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Autore: Mirella__    25/06/2015    4 recensioni
Ti piacciono i fiori, Light?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: L, Light/Raito | Coppie: L/Light
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lilium

Calava la sera, i raggi scarlatti del tramonto filtravano le grandi vetrate della stanza, tingendone di rosso le pareti.

Di rosso, vi era anche lo sguardo di uno dei due ragazzi seduto a capotavola. Esso si soffermava sul detective davanti a sè: lo studiava, lo ammirava, cercava il modo di ucciderlo.

Più volte, però, quegli occhi si fermavano, guardavano un elemento decorativo che, volente o nolente, riusciva a catturare la sua attenzione e il modo di togliersi le catene una volta per tutte diveniva meno importante, quasi insignificante rispetto al rosso di quei petali.

"Lilium". Sussurrarono le labbra pallide di L, Light allora notò quel contrasto.

In L tutto era candido.

Un movimento impercettibile, gli occhi volevano sgranarsi, ma furono costretti a restare ferrei nella loro impassibilità.

No, L non era candido, la sua anima era nera, sporca quanto quella degli assassini dei quali lui stesso aveva liberato il mondo.

"Conosco il nome dei fiori, L".

Il detective sorrise, era meno di un accenno, ma non aggiunse altro e riprese a mangiare una cena a base di carne; era una richiesta di Light che, dei dolci, aveva ormai la nausea.

Il silenzio che seguì divenne pesante e il ragazzo si chiese se davvero avesse fatto bene a interrompere L, se invece avesse dovuto lasciarlo parlare. "Suppongo tu non volessi fermarti al nome".

In quel momento, Light sentì addosso lo sguardo del detective e, come sempre, sentì la solita scarica d'adrenalina che gli faceva ricordare con chi stesse parlando davvero.

"Sono convinto che se Kira dovesse scegliere un fiore che lo rappresenti, sceglierebbe il giglio".

Light accennò un sorriso e guardò il fiore davanti a sé con rinnovata curiosità; i suoi pensieri più limpidi dovevano emergere dall'abisso della sua mente, sarebbe impazzito se non avesse permesso almeno quello.

“Adesso si spiega la sua presenza qui, dovevo immaginare che saremmo finito a parlare di Kira anche stasera, ma devo ammettere, Ryuzaki, che stavolta sei arrivato all'argomento in un modo inaspettato”.

L rise, un suono basso, quasi impercepibile per chi non fosse stato abituato a sentirlo. “Ti piacciono i gigli, Light?”

“Se rispondessi di sì suppongo che farei alzare i tuoi sospetti”.

“Non essere sciocco, Light, stiamo parlando di un fiore dopotutto, ma la tua reticenza a rispondermi in effetti è sospetta...”

Light alzò gli occhi al cielo e si mise più comodo sulla sua sedia, poi portò una mano a reggersi il viso, prestando la sua completa attenzione al detective.

“Mi piacciono i gigli, ma non vedo in che modo la purezza possa simboleggiare Kira, forse potrebbe essere emblema del mondo che vuole creare, ma di certo non descriverebbe se stesso, questo deve saperlo anche lui”.

No, Light non si rivedeva in un anonimo giglio bianco.

L portò un fazzoletto alle labbra, si pulì dalle briciole e si alzò per avvicinarglisi.

“Sarei di comune accordo con te se parlassimo del giglio bianco, ma vedi, Light, il giglio rosso significa avere nobili ideali”.

Non fu una bella sensazione per il ragazzo aver sbagliato nel dare una risposta, avere meno conoscenze del detective, e nel tentativo d'averla vinta aprì bocca per dar voce al più utilizzato dei cliché.

“E io che pensavo che il rosso simboleggiasse semplicemente la passione”.

Light sentì le dita di L sotto il mento costringerlo ad alzare il viso verso l'alto, il bacio fu veloce e durò meno di qualche secondo, aveva appena avuto il tempo di socchiudere gli occhi.

“Rimango dell'idea che il giglio sia perfetto per lui”.

L lasciò la camera e Light si appoggiò allo schienale della sedia.

Ad oscurare il tramonto si apprestavano delle grigie nuvole, portatrici della pioggia, del loro suono e di quello delle campane.

Una strana inquietudine avvolse Light da capo a piedi, facendolo alzare dalla sedia di scatto.

A grandi falcate lasciò la stanza e cercò lui. Doveva essere vicino.

Poi sentì il freddo, avvertì sulla pelle l'aria gelida che non sarebbe dovuta penetrare all'interno di quell'edificio e capì che qualcuno doveva aver fatto visita alla cima del grattacielo.

Salì le scale di corsa e lì trovò L.

“Strano fino alla fine”. Pensò tra sé e sé.

Provò a chiamarlo, ma Ryuzaki lo invitò ad andare sotto la pioggia con lui; il frastuono che lo scroscio continuo dell'acqua produceva era insopportabile.

“Da quando sei nato, hai mai detto, almeno una sola volta, la verità?”

Light si fermò, la pioggia lo investì, ma a differenza di prima non ne sentiva più il fragore.

“Che stai dicendo, Ryuzaki? Certo, anche io mento, ma del resto chi è che non ha mai detto una menzogna in vita sua? Tuttavia ho sempre cercato di dire bugie che non ferissero il prossimo”.

E il rumore riprese, la sorpresa svanì.

“No, Light, riprova”. Disse L, appoggiandosi alla ringhiera che gli impediva di cadere.

Sarebbe stato così facile spingere.

Light scacciò quel pensiero: non doveva perdere la calma, ne era in grado.

“Sì, ho mentito”.

“Ferendo”.

“Senza volerlo”.

“No, stai mentendo, riprova, Light”.

Light sgranò gli occhi, cosa voleva? Una confessione?

Pensava di strapparglielo in modo tanto melodrammatico?

La pioggia, loro due, da soli.

“Per ferirti”. Il gelo gli entrò nelle carni, L ci era riuscito.

Il detective sorrise ancora, gli prese il polso e costrinse il ragazzo a guardarlo negli occhi.

“Una mezza verità che io non ascolterò”. E le labbra si impossessarono ancora di quelle del più giovane.
Per cosa stava dando via la sua vita? Per del sesso?

No, di Light non era stato quello a conquistarlo; era stata l'oscurità nel suo sguardo innocente, la sua intelligenza ai limiti dell'umano. Si completavano, non erano una faccia della stessa medaglia, erano qualcosa di più.

Uno era la ruota che faceva girare l'ingranaggio dell'altro. Sarebbe esistito Kira, senza L?

Impazzire era la sorte che toccava a Light, senza di lui.

Kira, che non era abituato alla solitudine, Kira che per amore, o forse semplice sesso, gli aveva detto quel che bastava per essere giustiziato.
L gli carezzò il collo, lo strinse lievemente e riflettè su quel che c'era da farsi, mentre Light, spaventato ed esaltato al tempo stesso, viveva ogni singolo istante di quell'adrenalina che sentiva in circolo: si sentiva vivo solo sul filo del rasoio ed L lo stava tenendo in equilibrio.

“Non ascoltandola, io ti do il permesso di distruggere questo mondo”.

In quel momento L passò al lato oscuro e il giglio rosso perse ogni importanza.

  
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