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Autore: Fantasy25    27/06/2015    3 recensioni
[Pernico AU]
Sette ragazzi difficili, uno psicologo ed un gruppo di sostegno decisamente fuori dal comune.
Un piromane estroverso, una ragazza in sedia a rotelle, un autolesionista con istinti suicidi, un ragazzo violento, una che crede di essere morta, un ragazzo iperattivo pieno di sensi di colpa ed infine un asociale claustrofobico.
Ed è proprio lui il nostro protagonista: Nico di Angelo, un problematico diciannovenne che si guadagna da vivere lavorando come commesso in un negozio di dischi.
Ma come può un ragazzo vivere una vita normale se è circondato da un tale gruppo di psicopatici? Non può, semplicemente. Anche perché, detto fra noi, un po’ pazzo lo è anche lui.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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“Il solito, per favore.” dico rivolgendomi al barista più sexy che io abbia mai visto.
Cazzo, quell’uniforme e il grembiulino color cioccolato gli donano proprio. Ma dubito che qualcosa possa star male su un fisico del genere.
Anche io se potessi stare sopra a un tipo così fico sicuramente... Merda. Autocontrollo Nico, autocontrollo.
Smettila con  i tuoi filmini mentali e... Per la miseria, smetti di immaginare Percy nudo!
“Ehi scricciolo, sempre con la testa sulle nuvole eh?” mi apostrofa lui, e io torno pesantemente con i piedi per terra.
“Co-co-come mi hai chiamato?”
Fa male. Avevo dimenticato questa sensazione. La sensazione dei ricordi che tornano, prepotentemente.
Lui pare imbarazzato e si passa una mano tra i capelli “Ti ho chiamato scricciolo... Ma se non ti piace posso anche... Nico, tutto bene?”
Sto tremando. Merda, non voglio sembrare debole davanti a Percy. Non voglio. Non voglio.
“Io sto bene, davvero.” cerco di dire con voce ferma, ma la mia voce sta vacillando, proprio come me.
“Nico, tu stai... piangendo.” quasi sussurra, e vedo nei suoi occhi schiacciante senso di colpa “Io non volevo farti del male... Ti giuro non volevo...” continua, e allunga una mano per toccarmi il braccio, ma io lo allontano.
“Non è colpa tua Percy, non è colpa tua.”
Sento gli occhi dei clienti del bar fissarci, e non riesco a sostenere il peso dei loro giudizi. Chissà cosa stanno pensando di me. E di Percy.
No, non posso far perdere il lavoro a Percy per una mia debolezza.
È per questo che mi volto e mi allontano velocemente da quell’edificio, passando spasmodicamente la manica dalla felpa nera sugli occhi, tentando di scacciare le lacrime.
 
“Nico, cosa ti è successo?” chiede Will non appena entro in negozio. Può essere anche la persona più assillante che io conosca, ma è anche colui che mi conosce da più tempo, e mi è stato vicino mentre la mia vita collassava.
“Lui... Percy... Mi ha chiamato scricciolo Will. Proprio come faceva lui.” dico piano, e sento che le guance si bagnano di nuovo.
Sento due braccia calde che mi circondano, e a questo punto mi lascio andare.
Le mie mani si aggrappano alla camicia del biondo, le lacrime la bagnano. Per fortuna non si è ancora messo il completo da lavoro.
I ricordi della mia vita in Italia tornano nella mia memoria, sia quelli felici sia quelli drammatici.
Sulle mie labbra si ripete sempre la stessa frase, come una nenia infinita e senza risposta: perché a me?
 
“Ehi... Chi è questo Percy? È un tipo che ti da fastidio? Perché se è così lo faccio a pezzi. Nessuno può permettersi di toccare il mio Nico.” inizia Will venendomi incontro, alla fine del turno. Non siamo riusciti a parlarne nell’arco della giornata, ma sembra intenzionato a non demordere.
“È un mio amico... ma ancora non sa del... di tutto il resto, insomma.”
“Nico, da quando è che hai tutti questi nuovi amici? Prima quell’armadio biondo, ora questo stronzetto che ti fa piangere...”
“Non sono affari tuoi, Will. E chiama un’altra volta Percy in quel modo e ti giuro che non ti parlo più. I miei amici li scelgo io, punto. Non hai il diritto di farmi nessuno paternale. E tanto per informazione, l’armadio biondo si chiama Jason, ed è un ragazzo dolcissimo.”
“Io mi preoccupo solo per te. Voglio che tu sia al sicuro, Nico. Non voglio che niente e nessuno ti ferisca mai più.”
“Bhè, mi dispiace informarti che la vita è sofferenza Will. Per ogni volta che tu respiri, una persona muore. È triste, ma è così, e non ci si può fare niente. Siamo nati per soffrire.”
“Ma se stai insieme a persone che...”
“Regolati Will! I miei amici li scelgo io! Non sei mia madre, né mio padre, né mia sorella! Non sei nessuno, non puoi dirmi cosa devo o non devo fare!”
“Nessuno? Io non sono nessuno?! Sai dirmi chi ti ha procurato questo lavoro? Chi ti ha aiutato durante tutto il liceo? E su chi era che piangevi questa mattina?” i suoi occhi sono lucidi, ma iniettati di rabbia.
Cosa ho detto? Io... Cosa ho fatto? Non posso aver detto quelle parole.
“Scusami... Scusami... Non volevo...” sento che le lacrime si riaffacciano prepotentemente ai miei occhi.
“Scusami un cazzo Nico! Mi sono stancato! Ti ho sempre aiutato, ti sono sempre stato vicino, e tu? Mi tratti da schifo! Io sono innamorato di te e tu... Oh, cazzo.” sussurra alla fine, e vedo che anche le sue guance sono rigate dalle lacrime.
“Will, io...” tento di dire, ma lui mi ferma con un gesto stanco della mano.
“Zitto, per favore. Non voglio discutere con te. Noi due non ci rivolgeremo più la parola. Chiaro?”
Annuisco. I suoi occhi sono diventati freddi. Non mi guardano più ormai. Io sono... un fantasma per lui.
“Potrai continuare a lavorare qui fin quando non troverai un altro lavoro, così potrai pagare le bollette e non sarai costretto a tornare in quella casa. E poi non dire che non sono generoso.”
Detto questo mi passa accanto, e se ne va. Rimango immobile, finchè non sento la porta chiudersi alle mie spalle.
Cado in ginocchio, senza forze. Non so quanto tempo rimango nello spogliatoio per i dipendenti. Minuti, ore che sembrano giorni interi. So solo che per tutto quel tempo non ho mai smesso di piangere.
Ora che Will se n’è andato, che mi rimane? Era l’unico che sapeva del mio passato, l’unico che sapeva come prendermi, l’unico che mi voleva bene davvero... e ora è andato via.
Per sempre.
E la colpa è solo mia, me ne rendo conto.
Sono sempre stato una persona impulsiva, e la mamma mi diceva che avrei dovuto soppesare le parole.
Già, la mamma. Anche lei se n’è andata. Come Will. Come tutti.
 
“Nico.” mi sento chiamare quando esco dal negozio. È Percy, lo so, ma la sua voce è roca, diversa.
Non voglio guardarlo. Non voglio che veda che ho pianto. Non voglio che mi veda in questo stato pietoso.
Proseguo dritto.
“Nico.” mi richiama “Per favore.”
Mi fermo, ma non mi volto. Rimango a testa china, a guardarmi la punta delle scarpe distrutte dall’usura.
“Io non volevo ferirti, davvero. Non so cosa ho fatto di sbagliato, ma ti giuro che non volevo. Ti prego, non te ne andare...”
“Percy, non è colpa tua...” cerco di fermarlo, ma lui pare reagire piuttosto male a questa mia frase. Infatti mi prende di peso e mi volta, facendo in modo che i nostri occhi siano finalmente in contatto.
E quello che vedo mi stupisce. Anche lui sembra che abbia appena smesso di piangere.
“È colpa mia, Nico, lo so. Non mentire. So bene che la colpa è solo mia.”
Le sue mani stringono ancora forte sulle mie braccia. Fa male, ma non è per questo che per l’ennesima volta in questa giornata inizio a piangere.
Crollo emotivo, crisi di nervi, chiamatela come vi pare. Io solitamente la definisco giornata di merda.
Un suo braccio va a circondarmi le spalle, l’altro si posa sulla mia testa e mi accarezza lentamente i capelli. Il suo petto, come il mio, è scosso dai singhiozzi.
Non ho idea di cosa sta accadendo. Non penso a chi ci sta guardando.
Circondo con le mie braccia la sua schiena così forte e allo stesso momento così fragile e affondo la faccia nella sua maglia, respirando il suo odore fresco.
Io non so del suo passato, lui non sa del mio, ma entrambi sappiamo di essere simili, nonostante le apparenze.
E io so che quella che provo per lui non è più una semplice cotta.
 
 
 
 
 
Si ok, so che il capitolo è corto.
Ma ehi, non vi ho distrutto già abbastanza l’anima? Perché la mia è già in mille pezzi.
Nel momento della pubblicazione sono in Puglia, e a postare per me c’è niente di meno che la grandiosa LauraPalmerBastille (e se non la conoscete fate un salto nel suo profilo, il fluff Pernico vi sommergerà)
Insomma, questo capitolo è nato da solo. Doveva essere dedicato al passato di uno dei due rimanenti personaggi, cioè Percy e Hazel, ma mentre scrivevo ha preso una piega diversa e... Bhe, eccoci qui.
Spero davvero vi sia piaciuto, e se vi va lasciate un commentino piccino picciò qui sotto! Mi renderete taaaanto felice!
A presto :3
-Fantasy25-

 
   
 
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