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Autore: MerasaviaAnderson    26/06/2015    0 recensioni
[Viaggio al centro della Terra 3D (http://it.wikipedia.org/wiki/Viaggio_al_centro_della_Terra_3D)]
•{One-Shot ~ Pre!Journey~ Incentrato sul rapporto Max/Sean ~ 918 parole}
"Max prese lo yo-yo in mano e lo mostrò al bambino con un sorriso compiaciuto sul viso, felice che anche suo figlio fosse attratto da quel giocattolo così particolare, che anche lui fin da piccolo aveva sempre amato.
«Ti piace, Sean?» gli chiese, mentre il bambino emetteva mugolii divertiti e cercava di prendere lo yo-yo dalle mani del padre.
Quando finalmente lo ebbe tutto per sé, Sean iniziò a giocarci, cercando maldestramente di imitare Max senza alcun successo. Così, deluso, iniziò ad attorcigliasi il filo tra le mani e nascose il viso nella spalla del padre, che lo cullava amorevolmente tra le sua grandi braccia."
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE YO-YO

 

 

 

 

 

Sean aveva poco più di un anno, ormai, in quel gelido autunno del ’95, quando Max Anderson era seduto sulla poltrona del soggiorno, davanti al camino acceso e con il piccolo Sean in braccio.

Il bambino rideva allegramente, mentre il padre gli faceva vedere le facce più buffe che aveva in repertorio.

Lo sistemò per bene sulla sua gamba destra e infilò la mano nella tasca destra dei pantaloni, estraendo il suo yo-yo e iniziando a giocarci, mentre Sean guardava il giocattolino meravigliato.

Max prese lo yo-yo in mano e lo mostrò al bambino con un sorriso compiaciuto sul viso, felice che anche suo figlio fosse attratto da quel giocattolo così particolare, che anche lui fin da piccolo aveva sempre amato.

«Ti piace, Sean?» gli chiese, mentre il bambino emetteva mugolii divertiti e cercava di prendere lo yo-yo dalle mani del padre.

Quando finalmente lo ebbe tutto per sé, Sean iniziò a giocarci, cercando maldestramente di imitare Max senza alcun successo. Così, deluso, iniziò ad attorcigliasi il filo tra le mani e nascose il viso nella spalla del padre, che lo cullava amorevolmente tra le sua grandi braccia.

«Pa-pà.» mugolò.

«Sean, cosa succede?» gli chiese, posandogli un bacio sulla guancia paffuta.

Il bambino continuava a borbottare sillabe incomprensibili e sembrava quasi sul punto di piangere, mentre lasciava cadere a terra lo yo-yo con cui aveva cercato di imitare Max nel suo gioco preferito.

«Vuoi fare la nanna?» continuò a chiedere Max, ma il bambino scosse la testa, avvolgendo le piccole braccine attorno al collo del padre.

Un meraviglioso gesto d’affetto, che celava tutte le parole che Sean non sapeva ancora dire in un maldestro abbraccio.

«Oh, piccolino …»

Max abbracciò Sean a sua volta, stringendolo a sé e inebriandosi del suo dolce profumo da bambino e posandogli infiniti baci sui capelli scuri, proprio come i suoi.

In quei giorni le sue ricerche stavano avanzando paurosamente e, se la sua teoria si fosse rivelata corretta, lui sarebbe potuto partire alla ricerca di quel “Centro della Terra” che Verne descriveva nel suo libro.

Anche se vi erano momenti in cui guardava perplesso i dati su quel computer e iniziava a chiedersi se avesse potuto veder crescere il suo bambino, si chiedeva se sarebbe mai riuscito a tornare indietro da quel luogo – che ormai era certo che esistesse – e avrebbe mai potuto raccontare tutte le meraviglie che probabilmente avrebbe trovato al suo piccolo Sean.

Ogni giorno cercava di convincersi che, semmai fosse partito davvero, sarebbe tornato indietro … magari quando Sean sarebbe cresciuto avrebbe portato anche lui in quei luoghi meravigliosi.

Una via di fuga ci doveva essere, Verne ne parlava nel libro e lui aveva sempre avuto quella strana sensazione che il professor Lidenbrock fosse veramente esistito, magari sotto un altro nome, sotto un altro aspetto e sotto un’altra identità, ma fin da bambino gli era sempre piaciuto credere che quello scorbutico professore avesse davvero visitato il Centro della Terra.

Quella sera avrebbe dovuto chiamare Trevor, per informarlo del progresso delle ricerche, era certo che non mancasse molto, ormai, sentiva dentro di lui la sensazione che almeno quella sarebbe stata la volta buona: tra due mesi al massimo avrebbe raggiunto quell’Utopia che lui e suo fratello sognavano da ragazzini.

Senza accorgersene, Sean si addormentò sulla spalla di Max, cullato dalle sue forti braccia e dal suo respiro d’amore.

Lentamente, lo scienziato si alzò dalla poltrona e portò suo figlio in camera, gli lasciò un bacio sulla guancia, contemplando la sua innocenza, per poi ritornare nel suo laboratorio.

Controllò i dati sul vecchio computer: tutte le coordinate erano al posto giusto, tantissimi e complicatissimi numeri e calcoli gli dicevano che le sue teorie si erano materializzate nella realtà.

La scoperta lo colse d’improvviso, largamente in anticipo dei tempi previsti con suo fratello Trevor, che forse – infondo – non ci aveva mai creduto quanto lui.

Decise che doveva partire all’istante, non poteva aspettare neanche un giorno di più per prendere parte a quella che gli altri potevano forse definire una “folle missione”.

Entrò quasi correndo nella cameretta colorata di Sean e sorridendo con un po’ di timore lo prese tra le braccia, cullandolo e scusandosi silenziosamente con lui per quello che sarebbe potuto accadere in quel posto.

Strinse per quella che gli sembrò un’eternità quel meraviglioso bambino addormentato tra le sue braccia e pregò di poterlo rivedere ancora dopo la fine di quel viaggio.

A quel punto era certo che suo figlio avrebbe corso il rischio di crescere senza un padre, ma per quei pochi istante prevalse l’egoismo della ricerca, la necessità di raggiungere quel sogno che Verne gli aveva regalato con un semplice libro che per lui non era solo fantascienza.

Ripose Sean nella sua culla e corse nella stanza accanto a prendere uno zaino e alcuni attrezzi particolari.

Mentre aspettava che la moglie tornasse dal lavoro, iniziò a preparare alcune cose essenziali e a riporle dentro quel piccolo zaino, l’unica cosa che l’avrebbe accompagnato in quell’assurdo viaggio alla ricerca del nulla.

Lasciò sul comodino, però, lo yo-yo che aveva raccolto poco prima da terra, nella speranza che se gli fosse successo qualcosa che gli avrebbe impedito di tornare a casa per crescere il suo bambino e baciare nuovamente sua moglie, un domani, Sean lo avrebbe conservato per sempre, in ricordo di quel padre che lo aveva tanto amato e che era stato così egoista da andare a cercare un mondo strano, ma forse migliore.

Finalmente quel momento era arrivato: sarebbe partito per il Centro della Terra.

 

 

 

~ Fine.

 

 

 

 

 

 

 

Angolo Autrice:
Bene, rieccomi di nuovo ad un'ora abbastanza tarda a pubblicare un'altra delle mie storie.
L'avevo inconsapevolmente lasciata marcire dentro i documenti del mio povero computer, ma quando l'ho ritrovata non ho potuto fare altro che riprenderla in mano, correggerla e pubblicarla.
Chi ben mi conosce sa quanto tengo a questo film, a quanto sia stato importante per me e quanto ami il libro di Verne a cui è stato ispirato, quindi mi sembrava giusto dover scrivere qualcos'altro su questa avventura meravigliosa.
Sono sempre stata curiosa di sapere come si sentisse Max prima di partire, del fatto che dovesse abbandonare Sean e sua moglie, così è nata questa questa One Shot, che narra - come suppongo che avrete letto - di un piccolo momento tra Sean e Max.
Detto ciò vi saluto, alla prossima!:)
_merasavia.

   
 
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