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Autore: Lyerenshadow_nekkun    25/06/2015    1 recensioni
Piccola raccolta dedicata alla nostra Starchan, che oggi compie gli anni! Incentrata sui personaggi/coppie che preferisce:
1) AiAine - Lyel
2) Keine - pinky_neko
3) Reine - Takkun
4) TokiOto- Lerenshaw
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Aine Kisaragi, Altri, Otoya Ittoki, Tokiya Ichinose
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Scusi, signora! Prometto che non correrrò più per i corridoi! E-eh? No, no! Questa mascherina non la metto per moda, sto male! Come? Anche la scorsa volta non stavo bene? B-Beh, sono cagionevole di salute, signora! Le auguro una buona giornata, arrivederci!» sospirando, Reiji si chiuse la porta alle spalle, togliendosi poi dal viso mascherina e occhiali da sole. Avrebbero finito col riconoscerlo se fosse uscito senza. Dopo averli infilati nella tasca della giacca posizionò le mani sui fianchi.
«Ehi! Ancora a nanna?» con un sorriso percorse la stanza, diretto verso la finestra. Spostò la tendina e aprì le ante, respirando a pieni polmoni una boccata d'aria.
«È così una bella giornata, oggi! Facciamo entrare un po' di sole!» stiracchiò per bene le braccia e le incrociò al petto, voltandosi verso il ragazzo disteso su quel letto da fin troppo tempo, ormai. 
«Ne, ma possibile che ogni volta che vengo qua incontro sempre la stessa infermiera!? Sarà la quarta volta che mi vede con la mascherina, crederà che sono eternamente malato!» esclamò sbuffando, non nascondendo un timore all'amico. «E se decidesse di entrare e iniettarmi qualcosa con una di quelle siringhe spaventose?! Tu ti sveglieresti e mi proteggeresti, vero?» si avvicinò al suo letto, sollevando di poco una sedia lì vicino e posandola di fianco al letto d'ospedale. Si sedette e rimase a contemplare per qualche istante Aine in silenzio, cercando di fare il possibile per tenere gli angoli della bocca alzati, nonostante questi stessero già tremando per far scemare quel maledettissimo sorriso. 
Strinse le mani a pugno sopra le gambe, premendo con forza le unghie nella carne dei palmi delle mani. Non sopportava di vederlo in quello stato, però... 
«Chi tace acconsente, giusto? Sei sempre di poche parole, Ne-Ne! Allora anche questa volta sarò io a parlare, ma che sia l'ultima~» lo riprese scherzosamente, passandosi una mano sul volto.
«Scusa se in questo periodo non sono venuto a trovarti più così spesso.» 
Sorrise quasi ironicamente per il motivo. «Il lavoro in questi giorni è diventato sempre più intenso.»
Probabilmente se Aine avesse potuto rispondergli, gli avrebbe rinfacciato quella volta. 
"No, sei troppo buono per poterlo fare" contraddisse prontamente il suo stesso pensiero, allungando una mano verso quella dell'altro, distesa immobile al suo fianco. Si bloccò prima di poterla sfiorare e ritrasse la propria, strizzando le palpebre. 
"Se solo quella volta avessi risposto, forse le cose sarebbero andate diversamente."
Riaprì gli occhi, scacciando per il momento certi pensieri. 
«Siamo in competizione, Ne-Ne!» provò a continuare tranquillamente. «C'è un gruppo che ci sta dando parecchio filo da torcere! E, indovina un po', si tratta degli STARISH! Quello di cui fanno parte i miei Otoyan e Tokki!» esclamò entusiasta. 
Già, i suoi adorati kohai. 
Era da una vita che non abbracciava né l'uno né l'altro, o che che come minimo riuscissero a parlare senza scambiarsi occhiate cariche di sfida.
Reiji soffriva di questa situazione così anomala per lui e i suoi "protetti", ma non poteva farci nulla: sebbene tutti, compresi loro, i Quartet Night, avessero ben notato la crescita dei sette idol, non poteva permettere che questi ultimi li superassero... non ora che i rapporti sembravano migliorare all'interno del loro di gruppo. Sperava che Otoya e Tokiya potessero perdonare questo suo comportamento egoistico.
«Sai, Ne-Ne, nonostante l'aria piena di tensione che si respira in questi giorni e la stanchezza, sono felice. Io, Ran-Ran, Ai-Ai e Myu-chan non abbiamo mai lavorato così bene e in sintonia come adesso. Credo che anche loro abbiano finalmente capito cosa significhi fare gioco di squadra! E, cosa più importante, non mi zittiscono più così spesso! Non è fantastico?!» ridacchiò tutto contento, appoggiando le mani sopra le lenzuola candide e inclinando di poco da un lato il corpo dell'azzurro, sempre inerme. 
«Aine...» sussurrò con voce flebile, avvertendo già gli occhi pizzicargli e inumidirsi. 
«Domani ci sarà il Triple S, Ne-Ne. Promettimi che ci sarai anche tu con noi, con me, su quel palco.» disse, e questa volta gliela afferrò davvero la mano, intrecciando le loro dita. La alzò di poco e la avvicinò alle labbra, baciandogli il dorso. «Ora devo andare, Ne-Ne. Domani, non appena finirà tutto, verrò qui e ti racconterò ogni cosa, perciò aspettami.» promise, rimettendosi in piedi. 
«Ah!» si abbassò sul suo viso, sussurrandogli all'orecchio con fare complice: «Se l'infermiera di prima sarà qui da te, domani, svegliati e urla, così so che c'è lei e aspetto che esca!» rialzò il busto, stringendosi nelle spalle, rabbrividendo.
«Non voglio che usi una siringa gigante su di me!» fece, fintamente spaventato. 
Dopo non aver ricevuto, come c'era d'aspettarselo, alcun tipo di reazione da parte di Aine, riprese a sorridere, scostandogli una ciocca di capelli dalla fronte prima di avviarsi verso la porta. 
Mise mano alla maniglia, stringendola forte. «Ricorda che domani voglio sentirti parlare! L'ho detto, no? Questa sarebbe stata l'ultima volta...» sospirò dal naso, voltando il capo di profilo. «Ciao, Ne-Ne.» disse, dedicandogli un' ultima occhiata con la coda dell'occhio e uscendo. Riprese dalla tasca della giacca mascherina e occhiali da sole, indossandoli, e inspirando profondamente, si diresse verso l'ascensore che lo avrebbe condotto al pianoterra, e da lì sarebbe andato al parcheggio, dove il suo fedele maggiolino lo stava aspettando. 
Sorrise. 
«Gah-gahn, Ne-Ne~ Non ho resistito nemmeno fino all'ascensore...» si strofinò gli occhi da sotto gli occhiali, tentando di asciugare le lacrime che aveva provato a ricacciare dentro fino ad ora.

§§§§
 
Ranmaru grugnì, appoggiandosi di schiena a quel catorcio che Reiji osava chiamare automobile.
Incrociò i piedi e si infilò le mani in tasca, attendendo pazientemente la fine di quella visita.
«Ran-Ran?» 
L'albino indirizzò lo sguardo verso quella voce. In fondo non aveva dovuto aspettare così tanto. 
«Cosa... perché sei qui?» tirò impercettibilmente su col naso, grato che le lenti scure riuscissero a nascondere gli occhi ormai arrossati. 
«Immaginavo che fossi venuto da Kisaragi.» confessò, sospirando. «Insomma, quando ti conci così per passare inosservato, so di poterti trovare all'ospedale.» spiegò, staccandosi dal maggiolino. 
Ranmaru non aveva avuto il piacere di fare la conoscenza di Aine, ma grazie a Reiji, sapeva dell'amicizia che li aveva legati in passato e, soprattutto, del mancato suicidio che l'aveva portato al coma.
«Come sta?» domandò, squadrando il castano da capo a piedi. Se credeva davvero di potergliela fare, si stava sbagliando di grosso.
Reiji si abbassò la mascherina, alzando un angolo della bocca in un mezzo sorriso. 
«È ancora piuttosto taciturno. Però, non so, forse è stata una mia impressione, ma ho sentito la sua mano più calda rispetto all'ultima volta...» si passò una mano tra i capelli, il labbro inferiore prese a tremargli.
«Ran-Ran, d-domani voglio d-dare il meglio di me p-per noi e per l-lui... ci farà c-compagnia sul p-palco, s-sai? N-non me l'ha p-promesso a p-parole, però i-io...» si interruppe, cominciando ad asciugarsi le guance nuovamente umide con i palmi delle mani, e una risata non fece a meno di sfuggirgli. 
Finiva sempre così con Ranmaru, non riusciva mai a fingere totalmente con lui, e non si risparmiava mai dal piangere in sua presenza, quando ne sentiva il bisogno e si trattava solo di loro due.
Il personaggio del clown veniva ogniqualvolta abbattuto dal rocker senza troppe difficoltà. 
«Vieni qui.» l'albino gli fece segno di avvicinarsi con l'indice. Reiji ubbidì silenziosamente, avanzando verso di lui con le spalle sobbalzanti.
Quando fu abbastanza vicino, Ranmaru gli tolse di dosso gli occhiali da sole, afferrandogli il viso tra le mani. 
«Ran-Ran...» disse tra un singhiozzo e l'altro, aggrappandosi ai suoi avambracci. «Ne-Ne c-ci sarà s-sempre a-accanto a me, i-io lo s-so. Dimmi c-che non p-pensi che s-sia una delle m-mie i-idiozie...» 
L'interpellato gli fece premere il viso contro il suo petto, cingendogli le spalle con le braccia. 
«Stranamente non lo è.» rispose, regalando sulle labbra del maggiore un leggero sorriso. 
«Dovremmo andare a provare.» gli ricordò Reiji. 
«Il conte e Mikaze aspetteranno un'altra mezz'ora. La colpa del ritardo va a te, comunque. Non credere che mi faccia impietosire.» 
Reiji strinse maggiormente tra le mani il tessuto della sua maglietta, allargando di poco gli angoli della bocca. 
«Diamo il meglio domani, Ran-Ran.»
«Come ogni volta.» 








Angolo autrice:

Della serie: è il pensiero che conta XD
Io e l'originalità andiamo poco d'accordo, e per quanto avessi voluto scriverti un momento Reine non ce l'ho fatta ç.ç 
Spero comunque che possa piacerti dato che c'è quella vena leggermente angst che so gradisci molto! XD 
Ti faccio ancora un sacco di auguri con tanto di abbracci e coccole varie! Buon compleanno! :33 


Takkun~
   
 
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