A vederla è una ragazza come tutte.
Forse molto carina, ma normale.
La vedi camminare per strada con l’aria un po’ svaccata, le mani nelle tasche dei jeans, una sciarpa che copre la bocca, i capelli che svolazzano un po’ sotto il tocco del vento.
Poi la scorgi in autobus, la sera, fasciata in un vestitino corto senza essere volgare, con le gambe snelle che si muovono ansiose e cariche.
Non ha l’aria di una che si impegni particolarmente per risultare così…carina.
Vedi questo corpicino, magro senza sembrare malato, questi capelli scuri scuri e lisci lisci.
Ha sempre un po’ di occhiaie.
Non di quelle marcate, per intenderci, quelle che sembrano dire: c’è qualcosa di me che non sai.
Gli occhi alternano momenti in cui sembrano divorare il mondo e momenti di apatia totale, in cui capisci che l’unica cosa che vorrebbe è scendere dal maledetto autobus e camminare a piedi con il vento che le sferza la faccia.
Poi, tutte le mattine, la vedi scendere dall’autobus, alla tua stessa fermata. Che piova, nevichi, ci sia vento o il sole, la prima cosa che fa è prendere una sigaretta, di solito girata, e mettersela in bocca.
In quel momento non è più una come tutte.
A me non è mai piaciuto il fumo, né le ragazze che fumano. Ma lei, dio.
Sembra sia nata per quello.
Quando aspira le guance si fanno più scavate, le labbra si schiudono a bacio, gli occhi si socchiudono, le narici si dilatano.
E lei è un fiore che sboccia.
È sensuale, che abbia addosso un paio di jeans distrutti e scarpe da ginnastica bucate, sia che abbia un vestito che già solo per quello ti gireresti.
Non so nulla di lei, e, credimi, non voglio saperne nulla.
È solo che vederla, mi provoca dei brividi lungo la schiena.