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Autore: Bellatrix    23/02/2005    5 recensioni
Lucrezia sembra una ragazza fortunata... ma lo è davvero?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The White House

The White House

 

 

di Bellatrix

 

 

                                                                                  mercoledì 20 dicembre

 

Sono una ragazza normale.

 

Ho delle amiche normali.

 

Ho una cotta per un ragazzo più grande di me, e anche questo è normale.

 

Odio la scuola, più normale di così?

 

Voglio diventare famosa e avere successo, e questo è normale per una quattordicenne.

 

Allora perché la mia vita è tutto tranne che normale?

 

Ve lo dico io, perché.

 

Perché sono la figlia del Presidente degli Stati Uniti d’America e, di conseguenza, vivo nella Casa Bianca.

 

Che figata, penserete voi.

 

, vi sbagliate di grosso: provate voi a dormire, mangiare, andare a scuola, uscire (anche se è raro, dato che mi tengono segregata in casa il più possibile) con appiccicate una ventina di guardie del corpo ventiquattro ore su ventiquattro.

 

Lo so, se voglio diventare una pop star come Britney Spears a queste cose dovrò farci l’abitudine, un giorno.

 

Ma insomma… se potessi farne a meno sarebbe molto, molto meglio!

 

Non posso crederci che sono passati appena due mesi da quando papà è stato eletto. A dir la verità, sembrano anni.

 

Quanto manca, ancora? Dunque… tre anni e dieci mesi.

 

Sapete cosa significa?

 

Che la mia adolescenza, aliasGli anni migliori della nostra vita’, sarà letteralmente sprecata.

 

Voglio dire, quali sono le cose più eccitanti dell’essere teenagers? Shopping, ragazzi, uscite con le amiche, concerti e così via.

 

E quali sono le cose che mi sono vietate fare?

 

Appunto.

 

Le stesse.

 

Cioè, non è che proprio me lo vietino, ma flirtare con un ragazzo mentre la tua guardia del corpo lo riferisce in tempo reale a tuo padre non è il massimo!

 

Devo ammettere che arrivando a scuola in una limo nera con due SUV di scorta faccio anche bella figura.

 

Non che sia l’unica, perché la Constantine è piena di figli di ricconi, ma quando arrivo tutti si girano a guardare, ed è una bella soddisfazione.

 

E comunque, da domani addio limo, visto che è l’ultimo giorno di scuola. Ed è okay, perché un attimo di pausa ci voleva davvero, ma pensare a quello che mi aspetta la vigilia di Natale…

 

Dover stare un’ora e più su un palco davanti agli occhi di milioni di persone mentre papà augura un felice Natale allo Stato mi terrorizza.

 

L’unica nota positiva è che sarò vestita da star. Tra poco arriverà la mia ‘curatrice di immagine’ che deciderà in ogni minimo dettaglio come apparirò quella sera: capelli, vestito, trucco, atteggiamento e tutto il resto.

 

Non la conosco, ma spero che sia simpatica e abbia un minimo di gusto! Non come quella di novembre, per l’ingresso alla Casa Bianca del presidente, che per poco non mi infilava a forza un vestito color panna pieno di pizzi e ricami e le maniche a palloncino!

 

“Lucrezia!” mi chiama Hannah, la mia governante. Ha circa quarant’ anni, ed andiamo abbastanza d’accordo, anche se è un po’ strana. Probabilmente lei dice lo stesso di me.

 

“Si, sono qui” dico, uscendo dal bagno. In effetti, sono qui da venti minuti a provarmi ombretti.

 

Mi scruto nel grande specchio davanti al letto matrimoniale. Dai, non sono così male. Ho il tipico aspetto mediterraneo, perché mia madre era greca, e le somiglio molto: sono alta, ho capelli castani e occhi neri, e la carnagione scura.

 

Hannah mi raggiunge in camera accompagnata da una ragazza sui trent’anni alta un po’ più di me con un bel sorriso.

 

“Lucrezia, lei è la signorina Garner, la tua curatrice di immagine” dice.

 

La donna sembra simpatica. Le sorrido e lei ricambia.

 

“Puoi chiamarmi Arianne” dice tendendomi la mano.

 

Arianne… come mia madre. Mia madre è morta di cancro anni fa, ma pensarci mi mette ancora malinconia.

 

Le stringo la mano, soprappensiero.

 

“D’accordo… tu puoi chiamarmi Lucy, se vuoi, come tutti!” dico, e lancio un’occhiataccia ad Hannah. Lei è l’unica oltre ai prof a chiamarmi con il mio nome di battesimo. Forse interpreta male il mio sguardo, perché esce dalla stanza seccata.

 

“Va bene Lucy… allora possiamo cominciare subito, no?” chiede la donna davanti a me.

 

Io annuisco in segno affermativo.

 

“Bene… ho portato qualche vestito da provare… potete entrare, ragazzi!” dice rivolgendosi a delle persone in corridoio.

 

Guardo allibita la scena che si presenta ai miei occhi:qualche vestito’ si rivela essere la più vasta collezione di abiti che io abbia mai visto.

 

Provo a contarli, ma sembra impossibile: saranno almeno due centinaia, tutti appesi a degli appendiabiti portati da una dozzina di persone.

 

Non posso mica provarli tutti! Finirò giusto in tempo per Pasqua!

 

Evidentemente Arianne ha notato il mio stupore, perché dice: “Non ti preoccupare, non li devi provare tutti, una volta trovato quello che ti piace di più avremo finito”.

 

Non è una cosa molto positiva: di solito sono abbastanza determinata, ma se si tratta di scegliere un vestito tra centinaia… e poi sono tutti così belli!

 

Sembra che gli abiti siano finiti. Do un’occhiata alla mia stanza: è praticamente irriconoscibile, non c’è neanche uno spazio vuoto in cui muoversi.

 

Arianne viene verso di me, sempre sorridente.

 

“Allora Lucy, che ne pensi?”

 

“Ehm… non mi aspettavo una scelta così varia…”

 

Certo che no. Chi va a immaginarsi una cosa del genere?

 

“Certo, posso capirti. Allora, io pensavo a qualcosa di non troppo elegante, per dare l’idea che sei una quattordicenne alla mano e non viziata. Quindi ho escluso strascichi, balze e pizzi, okay?”

 

Annuisco, un po’ disorientata. Ormai Arianne è partita col suo discorso, chi la ferma più?

 

“Con il tuo aspetto mediterraneo, staresti benissimo con un abito dai colori pastello. Ad esempio…” si allontana, verso una serie di vestiti color panna.

 

“Questo!”

 

Mi mostra l’abito.

 

Va bene, sarà anche bello, ma non ho intenzione di apparire all’America vestita di giallo banana.

 

È lungo fino alle caviglie, piuttosto aderente di –credo- seta.

 

Figuriamoci. Chi mi osserverà penserà di essere finito al carnevale di Rio.

 

“Veramente… è un po’ troppo… acceso, come colore” le dico, imbarazzata. Mi dispiacerebbe offenderla dicendole che è pazza se spera che mi metta quella roba, anche perché sembra molto simpatica.

 

“Forse hai ragione… tu hai qualche idea precisa? Un colore che preferisci?” mi domanda.

 

“Non saprei… forse il blu?” azzardo.

 

Lei mi osserva attentamente.

 

“Forse ci sono… un attimo!” e si allontana di nuovo.

 

Quando torna, ha in mano due vestiti, azzurro e blu notte. Mi porge quello chiaro.

 

Questo mi piace molto di più: ha una gonna ampia, lunga fino ai piedi, davvero elegante.

 

Lo prendo in mano, affascinata, cercando di non fargli toccare terra.

 

“Questo è bellissimo!” affermo convinta.

 

“Vai a provartelo, prima di dirlo! Magari se lo indossi non ti piace!”

 

Si, come no. Come potrebbe non piacermi?

 

Vado in bagno e mi tolgo i jeans e la t-shirt. Meno male che il bagno è grande, se non con questo vestito non ci starei!

 

Provo ad infilarmici dentro, e per poco non cado a terra.

 

Cavoli, però, che fatica per mettersi un vestito!

 

Alla fine ci riesco, ed esco dal bagno. Se mi sta da cani, che figura faccio con Arianne?

 

Ma quando mi vede, non sembra particolarmente disgustata. Anzi, il sorriso le si ampia ancora di più, ma non dice nulla. Sarà un buon segno? Magari sta solo trattenendo le risate.

 

Dopo un silenzio lunghissimo (almeno per me) parla: “Avevi ragione, è perfetto”

 

Sto già tirando un sospiro di sollievo, quando lei continua: “Ma non per la vigilia”

 

Sono spiazzata. Mi sta dicendo che è perfetto per Halloween?

 

C-cosa?” chiedo praticamente balbettando.

 

“Oh, non che non ti stia bene, ma è troppo elegante. Potresti metterlo alla festa di Capodanno” propone.

 

Uff. Mi ero dimenticata della festa del trentuno. Sarà pallosissima, e sarò obbligata a ballare con ambasciatori russi, cecoslovacchi o quello che sono, e dialogare nel mio migliore francese (parlo quasi meglio il latino, tanto per darvi un’idea) con mezza sala.

Se fossi semplicemente la figlia del presidente non sarei obbligata a parteciparvi, ma papà non può presentarsi da solo, quindi io sono la sua vice-accompagnatrice.

 

“Sì… direi che va bene” dico.

 

“Sai Lucy, dovresti cercare di controllare il tuo entusiasmo, mi sta travolgendo” scherza Arianne.

 

La guardo. Non sembra dispiaciuta, solo divertita.

 

Scusami, non volevo offenderti. È solo che, sai com’è, queste cene non sono il massimo del divertimento, e non ho una gran voglia di andarci…”

 

“Figurati, non mi hai mica offeso! Lo so che per te non è il massimo, ma pensa che almeno avrai un bel vestito per la festa” cerca di consolarmi.

 

“Allora continuiamo? Perché non provi l’abito blu?”

 

“Sì, okay…”

 

Anche quest’ abito è molto bello, quasi quanto l’altro.

 

È formato da due parti: quella sotto è una gonna meno ampia dell’altra, mentre la parte sopra ha uno scollo molto largo che si piega su se stesso e delle maniche lunghe che si allargano verso la fine.

 

Provo anche questo, e quando esco dal bagno vedo che Arianne è decisamente soddisfatta. In effetti mi sta bene, sembro anche più alta.

 

“Come mi trovi?” le chiedo.

 

“Questo è assolutamente perfetto. Ti mostro le scarpe” dice, e prende in mano una scatola color panna con la scritta dorata Gucci.

 

Cavoli, addirittura!

 

Sono delle ballerine con un leggero tacco dello stesso colore del vestito. Non mi piacciono tantissimo, ma andranno bene. Tanto il vestito è lungo e non si vedono, no? E poi, sono troppo contenta per aver trovato subito l’abito giusto per lamentarmi di qualcosa!

 

“Sì, vanno benissimo!” esclamo, soddisfatta.

 

Una ventina di minuti più tardi, abbiamo sperimentato una decina di trucchi di diversi, optando infine per un look natural-soft, per non sembrare, diciamo, una ‘sciacquetta’ (ovviamente Arianne non si è espressa con queste esatte parole).

 

Così, mezz’oretta dopo, Arianne se ne va, e con lei i vestiti (non da soli, ovvio). Guardo l’ora. Le sei meno venti. Ci abbiamo messo un’ora e mezza circa, e abbiamo deciso anche per Capodanno.

 

Pensavo che ci avremmo messo di più, così ho fatto tutti i compiti prima, e ora non ho impegni. Potrei andare a ballare nella palestra. Io amo ballare. Ho sempre fatto danza moderna e hip hop, ma da quando abitiamo qui papà mi fa fare anche danza classica. Non è il mio genere, ma sono solo due ore alla settimana e non mi pesano.

 

A proposito di papà, potrei andare a trovarlo! Ma forse lo disturbo… stamattina ha detto che aveva molto da fare. Pazienza, lo vedrò a cena.

 

Inserisco il Greatist Hits di Britney nello stereo, cantando con lei. Cantare è un’altra cosa che mi piace. Papà dice che devo aver preso la voce da mamma, perché lui è stonatissimo.

 

Continuo a cantare…

 

Early morning, she wakes up
Knock, knock, knock on the door
It's time for makeup, perfect smile
It's you they're all waiting for
They go...
"Isn't she lovely, this Hollywood girl?"
And they say...
She's so lucky, she's a star

 

 

 

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ciao a tutti!!! (ma tutti chi?!? Nd Primo e Unico Lettore)

allora, cosa pensate dell’ultimo frutto della mia mente contorta? È un po’ una ca**ata (che sta per cassata)… però l’idea mi sembrava carina, e abbastanza originale... a proposito, non pensate che la mia idea di ‘Casa Bianca’ e ‘sono la figlia del presidente’ sia corretta (ma magari lo è, chi lo sa?) però mi serviva la situazione e me ne sono appropriata!!!

Lo so, lo so che ho una fanfic lasciata lì (The Bees, fateci un salto se vi va!), ma avevo questa idea in testa, e l’unico modo eliminarla era metterla per iscritto… ma non vi preoccupate, The Bees la finisco, prima o poi…

Ma ca**o, recensite! (ovviamente volevo dire callo…)

Bacioni,

 

                                                          Bellatrix

  
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