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Autore: HjN    28/06/2015    0 recensioni
E cosa faresti se il ragazzo che ti piace è a casa con te, la tua casa è vuota e fuori c’è un temporale in arrivo?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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1.674 parole.

E cosa faresti se il ragazzo che ti piace è a casa con te, la tua casa è vuota e fuori c’è un temporale in arrivo?

Questo di sicuro, era quello che si chiedevano Calum e Luke, due amici che si erano conosciuti per caso. Erano entrambi seduti sul divano, mentre il vento sbatteva forte, anche troppo forte per i gusti di Luke, sulle grandi finestre del salone di casa sua. Ma cercò di fare l’impassibile, con i suoi piccoli occhi azzurri che hanno catturato Calum dal primo giorno, con il suo lungo ciuffo che gli ricadeva sulla fronte coprendo una parte della sua pelle rosea, mentre cercava il telecomando che era stato lasciato da qualche parte dai suoi fratelli.
Ovviamente loro sapevano che ci sarebbe stato anche Calum, quella notte, quindi avevano deciso di nascondere un po’ di cose e di uscire, per lasciarli soli. Si erano accorti anche della cotta di Luke, anche se lui continuava a negare.

Calum invece, stava sdraiato sul divano. La testa appoggiata ad un bracciolo e i piedi sullo schienale. Luke lo trovava strano, ma Calum diceva che lo tranquillizzava, quindi in quel momento era agitato. Osservava il soffitto e ad ogni tuono chiudeva gli occhi, cercando di calmarsi ulteriormente.
A Luke piacevano i lineamenti di Calum, e tutte le volte gli diceva che sarebbe diventato un bellissimo ragazzo con i tratti asiatici (e Luke le prendeva per questo). Aveva dei grandi occhi marroni, e questo faceva impazzire il biondino. Ogni volta che Calum lo fissava (e lui l’aveva notato), le sue labbra carnose si aprivano e questo gli sembrava molto sexy.

Luke era in piedi su una sedia, quando trovò il telecomando. Era sopra il mobile della televisione, in fondo. Mentre scendeva ringraziò ironicamente Calum per l’aiuto, e lui in risposta alzò una mano.

“Fottiti” sbuffò il biondo, togliendo le gambe di Calum dallo schienale per sedersi.
“Tranquillo” ridacchiò Calum, sedendosi e sistemando le gambe in modo che i suoi piedi toccassero le gambe di Luke.

“Sai, i tuoi piedi puzzano, quindi fammi il favore di metterteli in faccia!” Esordì Luke, alzandosi e dirigendosi in cucina. Calum alza le sopracciglia in modo confuso, seguendo con lo sguardo la sua schiena.

“Film e schifezze?” urlò dalla cucina, mentre prende caramelle, patatine, gelato e altro. Calum annuisce distratto, ancora intento a guardare il retro di Luke, come se fosse un Dio.
“Deduco sia un sì” sussurrò il ragazzo, mentre appoggia tutte quelle cose sul tavolino. Calum si distolse dai suoi pensieri, prendendo in mano il gelato.
“E questo? Lo mangiamo con le dita?” alzò le sopracciglia, guardando Luke.
Lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo. “Scegli il film intanto” e andò ancora una volta in cucina.
Calum si alzò ridacchiando, prendendo il telecomando vicino al televisore e buttandosi nuovamente sul divano. Non  gli sarebbe dispiaciuto vedere Luke mangiare il gelato con le dita.

Mentre Calum pensava quelle cose sporche che non avrebbe dovuto pensare, Luke se la stava prendendo con comodo. Sperò che l’antenna non fosse volata via per il vento, colpa di suo padre che voleva fare i lavori quando non era capace.
“Ho trovato un’horror bellissimo!” esclamò Calum. E in quel momento Luke sperò vivamente che l’antenna volasse via da un momento all’altro.
“O-okay..” rispose lui, avvicinandosi al divano svogliato.
Anche Calum, a dirla tutta, era molto spaventato, ma ovviamente faceva finta di niente.
Luke, nel momento in cui alla ragazza fu strappata una parte della faccia in modo troppo inquietante e vomitevole per lui, decise che il film non
l’avrebbe più guardato. Si concentrò sulla gamba di Calum che sfiorava la sua.

In realtà neanche Calum stava guardando il film, perché era impegnato a guardare come gli occhi di Luke fissavano il punto in cui i loro corpi si sfioravano. Così, cercando di farlo sembrare il più involontario possibile, Calum colpì il ginocchio di Luke e lui sobbalzò.
“Ti sei spaventato?” chiese Luke, deglutendo e guardandosi in giro. Ringraziò la luce fioca della lampada, perché per quello non si videro le sue gote rosse.
“No, a volte ho un tic..” Calum si morse il labbro e continuò a far finta di guardare il film.
Fuori cadevano grandi, grandi goccioloni d’acqua che sembravano quasi poter spaccare il vetro spesso. I lampi si fecero più frequenti e i tuoni pure.
Entrambi prestarono attenzione al film nel momento sbagliato. Qualcosa spuntò in primo piano e la luce smise di esserci.
“Cristo” urlarono i due ragazzi contemporaneamente. Ci fu un tuono e questo fece sobbalzare Luke facendolo avvicinare a Calum.
Quest ultimo sorrise, pensando che lui non l’avrebbe mai fatto, in realtà. Fece scivolare lentamente le braccia attorno alla vita del più piccolo, cercando di tenere il respiro regolare. Pensava facesse tranquillizzare Luke, e così era.
Un tuono però rovinò quella pace che si era creata, facendo sobbalzare entrambi e formando ombre sui muri, e molte di esse sono davvero inquietanti.
Il vento che sbatteva forte, molto più forte di prima sui vetri, e la luce che non intendeva tornare, non aiutavano per niente.
Ma durante quel trambusto silenzioso, Luke era finito in braccio a Calum, che lo stava stringendo mentre si guardava intorno abbastanza impaurito.
Non poté far a meno di sorridere, guardando quei lineamenti paffuti. O almeno, quanto la luce che entra dalle finestre permetteva.
Quando il moro si  girò verso di lui, non poté fingere di non essere sorpreso di vedere quegli occhi azzurri e le labbra che tanto gli piacevano e bramava segretamente tirate in un sorriso.
Calum si  morse il labbro, guardando quel triangolo che, secondo lui, definir perfetto è un eufemismo.

Un altro tuono, che rimbombò in tutta casa, li fece sobbalzare nuovamente e Dio, pensarono a quanto tutto quello sia fastidioso, così Luke prese una decisione.
Di starsene lì, in sala, con tutti quei nascondigli per un assassino, non ci voleva stare. Si alzò con calma, ascoltando ogni minimo rumore, e prese la mano di Calum. Era stato sofferente per lui dover lasciar andare Luke, si sentiva così al sicuro.
Si fece guidare da Luke, che con passo incerto e lento lo precedeva di poco. Continuò a guardarlo, e questo lo fece inciampare molte volte. Così tante che Luke si stampò un sorriso in faccia.
Arrivati in cima alle scale, davanti al cassettone che sua mamma trovava così bello, Luke aprì il primo cassetto. Sapeva che li ci fossero delle candele, ma mentre le cercava sperava che i suoi fratelli non ci avessero messo qualcosa di viscido per fargli uno stupidissimo scherzo.

Calum restò dietro di lui, guardandosi in giro ogni secondo più preoccupato. La mano di Luke era sudata, ma a lui non importava. La sensazione che provava era bellissima. Era un misto di scosse e brividi e gli piaceva questa cosa.
Quando Luke trovò l’oggetto tanto desiderato, si trattenne dall’urlare di gioia e per la felicità di non aver trovato nulla di viscido, e corse nella sua stanza, trascinando Calum con passi pesanti.
Entrati, si chiusero la porta alle spalle e, con dispiacere di Calum, gli lasciò la mano. Anche a Luke dispiaceva lasciare la mano così sicura e asciutta del suo amico, ma doveva accendere quella candela. Doveva vedere ancora Calum e asciugarsi quelle mani sudaticce.
Prese i fiammiferi appoggiati al comò e accese la candela. Finalmente riuscì vedere di nuovo Calum, e quella volta, non trattenne il sorriso.
La luce giallastra che produceva la candela, era abbastanza per illuminare metà, se non meno, parte della stanza.

Calum fece come se fosse a casa sua, si avvicinò al letto velocemente e si mise sotto le coperte. Lasciò il lato contro al muro per Luke, perché sapeva che aveva paura che sotto il suo letto ci fosse qualcosa, per quanto esso potesse essere attaccato a terra.
Luke si morse il labbro e sorrise come una ragazzina che sta per dormire con il ragazzo che le piace, ma lui, in fondo, era così. Non era una ragazzina, ma Calum gli piaceva, e anche tanto.
Si mise sotto le coperte anche lui, e in quel momento amò così tanto quel letto che odiava perché era troppo piccolo per lui. Lo amava perché era così vicino a Calum che potè giurare di poter sentire il suo cuore battere. E per Calum fu lo stesso. Sentì il battito del cuore di Luke così forte che per un attimo pensò di essere nel suo cuore.

Entrambi sentivano il loro respiro leggero fondersi, e si guardano intensamente negli occhi. Entrambi sapevano che nessuno dei due avrebbe rotto lo spazio, o forse ancora no, ma Luke fu grato a Calum per aver parlato.
“Hai paura?” gli chiese, dopo aver preso un lungo respiro.
“Sai, Cal, ti ero grato per aver rotto il silenzio imbarazzante che si era creato, ma quando ho elaborato quello che mi hai chiesto mi è venuto in mente solo di mandarti a fanculo” ed era vero. Luke era imbarazzato da quella domanda, perché sì, cazzo, lui aveva paura eccome.
“Dai, Lukey Dukey” ridacchiò Calum, mettendo un dito sulla guancia di Luke.
“Non mi chiamare così! Lo sai che lo odio!” Luke mise il broncio, togliendo la mano di Calum dalla sua guancia.
Calum iniziò a rise più forte ma smise subito, vedendo l’espressione arrabbiata di Luke.
Il biondo rilassò subito i muscoli facciali perché a lui piaceva la risata di Calum. Quest ultimo sorrise, e si rilassò anche lui.
“Comunque sì, ho paura” confessò Luke, chiudendo gli occhi e sbuffando.
Calum non parlò per alcuni istanti, e Luke aprì gli occhi per capire se fosse ancora vivo o che.
“Anche.. Anche io ho paura” sussurrò lui, alzando le spalle e mordendosi il labbro. Ebbe paura per un momento, che ora a Luke piacesse di meno, ma sorrise.
In quel momento, il braccio di Calum cinrcondò ancora una volta l’esile vita di Luke. Lo strinse a se e il profumo del biondo gli invase le narici. Gli diede un leggero bacio sulla testa mentre Luke chiuse gli occhi addormentandosi con il suono del temporale che ormai, non gli faceva più tanto paura.

Dedicata ad Erika, la mia bellissima ragazza.


Salve a tutti bellissimi e bellissime.
CHIARIAMO SUBITO UNA COSA, è la prima OS SLASH che scrivo, e volevo da tanto tempo farlo, quindi l'ho fatto anche se fa cagare. Il tempo verbale è stato cambiato molte volte e quindi se ci sono errori fatemeli notare e li correggerò molto volentieri.
Vi ringrazio per aver letto questo schifo e spero di riuscirne a pubblicare presto un'altra perché i Cake sono bellissimi e basta, non so come fate a non far parte del loro magico mondo,
Beeene, grazie ancora, e buoooonanotte.

-HjN

 
   
 
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