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Autore: GGandGLEE    27/06/2015    2 recensioni
Lea chiama Dianna il giorno del suo compleanno solo per constatare che la bionda no è reperibile in alcun modo. Ho scritto questa fanfiction in inglese al link quì di seguito per il compleanno di Dianna di quest'anno, sperando che Lea twittasse qualcosa e solo ora ho deciso di tradurla in italiano. Buona Lettura e W ACHELE!!
https://www.fanfiction.net/s/11219110/1/Happy-Birthday-Lady-D
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Dianna Agron, Lea Michele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ha risposto a nessuna delle tue chiamate. Le hai mandato un paio di messaggi ma non le sono arrivati. Cominci a preoccuparti. Per nessun motivo spegnerebbe il cellulare il giorno del suo
compleanno.

Con il passare delle ore continui a chiamarla, ancora e ancora. Niente. Nessuno l’ha vista e non ha chiamato nessuno. Il suo ultimo accesso su fb è di ieri sera e non ha usato twitter per tutta la mattinata. Non ha nemmeno letto il tuo tweet, realizzi. Decidi di andarla a cercare. Ti ci vogliono tre ore di macchina ma non ti importa. Devi vederla. Chiederle come sta. Farle gli auguri.

Parcheggi fuori casa sua e lentamente cammini nel vialetto che conduce alla porta. Tutte le finestre sono chiuse. Cominci davvero a preoccuparti. Suoni il campanello nel modo in cui lo facevate quando vivevate insieme. Tre squilli lunghi, uno breve, uno lungo. Ora che ci pensi è un codice davvero strano, come ve lo siete inventato?
Mentre pensi, senti dei passi avvicinarsi alla porta. Apre lentamente, sorpresa di vederti.

 “Lea, che ci fai qui?”
 “Buon compleannooooo” dici abbracciandola forte mentre lei chiude la porta alle tue spalle.
 “Grazie.” E’ tutto ciò che dice.
Capisci che c’è qualcosa che non va. Hai paura di conoscere già la risposta ma chiedi comunque.
 “Hey Lady Di, che succede? Puoi dirmelo, lo sai..” dici.
 “Sto bene, davvero” risponde senza nemmeno guardarti negli occhi.
  “Di, andiamo, ti conosco, so che c’è qualcosa che non va” insisti.
 “E cambierebbe se te lo dicessi?” chiede lei. Non era proprio la risposta che speravi di avere.
 “Non lo so, forse?” dici accarezzandole la schiena.
 “Non cambierebbe, fidati” sospira.
 “Va bene, non voglio saperlo. Ma non puoi passare il tuo compleanno così” Affermi.
 Ti guarda fisso. Quegli occhi nei quali ti sei sempre persa.
 “voglio solo stare qui da sola” dice liberandosi dal tuo abbraccio.
 “Ma mi hai fatta entrare tu..” le ricordi.
 “Come potevo ignorare il codice? Te lo ricordavi perfettamente..” ti dice.

Ti avvicini a lei, le tue braccia che si avvolgono leggermente attorno ai suoi fianchi. “certo che me lo ricordavo” le sussurri nell’orecchio. Ricambia il tuo abbraccio e ti trascina insieme a lei sul divano. Vi sedete lì, la sua testa poggiata sulla tua spalla. Cerchi di respirare piano per farla stare il più comoda possibile. Rimanete così per un bel po’, finchè i tuoi occhi non cadono sull’orologio dall’altra parte della stanza. E’ quasi l’una. Non puoi pensare che lei debba sprecare così il suo compleanno.

”Sai, dovresti almeno vestirti. Se vuoi essere triste il giorno del tuo compleanno tanto vale esserlo in un bel vestito. Il compleanno in pigiama è così deprimente” dici.

Si gira a fissarti. Sta trattenendo una risata, te ne accorgi subito. Vuoi davvero che rida quindi fai una strana smorfia. Scoppia a ridere. Si avvicina a te e comincia a farti il solletico nell’unico posto in cui sa che lo soffri. Ovvio che se lo sarebbe ricordato.

 “Grazie.” Dice. “Quando vuoi” rispondi. Va a cambiarsi e torna in una decina di minuti. La fissi, i tuoi occhi intrappolati nelle curve che quel vestito delinea attorno al suo corpo.
 “Ti piace?” chiede. “Sei bellissima” sussurri. “Sicura di voler passare la giornata da sola?” chiedi. “Lea, per favore, non sono dell’umore. Mi dispiace che tu sia dovuta venire fin qui ma davvero, non ho alcuna voglia di festeggiare” dice, una lacrima che le riga il volto.

 “Sei davvero stupida se pensi che me ne andrò lasciandoti da sola.” Affermi. “Sono venuta qui per una ragione. E quella ragione sei tu. Non rispondevi alle mie chiamate e non mi richiamavi. Ero preoccupata. Ero preoccupata che non stessi bene. Che fossi malata. Ero preoccupata che potevi aver avuto un incidente. Quando  mi sono messa in macchina, non mi interessava delle tre ore per arrivare qua, mi interessava solo di te. Per favore non farmi questo. Non posso sopportare l’idea di te in questo stato. Se stare qua è ciò che vuoi fare oggi, allora resto qui con te.” Dici tutto d’un fiato, cercando con tutta te stessa di trattenere le lacrime.

 “oh Lea..” comincia a piangere lei.
 “Mi dispiace.  Mi dispiace davvero. Non avevo capito che soffrissi così tanto. Volevo solo stare da sola. Devo essere stata molto egoista. Non avevo nessuno con cui passare il compleanno e ho pensato che tanto valeva morire.” Dice. E mentre parla realizzi una cosa. Tu. Tu sei la ragione per cui sta così. Hai dimenticato il suo compleanno l’anno scorso. Beh, in realtà non lo hai dimenticato, ma lei questo non lo sa. Deve averlo passato da sola. “Di..è colpa mia?” riesci a dire.
 “Cosa?” scuote la testa.
 “Questo. Il tuo essere triste. Sono stata io?” dici con le lacrime agli occhi. Non risponde.

Hai imparato da anni che significa si. Non sai cosa dire così cominci a cantare.
 “what would I do without your smart mouth.. ‘cause all of me loves all of you. Love your curves and all your edges, all your perfect imperfections..” E mentre canti la avvicini a te, la accarezzi dolcemente e le baci la fronte. Comincia a cantare con te le ultime parole e poi ti stringe così forte che a stento riesci a respirare. Ma non ti importa. “Hey Di, chiudi gli occhi” dici dolcemente. “ho qualcosa per te”

Chiude gli occhi e aspetta. Ti muovi lentamente, prendendo la busta dietro di te. Lei resta ferma, occhi chiusi e sorriso sulle labbra. Oh quelle labbra. Hai desiderato fossero le tue per troppo tempo. Non lo saranno mai. Non potranno mai esserlo. E’ questo che ti ha detto la gente. Se stai con lei, perderai tutto. Non ti interessa più di tanto in realtà. Ma anche lei perderà tutto, e non puoi lasciare che accada. Quindi fissi le sue labbra sognando di baciarle. “Ecco, tieni” dici dandole la busta. “Aprila”. Apre lentamente gli occhi e fissa la busta. Sei quasi sicura che sappia cosa c’è dentro.

Non che una busta di Henry Winston possa contenere altro. I suoi occhi brillano più dell’anello che le hai regalato. “Lea, è meraviglioso” dice in lacrime, che per la prima volta sono lacrime di gioia.
 “Come facevi a sapere che mi piaceva?” Chiede. “Beh, piaceva anche a me” Rispondi, mostrandole la mano.

Le hai comprato lo stesso anello che hai comprato per te. Appena lo vede sorride, ride e piange allo stesso tempo. “Mi hai comprato il tuo stesso anello?” dice. “Perché tu sappia che sono sempre con te. E tu sei sempre con me, ovvio”

Si ferma a guardarti. I suoi meravigliosi occhi. Non riesci più a resistere, ma devi.

 “Perchè non cantiamo qualcosa per festeggiare?” suggerisci. Ti mancano i tempi di voi due che cantate sul divano o in cucina. “Certo” sorride lei. “Scegli tu”
 “Che ne dici di Pink? Potremmo cantare Just Give Me A Reason” dici, non realizzando i guai che quella canzone avrebbe portato con se. “L’ho cantata in Glee, Lea..” ti ricorda. “Ma va bene, possiamo cantarla comunque.” Dice con un sorriso e comincia a cantare.

 “Right from the start you were a thief, you stole my heart, and I your willing victim.” E dice sul serio. Sa che questa canzone parla di voi e ti provoca con i suoi occhi ipnotici. Ovvio che l’hanno scelta per il ruolo di Quinn.

 “I let you see the parts of me that weren’t all that pretty and with every touch you fixed them”. E ti viene in mente quello che è successo poco tempo prima. Lei era in pigiama e tu l’hai fatta ridere. Non era poi così bella e tu ti sei presa cura di lei.

”Just give me a reason, just a little bit it’s enough, just a second we’re not broken just bent and we can learn to love again.” E non ha tutti i torti. Dovresti darle una ragione. Una ragione per averla lasciata. Dovresti. Se potessi dirglielo smetteresti di cantare immediatamente e le spiegheresti tutto, ma non puoi, così continui con la canzone.

Quando la canzone finisce ti riporta sul divano. Come ai vecchi tempi. Si stende e tu fai lo stesso, I vostri corpi che si sfiorano e tremano per la tensione. “Scegli un’altra canzone” dici. “Continuiamo con Glee, che ne dici? Cantiamo… Endless Love!” dice, e sai esattamente dove vuole arrivare.

 “comincio io” dice e comincia a cantare. “My love, there’s only you in my life, the only thing that’s right”. E ancora una volt sai che sta cantando a te. Crede in ogni parola. Ti ama ancora. E anche per te è lo stesso. Arriva il tuo turno.

 “My first love. You’re every breath that I take, you’re every step I make” E anche tu dici davvero. Lei lo sa, e ascolta con il cuore, come fa sempre. “And I want to share all my love with you, no one else will do” continua a cantare.

Te lo aveva detto. Se ten e fossi andata, sarebbe rimasta sola fino alla morte. E ascoltare queste parole, fa male. E mentre la canzone continua, ti senti sempre peggio. Quando la canzone finisce, vi fissate.

 “Dimmi perchè, Lea. Per favore” dice. Non vuoi rispondere ma non ti lascia altra scelta. “Dimmi perchè o non parlarmi mai più. Ho bisogno di sapere. Ho bisogno di sapere perchè te ne sei andata. Dammi una ragione, sei il mio amore senza fine. Dimmi perché te ne sei andata e perché sei qui. E il perché di questi anelli. Per favore.” Dice, le lacrime che le scorrono sul viso.

 “Cosa dovrei dirti, Di? Che ti amo? Lo sai già. Che ti amo e che per questo me ne sono andata? Mi crederesti? Mi crederesti se ti dicessi così?” dici così a bassa voce che lei a stento ti sente. Ti guarda profondamente negli occhi. “Cosa ti hanno detto?” chiede con una voce pacata. “So che te ne sei andata dopo quella telefonata. Qualsiasi cosa fosse avresti potuto dirmelo, lo avremmo risolto insieme. Eravamo tutto insieme, ora mi sento solo come se non fossi niente.” Aggiunge.

 “Va bene, te lo dirò.. ma non dire una parola finchè non ho finito. Ti ricordi quell’intervista con il giornale inglese dove mi chiesero se stessimo insieme?” chiedi e lei annuisce. “Bene, ricorderai anche che risposi che eri solo la mia migliore amica e niente di più perchè avevamo deciso di non dire a nessuno del nostro rapporto. Ebbene, il mio agente mi chiamò immediatamente dopo dicendomi che una organizzazione per i diritti degli omosessuali mi accusava di essere omofoba perché avevo negato il mio amore per te. Io non sapevo che dire e ad un tratto lui mi disse che Ryan, il nostro regista, lo sapeva. Sapeva di noi due e di queste accuse. Quando parlai con Ryan mi disse di terminare qualsiasi cosa ci fosse tra noi se volevo che tu avessi ancora un lavoro. Non potevo farti perdere il lavoro per colpa mia, così mi arresi. Me ne sono andata per questo. Sei così bella e dolce che pensai che avresti subito trovato qualcuno di migliore ma mi sbagliavo. Quando abbiamo finito con Glee ero pronta a tornare, ho compratogli anelli e tutto, ma ho letto quei gossip su te e quell’attore britannico e non ce l’ho fatta. Le foto di voi due erano ovunque e mi sembravi davvero felice. Troppo felice per portartelo di nuovo via. Quando prima mi hai detto che non volevi passare il compleanno da sola, ho capito che non stavate insieme. E le canzoni che hai scelto, so che erano per me. Ogni parola era su di noi. E ho deciso di dirti tutto. Ho bisogno di te nella mia vita. E so che anche tu hai bisogno di me. Se vuoi rischiare, sono tutta tua. Sei la mia Lady D dopotutto”

Ti senti sollevata per averle detto tutto. Lei ti guarda. Ti prende le mani. Si avvicina. Non siete state così vicine dall’ultima volta che vi siete baciate. Ed è questo che fa. Ti bacia. Ti bacia così appassionatamente che ti sembra di volare. Il bacio più lungo che ti abbia mai dato. “Lea, voglio rischiare. Voglio te. Ti amo.”
 “Buon Compleanno Lady D” dici. E con queste parole, ti abbandoni a lei, i vostri corpi sempre più vicini. E desideri fosse rimasta in pigiama.

 
   
 
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