Accettai la sua vicinanza e ricambiai le sue carezze. Chiusi gli occhi per un attimo.
Quando li riaprì si era avvicinata ancora di più a me. Era decisamente troppo vicina, si troppo.
Sentii il mio cuore fermarsi per un attimo quando appoggio le sue labbra sulle mie.
Fu un bacio dolce, lento. Uno di quei baci in cui vedi il resto del mondo dissolversi e non esiste altro oltre al suo visto.
Quando si stacco da me non aprii gli occhi, si appoggiò al mio cuscino.
“Dovrei baciarti più spesso Rob” disse in un sussurrò.
Mi sentii il sangue pulsare all'impazzata nelle vene. Stava accadendo davvero? Non potevo perdere quest'occasione, dovevo dirle quanto lei fosse importante per me, quanto l'amassi.
“Io Kris...”
“Buona notte Rob” disse interropendomi con un dolce sorriso sulle labbra, non feci in tempo a replicare che lei si era già addormentata.
Non riuscii a chiudere occhio quella notte, la fissai fino all'alba. Com'era bella. Illuminata dalla luna o dal sole non faceva differenza. Il suo viso era perfetto. Nonostante avesse tutti i capelli arruffati pensai che non poteva esistere niente di più bello al mondo di quello che stavo vedendo in quel momento.
Quando si svegliò non fu esattamente come mi aspettavo.
“Cosa vuoi per colazione? Tost o cereali?” le chiesi sorridente.
“Veramente pensavo di andare a fare una doccia da me e poi scappare a fare shopping con Nikki, sai eravamo già d'accordo da qualche giorno”
Il mio sorriso si spense. Sapevo che era una scusa, che avrebbe potuto benissimo andarci più tardi.
“Ok, tranquilla, allora ci sentiamo più tardi”
L'aiutai a mettersi il cappotto e le aprii la porta.
Poco prima di richiuderla lei si girò veloce verso di me, fece un passo avanti guardandomi coi suoi splendidi occhi verdi.
“oh Rob, volevo dirti che dopo stanotte ho capito che tu non sei un semplice amico, sei molto,molto di più. Sei come un fratello per me! Grazie di tutto”
mi diede un bacio rapido sulla guancia e scappò.
Non ebbi nemmeno il tempo di sperare in qualcosa di diverso che lei mi demolì cosi, brutalmente. Senza pensarci molto. Con una frase veloce sulla mia porta di casa.
Ma cosa mi aspettavo? Che si fosse innamorata di me? Probabilmente non sarebbe mai accaduto.

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Note:La storia sarà breve,massimo 3 capitoli. Ogni cosa scritta è stata partorita dalla mia mente malata.
Detto questo, sono curiosa di sentire cosa ne pensate di questo primo capitolo^^