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Autore: Eneri08    25/06/2015    4 recensioni
Cosa succederebbe se Hera, dea del matrimonio, dopo l'ennesimo tradimento di Zeus, decidesse a sua volta di tradirlo con un comune mortale, e se dalla loro unione nascesse una figlia semidea? L'appassionante storia di tre ragazze semidee che andranno incontro al loro cupo destino tra guerre, primi amori e satiri che mangiano lattine.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Era, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I fratelli Stoll ci giocano un brutto scherzo
 
Mentre attraversavamo il Campo per raggiungere la cabina di Hermes, borbottai tra me e me: -Quindi la mia prima cotta era per un mostro...?
-Sai che novità, questa qua è innamorata di un satiro invece. Voi due siete veramente messe male.
-Ehi, come osi parlare così del mio Groverino?!
-Appunto...- stavano per continuare la loro discussione, quando -per grazia degli dei- arrivammo davanti alla casa di Hermes. Esitammo sulla soglia; sembrava una casa meno accogliente rispetto alle altre, ma in quale altro posto potevamo andare? 
Così, facendoci forza l'un con l'altra, entrammo. 
La stanza era affollata e piena di ragazzini che urlavano e strepitavano come se fossero posseduti; la maggior parte di loro aveva uno sguardo furbo e dei lineamenti elfici. Fra di loro, spiccavano due diciassettenni, probabilmente erano fratelli per via della loro somiglianza. Appena ci videro, si guardarono complici, ed io cominciai a preoccuparmi; gli altri, invece, ci accolsero gioiosamente, Magalie cominciò a socializzare, e nonostante sembrava che la stessero prendendo un po' in giro, si stava divertendo. Isabelle invece sembrava interessata ad alcune armi che stavano lucidando dei ragazzi lì vicino, mentre io stavo in un angolino ad osservare la scena, come al mio solito. I due diciassettenni mi si avvicinarono ed uno di loro mi mise un braccio sulla spalla. Sentii le guancie avvampare.
-Benvenuta nella casa di Hermes, novellina!- disse euforico. -Mi chiamo Travis, e questo è mio fratello Connor.- Connor mi strinse energicamente la mano. -Hai ancora molto da imparare, ma non preoccuparti, ci siamo qua noi per te e le tue amiche!
-...ehm...eh...grazie- borbottai. -Figurati, dolcezza!- e mi diedero entrambi due sonori baci su entrambe le guance. Stavo per avere un infarto. In effetti quei due non erano poi così male... ma se c'era una cosa che avevo imparato da Glave, era di non abbassare mai così tanto la guardia con dei ragazzi. Ammiccarono ed uscirono dalla cabina ridacchiando. Non diedi molta importanza a quel gesto, dopotutto in quel momento dovevo sembrare un pomodoro con due gambe. Decisi quindi di uscire con Magalie e prendere una boccata d'aria. Mi dispiaceva un po' dividere Magalie dai suoi nuovi amici, dopotutto non era il tipo di persona con molti amici. Appena uscimmo, anche Isabelle ci seguì. L'unico commento che fece fu: -Preferisco stare con voi che con quella massa di idioti.- Non appena finì di proferire la frase, mi voltai a guardare Magalie, per poi voltarmi nuovamente verso Isabelle: non ero proprio sicura di quello che avesse appena detto... 
Camminammo un po' e guardammo meglio le altre cabine. Non ero mai stata un genio a scuola, ma avevo studiato abbastanza per riconoscere alcune di esse. La cabina di Afrodite sembrava una casa di una Barbie, rosa e sbrilluccicosa, seguivano quella di Efesto, quella di Artemide, che pareva disabitata, quella di Apollo, che risplendeva come mille soli, essendo fatta d'oro, e quella di Atena. Magalie salutò goffamente i figli di Atena, che ricambiarono con sguardi ostili; seguì una casa completamente tinta di rosso e con un enorme testa di cinghiale che ci scrutava dall'alto della porta. Stavo fissando il cinghiale, quando andai a sbattere contro un'entità inquietante. Un'enorme ragazza dai capelli castani e a spaghetto con indosso un'armatura greca mi guardò con odio dal basso del mio metro e mezzo; avevo paura che mi volesse uccidere, ero forse l'unica persona al mondo che aveva rischiato di essere ammazzata da due persone in un solo giorno. 
-Guarda guarda, tre novelline- gracchiò; -Ora sì che ci divertiremo!- e lanciò un'occhiata truce ai suoi fratelli. Magalie cominciò a tremare e balbettò. -D...devo andare in bagno!
-Oh, piccina, tranquilla, ti ci accompagno io!- esclamò in falsetto la ragazza. Una delle sue sorella un po' impietosita borbottò: -Clarisse, io non credo che sia una buona ide....- la ragazza venne interrotta da Clarisse, che la fulminò con lo sguardo, poi prese per mano Magalie, che cercò di dimenarsi, ma invano; la trascinò al bagno, e scomparvero per un po'. Mi portai la mano al petto, come facevo quando ero agitata, e mi accorsi che non avevo la spilla. Panico. Quando l'avevo persa? Forse era rimasta nella cabina! O forse era caduta quando mi ero scontrata con quella ragazza di nome Clarisse. Mi accucciai e cominciai a tastare il terreno, in cerca di qualcosa che non c'era. Isabelle guardava la cabina, assorta. 
-Isabelle, hai per caso visto la mia spilla?
-No. Piuttosto, non credi che questa cabina sia veramente bella?
-Sì sì, come dici tu. Aiutami a cercare questa dannata spilla!- per un momento mi dimenticai che quella fosse Isabelle, e che avrebbe potuto uccidermi se solo lo avesse voluto. Eppure mi rispose, -Va bene. Ma non parlarmi più così.- Ero così intenta a cercare la spilla che non mi accorsi che Magalie era tornata dalla "visita guidata" con la sua nuova... amichetta. I capelli arancioni erano attaccati al volto medido di qualcosa che sembrava sudore, ma era molto più denso e puzzava di un odore aspro ed intenso e stava piangendo. Isabelle sgranò gli occhi.
-Idiota, che cosa ti è successo?- Il tono sembrava più carezzevole del solito. Mi alzai e Magalie corse verso di me abbracciandomi. I fratelli Stoll si stavano godendo la scena divertiti ed iniziarono a sghignazzare. 
-Ehiiii, abbiamo visto Clarisse che si stava divertendo con la vostra amica, ed abbiamo anche visto che aveva la tua bella spilla nella tasca dei pantaloni... mi raccomando, non ditelo che l'abbiamo detto noi!- E se ne andarono sbellicandosi dalle risate. 
-Io ne ho abbastanza di quella! Non la sopporto! Nessuno può permettersi di infilare la testa di Magalie nel water tranne me!- urlò furiosa Isabelle. Corse in bagno e noi la seguimmo. Clarisse si stava pavoneggiando con delle sue sorelle, imitando gli urletti strazianti di Magalie. Isabelle ruggì. -Tu. Come hai osato rubare la spilla a Walle ed infilare la testa nel water a Magalie?! Sono cose che posso fare solo io! Tu, lurida...- Le guancie di Clarisse divennero porpora per la rabbia.
-Tu, piuttosto, come osi rivolgerti a me in tal modo, piccola novellina? Non sai chi sono io? Sono il capo cabina della casa di Ares! E non ho rubato io la stupida spilla della tua amica! Pagherai cara la tua insolenza!- Ed estrasse la spada da esercitazione dalla fodera, per poi scagliarsi contro Isabelle, che prontamente la schivò; tirandole i capelli, la spinse indietro, facendole perdere l'equilibrio e facendola cadere. Clarisse le afferrò la caviglia facendola cadere a sua volta. Le due si rotolarono sul pavimento del bagno tirandosi pugni e schiaffi, fino a quando Isabelle non le mise una mano nella tasca ed estrasse la spilla. Clarisse la guardò con sincero stupore e strepitò.
-Non sono stata io, mi hanno incastrata!
-E tu aspetti che io ti creda?!- rispose Isabelle tirandole un pugno nello stomaco; intorno a loro le ragazze si erano riunite, e fra queste, Magalie gridava:
-Botte! Sangue! Spezzale le gambe!
-Magalie! Non devi incitarle!- la sgridai. Cercai di intromettermi tra di loro, ma le ragazze della casa di Ares me lo impedirono bloccandomi dalle braccia. Nel frattempo, Clarisse aveva ripreso la spada e le aveva colpito il sopracciglio sinistro, scrollandosela di dosso violentemente, non prima che Isabelle le sferrasse un forte calcio sulla caviglia. Clarisse urlò per il dolore, e fece di nuovo cadere la spada. Isabelle, con un ultimo sforzo afferrò la spada di Clarisse che giaceva a terra e gliela puntò contro. Clarisse spalancò gli occhi, ma il suo sguardo era fisso sopra qualcosa che si trovava sopra la testa di Isabelle, come tutti gli spettatori. Il suo sguardo lampeggiò una scintilla di rabbia ed odio mista a compiacimento; sopra la testa di Isabelle, due lance incrociate, simbolo di Ares, risplendeva in tutta la sua magnificenza. Clarisse si rialzò stanca, e sul suo volto, comparve un sorriso malizioso, e disse in tono sarcastico:
-E' un piacere conoscerti... sorellina.-

Nota delle autrici
Gum: Finalmente gli esami sono finiti e possiamo mettere la testa di Magalie nel water! Olè!
Deb: Ricordati che lo può fare solo Isabelle!
En: io non ho niente da dire quindi... yolo, al prossimo capitolo!

 


 
   
 
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