Quel momento di vite condivise

In una calda giornata dei primi giorni di giugno, in cui gli studenti non facevano più fatica a svegliarsi la mattina presto, poiché in attesa della lieta venuta dell'estate, Emma era già fuori di casa dalle sei e mezza e aspettava comodamente seduta su di un prato sopra casa sua, non "sua "di Emma, ma "sua" di lui: strano come non fosse ancora riuscita a trovare un epiteto per lui. Proprio lui, di cui la conoscenza era stata totalmente casuale e inaspettata. In effetti, non ricordava con esattezza il modo in cui si erano presentati, quando avevano iniziato a parlarsi e soprattutto come erano finiti ad incontrarsi su quel prato quasi almeno una volta a settimana. Ed ora eccolo lì: lo vedeva arrivare verso di lei con gli occhi stanchi, leggermente gonfi, ma con un un portamento elegante e composto tanto tipico di lui. Emma aveva smesso di stupirsi di ciò da troppi mesi.

«Oh, Em, un giorno mi stuferò di alzarmi così presto»

«Lo dici ogni volta» gli rispose lei con una sicurezza sfrontata, persino troppo per lei. Il ragazzo si sedette buttando lo zaino lontano da lui e subito lei notò che era agitato.

«Oggi ho l'ultima verifica di storia, se mi va male sai che a casa sono morto» disse lui sconsolato.

«Shh» Emma si posizionò a gambe incrociate molto vicino a lui, esattamente di fronte, con una mano gli chiuse delicatamente gli occhi e lui d'istinto sollevò un angolo della bocca. «Ti ricordi quando... quando ti ho portato in quel posto?»

«Assolutamente sì» rispose lui con sicurezza mantenendo gli occhi chiusi.

«Ricordi quella sensazione di serenità che avevamo insieme?» Emma, al solo pensiero di quel giorno, rabbrividì per l'emozione.

«...sì»

«Ecco, prima del compito pensa a noi... voglio dire, a noi in quel luogo, a come ci sentivamo e vedrai che andrà bene, fidati di me, io mi fido di te e so che tu conosci tutte le risposte, le conosci sempre» allora il ragazzo aprì gli occhi e la guardò fisso nei suoi, fu talmente scattante lo sguardo su di lei che Emma quasi sussultò.

«Non conosco sempre le risposte a tutto» forse Emma intuì di cosa parlava. Il ragazzo, per sollevarla da quel momento di imbarazzo, le sorrise sereno e si distese sull'erba con le braccia dietro la nuca.

«Magari, quando avremo passato gli anni del liceo, potremmo vederci a orari meno improbabili»

«Dopo il liceo?» chiese lei, quasi rendendosi conto solo in quell'istante che non sarebbe rimasta una ragazza del liceo per il resto dei suoi giorni.

«Certo» rispose lui, mentre un sorriso spontaneo gli attraversava il viso. Emma si distese accanto a lui, gli si appoggiò delicatamente e i suoi occhi si chiusero assaporando l'intensità di quel momento.
Forse, in un futuro prossimo, sarebbero potuti essere due amanti, ma in quel momento a loro non importava dare un peso alle etichette, vivevano giorno per giorno, cogliendo ogni singolo istante insieme.

«Forse un giorno troverò la risposta a "noi", o forse la troverai tu»





Angolo autrice:
Ehilà, gentile lettore o lettrice!
Grazie a te che ti sei fermato/a a leggere
Questo piccolo testo, come ogni cosa che scrivo, fa parte di me e condividerlo è come diffondere un piccolo pezzo personale di me stessa che spero venga apprezzato.
Sarò più che contenta se deciderai di lasciarmi un tuo commento, o anche una piccola considerazione :)
Lady Moony